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Progetto Gio.Stra.R.E . Il Mediterraneo

Progetto Gio.Stra.R.E . Il Mediterraneo. Il mare Mediterraneo.

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Progetto Gio.Stra.R.E . Il Mediterraneo

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Presentation Transcript


  1. Progetto Gio.Stra.R.E.Il Mediterraneo

  2. Il mare Mediterraneo Circa cinque milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo era una vallata profonda e secca che divideva tre continenti: Europa, Africa e Asia. Un cataclisma fece una breccia nell’oceano Atlantico ad ovest, verso l’odierna Gibilterra. In un processo durato molti anni, una cascata di acqua ha incominciato ad inondare l’intero bacino mediterraneo. Il Mediterraneo è formato da un insieme di mari: il mar Alboran, il Golfo di Lione, il Tirreno, lo Ionio, il mar Egeo, l’Adriatico. E’ un mare profondo dai 3000 ai 4000 metri. Questa profondità permette ad alcune specie di balene di viverci, come anche il pesce spada, il tonno e il delfino, quest’ultimo spesso incontrato dalle moderne barche da diporto durante le crociere. Il Mediterraneo è un mare piuttosto chiuso. Vi è un piccolo scambio di acque con l’Atlantico sullo stretto di Gibilterra e con il mar Nero sullo stretto del Bosforo ad Istanbul. All’estremo est, il canale di Suez, sebbene navigabile, è soltanto una comunicazione artificiale con il mar Rosso. Le coste africane ed asiatiche sono aride e piatte, mentre le coste europee, anche se non soggette a piogge pesanti, sono verdi e montagnose, con un clima più temperato.

  3. Una regione «calda» Il continente africano da sempre si spinge lentamente verso il continente europeo, ciò ha causato l’innalzamento delle Alpi. La conseguente frattura nella crosta terrestre ha formato vari vulcani come Etna, Stromboli e Vesuvio in Italia e Santorino in Grecia. Questo movimento verso il continente europeo è anche la causa della attività sismica in quest’area. Il clima è tiepido e temperato: per l’appunto definito “mediterraneo”. Il clima è influenzato dall’aria calda e secca proveniente dal Sahara durante l’estate creando temperature ideali per le vacanze, e dall’aria più umida e fredda dall’Atlantico durante l’inverno. In effetti, questo clima si è dimostrato assai favorevole allo sviluppo della civiltà umana.

  4. Antichità del Mediterraneo Il Mediterraneo nasconde tanti segreti, tanti misteri, tante questioni ma riserva anche magici incanti e affascinanti sorprese. Su questo mare gravano anche una popolazione in continuo aumento e un quinto del traffico petrolifero mondiale. La storia del Mediterraneo è una storia vertiginosamente antica. Nel corso di centinaia di milioni di anni si sono verificate catastrofi naturali di immensa portata. Negli ultimi milioni di anni il Mediterraneo si è svuotato completamente, diventando una pozza coperta di fanghiglia nella quale il Rodano e il Nilo cascavano formando un salto d'acqua alto più di mille metri. Ne sono rimaste prove nelle tracce geologiche delle rocce e negli immensi depositi di sale, strati dello stesso spessore di centinaia di metri, resti di un intero mare evaporato nel nulla.

  5. La dieta mediterranea MANGIARE COME GLI DÈI COMANDANO Pasta, pane, legumi, olio d'oliva, vino, verdure di stagione... sono questi gli alimenti di base di quella che viene ormai definita “dieta mediterranea.” La dieta mediterranea è per molti uno dei migliori antidoti alle malattie come diabete, arteriosclerosi, obesità, gotta, ecc. L'origine della dieta mediterranea è antica, quanto la stessa agricoltura. Le sue radici quindi sarebbero da ricercare, ben diecimila anni fa, nella cosiddetta “Mezzaluna fertile”, in Medio Oriente, da cui alcune colture si diffusero nel Mediterraneo. Furono i Greci a darle la forma che, grosso modo, è stata tramandata fino a noi con la classica triade: frumento, olio e vino, adottata poi da Etruschi e Romani. La dieta Mediterranea ha la caratteristica di una grande semplicità che la rende benefica per la nostra salute e pertanto oggi è molto di moda.

  6. Se si eccettuano le proibizioni alimentari dettate dall'Islam e dall‘Ebraismo, lo stile mediterraneo si caratterizza essenzialmente per una comunanza di ingredienti. La varietà di focacce, paste, torte, pizze, pasticcerie è inesauribile. Insalate, pomodori, peperoni, peperoncini, melanzane, cipolle e aglio, sono consumati dappertutto. Lo stesso si può dire per la frutta, la cui varietà è ampia e viene utilizzata anche sotto forma di conserve o di marmellate nella preparazione dei dolci. I legumi restano un alimento base, anche se oggi meno che in passato, quando erano sostitutivi della carne. Le carni più diffuse sono quelle di bue accanto a quelle di maiale (vietata ai musulmani). Il pollame e la cacciagione sono usati ovunque. Anche il pesce viene consumato frequentemente, specie quello di mare.

  7. La cucina mediterranea I prodotti caseari sono presenti ovunque: il latte, la cagliata, lo yogurt, i formaggi freschi e fermentati che un tempo sopperivano alla mancanza della carne. Tra i condimenti, oltre all'olio d'oliva, numerose sono le cucine tradizionali che hanno fatto ricorso al grasso del maiale o di montone. Il burro invece è raro. Se si considerano le modalità di cottura degli alimenti, sono riscontrabili la maggior parte delle tecniche e vanno ricordate: le zuppe e i ragù, sottoposti a lunghe cotture spesso senza aggiunte di grassi; la cottura sulla griglia o allo spiedo usate in genere per le carni o i pesci; la cottura a vapore e l'uso del forno verticale per cuocere il pane in alcuni paesi della parte Sud Est del Mediterraneo. Le cucine mediterranee tradizionali si sforzano di utilizzare la maggior parte delle limitate quantità di proteine animali disponibili.

  8. E’ verosimile che anche il “Kebab” ci giunga dalla civiltà araba. La vigna e il vino costituiscono degli indicatori netti dell'alimentazione mediterranea, quasi quanto l'ulivo. Vini di ogni qualità si trovano ad ogni latitudine. In questa regione del mondo, più chiaramente che altrove, si è sempre avuto cura di accompagnare le bevande ai cibi.

  9. L’ ulivo, simbolo della pace Lungo le coste dell'Asia minore, l'ulivo è rimasto il simbolo del Mediterraneo nonostante i millenni trascorsi, anche nella realtà dissacrante dei nostri giorni. C'è una leggenda che racconta dell'ulivo nel Mediterraneo. Questa leggenda appartiene ai greci e venne scolpita in bassorilievo. Si trova nell'acropoli di Atene, ed è un frontone su cui è evocato il racconto mitologico diventato il modello di età classica. Vi sono raffigurate due divinità supreme dell' olimpo, Atena, dea della saggezza, e Poseidone, dio del mare. Sono in conflitto, vorrebbero estendere il proprio potere su una regione che essi, con preveggenza divina, sanno che diventerà la più fortunata del mondo: l'Attica. Arbitri dell'aspra contesa fra i due, gli altri signori dell‘Olimpo decidono che a dare ragione all'uno o all'altro dovevano essere i mortali, ovvero gli abitanti dell‘Attica stessa. Poseidone, per accattivarseli, scaglia il suo tridente contro una roccia alta sul mare. Dalla fenditura che si apre come una ferita, balzano fuori dei cavalli marini che cavalcano le onde e le dominano: è l'offerta ai figli dell'Attica del potere sul mare. Atena, dea della conoscenza, porge invece loro un ramo d'ulivo, simbolo di pace e di saggezza. Gli attici capiscono che con la sapienza potranno ottenere anche il dominio del mare, e accettano l'offerta della dea. Alla città imporranno il nome della vincitrice: si chiamerà Atene.

  10. Nascita dell’agricoltura Quando i mammut ancora vagavano per le dense foreste, l’Europa era popolata da qualche tribù nomade che viveva di caccia e raccoglieva frutta, bacche e grani di cereali. In seguito queste tribù iniziarono a pascolare il bestiame che era riuscito ad addomesticare e scoprirono la possibilità di coltivare i semi di preziosi cereali circa 9000 anni fa. Abitarono le coste alte del Mediterraneo, più adatte ai loro bisogni. Queste zone davano una produzione più efficiente e abbondante di cibo, che permise all’uomo di prosperare e crescere numericamente. Presto però si rese necessario scendere nei terreni più fertili dove si trovavano campi più grandi per coltivare i preziosi cereali, sempre più vitali per sfamare le crescenti popolazioni insediate in colonie, che in seguito sarebbero diventate prima villaggi e poi città.

  11. Coloro che decisero di rimanere nelle terre più in alto hanno dovuto combattere continuamente contro la natura per poter sopravvivere. Nei secoli hanno faticosamente costruito campi terrazzati sui ripidi pendii delle colline. Fu anche un piano strategico rimanere nelle pendenze più inaccessibili: in tal modo era più facile fuggire ai frequenti saccheggiatori che infestavano le coste del Mediterraneo. Oggi possiamo ancora ammirare le splendide cittadine sulle sommità delle colline circondate da alte mura e torri difensive. Le coste orientali e del Nord Africa erano aride, mentre le terre fertili si trovavano nel bacino tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Queste aree hanno avuto un maggiore sviluppo dopo l’avvento dell’agricoltura. Sono numerosi i popoli che prosperavano intorno al Mediterraneo laddove vi erano provviste di acqua pura e terre fertili e dove la conformazione collinare garantiva una certa sicurezza contro gli attacchi estranei. Ad ogni modo, l’influenza delle civiltà è sempre presente perché noi siamo ciò che eravamo. Le mescolanze delle razze attraverso le migrazioni, le dominazioni, gli stupri e le seduzioni, fa sì che da queste popolazioni ognuno di noi conservi una parte dei loro geni, dei loro pensieri, della loro arte e delle loro religioni.

  12. La tonnara: una pesca collettiva La pesca dei tonni col sistema delle tonnare è una memoria viva del tempo remoto. Le tonnare sono un insieme di reti che formano delle “camere”, che sono usate per catturare i tonni. In Sicilia, in Sardegna, in Libia e in Tunisia questa “pesca antica” si praticava, fino a pochi anni fa, tra maggio e giugno e, in misura minore, in settembre. Gli abitanti delle isole e delle località della terraferma, vicine agli “stabilimenti di pesca”, partecipavano in gran numero al lavoro stagionale. Il lavoro alle reti è collettivo e si compie al ritmo di una canzone, in cui si riferisce a una certa “signorina Lina”, le cui bellezze vengono elencate tra scherzi e amenità. La “signorina Lina” è, in realtà, la rete “signorina” sino al momento in cui viene colata in mare dove, volente e nolente, perderà la “verginità” per diventare madre. Nella simbologia ingenua, ma suggestiva, dei tonnaroti, quando si riempie di tonni essa appare come una madre dal grembo gravido di figli.

  13. Dilaga la tratta degli ulivi secolari L’Italia ospiterebbe in tutto 120-130 milioni di ulivi e un quarto del terri-torio pugliese è piantato a uliveti. Le associazioni ambientaliste pugliesi e calabresi da anni si battono contro lo sradicamento di ulivi persino millenari che vengono drasticamente potati e deportati nei vivai lombardi e veneti in una zolla di terra protetta da un telo di plastica. L’ operazione può essere legale: un decreto legge vieta l’ abbattimento degli ulivi ma lo permette nei casi di “permanente improduttività”. Molte regioni hanno varato leggi regionali per vietare il massacro: il Piemonte, la Toscana e il Veneto. Ma le due regioni più ricche di ulivi antichi, cioè la Puglia e la Calabria, ne sono completamente sprovviste. E cosi le campagne si sfigurano. Nelle tenute più vaste isolate si arriva addirittura ai furti notturni con tanto di pala meccanica. In Puglia le piazze cominciano a diventare visibili e lasciano il posto a coltivazioni di uva da vino. In Calabria la zona di Reggio conosce lo stesso fenomeno. Si segnalano sparizioni a Cirò Marina dove gli ambientalisti si sono battuti contro l’abbattimento di 280 ulivi secolari per far posto ad un piano di ampliamento industriale. Il WWF di Amantea ha documentato il continuo via vai di tir carichi di ulivi secolari. L’Italia è una miniera di ulivi. Gli ulivi della Puglia(circa 20 milioni) risalgono alla Magna Grecia. Quelli calabresi sono tra i più vecchi dell’ intero bacino del Mediterraneo.

  14. Dall'Italia al Marocco per la dieta mediterranea Italia, Grecia, Spagna e Marocco lavoreranno ad azioni di promozione comune della dieta mediterranea. Dal convegno svoltosi di recente a Pollica e Palinuro, a cura del ministero delle Politiche Agricole, è emerso un progetto di comunicazione sul regime alimentare che di recente è stato riconosciuto patrimonio Unesco. Saranno coinvolte quattro comunità simbolo, il Cilento, per l’Italia, Soria, in Spagna, Koron in Grecia e Chef Choauen, in Marocco. Un sito web multilingue figura tra le possibilità annunciate per divulgare i principi della gastronomia e della cultura mediterranea. Alle iniziative dei quattro paesi del circuito, che si riuniranno ancora nei prossimi mesi, potrebbero aggiungersi anche i contributi di Portogallo e Giordania.

  15. L’importanza dell’acqua nella tradizione dell’Islam Nel mondo dell’Islam il valore dell’acqua è molto importante negli usi e nelle abluzioni (lavaggi) rituali richieste dalla necessaria purificazione preliminare alla preghiera obbligatoria. L‘Islam nei suoi aspetti è fortemente legato all’acqua: i suoi governanti hanno dovuto e devono dissetare il popolo, fornire l’acqua per i vari usi e le necessità civili e culturali volute da Dio. Nelle moschee grandiose e minori, si trovano dispositivi d’acqua e fonti. Chi entra deve fare l’abluzione rituale prima della preghiera. I bagni pubblici sono stati vanto e tratto tipico della civiltà islamica, Numerosi passi del Corano parlano dell’acqua e anche del mare, dei fiumi, delle fonti, della pioggia. Ecco qualche versetto su Dio creatore, gli usi e la purità dell’acqua, il suo impiego nelle abluzioni per la purificazione prima della preghiera obbligatoria: «E’ Lui che fa scendere acqua dal cielo per voi, e ne bevete, e ne crescono gli alberi fra i quali spingete a pascolare gli armenti – e ne fa crescere per voi il frumento e l’olivo e le palme e le viti e ogni specie di frutti: e certo un Segno è ben questo per gente che sa meditare». «O voi che credete, quando vi levate a pregare lavatevi il volto con le mani fino ai gomiti, e strofinate con la mano bagnata la testa e i piedi fino alle caviglie, e se siete in stato di impurità, purificatevi; e se siete malati o in viaggio, o se uscite dalla latrina o avete avuto rapporti con donne e non trovate acqua, usate allora buona sabbia e passatevela sul volto e sulle mani. Iddio non vuole imporvi alcunché di gravoso, bensì purificarvi e compiere su voi la Sua grazia a ché voi siate a Lui riconoscenti».

  16. Ho svelato i miei desideri … Ho svelato i miei desideri, li ho lasciati sulla soglia di casa. Ho detto: “mi porterà via”, ma ha preferito sedersi sulla sedia in un giardino sotto un albero a guardare i giorni e tagliarli con il suo rasoio. Non vuole la mia attenzione, non vuole i miei attestati d’amore. Non vuole la mia scontata debolezza, non vuole la mia forza. Sbaglio sempre i conti e lui non vuole i miei conti errati. MaisunAl-SaqrAl-Qasimi

  17. E’ quel che è. E’ assurdo dice la ragione. E’ quel che è dice l’amore. E’ infelicità dice il calcolo. Non è altro che dolore dice la paura. E’ vano dice il giudizio. E’ quel che è dice l’amore. E’ ridicolo dice l’orgoglio. E’ avventato dice la Prudenza. E’ impossibile dice l’esperienza. E’ quel che è dice l’amore. Erich Fried

  18. Mediterraneo Antico, sono ubriaco dalla voce ch'esce dalle tue bocche quando si schiudono come verdi campane e si ributtano indietro e si disciolgono. La casa delle mie estati lontane, t'era accanto, lo sai, là nel paese dove il sole cuoce e annuvolano l'aria e le zanzare. Come allora oggi la tua presenza impietosa, mare, ma non più degno mi credo del solenne ammonimento del tuo respiro. Tu m'hai detto primo che il piccino fermento del mio cuore non era che un momento del tuo; che mi era in fondo la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso e svuotarsi così d'ogni lordura come tu fai che sbatti sulle sponde tra sugheri alghe asterie le inutili macerie del tuo abisso. Eugenio Montale

  19. Il Mediterraneo fra erosione e inquinamento BRUXELLES- Il Mediterraneo deve difendersi da gravi minacce. Per esempio l’erosione delle coste, l’inquinamento da metalli pesanti e rifiuti, le specie invasive, la pesca eccessiva. Questo dice il rapporto dell’Unep/Map, sezione ambientale che si occupa del Mediterraneo all’ interno del programma Onu per l’ambiente. Secondo il rapporto, circa un quarto delle coste del bacino soffre di erosione, incluse alcune aree di grande valore ecologico, come il Mar Ligure, la costa tirrenica dell’Italia e il Delta del Po. Sul fronte inquinamento, il quadro non è roseo: il 37% degli insediamenti costieri con oltre duemila abitanti non dispone di un impianto di trattamento dei reflui e il problema interessa anche l’Italia, in particolare la Sicilia. Fra le questioni più critiche la presenza della spazzatura, in particolare dalla plastica.

  20. Fede «nel sud» E’ possibile – indipendentemente dal luogo di nascita o di residenza – diventare mediterranei. La mediterraneità non si eredita ma si consegue. E’ una decisione, non un vantaggio. Dicono che di veri mediterranei ce ne siano sempre mano. Non c’entrano solo la storia o la tradizione, il passato o la geografia, la memoria o la fede: il Mediterraneo è anche destino. PredragMatvejevič

  21. Il Mediterraneo oggi Nell'età della globalizzazione e della tecnologia avanzata l'eredità umanistica e laica della classicità conferisce allo spazio mediterraneo. L'universalismo e la poliedricità delle tradizioni culturali che si sono accumulate consente di fornire basi non fragili ai processi di integrazione etnica. Ma questo rilancio moderno della classicità esige ritardi gravi della sua organizzazione socio-politica. In particolare vi si devono completare due successi della modernizzazione. In primo luogo va completata la costruzione di stati laici. In secondo luogo i nuovi Stati debbono assimilare le istituzioni, i principi e la cultura politica del moderno Stato democratico di diritto. In questo quadro una funzione importante spetta a Francia, Italia e Spagna, i paesi mediterranei che sono più avanti nel processo di modernizzazione. Essi hanno al tempo stesso la funzione di rappresentare le ragioni dei nuovi Stati di fronte alla Comunità Internazionale e quella di far valere i principi della convivenza anche nelle aree meno sviluppate. L'indipendenza delle nazioni su basi etnico-territoriali deve poter convivere con i principi laici della autodeterminazione basata sul suffragio universale, sulle libertà moderne vi è sulla Carta dei Diritti Umani.

  22. COSTUMI POPOLARI RUMENI La Romania è una delle poche nazioni del mondodove, negli anni 2000, alcuni abitanti dei paesini (i contadini), ancora portano i costumi popolari  tradizionali, anche nei giorni lavorativi, non solo nelle occasioni di certe feste. La Romania si contraddistingue con le sue straordinarie varietà di  costumi tradizionali. Si possono dividere in sette regioni folclore. Quindi, i costumi popolari si classificano  in zone etnografiche, e il numero di queste zone variano dalle 40 alle 120, tutto dipende dalle persone che fanno queste divisioni e anche dai criteri. Le sette grandi regioni folclore sono:  Transilvania, che comprende: Transilvania e Ardeal; Le Pianure ad ovest che comprendono: Pianura Muresului inferiore, Pianura Crisului con il Crisu Nero, Crisu Bianco, Crisu Rapido, la Pianura Somesului inferiore col il Paese Oasului; Banat che comprende: LuncaTimisului e Caras-Severin; Valahia che comprende: Oltenia e Muntenia; La zona del Danubio inferiore che comprende Baragan, Dobrogea e il sud della Moldova; Moldova con Basarabia e Transnistria.

  23. Rock and rai

  24. Rock and rai-testo • Rock’n’Raï, life e musique / c’è un mondo che, a due passi da qui, / sta cambiando la musica / cambia la musica.Rock’n’Raï, life è musique / c’è un mondo che, a due passi da qui, / mescola i sogni, mescola i venti, / mescola lingue, deserti e strumenti./Rock’n’Raï, life e musique / c’è un mondo nuovo a due passi da qui / dove cadono i re, cade il rais / al ritmo di riqq, darbuka e bendir.Rock’n’Raï, life è musique / un mondo nuovo a due passi da qui / sta danzando sull’onda, danza sull’onda / del mare che bagna le terre.Del mare tra le terre, Mar Mediterraneo / Il mare tra le terre, Mar Mediterraneo.Il mare tra le terre Mar Mediterraneo / Il mare tra le terre, Mar Mediterraneo.Ae te tantuca la storia ne insegna / cana bandiera libera de russu se bagna / ae te tantuca la gente supporta / per quistu se ribella cu nu se ide morta / ae te tantuca ogni pacciuallu potere/ genera li mostri ca li sannu divorare / ae te tantucalu mare diffonde/ rabbia e passione se mescanu alle onde.Dal mare blu ritornerà / abbandonando le guerre verso il mare andrà / dal mare blu da noi verrà/porterà la Pace nel Mar Mediterraneo.Io maghrebino, turco, algerino / berbero, libico, greco, iracheno / io tunisino, io marocchino / siriano, andaluso, occitano, sloveno / montenegrino, bosniaco, croato/ palestinese, israeliano, egiziano / io libanese, io albanese / io salentino, io italiano.Figlio del mare che è in mezzo alle terre / figlio di terre abbracciate dal mare / le unisce la storia, la tradizione / cultura, memoria, musica e parole. / Rock’n’Raï, life è musique / un mondo nuovo è a due passi da qui / sta danzando sull’onda, danziamo sull’onda / del mare che bagna le terre.Rock’n’Raï, life e musique / c’è un mondo nuovo a due passi da quiRock’n’Raï, life è musique / un mondo nuovo a due passi da quiRock’n’Raï, life e musique / c’è un mondo nuovo a due passi da quiRock’n’Raï, life è musique / un mondo nuovo che parte da qui.

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