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Invito alla lettura

Invito alla lettura Il giorno 23 aprile si è svolta l’inaugurazione della Biblioteca XXI Aprile. Per tale occasione sono stati offerti all’attenzione del pubblico i seguenti brani sulla lettura, selezionati da opere autobiografiche di autori famosi.

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Presentation Transcript


  1. Invito alla lettura • Il giorno 23 aprile si è svolta l’inaugurazione della Biblioteca XXI Aprile. Per tale occasione sono stati offerti all’attenzione del pubblico i seguenti brani sulla lettura, selezionati da opere autobiografiche di autori famosi. • In particolare sono stati scelti frammenti in cui gli stessi autori raccontavano come è iniziata la loro attività di lettori. Vi si può individuare sia il carattere stigmatizzante del dono del primo libro, sia il valore determinante dell’esposizione dei bambini a modelli di lettori rappresentati dai genitori, come nel caso di Canetti o di Panuk.

  2. ‘In realtà la cosa più incomparabilmente più importante, più eccitante e più caratteristica di questo periodo erano le serate che io e la mamma dedicavamo alla lettura e i discorsi che facevamo attorno a ciascuno di quei testi. Non mi è più possibile riportare quei discorsi nei particolari, perché in buona parte io stesso sono fatto di quei discorsi. Se esiste una sostanza intellettuale che si riceve nei primi anni, alla quale ci si riporta poi sempre e dalla quale non ci si libera mai più, per me quella sostanza è lì.[…] Tutti gli influssi che ho subìto successivamente sono in grado di rintracciarli uno per uno. Questi, invece, formano un’entità unica che ha una sua densità e un suo spessore indivisibili.

  3. Da allora, da quando avevo dieci anni, è per me una sorte di articolo di fede credere che sono fatto di molte persone, della cui presenza in me non non mi rendo assolutamente conto. Credo che siano loro a decidere ciò che mi attira o mi respinge negli uomini e nelle donne che mi capita di incontrare. Sono stati il pane e il sale della mia prima età- sono la vita segreta del mio spirito. E. Canetti

  4. ‘Orbene, accadde che in quella casa dove non c’erano libri, un libro c’era, uno solo, grosso, se non erro, in azzurro chiaro, che s’intitolava ‘La capinera del mulino’e il cui autore, se la mia memoria ci azzecca anche questa volta, era Émile de Richebourg, al cui nome le storie della letteratura francese, anche le più minuziose, non credo facciano granchè caso, ammesso che lo abbiano mai considerato, ma che fu persona abilissima nell’arte di esplorare con la parola i cuori sensibili e i sentimentalismi più impetuosi. La proprietaria di questo gioiello letterario assoluto […]era Conceição Barata, che lo teneva in serbo in un cassetto del comò, avvolto in carta velina con odore di naftalina. Questo romanzo sarebbe divenuto la mia prima grande esperienza di lettore.’ José Saramago

  5. ‘Mi era costato molto imparare a leggere. Non mi sembrava logico che la lettera m si chiamasse emme, e tuttavia con la vocale successiva non si leggesse emmea bensì ma. Mi era impossibile leggere così. Infine, quando arrivai alla Montessori la maestra non mi insegnò i nomi ma i suoni delle consonanti. Sicchè riuscii a leggere il primo libro che trovai in un baule polveroso del magazzino della casa. Era scucito e incompleto, ma mi catturò in una maniera così intensa che al fidanzato di Sara sfuggì mentre passava una premonizione terrificante: ‘Cazzo, questo bambino diventerà uno scrittore’. Detto da lui che viveva dello scrivere, mi fece una grande impressione.

  6. Passarono diversi anni prima di sapere che il libro era ‘Le mille e una notte’. Il racconto che più mi piacque […] ha continuato a sembrarmi il migliore per il resto della mia vita, anche se adesso non sono proprio sicuro che fosse proprio lì che lo lessi, né qualcuno è mai riuscito a chiarirmelo. G.G. Marquez

  7. ‘Andavo a scuola già da qualche mese, quando accadde qualcosa di solenne e eccitante che determinò tutta la mia successiva esistenza. Mio padre mi portò un libro. Mi accompagnò da solo in una stanza sul retro dove dormivamo noi bambini e me lo spiegò. Era ‘The arabian nights, le mille e una notte’ in un’edizione adatta alla mia età. Sulla copertina c’era un’illustrazione a colori, se non sbaglio di Aladino con la lampada meravigliosa. Il papà mi parlò in tono molto serio e incoraggiante e mi disse quanto sarebbe stato bello leggere quel libro. Lui stesso mi lesse ad alta voce una storia: altrettanto belle sarebbero state tutte le altre. Dovevo cercare di leggerle da solo e poi la sera raccontargliele.

  8. Quando avessi finito quel libro me ne avrebbe portato un altro.non me lo feci ripetere due volte e sebbene a scuola avessi appena finito di imparare a leggere, mi gettai subito su quel libro meraviglioso e ogni sera avevo qualcosa da raccontargli.’ E. Canetti

  9. ‘ Mio padre leggeva ogni giorno la ‘Neue Freie Presse’ ed era sempre un momento solenne quando spiegava lentamente il giornale. Non appena cominciava a leggere, non aveva più un solo sguardo per me, sapevo che in nessun caso avrebbe risposto, anche la mamma non gli faceva domande, neppure in tedesco. Io tentavo di scoprire cosa lo avvincesse tanto in quel giornale, da principio pensavo che fosse l’odore, e quando ero solo e nessuno mi vedeva, mi arrampicavo sulla poltrona e annusavo avidamente le pagine. Ma poi mi accorsi che per leggere lui muoveva lentamente la testa a destra e a sinistra lungo il foglio., e provai a imitarlo standogli dietro le spalle, senza avere davanti agli occhi la pagina che egli invece teneva fra le mani, posata sulla tavola, mentre dietro di lui giocavo sul pavimento.

  10. Una volta un visitatore che era appena entrato lo chiamò, lui si voltò di scatto e mi colse a mimare i movimenti di una immaginaria lettura. Allora, prima ancora di occuparsi del visitatore, si rivolse a me e mi spiegò che la cosa più importante erano le lettere, tutte quelle minuscole lettere stampate su cui puntava il dito. Presto le avrei imparate anch’io, mi promise, e in quel modo risveglio in me una sete inestinguibile di lettere dell’alfabeto’. E. Canetti

  11. ‘Orbene, accadde che in quella casa dove non c’erano libri, un libro c’era, uno solo, grosso, se non erro, in azzurro chiaro, che s’intitolava ‘La capinera del mulino’ e il cui autore, se la mia memoria ci azzecca anche questa volta, era Émile de Richebourg, al cui nome le storie della letteratura francese, anche le più minuziose, non credo facciano granchè caso, ammesso che lo abbiano mai considerato, ma che fu persona abilissima nell’arte di esplorare con la parola i cuori sensibili e i sentimentalismi più impetuosi. La proprietaria di questo gioiello letterario assoluto […]era Conceição Barata, che lo teneva in serbo in un cassetto del comò, avvolto in carta velina con odore di naftalina. Questo romanzo sarebbe divenuto la mia prima grande esperienza di lettore.’ José Saramago

  12. ‘La mia biblioteca è nata direttamente da quella di mio padre. Quando avevo diciassette o diciotto anni e iniziai a dedicare la maggior parte del mio tempo alla lettura, divorai i volumi che mio padre conservava nel nostro salotto, e anche quelli che trovavo nei negozi di libri di Istanbul. Quelli erano i giorni in cui se leggevo un libro di mio padre e mi piaceva, non mi facevo scrupolo a portarlo in camera mia e sistemarlo in mezzo ai miei libri.

  13. Mio padre, che era ben contento di vedere che suo figlio leggesse, era altresì felice di veder emigrare i suoi volumi e ogni qualvolta scopriva uno dei suoi libri sui ripiani della mia, mi prendeva in giro esclamando: «Ah, vedo che questo volume è stato promosso di grado!». Nel 1970, quando avevo diciotto anni, come tutti i ragazzi turchi con un grande interesse per i libri, iniziai a scrivere poesie.’ Orhan Pamuk

  14. ‘Ma i libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità’. J. P. Sartre

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