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La storia Pare che 14000 anni fa abbia avuto inizio il processo di desertificazione dell’Africa settentrionale (Sahara). Non è da escludere che i regni preesistenti alla formazione di quello egizio vero e proprio abbiano contribuito non poco alla desertificazione di quell’area, attraverso il disboscamento delle foreste e la loro trasformazione in terreni da pascolo e in legna da ardere. E’ sicuramente stato questo fenomeno che ha indotto le popolazioni a spostarsi progressivamente verso il Nilo.
Un popolo di agricoltori Reperti archeologici fanno risalire la presenza dell’uomo nel Sahara a più di 10000 anni fa, ma le prime popolazioni agricole stabilitesi nella sua valle, dedite all’agricoltura ,si sono formate circa 8000 anni fa. Ancora prima che si diffondesse l’agricoltura (coltivazione di grano e orzo) la valle offriva, lungo le sponde del fiume, selvaggina di grossa taglia (antilopi, rinoceronti, elefanti), mentre le acque erano piene di pesci e le stesse paludi davano rifugio a molta fauna di uccelli stanziali e migratori.
Dono del Nilo «Egitto dono del Nilo» Uscendo progressivamente dagli argini, le acque del Nilo coprivano l’immensa pianura e vi depositavano il limo, ricco di quelle sostanze che avrebbero reso fertile il terreno. Il sole completava il miracolo: in un anno erano possibili anche due piene. Le piene annuali del Nilo erano dovute allo scioglimento delle nevi nella zona delle sorgenti dell’Africa equatoriale. Esse portavano grande fertilità, ma anche allagamenti di precedenti coltivazioni, per cui era impossibile potersi insediare stabilmente nei pressi del fiume, almeno non senza prima averlo controllato con appositi bacini e canali.
La nascita del primo Stato della storia I lavori di drenaggio e di canalizzazione delle acque imposero che la popolazione fosse unita negli sforzi e si sentì l’esigenza di uno stato centralizzato, in grado di garantire la manutenzione costante di quelle strutture da cui dipendeva la sopravvivenza di tutti. Questa esigenza fece sì che le tribù nilotiche imparassero a vivere prima sotto l'autorità di capi locali (fase della formazione dei distretti o nomos). I vari nomoisi scontrarono e si allearono tra loro, nell'arco di circa un millennio, fino a formare due regni, l'Alto Egitto a Sud (costituito dalla parte meridionale della valle del Nilo, montuoso e poco fertile) e il Basso Egitto a Nord (costituito principalmente dal delta del fiume, pianeggiante e molto coltivato).
Il faraone I due regni vennero unificati con la forza, verso il 3100 a.C., in un solo impero da Narmer (o Menes in greco), re dell'Alto Egitto, che inaugurò le trenta dinastie dell'antico Egitto, fissando inizialmente la capitale a Thinis, situata nel medio Egitto. Cominciò a chiamarsi “faraone”, che in origine voleva dire “grande casa” o “casa reale”. La sua monarchia era assolutista, ereditaria e teocratica. Il faraone era il figlio del dio Sole e doveva sposarsi solo con membri di sangue reale, quindi si trattava generalmente di matrimoni tra fratelli e sorelle. Centro della vita politico-amministrativa è il palazzo reale (= tempio, abitazione del faraone, palazzo della cancelleria, magazzino dei tesori reali: non essendo conosciuta la moneta, si paga in natura o col lavoro gratuito). I terreni erano di proprietà del Faraone, che ne concedeva l’uso ai privati in cambio di un affitto. Cereali e legumi erano le colture più diffuse: in particolare grano, orzo saggina, lenticchie e fave.
Le classi sociali Lo stato Egiziano era TEOCRATICO. • Le classi sociali erano suddivise in una gerarchia piramidale : • FARAONE (gli Egizi credevano che fosse figlio degli dei; aveva quindi potere assoluto sulla popolazione, era circondato da un fasto straordinario, come si conviene a un Dio che si è degnato di scendere tra gli uomini ed esige da loro la più completa devozione) • SACERDOTI (Il sacerdote aveva il compito di officiare i numerosi e complicati riti imposti dagli dei. Poteva inoltre avere l'accesso alla parte più interna del tempio, quella in cui era conservata la statua del dio, dopo preventive pratiche purificatorie.) • SCRIBI ( gli scribi formavano l'ossatura della burocrazia egiziana: dato che tutti gli atti pubblici venivano accuratamente registrati e archiviati, gli scribi formavano l'ossatura della burocrazia egiziana : i pochi che sanno scrivere) • GUERRIERI O NOBILI (con alti comandi nell'esercito: gli unici militari di ruolo erano gli ufficiali; i soldati semplici erano reclutati temporaneamente tra i contadini, che venivano ricompensati con porzioni di terra coltivabile, ma esistevano anche i mercenari, di cui i più importanti erano gli arcieri nubiani. I nobili governano le province) • ARTIGIANI SPECIALIZZATI(classe essenzialmente urbana, formata da gente libera: orafi, falegnami, lavandai, fornai, vasai, muratori.) • CONTADINI (avevano pochi diritti politici, vivevano spesso in condizioni misere, potevano avere una piccola proprietà e sposarsi; erano obbligati a restare nei loro villaggi di nascita; dovevano ovviamente cedere allo Stato una parte dei loro frutti ed erano tenuti a costruire i monumenti voluti dal faraone) • SCHIAVI (persone che appartenevano al re o ai templi, o ai privati: uomini addetti soprattutto al lavoro dei campi e donne addette specialmente alle case. Erano prigionieri di guerra, oppure egiziani che non potevano pagare i tributi al faraone; questi erano impiegati per costruire imponenti costruzioni come lePiramidi ecc. Non esisteva un “mercato di schiavi”; in genere provenivano dalla Nubia; per potersi affrancare bastava la dichiarazione del padrone davanti a un testimone).
Le grandi dinastie La storia dell‘Egitto dinastico si suddivide in dieci periodi, per un totale di tre millenni di civiltà. Per semplificare una storia così lunga è sufficiente distinguerla in cinque grandi periodi, partendo da quelli dinastici: • Regno antico(3100-2040 a.C.). Capitali: Thinis (Alto Egitto) e Tebe (Basso Egitto). Prime 10 dinastie. Faraoni più celebri: Kheope, Khefren e Micerino, le tombe dei quali sono le grandi piramidi, alte rispettivamente 137, 136 e 62 metri. La famosa Sfinge viene così chiamata erroneamente, in quanto non è che un tempio con la testa d'un faraone e il corpo di un leone.
Regno medio (2040-1540). Capitale Tebe. I faraoni della XII dinastia assoggettano Nubia e Palestina,manel 1730 a.C. gli Hyksos, provenienti da Siria e Palestina, spinti da popolazioni indoeuropee, conquistano l’ Egitto per 150 anni, grazie alla superiorità militare. Dagli Hyksos gli Egizi apprendono l’uso del cavallo, del carro da combattimento e delle armi in bronzo.
Regno nuovo (1540-663 a.C.). Capitale Tebe. I faraoni riconquistano il Paese. Sottomettono: Etiopia, Palestina, Fenicia, Siria, Babilonia e Assiria. Fermano l'avanzata dell'impero ittita (la battaglia di Qadesh, nel 1275 a.C.si conclude con un trattato di pace, il primo della storia), ma nel 663 a.C. Tebe viene conquistata dagli Assiri e inizia la loro decadenza. Costruiscono i templi di Luxor e Karnak.
Bassa epoca (663-525 a.C.). Capitale Sais. Rinunciano alle conquiste, promuovono un'intensa attività commerciale con Greci e Fenici. I filistei sottraggono all’Egitto la Palestina. Nel 525 a.C. i Persiani di Cambise uccidono in battaglia il faraone Psammetico III, riducendo l’Egitto a loro provincia. Dai tempi di Narmer (o Menes) sino al 525 a.C. si erano succedute 26 dinastie di faraoni. Le dinastie dalla XXVIII alla XXX (404-332 a.C.) riuscirono ad avere una certa indipendenza dall'impero persiano, ma quando nel 331 a.C. Alessandro Magno (332-323 a.C.), conquistando l'impero persiano, giunse in Egitto, fu accolto come liberatore e fondò la nuova capitale, Alessandria. Alla sua morte l'immenso impero da lui conquistato si divise tra i suoi generali: Tolomeo ebbe l'Egitto, che includeva la Palestina e la Siria.
Il Regno dei Tolomei Il regno dei Tolomei durò dal 323 a.C. sino all’arrivo dei Romani (30 a.C.). La dinastia tolemaica (13 re e tre regine, tutti col nome di Tolomeoe le regine con quello di Cleopatra) favorì le scienze e le arti: famosa la biblioteca d'Alessandria, che possedeva 700.000 volumi e che subì ripetuti incendi, a partire da quello sotto Cesare.
Roma • Provincia romana(30 a.C.). Il I secolo a.C. segnò l'inizio della rapida decadenza egizia: nel 96 a.C. la Cirenaica divenne dominio romano. Nel 51 a.C. regnò Cleopatra VII, in società con suo fratello, Tolomeo XIII. Quest’ultimo si oppose all'intervento romano di Giulio Cesare, mentre Cleopatra lo favorì, con l'aiuto d'un altro fratello, Tolomeo XIV. L’Egitto viene occupato dai Romani nel 30 a.C. Cleopatra ebbe un figlio da Giulio Cesare, chiamato Cesarione. Alla morte di Cesare Cleopatra ebbe una relazione con Marco Antonio, il quale la dichiarò Regina dei Re e come viceré volle il figlio di Cesare e i figli nati da entrambi. Ottaviano però giunse con un esercito romano, sconfisse la flotta egiziana e occupò Alessandria dopo la battaglia di Azio (31 a.C.). Marco Antonio e Cleopatra si suicidarono. Si concluse così la monarchia dei Tolomei e l'ultima fase storica di un Egitto indipendente. L’Egitto divenne una provincia romana a statuto speciale comandata da prefetti alle dirette dipendenze dell’imperatore. Essi combattevano con durezza le popolazioni nubiane e meroitiche, anche se ad un certo punto furono costretti a stipulare dei trattati di pace.
Cesare Cleopatra e Cesarione Marco Antonio I gemelli di Cleopatra e Marco Antonio Cleopatra
Arte, scienza e cultura La cultura fu privilegio esclusivo delle classi elevate (specie i sacerdoti). Tra le scienze esatte spiccano: matematica, geometria, astronomia e meteorologia (conoscevano l'anno solare diviso in 12 mesi di 30 giorni cui se ne aggiungevano cinque di festività e sapevano prevedere con relativa esattezza il momento delle piene); tra le scienze applicate spiccano ingegneria, idraulica e agrimensura (dovevano calcolare i livelli di piena, regolare l’intensità del flusso idrico, progettare canalizzazioni dei campi, misurarli esattamente, perché il fango trasportato dalle esondazioni cancellava i confini tra i vari appezzamenti). Usavano la squadra, la livella, il filo a piombo, le aste di misurazione…; usavano il sistema decimale Nell’architettura sono importanti le piramidi, la Sfinge, i templi, gli obelischi (questi ultimi sono monumenti quadrangolari molto alti, realizzati in un unico pezzo di pietra simboleggiante i raggi pietrificati del sole); nella scultura le statue di faraoni e di divinità; la pittura parietale si trova in palazzi, tombe e templi. La mummificazione dei faraoni portò allo studio dell’anatomia e della medicina.
Architettura Piramidi e obelischi • Le piramidi sono più di 90 in tutto l‘Egitto, oltre alle 180 presenti nella regione nubiana (Sudan). I primi faraoni furono sepolti in tombe basse di forma rettangolare chiamate Mastabe (un tronco di piramide formato da gradoni sovrapposti). Poi queste tombe vennero costruite a più strati e diedero origine alle piramidi a gradoni. In seguito alcuni faraoni vollero avere una tomba grandiosa e si fecero costruire dai loro schiavi e dai contadini piramidi in pietra, alte come collinette. Poiché la maggior parte delle piramidi veniva saccheggiata, i faraoni decisero di essere sepolti in tombe più semplici costruite sotto terra o scavate nella roccia, in luoghi non facilmente accessibili (“la valle dei re”). All’interno le pareti erano dipinte con affreschi che rappresentavano scene di vita quotidiana o religiose. • Per i templi e le piramidi si usavano non mattoni crudi seccati al sole, ma blocchi di pietra, trasportati attraverso il Nilo e i suoi affluenti e anche attraverso i canali artificiali. Ci volevano circa 1200 operai per estrarre le pietre necessarie alla costruzione di una piramide. Sulla terra i blocchi venivano trainati con slitte fatte scorrere sulla sabbia, preventivamente bagnata (quando vennero fatte le prime piramidi non conoscevano ancora la ruota). • Per costruire la piramide di Cheope lavorarono, a turno, circa 100.000 uomini, che si alternavano ogni tre mesi. Ci vollero circa 30 anni. Gli operai lavoravano otto ore al giorno e venivano pagati in natura. Potevano protestare e scioperare e, siccome era difficile rimpiazzarli, le maestranze scendevano facilmente a compromessi, anche perché se si rifugiavano presso il recinto sacro di un tempio, non si poteva usare la forza per ricondurli al lavoro. • Le piramidi rappresentavano l’illusione della stabilità del regno, della sua sicurezza, dell’ordine di una società basata sull’antagonismo sociale, in cui il potere politico e religioso dominava in maniera autocratica, essendo proprietario di tutto. • Gli obelischi furono innalzati soprattutto durante il Nuovo Regno (XVI-XIII secoli a. C.); la loro costruzione era particolarmente difficoltosa: venivano tagliati ed estratti nelle cave già delle dimensioni stabilite. Nella cava di Assuan si trova un obelisco incompiuto di circa 32 metri. Numerosi obelischi furono trasportati in Europa e negli Stati Uniti in diverse epoche. A Roma se ne contano almeno 13. In Egitto ne sono rimasti attualmente pochi: due a Karnak, uno a Eliopoli, uno a Luxor e uno al Cairo.
Scrittura • La scrittura egiziana nacque presumibilmente nella regione del Delta del Nilo, in un’epoca probabilmente precedente a quella in cui si affermò la scrittura cuneiforme in Mesopotamia • La scrittura egizia era di tre tipi: geroglifica (dal greco hieroglýphos, “scrittura sacra”) usata per i monumenti e ieratica (dal greco hieros, “sacra”), usata dai sacerdoti, e demotica, usata da tutti. La scrittura egizia può essere considerata fonetica, figurativa e simbolica. L'alfabeto possiede solo consonanti e nessuna vocale. Le vocali erano sottointese. • La scrittura geroglifica, nata nel IV millennio a.C., è composta da pittogrammi, cioè da piccole immagini dipinte raffiguranti piante, animali, utensili, parti del corpo umano, quindi i segni sono derivati delle cose reali. Prima si usò sulla pietra, poi, a partire dal III millennio, su papiro, ricavato da una pianta del Nilo, che permise la circolazione dei documenti. Nel VII sec. a.C. si cominciò a usarla anche in testi religiosi in forma diversa. Nello stesso secolo il faraone Psammetico I introdusse la scrittura cosiddetta “demotica” (dal greco demos, popolare) arricchita di numerosissimi segni. L’impiego simultaneo delle tre scritture durò fino al III d.C. L'ultima iscrizione in demotico è del 470 d.C. Solo nel V sec. d.C. fu introdotto l’alfabeto copto, che usava quello greco con l’aggiunta di nuove lettere.
La scrittura egizia è stata decifrata nel 1821 da J. F. Champollion, che trovò una stele nei pressi di Rashid (da cui prese il nome di Rosetta), sul delta del Nilo, recante un’iscrizione trilingue in geroglifico, demotico e greco. Scoperta la stele, la scrittura non fu subito decifrata in quanto gli studiosi ritenevano ch’essa fosse o ideografica o fonetica. Fu proprio Champollion a intuire ch’era entrambe le cose. • La lettura dei geroglifici presuppone la conoscenza di almeno 600 segni: una parola può essere scritta come ideogramma (un solo segno per indicare una sola parola), oppure può essere scritta da un segno che va letto come suono. P.es. se vi è un cerchio e un’anatra vicino, il cerchio è un ideogramma che rappresenta il sole e quindi il dio Ra. L’anatra invece è un simbolo fonetico (“sa”). Ora, siccome la parola “figlio” si pronuncia “sa”, l’ideogramma in questione, col segno fonetico combinato, non voleva dire altro che “Figlio di Ra”.
Religione Gli Egizi erano politeisti (politeismo naturalistico e antropomorfico a base totemica). Le loro divinità rappresentavano in forma umanizzata o semi-umanizzata (corpo umano e testa di animale) le forze della natura (il totem era il simbolo del clan, cioè delle famiglie imparentate tra loro), ma vi erano anche dei della nascita e della morte, della famiglia e dell’istruzione, ecc. Alcune divinità erano venerate in tutto l’Egitto, altre erano esclusivamente locali. La triade principale era Osiride, Iside e Horus (di quest'ultimo il faraone rappresenta l'incarnazione). Molti animali erano considerati sacri (zoomorfismo): il gatto perché eliminava i topi, l’ibis perché uccideva i serpenti, il coccodrillo perché, scendendo a valle, indicava l’arrivo delle inondazioni del Nilo. Quando un clan ne sottometteva un altro, anche le divinità sconfitte venivano subordinate a quelle vincitrici. Gli Egizi credevano nell'aldilà (immaginato simile all’esistenza terrena), nel giudizio dell'anima, nella reincarnazione. Praticavano l'imbalsamazione. Quando il capo di un villaggio, di una città o regione diventava particolarmente potente a livello sociale o politico, restava fedele alla divinità delle sue origini e si adoperava per estenderne il culto in tutto il paese. A partire dal II millennio si comincia a pensare che tutte le persone sopravvivano alla morte, per cui l’imbalsamazione si diffonde largamente
Le divinità Dal 1375 al 1350 il faraone Amenofi IV (1375-1358 a.C.) impose il culto di Aton (disco solare), cambiandosi persino il proprio nome in Akenaton (“colui che è caro ad Aton”), finché questi divenne il solo culto ammesso (monoteismo), che però non sopravvisse alla morte del faraone, a causa dell'ostilità del clero politeista. Il suo successore, che era anche suo genero, Tutankamon,ristabilì il politeismo, obbligato dalle pressioni dei sacerdoti e del popolo. Morì a 18 anni d'età e la sua tomba fu scoperta intatta nel 1929. I principali dei egizi erano: RA, dio sole con la testa di falco; ISIDE, dea della maternità; SOBEK, dio coccodrillo dal cui sudore, secondo la leggenda, ebbe origine il Nilo; OSIRIDE, il dio dei morti; ANUBI, con la testa di sciacallo; HORUS, dio con la testa di falco.
I templi I templi ospitavano scuole e biblioteche, erano formati da tante colonne, con diverse sale che portavano al santuario, dove era custodita la statua del dio. Sui muri esterni vi erano raffigurate le battaglie combattute. Solo i sacerdoti potevano entrare nel tempio, raramente i faraoni; la gente assisteva alle processioni dall’esterno. Il libro dei morti è una raccolta di formule magiche e preghiere che secondo gli Egizi guidavano e proteggevano l’anima del defunto nel suo viaggio nell’oltretomba. Pensavano che la conoscenza di questi testi permettesse all’anima di scacciare i demoni che ostacolavano il cammino e di superare le prove poste da quarantadue giudici del tribunale di Osiride. Templio di Hathor
Condizione della donna Le donne aiutavano i mariti nel lavoro e facevano lavori domestici: cucinavano, lavavano, avevano il compito di macinare i cereali, preparare la birra, filare e tessere il lino. Con il marito condividevano la vita sociale. Disponevano anche di un’eredità che portavano in dote allo sposo. L’uomo e la donna si sposavano molto giovani: di solito l’uomo (14 anni) era più anziano di lei (12 anni). L’età media era di circa 40 anni. L’uomo non poteva sposare una schiava perché era illegale: se lo faceva i suoi figli erano considerati schiavi. Il faraone poteva sposare più donne, che erano costrette a restare nella sua “fortezza”. Quando il marito divorziava dalla moglie, questa aveva diritto agli alimenti. La donna, quando moriva, aveva diritto ad avere una tomba pari a quella dell’uomo.
Alimentazione • Pane e birra erano il cibo e la bevanda più usati. Pare che ci fossero circa trenta o quaranta tipi di pane con diverse forme e vari ingredienti: orzo, farro, frumento. • Coltivavano anche cipolle, aglio, porri, fagioli, lenticchie e lattuga e mangiavano molto pesce del Nilo. Esistevano anche zucche, datteri, fichi, cetrioli e meloni, ma non agrumi. Ai banchetti sontuosi si offrivano diversi tipi di cibi: anatre, oche, manzo, gazzelle, maiali, pecore, capre, cacciagione, che venivano arrostiti o bolliti, e si beveva vino, mentre i poveri si facevano la birra. Vasi di terracotta e cesti, ottenuti intrecciando foglie di palma e strisce di papiro, erano i contenitori usati nelle diverse attività quotidiane.
Abitazioni Le case erano diverse a seconda delle classi sociali di appartenenza. Le persone comuni abitavano in case di mattoni cotti al sole. Le stanze erano quadrate, avevano finestre piccole e il tetto era usato anche come cucina. Modelli di case
Abbigliamento • La maggior parte degli abiti era di lino, una stoffa ottenuta tessendo le fibre di una pianta. La lana veniva usata molto raramente. I loro vestiti erano molto semplici: un gonnellino per gli uomini e per le donne lunghe tuniche in lino, che arrivavano fino ai piedi, e un largo mantello. Gli abiti raramente erano bianchi, venivano tinti con colori vegetali e minerali (rosso, blu e giallo). Ai piedi si mettevano sandali fatti con foglie di palma e giunchi. I sandali di pelle erano molto resistenti ma anche molto costosi. • Le regine e le donne più ricche potevano permettersi collane con grosse perle di pietra preziosa, pesanti collane in oro ed elaborate parrucche; infatti, erano quasi tutte senza capelli per poterle indossare più facilmente. Il trucco si componeva di kohl per colorare di nero gli occhi, di olii e cosmetici per la pelle e di profumi. Nelle feste le donne usavano portare in testa dei piccoli coni profumati. • Dato il clima estremamente caldo dell'Egitto, gli uomini, specialmente quelli che lavoravano, non si vestivano con abiti pesanti. La maggior parte di essi, infatti, portava solo un perizoma, lungo fino alle ginocchia, fatto di pelle o di lino. I faraoni, poi, potevano permettersi gioielli da indossare sul petto e sui polsi, spesso raffiguranti divinità. Durante le feste gli uomini più ricchi indossavano parrucche.
faraone musici
Acconciature Si truccavano gli occhi di nero ricavato dal piombo, specchiandosi in specchi di rame e di bronzo lucidati. I capelli erano spesso tinti. Le donne indossavano parrucche per proteggersi dal sole quando lavoravano all’aperto. I bambini, specialmente i ragazzi, avevano la testa rasata, eccetto una lunga ciocca lasciata crescere di lato. Era il “ciuffo della gioventù” e mostrava che l’adolescente non era ancora considerato un adulto.
La scuola La scuola egiziana fu fondata attorno al 2000 a.C. con lo scopo di formare giovani esperti da destinare alle funzioni amministrative dello Stato. Era una scuola rigida e poco permissiva, spesso venivano inflitte punizioni corporali. Le lezioni si svolgevano generalmente all'aperto. Gli alunni si sedevano accovacciati su stuoie intrecciate ed erano muniti di pennelli o cannucce e di cocci di terracotta sui quali scrivevano. Allo studio delle lettere erano ritenuti funzionali l'esercizio ripetuto della ricopiatura e della dettatura. Il giovane che voleva avere accesso ai più alti gradi dell'amministrazione doveva conoscere almeno una lingua straniera, così come chi voleva intraprendere con successo la carriera diplomatica doveva conoscere il babilonese. Importante era anche la preparazione fisica, curata mediante esercizi ginnici.