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interconnessioni e interdipendenze tra le diverse sfere del vissuto di un capo effetti che in termini di formazione possiamo e dobbiamo attenderci. Dinamiche formative. La dinamica formativa abbraccia tre dimensioni: “learn by doing, together, work in progress”
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interconnessioni e interdipendenze tra le diverse sfere del vissuto di un capo • effetti che in termini di formazione possiamo e dobbiamo attenderci
Dinamiche formative • La dinamica formativa abbraccia tre dimensioni: “learn by doing, together, work in progress” • si parte dalla prassi il fare; • ci si arricchisce con il confronto la collegialità del servizio; • e si vivono eventi e momenti di razionalizzazione e rilettura la progettualità personale.
Comunità Capi e l’inizio del Tirocinio il socio adulto entra in relazione con i ragazzi e con gli altri adulti. contatto con gli scopi ed i valori dell’ Associazione attraverso la condivisione del servizio e della vita di Comunità e acquisizione dei primi elementi necessari per valutare la scelta di “esserci per uno scopo”. Scopre, attraverso il contatto con i ragazzi, che il suo servizio comprende il saper leggere e saper dare risposte a delle istanze. Comprende che il servizio educativo tende ad un cambiamento e che necessita di progettazione e di lavoro di gruppo. ricostruire tutti questi elementi in un quadro ordinato: si esercita nella lettura delle istanze, conosce diversi progetti, impara a connettere le azioni agli scopi. Inizia a riconoscere le conseguenze pratiche degli ideali e delle teorie, attraverso l’incontro con testimoni, nella sua Coca e in Associazione, che hanno saputo incarnare nel loro vivere quotidiano la ricerca e le motivazioni alla base del servizio educativo. La successione “logica” delle fasi nel nostro modello formativo
CFM cultura metodologica, ancorata alle esperienze concrete La necessità di costruire percorsi educativi efficaci gli fa scoprire le ricchezze e le potenzialità insite in una competente applicazione del metodo scout. elementi per utilizzare il metodo con efficacia ed intenzionalità. La successione “logica” delle fasi nel nostro modello formativo
CFA La ricerca di percorsi educativi nuovi e risposte a problemi irrisolti lo porta a diventare uno sperimentatore del metodo; l’Associazione è il luogo dove trovare le sinergie per quest’attività di ricerca ed elaborazione. La successione “logica” delle fasi nel nostro modello formativo Capo co-costruttore del proprio percorso formativo
I luoghi ed i momenti della realizzazione delle dinamiche formative • Coca • PE e PdC • ZONA • Elaborazione dall’incontro tra domande nuove e ricerca di risposte innovative • Appartenenza sociale ed ecclesiale • Qualità • identità
Struttura dei modelli unitari • Obiettivi • Formativi, determinati dal profilo del Capo e organizzati con una scansione temporale che assicura la progressività • Contenuti • Imprescindibili e prioritari • Garantiscono l’uniformità • Condizioni • Idonee all’apprendimento degli adulti • Coerenti con la progressione dell’allievo
obiettivi • Gli obiettivi del percorso di formazione capi sono riconducibili alla realizzazione del profilo del capo • spessore culturale e spirituale della persona e dimensione vocazionale • competenza metodologica • consapevolezza dell’appartenenza all’Associazione
Gli eventi • rappresentano una tappa del vivere quotidiano • sono inseriti nel percorso delineato dal progetto del capo • strumento attraverso cui il capo costruisce e ricostruisce la propria mappa dei bisogni formativi. • Gli eventi del percorso formativo forniscono al capo • momenti di autoriflessione e confronto circa il cammino fatto • consentono di rilanciare con maggior definizione la propria mappa formativa • non rappresentano mai momenti di discontinuità della proposta, • hanno il compito di far percepire sempre meglio all’allievo l’unitarietà e la complementarietà dei diversi ambiti associativi che lo vedono protagonista.
lo spessore culturale e spirituale della persona e la sua dimensione vocazionale • facilitare il protagonismo e l’autoformazione • saper rileggere la propria esperienza • saper riconoscere le proprie capacità, individuare i propri bisogni formativi e progettare un percorso orientato a soddisfarli. • offrire percorsi di fede e di preghiera • offrire un contesto di vita che espliciti il significato dell’interdipendenza tra pensiero e azione • venire a contatto con la testimonianza altrui e farsi da questa interrogare • essere capaci di un’elaborazione culturale della propria dimensione umana, ecclesiale e civile.
competenza metodologica • comprensione del metodo scout • comprensione delle motivazioni pedagogiche alla base del metodo scout • capacità di tradurre un’idea di cambiamento in progetto ed in programma • capacità di mettere in pratica il metodo con intenzionalità educativa • capacità di saper leggere i contesti educativi ed i loro bisogni
consapevolezza dell’appartenenza all’Associazione • prendere consapevolezza che la proposta Agesci concretizza nel “qui ed ora” lo scautismo di B.P. • capacità di lavorare con altri adulti • comprensione del servizio di capo e del proprio ruolo in staff • comprendere la funzionalità della partecipazione attiva e cosciente alla vita dell’Associazione
Le condizioni dell’apprendimento adulto Alcune premesse • esiste una difficoltà oggettiva nel fare un cammino di formazione [ … perché ormai se ne è persa l’“abitudine”] • la maggior parte dell’apprendimento non avviene nei corsi ma nel QUOTIDIANO [e avviene su più livelli anche contemporaneamente] • apprendimento INFORMALE: l’apprendimento più significativo, anche nelle attività “formali”, spesso si verifica nella sfera della spontaneità, del non previsto, del non programmato; • Spesso apprendiamo di più dal processo di svolgimento che da ciò che era stato preventivamente fissato negli scopi o negli obiettivi; • L’apprendimento è un’AUTONOMA ESPERIENZA DEL SOGGETTO: il Capo è autonomo in ciò che chiede e in ciò che sceglie, sviluppa interesse in una serie di EVENTI (offriamo solo delle occasioni).
Le condizioni dell’apprendimento adulto • L’adulto impara se considera INTERESSANTE ciò che gli viene proposto. • L’adulto reputa più interessante ciò che si connette immediatamente alla sua esperienza passata e a quella che ritiene debba essere la sua esperienza futura. Si predispone al cambiamento quando percepisce l’utilità di ciò che gli viene proposto. • l’adulto impara se riesce ad essere ATTIVO, cioè: • quando sa INDIVIDUARE i propri problemi [di cosa ho bisogno] • sa ORIENTARSI CON PROGETTUALITA’ nel sistema formativo [chi può essermi utile, a chi devo chiedere cosa, cosa mi serve prima, cosa poi] • sa ANALIZZARE E COGLIERE le opportunità [saper apprendere dai momenti informali, “apprendere ad apprendere”] • Il successo dell’apprendimento è maggiore quando il soggetto assume compiti di RICERCA ATTIVA delle conoscenze, di analisi e rielaborazione.
Un possibile modello per gli eventi • utilizzare l’esperienza vissuta precedentemente, o fatta vivere al campo, come fonte per la riflessione sul dover essere. • L’evento formativo, raggiunge la massima efficacia quando crea un percorso attraverso il quale l’allievo scopre da sé gli elementi critici sia sul piano personale che metodologico, riflettendo su domande a cui non sa dare risposta o alle quali dà risposte diverse dagli altri, o stimolato da istanze che lo interrogano circa la sua adeguatezza • più funzionale far nascere questi interrogativi dall’esperienza delle persone, e segnatamente, dalla loro esperienza di educatori, per sottolineare la necessità del mettersi in discussione, e non viceversa.
L’esperienza proposta al campo • Parla anche in modo informale • Fa vivere la dimensione adulta dello scoutismo, sottolineando le differenze con quello che proponiamo ai ragazzi; • non è simulativa del clima che si instaura nelle unità • Favorisce l’autoriflessione e il confronto, e consente di rileggere il proprio atteggiamento educativo alla luce di saperi impliciti • Crea situazioni significative di interazione tra adulti • Assicura la globalità della proposta sulle tre aree (motivazionale, metodologica e associativa) • Consente la ricerca attiva ed il protagonismo dei soggetti
Alcuni vertici di osservazione • Il Clima e lo stile della proposta • La verifica • La valutazione dei partecipanti • La relazione • campo come osservatorio privilegiato ancheper la progettazione di interventi formativi verso i formatori a cura della Formazione Capi • Connessione tra l’esperienza di un campo, per come è stato pensato e preparato dallo staff e per come è stato vissuto e costruito anche dagli allievi, con le altre esperienze di formazione e con la cultura dell’ Associazione. • circuito informativo e riflessivo tra i vari diversi momenti del percorso formativo fondato sulla documentazione scritta [relazione], garantisce la corretta consequenzialità dei momenti del percorso e diventa strumento formativo per i formatori.