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S. Serrano Pérez (1) , A. Brangi (2) & A. Meriggi (3)

Figura 1.- Carta dell’uso del suolo dell’area di studio. Le celle rosse rappresentano le celle di presenza del coniglio, le celle azzurre corrispondono alle celle casuali. Tab. 1.- Risultati dell’Analisi di Regressione Logistica tra le celle di presenza del coniglio selvatico e le celle casuali.

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S. Serrano Pérez (1) , A. Brangi (2) & A. Meriggi (3)

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  1. Figura 1.-Carta dell’uso del suolo dell’area di studio. Le celle rosse rappresentano le celle di presenza del coniglio, le celle azzurre corrispondono alle celle casuali. Tab. 1.-Risultati dell’Analisi di Regressione Logistica tra le celle di presenza del coniglio selvatico e le celle casuali Fattori influenzanti la distribuzione del coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) nell’Italia settentrionale • S. Serrano Pérez (1), A. Brangi (2) & A. Meriggi(3) • Unidad de Biología, Etología y Gestión Cinegética, Facultad de Veterinaria, Universidad de Extremadura, 10071 Cáceres, (Spagna). • Wildlife Service. Provincia di Pavia, Pavia (Italia) • Dipartimento di Biologia Animale. Università degli Studi di Pavia. Piazza Botta, 9 – 27100 Pavia, (Italia) • e-mails: sarasp@unex.es, meriggia@unipv.it, meriggi@univp.it INTRODUZIONE Il coniglio selvatico, Oryctolagus cuniculus, è una specie che riveste un ruolo primario negli ecosistemi mediterranei sia come preda di numerosi predatori sia come agente modellatore del paesaggio, con un forte impatto sulle comunità vegetali. Il coniglio mostra preferenza per gli ambienti a mosaico di vegetazione naturale coltivi e prati, che forniscono alla specie alimento e rifugio dai predatori (Roger & Myers, 1979; Soriguer & Rogers, 1981). L’assetto agricolo tradizionale permette ha creato questi mosaici vegetazionali che possono mantenere alte densità di coniglio in aree ridotte (Díaz et al., 1997). Negli ultimi decenni le popolazioni di coniglio selvatico hanno sofferto un forte calo dovuto alla comparsa di malattie (mixomatosi e malattia emorragica virale RHD), al controllo delle popolazioni ed alla perdita e frammentazione dell’habitat dovute all’agricoltura intensiva. Nel nord d’Italia la specie è presente in particolare nella Pianura del Po, generalmente a basse densità e secondo una distribuzione aggregata. Il presente studio analizza il raporto tra le caratteristiche vegetazionali ed edafiche che determinano la disponibilità di alimento e rifugio a la presenza della specie. AREA DI STUDIO L’area di studio (1871 km2) si localizza nella zona occidentale della Pianura Padana, a Nord del fiume Po, comprendendo la valle del Ticino, ed è caraterizzata dalla presenza di coltivazioni di tipo intensivo (81.5%; soprattutto mais e riso). La vegetazione naturale (zone arbustive ed incolti) rappresenta l’1.2% dell’area totale, mentre piccoli boschetti mesofili di latifolgie coprono il 4.6%, ed I prati e piopetti lo 0.5% e 1.0% rispettivamente. Il clima è di tipo sub-continentale con inverni temperati ed stati caldi. Le precipitazioni si concentrano in primavera ed autunno. MATERIALI E METODI La presenza del coniglio selvatico è stata rilevata in 60 celle apartenenti ad una griglia a maglia quadrata di 1 km di lato sovrapposta all’area di studio per osservazione dirette di individui, feci e tane nel periodo tra ottobre e novembre 2002. In ciascuna di queste celle è stata calcolata la superficie delle 8 tipologie ambientali principali e 15 variabili riguardanti i tipi di suolo, mediante il DUSAF ed il programma ArcView 3.2 (Fig. 1 e 2). Le stesse variabili sono state calcolate in 60 celle distribuite casualmente. Per confrontare i valori medi delle variabili nei punti di presenza con quelli nei punti casuali è stata utilizzata l’Analisi della Varianza (one-way ANOVA). L’analisi di Regressione Logistica (ARL, procedura stepwise, metodo Log-Likehood) ha permesso di formulare un modello di idoneità ambientale per la specie. RISULTATI Le celle di presenza si caratterizano per una maggiore percentuale media di boschi (P=0,007), vegetazione naturale (P<0,001), vegetazione arbustiva (P=0,016) e seminativi (P=0,033) rispetto alle celle casuali. Le zone di pianura sabbiosa (P=0,006), i suoli con alta capacità drenante (P=0,001) ed un basso rischio di inondabilità (P=0,048) sono risultate più rappresentate nelle celle di presenza di coniglio, mentre le celle casuali sono caraterizzate per una percentuale media di zone alluvionali inondabili (P=0,053) ed una permeabilità moderata (P=0,004) superiori. Il modello di Regressione Logistica (P<0,05) ha classificato correttamente il 93,3% delle celle totali, l’87,5% delle celle di presenza ed il 98,2% delle celle casuali. Le variabili entrate nel modello sono state la percentuale di vegetazione naturale, la percentuale di bosco e di suolo di tipo sabbioso, tutte con influenza positiva sulla presenza della specie (Tabella 1). • CONCLUSIONI • Il coniglio ha una forte tendenza ad evitare le zone alluvionali inondabili con una bassa permeabilità e senza copertura vegetale, localizzandosi fondamentalmente in zone sabbiose con una elevata permeabilità che permettono un facile scavo e minimizzano il rischio di inondazione delle tane riducendo considerevolmente la mortalità della cucciolata. • La specie seleziona i boschi e le zone cespugliari che provvedono protezione contro i predatori, selezionando per alimentarsi le zone aperte con vegetazione erbacea ed evitando i coltivi. • Il coniglio selvatico può essere considerato un buon indicatore della naturalità ambientale, dato che la sua presenza è strettamente legata alla vegetazione naturale, ai boschi ed alle coltivazioni erbacee. Pertanto, i cambiamenti del paesaggio dovuti alla intensificazione dell’agricoltura potrebbero infuenzare negativamente la abbondanza e distribuzione della specie. Figura 2.-Carta pedologica dell’area di studio. Le celle rosse rappresentano le celle di presenza del coniglio, le celle azzurre corrispondono alle celle casuali. • OPERE CITATE • Carvalho, J.C. & Gomes, P. 2003. Habitat suitability for European wild rabbit (Oryctolagus cuniculus) with implications for restocking. Game and Wildlife Science, vol 20(4),pp.287-301. • Díaz, M., Campos, P. & Pulido, F.J. 1997. The spanish dehesas: a diversity of land-use and wildlife. In: Pain, D. & Pienkowsky, M. (eds.) Farming in birds in Europe: The Common Agricultural Policy and its implications for birds conservation. Academic Press, London, UK, pp. 178-209. • Rogers, P.M. & Myers, K. 1979. Ecology of the European wild rabbit, Oryctolagus cuniculus (L.) in Mediterranean habitats. I. Distribution in the landscape of the Coto Doñana, S. Spain. J. Appl. Ecol.16, 691-703 • Soriguer, R.C. & Rogers, P.M. 1981. The European wild rabbit in Mediterranean Spain. Proceedings of the World Lagomorph Conference (1979), 600-613. University of Guelph, Ontario.

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