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“ voglio imparare un mestiere, voglio una scuola che mi aiuti a diventare grande”. Collegio dei docenti. 4 ottobre 2011. Ordine del giorno. Verbale del Collegio del 1 settembre 2011 1) Regole di riferimento per il comportamento degli studenti
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“voglio imparare un mestiere, voglio una scuola che mi aiuti a diventare grande” Collegio dei docenti 4 ottobre 2011
Ordine del giorno Verbale del Collegio del 1 settembre 2011 1) Regole di riferimento per il comportamento degli studenti e per le procedure condivise da parte dei docenti 2) Funzioni strumentali–coordinatori–tutor–figure (psicologhe, educatori, mediatore, esperti) 3) Nomina tutor docenti neo-immessi in ruolo Nomina componenti del Comitato di valutazione 4) Piano di lavoro-scadenze: a- operativo annuale del docente (consegna 20 ottobre) b- progetto educativo di classe (entro il 30 ottobre)* - Consigli di Classe c- piano formativo corsi IFP (e IP) entro il 30 ottobre 5) Progetto accoglienza* (classi prime): monitoraggio dei risultati dell’accoglienza con PIP collegati ed esiti programmati/realizzati (stranieri-disabili-alternanza pesante) 6) Presentazione dei progetti specifici* già pervenuti dalle diverse aree da inserire nel POF 2011/12: orientamento in entrata, accompagnamento, area educazioni salute, legalità, volontariato, ambiente, certificazioni, partecipazione studentesca 7) linee alternanza leggera*, impresa sociale, ex terza area 8) Tempistica degli incontri collegiali di lavoro didattico e di condivisione educativa con le famiglie (Piano annuale degli incontri)
1) Regole di riferimento per il comportamento degli studenti e per le procedure condivise da parte dei docenti “Educare con severità per insegnare a crescere” BernhardBueb con il Contratto educativo con lo studente e con il Patto educativo di corresponsabilità con le famiglie ma soprattutto con la passione educativa dell’insegnante
possiamo (dobbiamo) insiemeesigere dallo studente comportamenti : rispettosi delle persone (prof …, intolleranza vs qualsiasi “sgarbatezza”, fumo fuori dagli intervalli) delle cose (arredi, scritte sui banchi, tipologia poster in classe) del contesto (abbigliamento) ordinati in aula (pulizia, disposizione e rispetto banchi e arredi) nell’Istituto (sputi, sigarette, bestemmie) coerenti Chi non rispetta le regole o disturba (cellulari, ritardi, non libretto, assenze, non firme) o si comporta male è richiamato chi rompe paga (del caso non sia rintracciata la persona paga la classe/i) seri alzarsi all’ingresso del docente è un segno di rispetto uscite dall’aula devono essere accompagnate e verificate “ad personam” notificare i richiami sul libretto e verificare la firma del genitore in risposta al richiamo condivisi I miei alunni sono quelli dell’intero Istituto, pertanto se vedo un comportamento non corretto non posso girarmi dall’altra parte per non vedere usando della regola non come uno strumento di potere ma con il senso esigente-coerente del buon padre di famiglia
restituendo nella relazione educativacomportamenti ADULTI perché professionali di impegno senza esternazioni improprie rispettosi non disconfermanti adulti non amicali reciprocanti non unilateralmente esigenti POSITIVI mai SOLO disperati Educare significa vedere nelle persone quello che possono diventare ed aiutarle a tirare il meglio fuori da sé
Regole di comportamentoi giovani hanno il diritto alla disciplina i comportamenti scorretti della classe vanno segnalati e, se ripetuti, sono svolte al sabato assemblee di richiamo del Patto educativo alla presenza di studenti e di genitori con il preside e il coordinatore/tutor per verificare modi, impegni, reciproche responsabilità i comportamenti scorretti del singolo studente vanno distinti in gravi e non gravi i comportamenti non gravi sono da risolvere da parte del docente nell’ambito della propria azione educativa: in modo esigente,di cui va tenuta memoria,in modo responsabile i comportamenti gravi sono da affrontare subito, in forma condivisa con il preside e/o il consiglio (di cui va chiesta la convocazione). Al consiglio segue non necessariamente (anche) la eventuale sospensione che la norma prevede riparabile con altre misure di servizio, con punizione di durata progressiva sulla base del ripetersi degli atti, comunque determinata negli esiti di cambiamento del comportamento ed accompagnata da lavori da svolgere a casa e da correggere da parte dei docenti del consiglio
Regole di comportamentogli educatori hanno il dovere della condivisione Le assenze ed i ritardi dello studente - segnati sul diario di classe, - su cui deve essere registrata anche la dovuta giustificazione del genitore - genitore chiamato dal coordinatore o dal docente che rileva o dal tutor Le note disciplinari non gravi ma rilevanti - scritte sul Libretto dello studente nella parte “comunicazioni alla famiglia” con (il necessario) controllo di firma e (la utile ) richiesta di colloquio in cui ridefinire il patto educativo Le note disciplinari gravi dello studente - registrati nel registro personale e segnalati al coordinatore o al tutor - segnati da parte del coordinatore su apposita scheda riassuntiva di classe che serve per tenere monitorata la situazione(senza scopi farmaceutici) - avvisato il dirigente per eventuali interventi su studente o su classe che possono essere o la richiesta di consiglio aperto, o la sospensione o altro
Il mestiere del docente a. per essere “scientifici” occorre conoscere la classe per • fotografare le dinamiche relazionali dei gruppi di studenti nella classe • valorizzare le identità individuali (sostenendo quelle in difficoltà) • orientare gli studenti che stanno a metà verso il polo positivo (dell’impegno e del gruppo classe) • Individuare strategie per la crescita (con il contenimento) degli studenti in difficoltà b. per essere “professionali”occorre • sapere chiaramente ciò che si intende fare e quali obiettivi si vogliono raggiungere • condividere con i colleghi: • un unitario progetto di classe, di crescita sia educativa che di competenze • la personalizzazione delle iniziative nelle fasi • di accoglienza • di recupero e superamento delle difficoltà • di motivazione e sviluppo delle potenzialità • partecipare alle iniziative di formazione c. per essere “autorevoli” occorre farsi riconoscere dagli studenti • nel chiarire gli obiettivi che si intendono raggiungere • nel seguire in classe con i colleghi regole chiare di comportamento • nell’assegnare lavori a casa e poi correggerli entro breve tempo • nel correggere i compiti entro breve tempo, assegnando-motivando i giudizi
2) Funzioni strumentali–coordinatori–tutor–figure (psicologhe, educatori, mediatore, esperti) Personale coinvolto nella organizzazione 87 persone coinvolte nella struttura gestionale • Staff di presidenza 4+7 • Funzioni strumentali 7 • Comitato di valutazione 5 • Tutor bienni corsi produzione e servizi 19 • Coordinatori di classe produzione 18 • Coordinatore di classe servizi 27 37 persone coinvolte a vario titolo nel P.I.P. • 19 insegnanti di sostegno • 24 educatori • 2 mediatori culturali • 2 psicologhe CAPITALE O.M.I.
Organizzazione - funzioni strumentali COORDINAMENTO E SERVIZI FUNZIONALI PIANO OFFERTA FORMATIVA ACCOMPAGNAMENTO STUDENTI MONITORAGGIO TUTOR RECUPERO SCOLASTICO IPIA e IPCTSS ORIENTAMENTO ENTRATA IPCTSS ACCOMPAGNAMENTO TUTOR ORIENTAMENTO ENTRATA IMPRESA FORMATIVA SIMULATA IPIA ALTERNANZA LEGGERA IMPRESA FORMATIVA SIMULATA ORIENTAMENTO USCITA IPCTS ALTERNANZA LEGGERA ALTERNANZA PESANTE IPIA COORDINAMENTO ALTERN.SOCIALE VOLONTARIATO E CORSI IFP-IPTS
Organizzazione - staff di presidenza Vicario via Cremagnani Giuseppe Miriadi Direttore via Adda Francesco Figliomeni Staff di Presidenza Giuseppe Miriadi- Francesco Figliomeni- Grazie Redaelli- allargato alle Funzioni strumentali Secondo le diverse situazioni Uff. tecnico Francesco Tarsitano
Organizzazione –comitato di valutazione 3) Nomina tutor docenti neo-immessi in ruolo Nomina componenti del Comitato di valutazione • e tutor per i docenti neo-immessi in ruolo componenti del Comitato di valutazione
1 OMA 1 EA 1 EB 2 OMA 2 ELA 2 EEB coordinatori/tutor di classe - produzione 3 OMA 3 ELA 3TRA/3ELB 4 OMB 4 ELA 4TRA/4MA 5 OMA 5 ELA 5TRA 2EC 17coordinatori/tutor produzione 2 OMB 3OMB Psicologo pedagogista tutor Coordinatore orientamento formativo Coach di classe Coordinatore orientamento lavoro
1 A 5 B 27 C O O R D. C L A S S E - S E R V I Z I 1 E 1 C 2 A 2 E 2 C 3 A 3 E 4 A 3 C 4 E 5 A 4 C 5 E 1 B 5 C 3 C 2 B 1 D 1F 3 B 2 D 2 F 4 B 4 D 1G Psicologo pedagogista tutor Coach classe Coordinat. Orientament. formazione Coordinat. orientamento lavoro
4a) Piano di lavoro-scadenze: a- operativo annuale del docente (consegna 20 ottobre) b- progetto educativo di classe (entro il 30 ottobre)* - Consigli Classe c- piano formativo corsi IFP (e IP) entro il 30 ottobre 4b) Progetti Educativi: d- Progetto Educativo Classe: consigli classe ottobre-definitivo novembre e- Progetto Educativo Individualizzato: entro fine ottobre - CTRH f- Piano Iniziative Personalizzate: entro fine ottobre-metà novembre -CdC
5) Progetto accoglienza*(istituto e classi prime): monitoraggio dei risultati dell’accoglienza classi prime PIP collegati ed esiti programmati/realizzati (stranieri-disabili-alternanza pesante) Relazione fasi accoglienza(Spitale) Relazione Piano alunni h nelle learning weeck (Bramati) Relazione Piano Individualizzati handicap (Redaelli) Relazione PianoProgettoIntercultura“Il Viaggio”(Galasso) Relazione Piani di lavoro disciplinari italiano,matematica, inglese Relazione alternanza pesante
6) Presentazione dei progetti specifici, già pervenuti dalle diverse aree (o in corso di elaborazione o da elaborare) quadro di riferimento POF 2011/12: - orientamento in entrata - accompagnamento - area educazioni • salute, (Giudici) • legalità, (De Marco) • volontariato, (Redaelli-Riva) • ambiente, (Gambini) • certificazioni, • partecipazione studentesca (Levati) • visite e viaggi • struttura • Qualità (Arco) • Sito (Torrieri) • Sicurezza (Tarsitano) • Orario (Parisi-Pacifico) • Biblioteca e Must
6) Presentazione dei progetti di percorsiPOF 2011/12 e 2012/13: Il POF di Istituto prevede, a seguito dei deliberati degli Organi Col legiali e della situazione ad oggi riscontrata, i seguenti sviluppi: • 7 classi IFP di cui 1 di sartoria/moda, 2 di accoglienza e animazione turistica, 2 meccaniche, 2 elettriche • 40 classi sono dei corsi IP, di cui 8 in chiusura sul 5° anno • l’apertura per l’a.s. 2011-12 del corso edile, della definizione dei corsi meccanici nel senso dell’operatore meccanico su macchine utensili e del motorista a fronte della proposta dei docenti del corso meccanico, della risposta dei nuovi iscritti (e della Provincia per gli spazi) • l’accompagnamento alla maturità di classi del 5°anno ENAIP e S.Ch • La necessità di coinvolgersi per il possibile nella fase delicata del reclutamento dalle scuole medie e in genere nell’offerta formativa senza disponibilità in fase di orientamento, senza identificazione nel lavorocondiviso, senza qualità nella proposta formativa il futuro per dell’Istituto sarà a breve respiro
7) linee alternanza leggera, ex terza area impresa formativa simulata/sociale, imprenditività Classi primo- secondo-terzo anno 1.056 ore lezione Classi quarto e quinto anno 990 ore lezione 66ore alternanza Il calcolo va fatto annualmente oppure su più anni Il calcolo va osservato • per le ore lezione degli studenti • per le ore insegnamento dei docenti
Alternanza leggera ogni consiglio di classe del 4°-5°anno descrive nel PEC • la proposta del periodo in cui fare l’alternanza • i modi attraverso i quali fare l’alternanza riferiti a: • gli interventi in preparazione alla esperienza di alternanza (esperti esterni fino ad un massimo di 30 ore) • le forme ed i modi del reintegro 66 ore orario dovuto studenti • dal precedente anno (es. 16 ore alternanza ottenute in defalco) • da due sabati (es. 10 ore nelle settimane di alternanza) • da esperti esterni in orario successivo a quello settimanale (fino a 30 h) • da altre modalità che vanno declinate in coerenza con quanto deciso dal CdC, ogni insegnante definisce le forme del reintegro orario docente attraverso diverse attività dichiarate: presenza in classe con esperti-recuperi apprendimenti-viaggi e visite-preparazione tesine-supplenze-ore prestate per alternanza, lezioni/approfondimenti, altro Ogni CdClasse accompagna lo stage • seguendo le azioni che sono del tutor scolastico ma anche del Consiglio di Classe • valutando gli esiti di competenza espressa come parte importante del curricolo
8) Tempistica degli incontri collegiali di lavoro didattico e di condivisione educativa con le famiglie (Piano annuale degli incontri) Incontri di lavoro per sviluppare la didattica • di dipartimento (in preparazione al PEC / Piano annuale) • per i piani di offerta formativa (piano annuali e CTRH) • per la strumentazione (viaggi-stage-alternanza-libritesto) • per la preparazione esami (INVALSI/qualifica/maturità) Incontri di lavoro per sviluppare la proposta formativa • di consiglio di classe/assemblea di classe • monitoraggio interquadrimestrale - di valutazione quadrimestrale Incontri di lavoro per sviluppare la proposta educativa • individuale con i genitori con scadenze programmate • individuali con i genitori per monitorare apprendimenti e per distribuire schede valutazione /pagelle • collegiali con i genitori nei consigli/assemblee di classe
le basi dell'educazione di tutti gli esseri umani sono il vero, il bello, il bene: Howard Gardner, docente di Scienze dell'Educazione al'Università di Harvard, è profondamente coinvolto nella riforma dell'istruzione, in particolar modo di quella americana. E' molto preoccupato che la discussione, sia negli Stati Uniti che all'estero, sia tutta concentrata sugli aspetti metodologici e tecnici. "Noi dissertiamo all'infinito sulle scuole private, sui buoni scuola, se dobbiamo avere standards nazionali, chi deve fissarli, se ci devono essere test nazionali, se i sindacati sono un problema o una risorsa, chi deve finanziare l'istruzione, ecc..,"dice. Questi problemi non sono banali, ma ciò che manca secondo Gardner è il dibattito sui fini dell'istruzione per il presente e per il futuro Una delle idee su cui mi sono speso moltissimo è quella dell'istruzione centrata sull'individuo. Finora tutti hanno appreso le stesse cose, che sono state insegnate nello stesso modo, verificate e valutate con gli stessi sistemi e criteri. E tutto questo è sempre stato considerato assolutamente giusto ed equo. La mia tesi, che contraddice qualsiasi tesi precedente, è che si tratta del metodo più ingiusto che esista al mondo, perché privilegia un solo tipo di intelligenza, quella che io chiamo logico-linguistica. Chi ha un'intelligenza di questo tipo a scuola va bene, chi vi si discosta e ha un altro tipo di intelligenza è automaticamente un somaro . Con l'avvento delle nuove tecnologie, l'istruzione centrata sull'individuo sarà solo una questione di tempo. Fra 50 anni la gente riderà dell'idea finora dominante, secondo cui a tutti deve essere insegnata la stessa cosa nello stesso modo. Già adesso per qualsiasi argomento degno di essere appreso ci sono dozzine di modi per apprenderlo, accessibili a tutti attraverso la tecnologia. Inoltre, con le macchine intelligenti, è possibile registrare quello che il bambino ha imparato bene, quello che ha imparato male, in che misura l'ha imparato bene o male. Ed è utilissimo disporre di queste informazioni. Il Progetto Zero, al quale lavora da 30 anni, che riguarda sia le intelligenze multiple sia l'insegnare a capire, sta dando risultati davvero promettenti.
5 ottobregiornata mondiale dell’insegnante L’insegnante è un educatore. La sua professione è molto delicata perché ha il compito di prendersi cura della crescita di persone, generalmente bambini, adolescenti e giovani, che hanno bisogno di essere aiutati a sviluppare le proprie potenzialità cognitive, affettive, umane. E’ una professione di grande responsabilità che, troppo spesso viene sottovalutata. Non basta la preparazione disciplinare, ma ci vuole una grande dilatazione umana. La sua motivazione ad insegnare può nascere solo da un’impostazione educativa che mira ad aiutare l’altro ad espandere la sua vita, la sua persona, la sua mente. L’insegnante che si rende conto del suo ruolo di educatore diventa creativo ed ingegnoso e con il suo entusiasmo fa germogliare la motivazione degli studenti ad apprezzare e quindi apprendere la sua materia. Gli studenti si svegliano dal torpore con il loro interesse sostengono l’insegnante e lo spingono a diventare migliore.
La distruzione dell’autostima che conduce alla svalutazione di sé. La motivazione ad apprendere è impregnata di autostima. Uno studente ha bisogno di vedere negli occhi dei suoi insegnanti il riconoscimento del proprio valore, la loro stima, l’apprezzamento e la fiducia. Quando invece è trascurato, umiliato e svalutato perde la voglia di apprendere e comincia ad odiare la scuola, gli insegnanti , il sapere. Il docente può curare il livello di autostima in vari modi ad esempio, sostenendolo e incoraggiandolo, standogli accanto nel percorso di apprendimento e fornendogli strategie che lo rendono autonomo, guidarlo verso una concezione di se stesso che non sia né di esaltazione, ma neanche di svalutazione. Il vero apprendimento è autentico quando non c’è un eccesso di autostima: “ so già tutto” o una bassa stima : “non capisco niente”. Per aiutare uno studente che si sopravvaluta è necessario avere molto tatto, bisogna smontare la sua presunzione di sapere, perchè non è possibile apprendere senza riconoscere di non sapere. Attraverso il dialogo si può portare lo studente ad aprirsi alla conoscenza e alla verità, riconoscendo i propri limiti e il bisogno di colmarli. Lo studente che invece ha bassa autostima è focalizzato sui suoi difetti e trascura di valorizzare i pregi che a volte pensa di non avere. Partendo da tali premesse accumula insuccessi. Le attese positive o negative incidono notevolmente sul comportamento degli alunni: l’insegnante può inviare affetto, incoraggiamento, indicazioni utili, sostegno; o quanto di più negativo ci sia. L’ideologia del rendimento, che consiste nel valutare le persone solo in base a ciò che producono è predominante nella nostra società e sta invadendo anche l’istruzione scolastica che sta diventando “un’azienda produttiva” dove i risultati di qualità sono dati dai voti degli studenti migliori e non dalla crescita umana di ogni persona. La scuola dovrebbe avere una funzione educativa di formazione della mente e della personalità. • ·La costrizione allo studio soffoca il bisogno di apprendere e genera fastidio, passività, apprendimento superficiale, distruggendo l’entusiasmo e di conseguenza la motivazione. Per motivare non bisogna costringere ma convincere. Riuscire a far vedere ai propri studenti l’intreccio tra la propria materia e la loro vita ed esperienza. Riuscire a presentare la propria disciplina in maniera stimolante e colorata che si avvicina alla realtà, che esplora il mondo e consente di conoscere meglio se stessi, insomma una nozione da “inghiottire con gusto”. La costrizione , i brutti voti, le punizioni aumenteranno il disinteresse e la noia. Molti studenti a causa della costrizione a studiare hanno perduto la consapevolezza del proprio bisogno di conoscere. Bisogna ripartire dalla considerazione del bisogno di apprendere. Secondo Socrate, il bisogno di sapere nasce quando si diventa consapevoli della propria ignoranza, quando si ammette di non sapere, quando si riconoscono i propri limiti e le proprie lacune. Chi presume di sapere non avverte il bisogno di apprendere. • ·L’assenza di interesse e di investimento affettivo impediscono di dare significato e valore allo studio. Molti studenti si chiedono: “ perché devo studiare? Perché devo andare a scuola? Perché devo impegnarmi in attività che per me non hanno senso?” Gli studenti hanno bisogno di dare valore alla loro esperienza di studio e invece ricevono obblighi, doveri e costrizioni. L’apprendimento è impregnato di affetti e di significati, è molto difficile apprendere ciò che non si ama, ciò che non ha valore, ciò che non ha senso. La motivazione muore quando è piena di emozioni negative. Quindi, mentre il metodo di studio mette in movimento le abilità cognitive, la motivazione da impulso a quelle affettive. Ogni studente si entusiasma quando avverte la possibilità di valorizzare le proprie potenzialità, grazie alla disponibilità e all’interesse dell’insegnante. Il docente deve agire sulla loro affettività e sulla relazione emotiva con se stesso e con il gruppo classe. Pascal diceva: “ il cuore ha ragioni differenti che la ragione non comprende”. Le motivazioni hanno la stessa radice misteriosa delle emozioni. Molti insegnanti dicono: “sono intelligenti, ma non si impegnano”. L’impegno è entusiasmo che si attiva liberando l’affettività e canalizzandola nello studio. E’ importante dialogare per valorizzare, ascoltare con empatia i loro bisogni, presentare con entusiasmo la propria materia, potenziare l’intelligenza emozionale, valorizzare ogni studente. • ·L’eccesso di gratificazione indotto dal consumismo senza un adeguato impegno e sforzo conduce alla demotivazione: “ perché mi devo impegnare, se ottengo ugualmente ciò di cui ho bisogno senza sprecare energie?” • La motivazione ad apprendere nasce dall’insoddisfazione, dall’inquietudine e dalla ricerca. Un insegnante che propone domande, interrogativi, dubbi è percepito come scomodo in questa società permeata di consumismo perché scuote il torpore delle menti degli studenti, li pungola a porsi delle domande, li sollecita portandoli a ragionare in maniera autonoma. Si sta diffondendo una didattica consumistica: sono in vendita numerosi programmi di sequenze didattiche, schede, software che garantiscono di imparare tutto senza sforzo, basta collocare una crocetta al posto giusto. In questa prospettiva tutte le altre abilità di ragionamento , automonitoraggio, ristrutturazione e ricostruzione delle informazioni sono accantonate, perché non vendibili, non spettacolari. Lo sforzo è la capacità di guidare e canalizzare l’attenzione in direzione di uno scopo. Lo sforzo è ben tollerato se accompagnato da un valore, da un significato e da una conseguente gratificazione che aumenta l’autostima. Indubbiamente è faticoso imparare a gestire a canalizzare l’attenzione, ma l’impegno è proprio la capacità di canalizzare bene l’energia verso un risultato. E’ l’impegno che conduce alla concentrazione e al successo. La combinazione di sforzo e gratificazione evita uno studio oppressivo e doloroso, ma lo rende giocoso e spensierato. L’insegnante convinto dell’importanza dello sforzo e dell’impegno, stimola lo studente ad affrontare sfide e compiti sempre più complessi, ma lo sostiene quando è in difficoltà per evitare che si scoraggi. E’ importante la scelta dei compiti di apprendimento con difficoltà adeguate alle risorse dello studente, accantonando quelli troppo facili, perché non fanno scattare alcuna voglia di apprendere; e quelli troppo difficili perché presentano un’alta probabilità di insuccesso. Quando lo studente si sente coinvolto diventa costante nello studio e continua ad impegnarsi se avverte dentro di sé interesse, passione e aspettative di successo. Tale vissuto interiore lo sostiene, lo autostimola e trova dentro di sé la motivazione quindi, la voglia di imparare per conoscere. • ·La didattica senza anima e senza creatività. La demotivazione può essere indotta anche dall’insegnante quando perde la consapevolezza della sua funzione educativa e con essa la sua creatività didattica. Ad esempio quando impone l’introiezione invece dell’assimilazione; quando sovraccarica gli studenti di informazioni senza attenzionare il modo in cui le stanno apprendendo e rielaborando; quando non cura la componente affettiva-emotiva dell’apprendimento; quando accantona la riflessione sul valore e/o significato di ciò che si sta apprendendo. Un insegnante diventa creativo quando si rende conto di essere un educatore e risponde ai bisogni di crescita degli studenti diventando ingegnoso. La didattica è creativa quando stimola ogni studente a dedicarsi alla formazione della propria mente. Il docente deve essere costantemente in contatto con i suoi studenti e utilizzare la propria disciplina come mezzo per comunicare e dialogare con la classe per entusiasmarli e portarli verso la conoscenza di sé e del mondo. Per un insegnante creativo la didattica non è solo trasmissione di informazioni e soprattutto essere capaci di suscitare interesse e voglia di apprendere, assecondando i bisogni degli studenti e aiutandoli a prendersi cura della propria formazione. Non si può insegnare bene senza una buona relazione con i propri studenti. Per insegnare bene non è sufficiente fare qualcosa per loro, ma fare qualcosa con loro e imparare insieme a loro. Un insegnante creativo lega la cultura alla vita; convince i suoi studenti a studiare non per la scuola , ma per la vita. Vi sono moltissime tecniche didattiche, ma nessuna può funzionare senza una buona relazione educativa.