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Firenze, Convegno del 4 dicembre 2009. Reagire alla crisi del settore dr. Rolando Chiossi A.D. Gruppo Italiano Vini S.p.A. Le ragioni del titolo della mia relazione Il titolo ispirato da una iniziativa di comunicazione di un grande Istituto di Credito italiano
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Firenze, Convegno del 4 dicembre 2009 Reagire alla crisi del settore dr. Rolando Chiossi A.D. Gruppo Italiano Vini S.p.A.
Le ragioni del titolo della mia relazione • Il titolo ispirato da una iniziativa di comunicazione di un grande Istituto di Credito italiano • “Crisi” perché anche il settore vitivinicolo ne è coinvolto, nonostante le note anticongiunturalità e anelasticità del settore agrolimentare • “Reagire” per suggerire alcune misure necessarie che vedremo nelle conclusioni
Crollo delle quotazioni delle uve e dei vini Prezzi indicativi delle uve vendemmia 2009
Situazione simile al periodo pre-metanolo (1984/85) • Causata da accumulo di scorte nelle cantine a seguito del calo dei consumi nazionali e dell’export nel 2008 • Venir meno delle misure di mercato, con l’entrata in vigore dell’OCM vino • Conseguente calo delle quotazioni dei prodotti imbottigliati
Cali e crolli di prezzi tuttavia ingiustificati Produzione di vino in milioni di ettolitri (1) ISTAT 49,1 E’ sostanzialmente stabile
Consumi di vino • Il consumo mondiale di vino si conferma intorno ai 240 milioni di ettolitri (-2 milioni di ettolitri nel 2008) • Si conferma il calo nei paesi tradizionali produttori (Europa in primis) e la crescita nei nuovi paesi (USA +1,5% nel 2008) • Differenza fra produzione e consumo (circa 35 milioni di ettolitri) assorbiti per circa la metà per la produzione di superalcolici. Il resto a distillazione
Consumi di vino in ITALIA (mercato nazionale) • In costante calo dal dopoguerra (oltre 100 lt. procapite) • Negli ultimi 10 anni -25% • Nel 2008 -1,5%, nel 2009 stime peggiori • Totale consumato 25,4 milioni di ettolitri (42 lt. procapite) • Per la prima volta il consumo di vino imbottigliato supera, in quantità, i consumi di vino sfuso
Consumi di vino in ITALIA (mercato nazionale) • Da una ricerca del prof. Finzi sul consumo di vino presentato ad una recente assemblea Federagri risulta che: • il 77% delle persone ha ridotto i consumi di vino per effetto di un saldo negativo fra chi consuma di più e chi meno (15 punti) • il 76% però dice di non aver ridotto la qualità (?)
Consumi di vino in ITALIA (mercato nazionale) • Horeca on-trade circa 1/3 dei volumi • Si stima nel 2009 un calo importante fra il 5 ed il 10% dovuto soprattutto a: • - crisi economica • - controlli antialcol
Consumi di vino in ITALIA (mercato nazionale) • Moderno circa 2/3 dei volumi • Per la prima volta non cresce più: • - dati IRI su moderna GDO a ottobre 2009 -1,-% • - in controtendenza il canale discount +6%
Consumi di vino in ITALIA (mercato nazionale) • Calo vini rossi e rosati e recupero dei bianchi • Grande incidenza del peso delle promozioni (37%) • Calo vendite vino in cartone e grandi formati, leggera crescita della bottiglia da lt. 0,750, continua crescita della fascia alta di prezzo • Rafforzamento/introduzione della PRIVATE-LABEL anche nel vino (es. Coop cartone) • Maggior peso dei piccoli acquisti (shipping mission)
Export • Dopo gli ottimi risultati del 2007, il 2008 è stato un anno negativo (introduzione di nuovi prezzi ed effetto cambi) • Il 2008 ha chiuso con un riduzione del 5,3% a volume ed un aumento del 3,6% a valore (effetto prezzi/mix +9% ca.) • Per effetto della crisi il 2009 (1° semestre) mostra un andamento completamente inverso rispetto al 2008. Le vendite in volume aumentano del 6,5% con un calo in valore del 7,5% (effetto prezzi mix /-13,2% ca.)
Analizzando il 1° semestre 2009 sui principali mercati • Germania (+11,3%) e UK (+10,2%) recuperano in volume – Germania (+3,3% in valore effetto prezzi/mix -7,2%) e UK (-10,6% in valore, effetto prezzi/mix -18,8%). • Da sottolineare la maggiore tenuta della Germania che ha superato la crisi di alcuni anni fa, mentre UK è sicuramente il paese europeo più in difficoltà • USA (-8,4% in volumi e -15,5% in valore, effetto prezzi/mix -7,7%) • Pesante l’effetto cambi (debolezza US$) e calo di vendite di tutti i prodotti fini (vini francesi in primis, ma non solo). • Parola d’ordine “FRUGALITY” – nuova percezione del valore
Ulteriori considerazioni sull’export • Nel 2009 i produttori italiani hanno venduto a prezzi superconcorrenziali (spesso sotto ai costi diretti di produzione). Privati e cooperative • Forte concorrenza non solo di Australia, ma anche del Sudamerica (Cile e Argentina) anche sul mercato dello sfuso • I produttori europei sono fortemente penalizzati dalla forza dell’euro che rende più cari i nostri prodotti • La Grande Distribuzione europea (UK e Germania) ha una forza contrattuale che spinge i produttori a vendere senza margine o al di sotto dei costi • Infine il rischio di credito. Le compagne di assicurazione del credito (SACE etc.) hanno limitato di molto le coperture. Ad esempio GDO inglese, mercati emergenti (Russia e paesi dell’Est) • Quindi un quadro veramente difficile: MINORE MARGINALITÀ e FORTE RISCHIO DI CREDITO
Piano Estirpazioni nella UE (triennale) • - 400.000 ha. richiesta originale • - 175.000 ha. concessione in 3 anni (1 mld euro di fondi) • 1° anno riduzioni al 45% • 2° anno riduzioni al 50% • 108.000 ha. richiesti a livello UE • 54.000 ha. accettabili • SPAGNA 60.000 ha. →30.000 ha. • FRANCIA 15.000 ha. →7.500 ha. • ITALIA 21.000 ha. → 11.000 ha. • • Puglia 9.000 ha. • Sicilia 5.000 ha. • E.R.-Lazio- • Abruzzo-Marche 6.000 ha.
Come reagire? • Viviamo un periodo “PROIBIZIONISTICO” a livello europeo: • - nuova presidenza svedese; • - iniziative per inasprimento accise; • - si teorizza l’introduzione di Monopoli di vendita per gli alcolici (come nei Paesi Scandinavi e in Canada) • e al livello nazionale: • - limitazioni per alcol alla guida • - limitazioni orari di vendita • - autostrade • - giovani • La percezione degli effetti benefici per la salute del moderato consumo di alcol (convegno di Venezia, French paradox etc.) è venuta meno • Forte azione di lobby per sostenere i benefici effetti (sociali e salutistici) di un consumo moderato di vino • “Wine in moderation” iniziativa di tutte le rappresentanze UE e Italia di industriali, commercio e cooperative
Come reagire? Agire sul fronte dei ricavi • Accordo fra gli operatori a livello territoriale, di consorzi di tutela, di associazioni di categoria per evitare la concorrenza spietata al ribasso in atto. • Difficile ma necessario • In questo quadro assumerà più valore la “marca” del produttore, rispetto la “denominazione”
Come reagire? Investire sulle forze di vendita • In Italia specializzare il settore HORECA da quello GDO • Per l’export cercare di avvicinarsi sempre più al consumatore finale • Superamento degli intermediari • Assunzione di regional manager sui mercati
Come reagire? Costruire il valore di marca attraverso l’utilizzo dei fondi di promozione dell’OCM vino • Utilizzare i fondi di promozione dell’OCM vino per rafforzare le marche e le nostre posizioni sui Paesi terzi • - Evitare dispersioni • - Evitare interventi ripetitivi • - Ruolo Buonitalia (coordinamento?) • - Grande responsabilità sociale nell’utilizzo dei fondi
Come reagire? Agire sul fronte dei costi • Tutta la filiera è interessata: • l’azienda di produzione, nonostante i limiti dimensionali e le difficoltà di un riassetto fondiario – ruolo dei consorzi per A.T. e raccolta meccanizzata • efficientare ulteriormente le cantine di trasformazione ed imbottigliamento e nei servizi • la distribuzione deve ricercare ulteriori misure per il miglioramento gestionale. Non può solo agire sui fornitori (5 centrali di acquisto in Italia rappresentano il 90% della domanda nel canale moderno)
Come reagire? Ricerca ed innovazione • Esigenza di diffondere la cultura della R.I. • Nuovi stili di consumo e nuovi prodotti (spritz, vini naturali a basso grado) • Vini biologici / biodinamici
Come reagire? Necessarie MAGGIORI DIMENSIONI Mondo cooperativo (Legacoop e Confcooperative) hanno spinto molto sulle aggregazioni / fusioni – esempio RIUNITE-CIV-GIV Consapevoli delle difficoltà (accordo gruppi dirigenti) e dei problemi successivi (differenze culture, leadership, convinzione dei soci), però necessarie Non solo fusioni – Accordi anche fra cooperative e privati, joint ventures per mettere in comune dei servizi: amministrativi – CED – ATI/RTI per export e logistica Su Logistica grandi risparmi – Gruppo di lavoro presso INEA coordinato prof. Pomarici per costruire progetti integrati di più aziende per la gestione in comune dei flussi logistici (con possibile finanziamento misura investimenti OCM vino / Piano Nazionale di Sostegno)