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La Terra come paesaggio: Brueghel. 1- La geografia secondo Dardel (1899-1967) 2- Geografia e pittura 3- Corografia e paesaggio 4- Nati per contemplare il mondo 5- I delegati dello spettatore 6- Caspar David Friedrich (1774-1840). La geografia secondo Dardel.
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La Terra come paesaggio: Brueghel 1- La geografia secondo Dardel (1899-1967) 2- Geografia e pittura 3- Corografia e paesaggio 4- Nati per contemplare il mondo 5- I delegati dello spettatore 6- Caspar David Friedrich (1774-1840)
La geografia secondo Dardel • “La g. è “descrizione” della terra, più rigorosamente il termine greco suggerisce che la Terra è una scrittura da decifrare”. p.12 • “L’oggetto della conoscenza g. è di chiarire ciò che la Terra rivela all’uomo circa la sua condizione umana e il suo destino”. • Il vocabolario della Terra (“liquido, roccioso, luminoso, aereo”) suggerisce anche una “geografia interiore”: ciò che viene prima della “geografia scientifica”.p.14 • “Scrittura litoranea”, “fremito di esistenza”, “g. onirica” (Hoelderlin), “g. scintillante “ (Shelley), “g. profetica” (Novalis): la T. fornisce i materiali all’immaginazione. Tra l’Uomo e la Terra si stabilizza “una sorta di complicità nell’essere” (Francesco d’Assisi). • E. DARDEL, L’uomo e la Terra. Natura della realtà geografica, Milano 1986 (trad. C. Copeta)
Geografia e pittura • Bibliografia minima: • J.L. Besse, Vedere la terra. Sei saggi sul paesaggio e la geografia, Milano 2008 [analisi limitata a Bruegel e la geografia] • G. Romano, Studi sul paesaggio, Torino 1978 [ qui considerato limitatamente a I paesi alla fiamminga , genere pittorico, pp.70-73] • Paesaggio: immagine e realtà, Milano 1981 [catalogo ricchissimo di suggerimenti con interventi tra l’altro di Farinelli e Gambi] • D. Cosgrove, Il paesaggio palladiano, Verona 200 [ prefazione F. Vallerani] • Svetlana Alpers, Arte del descrivere. Scienza e pittura nel Seicento olandese, Torino 1984 • P. Camporesi, Le belle contrade. Nascita del paesaggio italiano, Milano 1992 • J. Ritter, Paesaggio. Uomo e natura nell’età moderna, Milano 1994 • F. Farinelli, La crisi della ragione cartografica, Torino 2009 • Bruegel il Vecchio, Grandi paesaggi (1550-1560) • Brueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga, Milano 2012 • J. Hoefnagel, Vista di Velletri (1583) [I due personaggi in primo piano: Ortelius e Hoefnagel] • Besse • 1- Tolomeo: “La g. è un’imitazione grafica della parte conosciuta della terra. Le matematiche interpretano il cielo, per la terra siamo costretti a ricorrere alla rappresentazione pittorica” (p. 21) • 2- “Il pittore e il cartografo non condividono solo un tipo di percezione e rappresentazione della sup. della Terra, essi comunicano anche attraverso il loro oggetto” (p.24)
Corografia e paesaggio • A. Ortelius, Theatrum orbis terrarum: il paesaggio non è spazio dello sguardo,ma è spazio oggettivo • Il Landschaft si identifica con l’oggetto della corografia = attenzione al dettaglio e accurato inventario a grande scala, implica la frequentazione dei luoghi. Insomma esclude il lontano e si concentra sul vicino: le carte regionali di Ortelius diventano perciò besondere landschappen(B., p.27) • Originariamente Landschap è provincia , patria regione(B. p. 25)[Il paese di Camporesi cioè il territorio], non ha ancora significato estetico( Camporesi, p.9, tuttavia nella celebre (!!!!) lettera di Tiziano a Filippo II 1552 compare per la prima volta il termine “paesaggio”)
Paesaggio come meditazione • Lo spazio e la Terra non cristallizzano più il Tempo, diventano la cornice il supporto, il teatro del suo dispiegamento. Il Tempo e la storia sono diventati spettacolo (B. p.32) • Ortelius inserisce la citazione Cicerone, Ma l’uomo è nato per contemplare, in una delle quattro vignette che circondano il Typus orbis terrarum (1579) (B.p.34) • Ogni rappresentazione pittorica diviene contemplazione filosofica, ideale di vita contemplativa che richiama la villa come locus amoenus, riposo meditativo uomo e cosmo (Cosgrove).
Nati per contemplare il mondo • La carta medievale racconta una storia, la carta moderna un oggetto per lo spettatore: Ortelius realizza la ciceroniana “contemplazione del mondo” (p.34). La struttura di percezione e pensiero che è il teatro governa lo spettacolo(B., p.36). • Nei Grandi paesaggi di Bruegel l’uomo resta spettatore e partecipante, interno ed esterno alla scena (B. p.37) • Besse come F. a questo punto cita Heidegger, L’epoca dell’immagine del mondo … più volte discusso da noi.
Grandi paesaggi (1550-1560) • Brueghel racconta il mondo umano nella sua ricchezza, nell’uso variato dello spazio terrestre: contadini (plaustrum belgicum), mercanti, soldati (milites requiescentes), pellegrini (euntes in Emaus) sono osservati da spettatore di spalle (B. 37) • Dispositivo teatrale • Distanza dal territorio raccontato • Richiamo a J. Ritter quando afferma che Paesaggio è “coscienza estetica della natura” (B.p. 44)
I delegati dello spettatore • In quasi tutti i Grandi Paesaggi Bruegel pone su un rialzo in primo piano due figure di osservatori: i “delegati dello spettatore” (B. p.41) ricordano mondo e sguardo come teatro per cui “il paesaggio assume il significato di mondo per l’uomo che lo contempla” (ivi) • 1- La casa non è quella che è recintata dalle nostre pareti, ma questo intero mondo che gli dei ci diedero come domicilio e patria comune con essi (Cicerone, De republica) (B. p.46) • 2- Il paesaggio mostra ciò di cui si tratta nella geografia, cioè l’esperienza sensibile della Terra come spazio aperto, spazio da percorrere e scoprire (B. p.47)
Caspar David Friedrich • Farinelli, punto di riferimento adottato, sottolinea come Friedrich, pioniere della pittura romantica tedesca, ponga un osservatore di spalle davanti ai suoi paesaggi e deduce: • 1- il soggetto è parte del paesaggio • 2- vedere significa essere vincolati a un punto di vista • 3- l’esperienza dell’osservatore non è la natura ma il suo “quadro” (F. p. 55)