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Differenze di salute negli anziani istituzionalizzati e non: un confronto in cinque regioni italiane. G. Cavrini, A.Battisti , C. Di Priamo, A. Solipaca, L. Sicuro, G. de Girolamo * Dipartimento di Statistica & ISTAT & * IRCSS Brescia. Roma 15-16 settembre 2011. INTRODUZIONE .
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Differenze di salute negli anziani istituzionalizzati e non: un confronto in cinque regioni italiane G. Cavrini, A.Battisti, C. Di Priamo, A. Solipaca, L. Sicuro, G. de Girolamo* Dipartimento di Statistica & ISTAT & *IRCSS Brescia Roma 15-16 settembre 2011
INTRODUZIONE • INVECCHIAMENTO Preoccupazioni riguardanti le possibili ripercussioni sul sistema sanitario e assistenziale dei diversi Paesi. • Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia si distingue per la più alta proporzione di anziani nella popolazione. • Nel 2010 la percentuale di persone di 65 anni e oltre rappresentava il 20.2% della popolazione totale, corrispondente a circa 12.207 mila individui. • In accordo con le previsioni più recenti, la percentuale di persone anziane continuerà a crescere e potrebbe raggiungere il 33% nel 2051.
INTRODUZIONE Se è vero che la condizione di anziano non implica necessariamente la perdita di autonomia e che i miglioramenti nello stato di salute della popolazione in età senile hanno determinato una crescita della speranza di vita libera da disabilità è pur vero che le dimensioni del fenomeno dell’invecchiamento demografico sono tali da determinare comunque un considerevole aumento della quota di anziani in condizioni di non autosufficienza e una conseguente crescita del bisogno di un’assistenza continua e prolungata nel tempo.
INTRODUZIONE In accordo con la letteratura Internazionale, la maggior parte dei Paesi concorda nell’incrementare soprattutto l’assistenza domiciliare, che oltre ad avere costi più contenuti, è in grado di garantire una migliore qualità della vita fornendo assistenza all’anziano senza sradicarlo dal proprio tessuto sociale. Questa soluzione, però, non risulta sempre la più appropriata, soprattutto quando i familiari del paziente non sono in grado o in condizioni di assistere l’anziano non autosufficiente.
INTRODUZIONE La struttura residenziale in questi casi fornisce una valida alternativa, sia alle cure domiciliari poco appropriate sia all’ospedalizzazione, che di solito è associata ad una peggiore qualità della vita determinando più spesso allettamento dei pazienti non autosufficienti con conseguente perdita delle capacità residue.
INTRODUZIONE In Italia il numero di posti letto nelle RSA per anziani è inferiore a quello registrato in tutti gli altri Paesi Europei, con una forte eterogeneità territoriale. L’offertadi strutture residenziali nel nostro Paese si presenta decisamente sbilanciata sul territorio: l’Italia settentrionale sembra fornire una più adeguata risposta alla domanda di assistenza residenziale, soprattutto per ciò che concerne le residenze socio-sanitarie per anziani e le RSA, mentre il Sud sembra essere completamente inadeguato a rispondere alle richieste della popolazione anziana.
OBIETTIVO 1/2 1) Descrivere la disponibilità in Italia di residenze per anziani analizzando la distribuzione territoriale di RSA, di centri di riabilitazione ex art. 26 e di lungodegenze in strutture ospedaliere con l’intento di raccogliere dati qualitativi e quantitativi. 2) Analizzare le condizioni di salute degli anziani residenti in queste strutture.
OBIETTIVO 2/2 3) Confrontare, in cinque regioni italiane, le condizioni di salute delle persone anziane che vivono in RSA con le condizioni di anziani non istituzionalizzati, per evidenziare la presenza di una eventuale maggiore fragilità nell’anziano istituzionalizzato rispetto all’anziano non istituzionalizzato.
METODI – PRIMO OBIETTIVO • Per descrivere la disponibilità delle strutture residenziali in Italia abbiamo consideratotre diverse fonti: • Indagine sui presidi residenziali socio assistenziali Istat-2004 • Schede di dimissione ospedaliera (SDO) Ministero della Salute-2004 • Rilevazione sugli istituti di riabilitazione ex. Art. 26. Ministero della Salute-2004
METODI – SECONDO OBIETTIVO Il progetto PROGRES include tre fasi: • La I fase (2001-2004) aveva l’obiettivo di censire tutte le SR con almeno 4 posti residenziali notturni per anziani, raccogliendo informazioni sulle caratteristiche delle SR, sulle caratteristiche generali, demografiche e cliniche (ma in forma aggregata) dei residenti e dello staff clinico. Delle 853 SR censite ne sono state incluse 754; In merito al secondo obiettivo, il Ministero della Salute ha finanziato un progetto in cinque regioni italiane (PROGetto RESidenze - ANZIANI), interessate a partecipare. Le cinque regioni coinvolte nel progetto sono state: Veneto, Umbria, Calabria, Sicilia e Sardegna.
METODI – SECONDO OBIETTIVO • Nella successiva fase 2, conclusa nel 2006, è stato analizzato in dettaglio un campione casuale di SR, stratificato per dimensione della stessa. • Infine, nella III fase, dalle SR campionate è stato estratto un campione rappresentativo di ospiti per ogni SR (n=1.215). Tali anziani sono stati valutati mediante strumenti multidimensionali di valutazione geriatrica (MMSE, NPI, ADL, IADL, VAOR). Data la natura individuale di tale dato, è possibile valutare oggettivamente la salute funzionale e cognitiva degli anziani ospitati nelle strutture residenziali.
METODI – TERZO OBIETTIVO La popolazione proveniente da PROGRES è stata confrontata con tre popolazioni diverse provenienti dall’indagine Istat sulla salute. Il primo confronto è avvenuto con l’intera popolazioneanziana presente nell’indagine Istat. Il secondo confronto ha preso in considerazione un campione casuale di anziani nelle 5 regioni coperte da PROGRES e di pari numerosità (1.215 persone). Il terzo confronto, invece è avvenuto appaiando (1:1) per regione, sesso, età e tipologia familiare. E’ stato possibile ottenere l’appaiamento per 888 anziani su 1.215.
METODI – INDICATORI DI SALUTE • Al fine di misurare lo stato di salute sono stati costruiti tre indicatori: • Il primo indicatore misura il numero di patologie riscontrate in ciascun ospite tra tutte quelle indagate in ogni singola indagine; • Il secondo indicatore evidenzia la presenza di patologie più gravi tra quelle considerate nelle singole indagini; • Il terzo è stato costruito scegliendo soltanto le malattie confrontabili tra le due indagini.
Anziani ospiti dei presidi residenziali socio-assistenziali.Tassi per 10.000 anziani di 65 anni e oltre Risultati Ospiti nelle strutture di riabilitazione residenziali ex art. 26. Tassi per 10.000 anziani di 65 anni e oltre Dimissioni di lungodegenza nelle strutture ospedaliere.Tassi per 10.000 anziani di 65 anni e oltre Particolarmente allarmante risulta il quadro che si delinea in UMBRIA, BASILICATA, CALABRIA, e SICILIA.
RISULTATI 1/9 • Su 853 strutture residenziali (SR) presenti negli elenchi regionali solo 754 sono risultate eleggibili e sono state incluse. Tabella 1 – Caratteristiche generali delle Strutture Residenziali presenti nelle 5 regioni e delle Strutture censite.
RISULTATI 2/9 • Il numero di ospiti selezionati è risultato pari a 1.215, di cui il 73,1% (n = 888) sono donne, prevalentemente vedove, e nel 27% dei casi con più di 90 anni. Un sesto degli ospiti ha meno di 75 anni. • La popolazione in istituto è caratterizzata da bassi livelli di istruzione: il 27% è analfabeta, il 58% ha frequentato da 1 a 5 anni di scuola, il 7,9% da 6 a 8 anni, il 7,1% 9 anni o più.
RISULTATI 3/9 Da un primo confronto tra la popolazione istituzionalizzata (PROGRES) e la popolazione anziana (Salute-Istat) emerge che : • Il 45% degli istituzionalizzati ha almeno tre patologie ed il 75% almeno una patologia grave, evidenziando una popolazione affetta in misura importante da multicronicità. • Gli anziani che ancora sono in famiglia presentano un migliore stato di salute: il 17% non è affetto da alcuna patologia ed il 30% ne ha almeno una sia grave sia non grave. La stessa percentuale per la popolazione anziana istituzionalizzata è pari al 52%.
RISULTATI 4/9 • Le diverse condizioni di salute tra le due popolazioni, istituzionalizzata e non, sono sicuramente anche influenzate dalla diversa struttura per età. Infatti, la percentuale di ultraottantenni in istituto è del 43% mentre per quelli in famiglia è pari al 10%. • Le due popolazioni sembrano differenziarsi anche per quanto concerne lo stato civile, il 34% degli ospiti delle SR prima di essere istituzionalizzato era celibe/nubile, il 58% era vedovo ed il 56% viveva da solo. Mentre tra gli anziani in famiglia il 57% è sposato e solo il 27% vive da solo.
RISULTATI 5/9 Per rendere più comparabili i due gruppi posti a confronto, è stato estratto, dalle 5 regioni di interesse, un campione casuale pari a 1.215 anziani, partendo dai dati Istat. L’obiettivo di questo campionamento era quello di confrontare tra loro le due popolazioni con il fine di evidenziare eventuali differenze in termini di struttura per età, sesso e condizioni di salute.
RISULTATI 6/9 Se si analizza l’indicatore di cronicità grave si ha che: • il 24% degli istituzionalizzati non presenta alcuna patologia grave (47% nella popolazione in famiglia); • il 39% ha una patologia grave (32% nella popolazione in famiglia); • il 23% ha almeno due patologie gravi (20% nella popolazione in famiglia) e il restante 14% ne ha tre o più.
RISULTATI 7/9 Per studiare quali variabili, tra quelle comuni, fossero associate all’istituzionalizzazione è stata effettuata una regressione logistica sulla variabile istituzionalizzato (1=Sì, 0=No), considerando come variabili esplicative l’età, il sesso, la variabile vive da solo, l’istruzione, lo stato civile e la regione. L’obiettivo di tale analisi era quello di identificare le eventuali variabili di appaiamento per un’analisi successiva. Età, sesso, vive solo e regione di appartenenza sono risultate fortemente significative.
RISULTATI 8/9 Dai dati ISTAT, è stato selezionato un ulteriore campione appaiando (1:1) con i dati PROGRES per età, sesso, vive solo e regione. I dati per i quali è stato possibile l’appaiamento sono risultati 888. È stata poi eseguita una regressione logistica condizionale che tenesse conto dell’appaiamento e consentisse di evidenziare quali determinanti sono maggiormente associate all’essere o meno istituzionalizzato. Le variabili disponibili in entrambi i database (istruzione, stato civile, professione svolta nella vita lavorativa, le attività della vita quotidiana (ADL), presenza di patologie gravi) sono state considerate per l’analisi.
RISULTATI 9/9 Possedere un titolo di studio di scuola media inferiore, l’essere coniugato o vedovo, l’avere poche disabilità proteggono l’anziano dall’essere ricoverato in una struttura protetta. La presenza di almeno una patologia grave, però, a parità delle altre condizioni, è fortemente associata all’istituzionalizzazione e tale associazione aumenta all’aumentare del numero di patologie gravi presenti.
CONCLUSIONI • Le informazioni disponibili confermano quanto affermato nell’introduzione e cioè che laddove le condizioni fisiche dell’anziano sono molto compromesse l’assistenza residenziale sembra essere la risposta più adeguata. • Al fine di condurre analisi di questo tipo sarebbe importante avere indagini che coprano contemporaneamente sia la popolazione nelle strutture residenziali sia la popolazione che vive in famiglia. • Nonostante le difficoltà nel confrontare dati ISTAT e dati derivanti del progetto PROGRES, è importante sottolineare l’importanza di questo primo e timido tentativo fatto per meglio comprendere le differenze tra non istituzionalizzati e istituzionalizzati.