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LO SPORT E LE EMERGENZE EDUCATIVE. 15 settembre 2012 Prof.ssa Silvana Calaprice Università degli studi di Bari Unicef Puglia. PRIMA PARTE. ANALISI E MESSA A FUOCO DELLE EMERGENZE EDUCATIVE U na delle cose che è emersa durante i miei studi in questi anni è che la complessità sociale
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LO SPORT E LE EMERGENZE EDUCATIVE 15 settembre 2012 Prof.ssa Silvana Calaprice Università degli studi di Bari Unicef Puglia
PRIMA PARTE ANALISI E MESSA A FUOCO DELLE EMERGENZE EDUCATIVE • Una delle cose che è emersa durante i miei studi in questi anni è che • la complessità sociale nella quale oggi ci troviamo a vivere ha sollevato in questi campi alcune emergenze che necessitano di essere colte per poter essere affrontate
Vediamo cosa è successo • I processi di educazione e formazione si attivano attraverso l’apprendimento che ogni soggetto sviluppa già dal momento della sua nascita e dunque dal primo momento che entra in contatto con la società di cui entra a far parte. • Una società che avendo sviluppato al suo interno un sistema di saperi sulla base di quanto ereditato dalle società che l’hanno preceduta e che per questo viene definita società della conoscenza cerca di trasmetterli ai suoi componenti attraverso i processi di educazione e formazione
DISAGIO • negli adulti (genitori, educatori, insegnanti) lo si può rilevare a livello personale dalle azioni cariche di incertezze, paura, sensi di colpa e insicurezza nella scelta dei valori e degli atteggiamenti da assumere, a livello di vita collettiva dalle azioni che manifestano la mancanza d’accordo sulle norme fondamentali e su una gerarchia di beni da tutti condivisa (tolleranza, solidarietà, etc.). • nei bambini, nei fanciulli, negli adolescenti lo si può rilevare a livello personale, attraverso le aggressioni che fanno verso se stessi (ansia, depressione, anoressia, bulimia, suicidi, ecc), a livello di vita collettiva attraverso aggressioni verso gli altri (omicidi, bullismo, violenza).
DIFFICOLTA’ RELAZIONALE • Disagio che in entrambe le categorie si può cogliere, a livello di vita relazionale, dalla difficoltà che oggi i soggetti hanno nel riconoscere quelli che sono i bisogni di fondo spesso confusi con le preferenze soggettive o con le diverse specificità culturali. E questo lo si rileva proprio attraverso i legami che stabiliscono più con l’apparire che con l’essere delle persone (alimentazione, moda, tempo libero, aggressività etc.), evocando così il soggetto-massa contro il soggetto-persona
2. LE VIE DELL’EDUCAZIONE • La famiglia • La scuola • Il sistema del potere
La famiglia • Quella che una volta veniva considerata come la “famiglia legale”, cioè quella regolarmente costituitasi almeno con un atto civile, non si presenta più come un modello a livello sociale. Infatti abbiamo coppie non sposate, che vivono sotto lo stesso tetto, anche con figli; coppie che si sono separate e poi risposate e quindi hanno costituito un nuovo nucleo familiare del quale, spesso, fanno parte anche i figli del precedente matrimonio, ecc…
Crisi della famiglia Ora al di là della tipologia la famiglia sta attraversando un periodo in cui si intrecciano crisi e speranze : • Crisi della vita • Crisi nell’amore • Crisi nel declino della fede
Crisi della vita: si vive nella contraddizione determinata o dalla paura del mettere al mondo un figlio, oppure di volerlo a tutti i costi, anche ricorrendo alla procreazione medicalmente assistita; nello stesso tempo c’è anche il rifiuto totale di una gravidanza ed il ricorso all’aborto. La vita che dovrebbe essere accolta ed amata, in quella “culla” che le è propria, come la famiglia, spesso è proprio in seno ad essa che viene rinnegata.
Crisi nell’amore • non viene più vissuto come un sentimento nel quale c’è il dono ed il rispetto reciproco ma, spesso, come qualcosa di materiale: come una semplice ricerca di piacere personale ed egoistico. Ciò genera una profonda incrinatura nel rapporto di coppia, perché viene meno quel fattore unitivo e oblativo che invece è fondamentale per l’unione della coppia stessa.
Crisi nel declino della fede: • Quando si parla di fede al di là di quella religiosa si intende il ricorso anche agli orizzonti di senso , di vita ed ai valori che oggi si trasmettono ai figli la cui mancanza genera una difficoltà relazionale tra le generazioni. Difficoltà riconducibili al fatto che le diverse generazioni vivono in mondi separati ed estranei, e al fatto che spesso le famiglie vengono lasciate sole a fronteggiare tutto ciò senza adeguati sostegni culturali, economici e sociali
Perché la famiglia • Perchè la famiglia, comunque, riveste un’importanza fondamentale per il costituirsi della società in quanto resta il primo impatto sociale del soggetto ed il luogo in cui si struttura l’identità del soggetto ed a cui spetta, in riferimento ai valori, alle intenzionalità e ai comportamenti che caratterizzano l’educazione di un soggetto •
Perché non esiste altro luogo - neppure la scuola - che offra così tante opportunità per conoscere, approfondire, sperimentare le capacità dei figli e, di conseguenza, aiutarli a scegliere per il futuro
Perché come ha detto Benedetto XVI al convegno organizzato dalla fondazione Centessimusannus il 16 ottobre 2011, • è nella famiglia che si apprende come il giusto atteggiamento da vivere nell’ambito della società ,anche nel mondo del lavoro ,dell’economia ,dell’impresa ,deve essere guidato dalla caritas dalla logica della gratuità ,della solidarietà e della responsabilità degli uni verso gli altri.
La scuola • La scuola è un'istituzione sociale responsabile dell'istruzione e della formazione attraverso un programma di studi metodicamente ordinato. Anche se in minor parte, soprattutto nell'istruzione primaria, la scuola è anche preposta all'educazione.
Più comunemente, con il termine scuola si fa riferimento all'insieme di istituzioni che forniscono l'istruzione e la formazione ai bambini e ai ragazzi. Le università, che sono tecnicamente anch'esse scuole, sia pure di alto livello, vengono escluse dal termine scuola nell'uso normale.
Ma quali i problemi della scuola oggi • Oggi si parla sempre meno dei fini dell’educazione e si parla sempre più di mezzi e strumenti da applicare a fini diversi che ciascuno si sceglie . Il paradigma di riferimento è la razionalità tecnica intesa come garanzia di oggettività, efficienza, neutralità valoriale a prescindere da troppo impegnativi criteri antropologici
Si parla sempre più di mezzi ma poco di scopi, sempre più di possibilità e desideri ma poco di criteri sensati di scelta. L’educazione si risolve sempre più in trasmissioni di informazioni , di capacità, di socializzazione culturale e sempre meno in trasmissione di modi di comportamento, di valori, di tradizioni, mettendo al centro la qualità del soggetto ,la sua espressività e creatività.
Perché la scuola • Perché occorre una svolta antropologica, capace di provocare un recupero dell’attenzione verso la dimensione progettuale, dove per progetto si intende il semplice ed elementare desiderio di realizzazione personale, direttamente conseguente ad una visione non riduttiva di sé stessi. Occorre che educatori e genitori sappiano restituire al soggetto la passione per una realizzazione che non è mai solamente professionale, ma anche personale ed esistenziale.
Il problema non ha quindi la propria soluzione all’interno dei programmi scolastici, anche se la scuola deve comunque esserne cosciente. Esso non si riduce alla scelta del dare o meno, all’interno della scuola, una formazione immediatamente professionalizzante o, al contrario, fornire gli elementi di una tradizione umanistica comune
Seconda parte • QUALI LE NUOVE SFIDE EDUCATIVE
BISOGNI UMANI COME CONVINZIONE DELL’EDUCABILITAUMANA • I nuovi bisogni educativi, di uomini e donne, bambini e bambine, nascono da una società a forte rischio di disumanizzazione a causa di una complessità sociale che ha fatto perdere l’orizzonte di senso
QUALI I BISOGNI DEI SOGGETTI I bisogni si dispongono secondo una scala di urgenza che va dai bisogni fondamentali di sopravvivenza ai bisogni più elevati di autorealizzazione.
Quale il compito dell’educazione e formazione • Compito dell’educazione e della formazione oggi è quello di assumersi nuove responsabilità per aiutare il soggetto e le comunità a disporsi a convivere con la precarietà, le diversità, la molteplicità delle esperienze e delle conoscenze ed a sviluppare la capacità di organizzare il sapere, di muoversi in contesti reticolari, di abbattere barriere, di gestire conflitti, di dialogare con le culture
LA RESPONSABILITA’ EDUCATIVA DEGLI ADULTI L’adulto se vuol connotarsi come educatoredeve presentarsi come colui che si prende cura dell’altro: • considerando ogni soggetto come persona in relazione; • conoscendo i bisogni specifici dei soggetti in età evolutiva; • impossessandosi (in positivo) di una chiave di lettura della realtà; • scoprendo il senso del proprio essere e del proprio operare; • aprendosi a rapporti di confronto e solidarietà,
ma soprattutto deve dimostrarsi in grado di saper ascoltare e saper coinvolgere i giovani nel loro processo educativo, perché soltanto attraverso un loro reale coinvolgimento che bambini ed adolescenti potranno acquisire quello che gli adulti pretendono ma che i giovani per primi richiedono a se stessi: le competenze per imparare a riconoscere e rispettare oltre che i loro diritti anche i loro doveri, potersi riconoscere come identità personali ed affermarsi come identità sociali.
E’ rendere consapevole ogni soggetto di quelli che sono i suoi nuovi bisogni educativi e aiutarlo a trovare nei nuovi processi sociali, economici e politici che hanno portato a questo stato di cose, gli elementi critici e le possibili vie di ripresa e, nella struttura dell’educazione e della formazione, gli elementi quantificabili, qualificanti ed inalienabili per individuare percorsi praticabili per riappropriarsi di se stesso ed imparare a gestire la complessità.
uscire da sé. La persona è una esistenza capace di staccarsi da se stessa per diventare disponibile • - comprendere. Porsi dal punto di vista dell’altro, non cessare di essere se stessi ma abbracciare la singolarità dell’altro, in un atto di accettazione e in uno sforzo di fusione; • - prendere su di sé, assumere il destino, la sofferenza, la gioia, il dovere degli altri;
dare. La forza viva dello slancio personale non è rivendicazione (individualismo) né lotta all’ultimo sangue (esistenzialismo), ma generosità e gratuità, donazione totale senza speranza di ricambio: la generosità dissolve l’opacità e annulla la solitudine del soggetto anche quando non trova risposta; • - avere cura come avere a cuore il destino di una persona: caring.
Grazie per l’attenzione e • Riflettiamo insieme