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test di performance prossimale. Punto prossimo di accomodazione Punto prossimo di convergenza. Tests di spinta.
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test di performance prossimale Punto prossimo di accomodazione Punto prossimo di convergenza
Tests di spinta Con la tecnica del “push-up” otteniamo i punti limite del funzionamento dei sistemi di identificazione e centraggio. I risultati sono generalmente migliori di quelli che si possono ottenere mediante l’uso di lenti negative o di prismi.
Punto prossimo di accomodazione (PPA) • Lo scopo è determinare il punto di annebbiamento più vicino. • L’illuminazione ambientale è normale • Il target è una serie di lettere disposte verticalmente o la punta di una penna a sfera • Si parte da una distanza di circa 50 cm dal viso e all’altezza della punta del naso, e ci si avvicina al soggetto fino a quando non dice di vedere sfuocato. • Si deve fare attenzione ad avvicinare il target in modo continuo, senza scatti. • È importante istruire il soggetto: deve riferire appena il target comincia a sfuocare, non quando la visione è completamente sfuocata. • Il test è come nel caso del PPC, un test di spinta (push-up), il cui risultato è raggiunto dopo pochi secondi di “spinta” del target. • Il test si esegue prima in monoculare, poi in binoculare.
Punto prossimo di accomodazione (PPA) Il risultato del test dovrebbe essere simmetrico nei due occhi, e più vicino possibile. Il risultato binoculare dovrebbe essere migliore di quello monoculare. Il motivo è da ricercare nel fatto che si aggiunge una quota di accomodazione che il soggetto non aveva potuto sfruttare nella prima parte del test, la componente accomodativa della convergenza. Convergendo il soggetto richiama una maggiore quantità di accomodazione e questo spiega il suo risultato migliorato.
Punto prossimo di accomodazione (PPA) Altri possibili risultati: Il PPA è asimmetrico, il soggetto è sotto o sovracorretto, non accomoda in modo simmetrico (anomalia fisio-patologica da cercare), errore di esecuzione del test Il PPA è “allontanato”: il soggetto non riesce ad accomodare, insufficienza di accomodazione, presbiopia, anomalia accomodativa Il PPA bino è uguale o peggiore di quello bino. La colpa è del sistema di centraggio, il soggetto non converge efficacemente e questo limita anche la sua accomodazione.
Punto prossimo di convergenza (PPC) • Lo scopo è determinare il punto di rottura e di recupero della visione binoculare • L’illuminazione ambientale è normale • Il target è una penna luminosa o la punta di una penna a sfera • Si parte da una distanza di circa 50 cm dal viso e all’altezza della punta del naso, e ci si avvicina al soggetto fino a quando non dice di vedere doppio. • Si deve fare attenzione ad avvicinare il target in modo continuo, senza scatti.
Punto prossimo di convergenza (PPC) La seconda possibilità si verifica quando la rottura oggettiva avviene senza che il soggetto se ne accorga. L’occhio deviato viene soppresso e il soggetto può non accorgersene, neanche dopo alcuni secondi. Può comunque accadere che la sensazione di diplopia sia tardiva e arrivi dopo qualche istante dalla rottura
Punto prossimo di convergenza (PPC) Normalmente il punto di rottura è contemporaneamente soggettivo e oggettivo, cioè operatore e soggetto riconoscono l’istante in cui avviene la rottura. Uno degli occhi perde la fissazione e devia verso l’esterno, e il soggetto riferisce di vedere doppio. Questa condizione e la più probabile
Note sulla “soppressione” Ricordiamo che una soppressione stabile, che si manifesta sempre quando proviamo a stressare il soggetto è probabilmente un meccanismo consolidato di difesa dalla diplopia. Quando la soppressione diventa abituale, il soggetto comincia a non manifestare più i sintomi astenopici a cui era abituato durante l’attività prossimale. Soggettivamente la scomparsa dei sintomi viene spesso avvertita come una sorta di “guarigione”, di miglioramento; ovviamente non è così! Il soggetto migliora nei sintomi ma peggiora il suo processo visivo, o questo avrà ripercussioni negative sulla sua performance visiva. La scrittura diventa meno fluida, più lenta, la calligrafia peggiora, la lettura rallenta, diventa più difficile, si perde il segno, si sbaglia la riga quando si va a capo, di sbaglia la lettura delle sillabe, si fatica a comprendere il testo, ricordarlo, o elaborarlo. La visione dei monitor diventa più fastidiosa, abbagliante. Gli occhi possono diventare leggermente dolenti, il bisogno di stropicciarli diventa ripetuto. Una cefalea è possibile.
Distanza di Harmon Reading Reflex Distance Rapporto tra PPC-PPA-RRD e HARMON Analisi del processo di centraggio
Distanza di Harmon Indica la distanza ideale per la lettura e scrittura Mediamente è di 40 cm In un soggetto di statura 150 cm è circa 36 cm, in un soggetto di statura 1,85 e di circa 45 cm
Variazione dell’ampiezza accomodativa secondo l’età (Donders)
Dominanza È un fenomeno percettivo cognitivo, è innato o comunque strettamente legato allo sviluppo e comandato dall’attività elaborativa del cervello che associa una preferenza laterale ad un arto o una funzione elaborativa di un organo.
Ancora… • Tutte le azioni motorie e percettive vengono compiute mediante l’utilizzo di pattern prestabiliti di motricità e preferenza neurologica verso l’elaborazione preferenziale di un input esterno di natura conosciuta.
Ancora… La costruzione di meccanismi di elaborazione passa attraverso l’esperienza visiva, che permette di associare a determinati input esterni, una elaborazione e una risposta all’impulso attentamente elaborata per risolvere il compito richiesto.
Ancora… Se non esistono pattern già costruiti per un determinato stimolo, il cervello elabora una risposta utile e adattiva allo stimolo, sfruttando le proprie risorse elaborative al fine di dare la mia risposta allo stimolo e dirigere l’azione atta a risolvere o compensare l’input esterno
Ancora… Alcuni meccanismi elaborativi richiedono tempi lunghi per determinare la scelta della migliore risposta adattiva (apprendimento) Anche la visione rispetta questi meccanismi, ed è anzi la funzione dominante nell’elaborazione degli input
Ancora… Per attuare una risposta soddisfacente ad una variazione dell’input visivo, può essere richiesto un tempo prolungato (adattamento percettivo e adattamento funzionale)
Dominanza • Oculare • Percettiva • Sensoriale (visiva) • Motoria • Elaborativa • Corporea • Mano • Piede • Orecchio • Ecc…
La maggioranza delle persone hanno dominanza motoria oculare e manuale omonima (70%) Conoscere la dominanza è rilevante, così come la sua tutela
Dominanza percettiva abituale L’occhio che abitualmente è quello che ha la percezione più alta, determinata con il test della AV come quella dell’occhio che possiede un visus più elevato. La dominanza percettiva non è una sola. Può essere: naturale, abituale, vicino, lontano, compensata con LaC o Oft Normalmente si tende a misurare quella abituale per lontano
La dominanza percettiva La dominanza percettiva può facilmente variare. Se la refrazione del soggetto si modifica, se viene corretto male, sottocorretto o sovracorretto in uno o entrambe gli occhi, oppure se i mezzi rifrattivi (cornea e cristallino) perdono la loro trasparenza, la dominanza percettiva passarà da un occhio all’altro. In pratica può essere modificata facilmente variando la correzione refrattiva del soggetto.
Dominanza sensoriale Canale visivo preferenziale per l’elaborazione Canale attraverso il quale il cervello riceve o elabora un maggior numero fotoni, convertiti prima dalla retina in impulsi elettrici, poi dal talamo in impulsi nervosi e informazioni. Test del filtro rosso Test dello sfondo bianco Prova dei colori ambientali Può essere più o meno lateralmente spiccata, ma è sempre presente
Dominanza motoria Occhio per mirare, test del foro Occhio che si muove per primo per fissare un target periferico Occhio che non devia al punto prossimo di convergenza Occhio con miglior motilità
Finalità clinica della dominanza La dominanza che ha maggiore importanza e che non deve essere invertita è quella motoria. Anche quando il soggetto presenta una dominanza sensoriale su un occhio diverso da quello dove possiede la “motoria”, si deve dare maggiore attenzione alla motoria. in pratica i test si effettuano per misurare la dominanza abituale del soggetto, e con questi dati, riportare la dominanza percettiva sull’occhio che possiede la dominanza motoria. Nel caso in cui questa ipotesi non sia possibile, si cercherà di paraggiare perfettamente la percezione , in modo da non creare confusione tra le due occhi, su quale debba dirigere l’azione motoria del soggetto
Il mancato rispetto della dominanza… Il mancato rispetto della dominanza naturale del soggetto, espone il soggetto a una serie di sintomi visivi e non visivi e intolleranza più o meno evidente al porto della correzione visiva. A seconda dei casi i sintomi possono essere intollerabili, fastisiosi, o solo leggermente penalizzanti. Intendendo che potrà riuscire a portare la correzione abituandosi con fatica, oppure la porterà con fatica senza mai abituarsi, e senza avere confort visivo, oppure ancora non abituandosi mai e non indossando per nessuna occasione la correzione. Questo ultimo è il caso più facile da riconoscere, in quanto le persone facilmente ritornano dal prescrittore per chiedere aiuto. Negli altri casi si potrebbe non avere mai un feedback del problema, in quanto, non raramente, i soggetti preferiscono non tornare dal prescrittore, per mancanza di fiducia, tempo o semplice voglia o perché si ritengono colpevoli della loro difficoltà di adattamento
Dominanze motorie del corpo • Mano che scrive • Mano che disegna • Mano che afferra oggetti • Mano che apre la porta • Mano che tiene il telefono • Mano che tiene il coltello • Mano usata per proteggersi • Mano che lancia una palla • Braccio che sovrasta l’altro • Gamba per salire il primo gradino • Piede con cui si calcia il pallone • Gamba che si accavalla • Orecchio per ascoltare finemente • Orecchio per telefono • Ecc…