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GLI ATTEGGIAMENTI SOCIALI. Cos’è un atteggiamento?. Una tendenza psicologica che viene espressa valutando una particolare entità con qualche grado di favore o sfavore. giudizio favorevole o sfavorevole. Persone, oggetti, idee, problemi o sé stessi. predisposizione a rispondere.
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Cos’è un atteggiamento? Una tendenza psicologica che viene espressa valutando una particolare entità con qualche grado di favore o sfavore. giudizio favorevole o sfavorevole Persone, oggetti, idee, problemi o sé stessi predisposizione a rispondere La disposizione nei confronti di un oggetto è determinata da tre diverse tipi di informazioni collegate tra loro: Modello tripartito di atteggiamento conoscenze comportamenti affetti
Le funzioni degli atteggiamenti Katz (1960) individua quattro distinti funzioni dell’atteggiamento: Gli atteggiamenti guidano l’elaborazione delle informazioni in ingresso. 1. La funzione conoscitiva Essi influenzano la selezione, la percezione, la valutazione e il recupero delle informazioni pertinenti con l’atteggiamento.
L’esposizione e l’attenzione selettiva dell’informazione La teoria della dissonanza cognitiva di Festinger (1957) sostiene che le persone tendono a mantenere una sorta di equilibrio tra le proprie cognizioni e quando riscontrano eventuali discrepanze sperimentano uno stato spiacevole che funge da spinta motivazionale a ridurla.
Le persone cercano informazioni coerenti con le proprie cognizioni quando queste non sono ancora disponibili (esposizione selettiva) e prendono in carico l’informazione coerente, una volta che si è resa disponibile (attenzione selettiva). gli atteggiamenti modificano la percezione e il giudizio delle informazioni rilevanti Se non si può eludere l’informazione discrepante gli schemi sociali guidano la codifica degli stimoli e il recupero dell’informazione La funzione conoscitiva può essere vista come un’attività di tipo schematico
Codifiche e recupero di informazioni dalla memoria: atteggiamenti bipolari e monopolari Sia i soggetti favorevoli sia i soggetti contrari hanno tante informazioni su un determinato argomento e ricordano bene le informazioni coerenti con l’atteggiamento ma anche quelle che lo contraddicono. Gli argomenti sono tanto più noti tanto più il soggetto ha un atteggiamento di favore verso il tema in questione e conseguentemente vi è un apprendimento selettivo e un miglior ricordo delle informazioni di riferimento. La funzione conoscitiva degli atteggiamenti è fondamentalmente cognitiva e adattiva!
2. Funzione egodifensiva Atteggiamenti possono proteggere il soggetto dai sentimenti negativi rivolti al Sé, proiettandoli su altre persone. Meccanismo di difesa che opera per proteggere l’individuo da conflitti interni o da verità spiacevoli. 3. Funzione di espressione dei valori Attraverso gli atteggiamenti le persone esprimono i propri valori fondamentali e mettono in luce il loro vero Sé, le loro opinioni, convinzioni e sentimenti. 4. Funzione strumentale e di adattamento sociale Contraddistingue quegli atteggiamenti che consentono alle persone di raggiungere particolari obiettivi ed evitare risultati spiacevoli.
Quel che penso e quel che faccio, ovvero la relazione tra atteggiamenti e comportamento Il contesto sociale influenza la relazione tra atteggiamenti e comportamento in modo tale che non sempre l’avere un atteggiamento di favore/sfavore porta ad agire in accordo con le proprie opinioni.
Uno studio classico di La Piere (1934): Negli Stati Uniti una coppia di cinesi visitò più di 200 alberghi e ristoranti: solo una volta la coppia di cinesi ricevette un netto rifiuto a essere ospitata. Sei mesi dopo, La Piere inviò una lettera agli alberghi e ai ristoranti visitati in cui chiedeva se servissero clienti cinesi. Il 92% di esercenti si dichiarava indisponibile ad accogliere i cinesi. Al loro pregiudizio razziale non seguiva un comportamento discriminatorio.
Correlazione tra atteggiamenti comportamento L’esigenza di indici di atteggiamento specifici. Generalmente c’è una differenza nel livello di generalità/specificità tra le misure di atteggiamento e comportamento. Solitamente il comportamento che si vuole prevedere è altamente specifico, mentre… la misura dell’atteggiamento che dovrebbe fungere da predittore è spesso generica.
Se un atteggiamento è effettivamente in grado di prevedere un comportamento bisogna partire dall’analisi delle valutazioni specifiche che un individuo dà delle azioni che si sta cercando di prevedere. Nella relazione atteggiamento-comportamento bisogna distinguere due differenti condizioni: quando il comportamento è volontario e pianificato quando il comportamento è spontaneo e automatico
Intenzioni e comportamento Gli elementi di aggancio tra atteggiamenti e azioni sono le dichiarazioni di intenzioni comportamentali in circostanze specifiche. Come gli atteggiamenti possono guidare il comportamento attraverso una ponderata valutazione delle intenzioni è spiegato dalla… Indicatori affidabili nei modelli di previsioni
teoria dell’azione ragionata di Fishbein e Ajzen (1975) Ciò che ci si propone di fare è la determinante principale di ciò che si fa. Le principali determinanti dell’intenzione comportamentalesono: l’atteggiamento verso il comportamento norme soggettive credenze su come gli altri giudicano quel comportamento è una valutazione personale
Per prevedere comportamenti il cui esito non è del tutto sotto il controllo volitivo, la teoria del comportamento pianificato (Ajzen, 1988; 1991) introduce un nuovo antecedente delle intenzioni, il controllo comportamentale percepito La fiducia che un individuo ha di essere in grado di portare a termine con successo un compito specifico. • La teoria del comportamento pianificato è stata utilizzata con successo per spiegare i dati di ricerche: • sulla perdita di peso, • sulla frequenza degli studenti a lezione, • sul consumo di alcol, • sugli allenamenti sportivi, etc.
Un’evoluzione dei modelli di previsione del comportamento è avanzata da Bagozzi e Warshaw [1990] il cui proposito è di analizzare gli scopi comportamentali. Quando si considerano gli scopi, tra l’intenzione e l’esecuzione del comportamento possono intervenire fattori aggiuntivi, quali il grado in cui l’individuo cerca di raggiungere lo scopo. Il provare è la manifestazione comportamentale dell’intenzione dell’individuo. Teoria del provare Il provare a raggiungere uno scopo è determinato dall’intenzione di provare, che a sua volta è determinata dall’atteggiamento e dalla norma sociale verso il provare.
L’atteggiamento viene pensato come: “atteggiamenti verso…” a) aver successo nel raggiungere uno scopo; b) fallire nel raggiungere uno scopo; c) il processo che conduce al successo o la fallimento, Nella teoria del provare vengono incorporati anche gli effetti del comportamento passato. Le variabili considerate sono recenza passata frequenza passata Influenza direttamente il provare e può indurre dei bias riguardanti l’effetto della disponibilità e l’ancoraggio. Influenza l’intenzione di provare e il provare stesso
L’accessibilità dell’atteggiamento Il modello Motivation and Opportunity as Determinants (MODE) Concepisce l’atteggiamento come un’associazione esistente in memoria tra un dato oggetto e la valutazione che detiene la persona su di esso. l’accessibilità dell’atteggiamento è la loro forza di associazione Più l’atteggiamento è velocemente accessibile dalla memoria tanto più guiderà i processi cognitivi e influenzerà il comportamento. Gli atteggiamenti accessibili influenzano le percezioni dell’oggetto di atteggiamento, favorendo i giudizi coerenti con gli atteggiamenti circa informazioni rilevanti.
Il modello MODE individua due differenti percorsi che collegano atteggiamento specifico-comportamento modalità di elaborazione volontaria modalità di elaborazione spontanea è caratterizzato da sforzo cognitivo l’accessibilità è una variabile cruciale motivazioneeopportunitàsono condizioni fondamentali affinché gli atteggiamenti governino il comportamento solo gli atteggiamenti facilmente accessibili possono essere attivati automaticamente e influenzare il comportamento Timore dell’errore
Quali atteggiamenti consentono di prevedere il comportamento? Condizioni ideali per riscontrare una forte relazione tra cognizione e comportamento: atteggiamenti forti sono più accessibili atteggiamenti più volte messi in pratica Gli atteggiamenti rispetto a un ambito sul quale l’individuo ha un’ampia preparazione influenzano il comportamento. Anche il modo in cui si formano gli atteggiamenti è determinante: Importante è l’esperienza diretta L’importanza dell’oggetto di atteggiamento
Gli atteggiamenti impliciti Atteggiamenti espliciti Atteggiamenti impliciti cognizioni spontanee e inconsapevoli che non sostituiscono, ma si affiancano e coesistono con quelle esplicite valutazioni e opinioni che le persone detengono esplicitamente e consapevolmente Come indagare le valutazioni automatiche? Attraverso tecniche implicite, che sono maggiormente indipendenti dalla desiderabilità sociale e norme contestuali.
La logica di queste misure si basa sull’inferenza di atteggiamenti e associazioni cognitive a partire dalla rilevazione dei tempi di risposta dei partecipanti in compiti di categorizzazione o di decisione lessicale. Alcune tecniche implicite: priming semantico l’Implicit Approach Avoidance Task (IAAT) tecnica del priming affettivo misura l’influenza di uno stimolo prime sull’elaborazione di uno stimolo, immediatamente successivo,detto target. I tempi per stabilire che una data parola target ha una valenza negativa o positiva vengono influenzati dalla valenza che viene soggettivamente associata allo stimolo prime.
Il modello di valutazione associativa e proposizionale (APE) • Atteggiamenti impliciti ed espliciti possono essere compresi a partire dai loro processi sottostanti: • i processi associativi per gli atteggiamenti impliciti • i processi proposizionali per gli atteggiamenti espliciti. I processi associativi sono reazioni affettive e automatiche, risultato di particolari associazioni attivate automaticamente quando un individuo incontra uno stimolo pertinente. • pattern di attivazione: l’attivazione delle particolari associazioni in memoria è determinata dalla combinazione di • una struttura preesistente di associazioni in memoria e • una configurazione di stimoli in input
Per i processi proposizionali le valutazioni ottenute attraverso loro sono caratterizzate da giudizi valutativi basati su inferenze sillogistiche derivate da qualsiasi genere di informazione considerata attinente per un determinato giudizio. • La più importante caratteristica che differenzia i processi associativi dai processi proposizionali è: • i primi si verificano a prescindere dal fatto che una persona consideri l’associazione vera o falsa; • i secondi, invece, hanno bisogno di una conferma delle valutazioni e delle credenze.