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Russo Cardona , T. e Volterra, V. Le lingue dei segni Capitolo I Storia della riflessione filosofica e medica sulla sor

Russo Cardona , T. e Volterra, V. Le lingue dei segni Capitolo I Storia della riflessione filosofica e medica sulla sordità. Platone (427- 347 a. C.), Cratilo. Il GESTO È ATTO OSTENSIVO, IMITAZIONE DE LLE COSE CHE VUOLE MOSTRARE

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Russo Cardona , T. e Volterra, V. Le lingue dei segni Capitolo I Storia della riflessione filosofica e medica sulla sor

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Presentation Transcript


  1. Russo Cardona, T. e Volterra, V.Le lingue dei segniCapitolo IStoria della riflessione filosofica e medica sulla sordità

  2. Platone (427- 347 a. C.),Cratilo Il GESTO È ATTO OSTENSIVO, IMITAZIONE DELLE COSE CHE VUOLE MOSTRARE SOCRATE: Ma rispondimi a questo: se non avessimo voce né lingua, ma volessimo mostrare l’un l’altro le cose, non cercheremmo forse di significare, come ora i muti, con le mani e la testa e il resto del corpo? ERMOGENE: E in effetti come altrimenti, Socrate? SOCRATE: Se, almeno credo, volessimo mostrare ciò che è in alto e leggero, alzeremmo verso il cielo la mano, imitandola natura stessa della cosa; se, invece, le cose che sono in basso e pesanti, verso la terra. E se volessimo mostrare un cavallo che corre o un qualche altro animale, sai che renderemmo i nostri corpi e le nostre movenze quanto più simili a quelli loro. (422a1 - 423b6)

  3. Aristotele (384- 322 a. C), Historiaanimalium • “Gli uomini poi che sono sordi dalla nascita sono sempre anche muti: possono sì emettere suoni vocali (voce- phonè) ma non articolare un linguaggio (voce articolata- diálektos). Quanto ai bambini, come non sono padroni delle altre parti, così non possono all’inizio controllare nemmeno la lingua; essa è imperfetta e si scioglie con il passare del tempo [...]” (536 b 3- 8) • "La voce e il suono (psòfos) sono due cose diverse, e una terza è il linguaggio (diálektos). La voce non può venire emessa da nessun altra parte se non dalla laringe: perciò quegli animali che sono privi di polmoni neppure possono emettere la voce. Il linguaggio è l'articolazione (diárthrosis) della voce mediante la lingua”. (535 a 30- 535 b 3)

  4. Aristotele, De sensu et sensibilibus • L’udito concorre in massima parte all’intelligenza anche se in maniera derivata. Il linguaggio è infatti causa di apprendimento in quanto è udito […] È questo il motivo per cui, tra coloro che dalla nascita sono privi dell’uno o dell’altro senso (vista e udito), i ciechi sono più intelligenti dei sordomuti”. (437 a 11- 17) UDITO: SENSO SUPERIORE ALLA VISTA, PERCHE’ FUNZIONALE ALL’APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO ARTICOLATO

  5. Codex Iustinianus (531) Distinzioni in 5 classi (livelli di sordità). Sordità profonda: privati di diritti civili; considerati non educabili; obbligati ad esser seguiti da un tutor. • MEDIOEVO: CONDANNA DEI SEGNI • Rodolphus Agricola (1443- 1485) Nel De inventione dialectica(libro III)afferma d’aver visto un sordo dalla nascita, di conseguenza anche muto, che aveva imparato a comprendere ed esprimersi chiaramente attraverso la scrittura. RIVALUTAZIONE DELLA VISTA APPRENDIMENTO DELLA SCRITTURA

  6. RINASCIMENTO: CURARE E RIEDUCAREGirolamo Cardano (1501- 1576)“De surdoet muto literasedocto” “Narra l’Agricola, nel suo III Libro del De inventione dialectica, d’aver visto un uomo nato sordo e muto che aveva imparato a scrivere, potendo in tal modo significare ogni cosa volesse. Ne consegue dunque che il muto ascolti per mezzo della lettura e parli per mezzo della scrittura: infatti può rappresentarsi nella memoria che <pane>, ad esempio, significa quella cosa che si mangia. Legge dunque secondo lo stesso principio della pittura, attraverso la quale è possibile non riferirsi alle parole (pronunciate)[…] E, come guardando una pittura è possibile riprodurne un’altra […] così anche per le lettere dell’alfabeto (literae).” SUPPLENZA SENSORIALE UDITO- VISTA

  7. SCUOLA SPAGNOLA • Pedro Ponce de León (1573- 1633) Monaco benedettino. Insegnava a parlare ai sordi dalla nascita, in particolare a religiosi e a figli di nobili, che necessitavano, per perpetuare i propri privilegi, di aggirare le leggi che ancora impedivano ai sordi di ereditare e fare testamento. METODO ORALISTA SCRITTURA OSTENSIONE • Juan Pablo Bonet (1620), Reducción de las letras, y arte para inseňar a ablar los mudos. METODO ORALISTA SCRITTURA CODICE ALFABETICO MANUALE

  8. L’alfabeto manuale di Bonet

  9. Johann Konrad Amman (1669- 1724)Surdus loquens, seu methodus qua, qui surdus natus est, loqui discere possit (1692) IDEATORE DEL METODO ORALISTA PURO • “[…] è certo un miracolo il fatto che Dio abbia voluto che gli uomini […] potessero legare ai movimenti compiuti con le labbra, la lingua, i denti &c., le cose che volgono nella loro mente, e questa è una facoltà universale […] Nulla infatti scaturisce da noi che, più della Voce, rechi in sé la forma e la figura più vivide della vita […].” PAROLA: MANIFESTAZIONE DELLA NATURA DIVINA DELL’UOMO IL LINGUAGGIO GESTUALE DEI SORDI E’ “MANCHEVOLE E MUTILO”

  10. Il linguaggio gestuale dei sordi nella riflessione filosofica del XVII secolo. • René Descartes (1596-1650), Discours de la méthode (1637) “Gli uomini che, essendo nati sordi e muti sono privati degli organi che servono agli altri per parlare quanto o più che le bestie, sono soliti d’inventare da se stessi alcuni segni per mezzo dei quali si fanno intendere a quelli che, stando ordinariamente con essi, hanno tempo d’imparare la loro lingua”. QUESTO E’ SEGNO DELLA PRESENZA DI UN’ATTIVITÀ RAZIONALE. • Francis Bacon (1561-1626), De dignitate et augmentis scientiarum (1623) “Si vedono, spesso, alcuni sordomuti fin dalla nascita, ma non privi di intelligenza, in stupefacenti colloqui tra loro o con quegli amici che hanno appreso il loro modo di parlare con i gesti”.

  11. DiderotLettera sui sordi e muti (1751) • Le forme linguistiche orali operano una selezione delle percezioni, tendono a dare linearità al pensiero, mentre gli eventi percettivi potrebbero essersi verificati simultaneamente. • Gesti in uso tra i sordi: parziale simultaneità che organizza in modo diverso, ma equivalente alle Lingue Vocali, l’esperienza percettiva. • Linguaggio poetico (Lingue Vocali) = Gestualità dei sordi Convivenza di Modalità linguistica e Dato percettivo Fonte: T. Russo Cardona (2002)

  12. La svolta culturale del XVIII sec. e l’opera educativa dell’Abate C.M. de l’Epée (1712-1789) • Le ragioni pastorali, filantropiche e filosofiche di una rivoluzione • Il gesto come lingua universale: L’arte de’ cenni di Bonifacio [1616] e Philocophus di Bulwer [1648]; • L’utopia delle lingue perfette; • I ragazzi selvaggi. • Condillac e il langage d’action

  13. La tripartizione del segno in Condillac • Segni accidentali: quegli oggetti che, per alcune circostanze particolari, sono legate a qualcuna delle nostre idee. Sono segni che risvegliano, con la loro presenza, una percezione già provata. Un oggetto, per esempio, può essere collegato ad una sensazione di paura e fare in modo che la stessa sensazione si riproduca ogni volta che l’oggetto è di nuovo presente al soggetto. • Segni naturali: sono per esempio le grida che naturalmente emettiamo per esprimere sentimenti come la gioia, il dolore, l’ odio ecc. • Segni istituzionali (es: le parole): hanno i caratteri della generalità e dell’arbitrarietà, in quanto si riferiscono ad insiemi di idee particolari che non hanno un modello in natura e non hanno neanche la medesima configurazione nei diversi individui.

  14. Charles-Michel de l’Epée Institution des Sourds-Muets par la voie des signes méthodiques (1776) • METODO MANUALISTA Si avvale dei GESTI elaborati in modo naturale dai sordi…la loro lingua materna. e introduce i SEGNI METODICI per designare le categorie grammaticali della lingua francese (tempo e persona del verbo, genere dei nomi, ecc.). Si interpongono fra la lingua scritta e il pensiero

  15. Qualche esempio da La Véritable Manière [1784]

  16. Come segnare le parole astratte? • Es: Il verbo CROIRE • Je dis que oui par l’esprit, je pense que oui; • Je dis oui par le cœr, j’aime àpenser que oui; • Je dis oui de bouche, • Je ne vois pas de mes yeux.

  17. La scuola manualista Dopo la morte di de l’Epée, avvenuta nel 1789, gli succedono, alla direzione dell’Istituto per i Sordi di Parigi, due fra i suoi migliori allievi: Roch-Ambroise Cucurron Sicard (1742-1822) e Roch-Ambroise-Auguste Bébian (1789-1839). Con loro si assiste alla nascita del primo dizionario dei Segni, che ritroviamo in Théories des Signes à l’usage des sourds-muets de naissance di Sicard [1808], e, in generale, ad un’ulteriore complessizzazione della grammatica e della sintassi segnate.

  18. I Segni invadono il mondo • Si assiste, per la prima volta, alla formazione di una vera e propria comunità di segnanti • Nel 1816 la lingua dei segni giunse negli Stati Uniti grazie all’opera di Laurent Clerc, prima allievo e poi insegnante dell’istituto parigino, il quale, insieme a ThomasGallaudet, fondò, nel 1817, l’American Asylum for the Deaf.

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