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TRADIZIONE TESTUALE DEL DECAMERON DI GIOVANNI BOCCACCIO. Università degli studi di Roma ‘La Sapienza’ 21 Aprile 2013. Tradizione testuale del Decameron. 103 manoscritti 80 testimoni perduti. TRADIZIONE TESTUALE DEL DECAMERON L’autografo berlinese.
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TRADIZIONE TESTUALE DEL DECAMERONDI GIOVANNI BOCCACCIO Università degli studi di Roma ‘La Sapienza’ 21 Aprile 2013
Tradizione testuale del Decameron • 103 manoscritti • 80 testimoni perduti
TRADIZIONE TESTUALE DEL DECAMERONL’autografo berlinese • Chiari, Alberto, Un autografo del Decameron ?, in «La Fiera letteraria», 11 luglio 1948, III (1948), 27 • Branca, Vittore - Ricci, Pier Giorgio, Un autografo del Decameron. (Codice Hamiltoniano 90), Padova, C.E.D.A.M., 1962
TRADIZIONE TESTUALE DEL DECAMERONL’edizione secondo l’autografo hamiltoniano, 1976 • Giovanni Boccaccio, Decameron. Edizione critica secondo l’autografo hamiltoniano, a c. di V. Branca, Firenze, presso l’Accademia della Crusca, 1976 • I testimoni scelti • Hamilton 90 • Laurenziano pl. XLII.1 • Parigino it. 482 • Deo Gratias • Giuntina
Hamilton 90 • Berlin, Staatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz • 112 cc. (14 quaderni), pergamena, mm 370-72 x 263-70 • testo su due colonne • scrittura “semigotica libraria italiana” • 1370
Hamilton 90 • Contenuto: • Decameron (cc. 1r-112r) • “Qual Phidia nel scudo de Minerva” [sonetto di Pellegrino Zambeccari]
Hamilton 90 • Lacune: • I quaderno • Titolo ?; sommari delle novelle ? • II quaderno • VII giornata1,16 “pare che l’uscio”- 9,32 “ciascuno altro se” • III quaderno • IX-X giornateIX 10,12 “tu di’”-X 8,50 “i fatti suoi a Roma”
Laurenziano Pluteo XLII 1 • Firenze, Biblioteca Mediceo-Laurenziana • 191cc., cartaceo, mm. 395 x 285 • testo su due colonne • scrittura “mercantesca” • 1384
Laurenziano Pluteo XLII 1 • Contenuto: • Decameron (cc. 1r-172r) • Corbaccio (cc. 174r-191r) • Explicit (c. 191v) • “Scripto per me Francesco d’Amaretto Mannelli dì XIII d’agosto 1384. Deo sit laus et gloriam in ecternum...”
Parigino Ital. 482 (7260) • Paris, Bibliothèque Nationale • 215 cc. (14 quaderni), pergamena, mm. 330 x 240 • testo su due colonne • scrittura “bastardo-mercantile” • 1370 ca.
Parigino Ital. 482 (7260) • Contenuto: • Decameron (cc. 1r-215v) • Alla fine dei sommari delle novelle (c. 4v) • “Qui finiscono le rubriche del libro del Decameron incomincia qui il libro qui inanzi et è di Giovanni d’Agnolo Capponi da lui scritto” • 17 disegni (autografi di Boccaccio secondo V. Branca et M. G. Ciardi-Duprè; di paternità non boccacciana secondo M. Fiorilla e M. Cursi)
Deo Gratias • 5 esemplari: • Firenze, Biblioteca Nazionale • Manchester, John Rylands Library • München, Bayerische Staatsbibliothek • Paris, Bibliothèque Nationale • Oxford, (copia incerta) • Napoli/Firenze ?, ante 1471
In Italia 9 esemplari : Bologna Firenze Genova Modena Napoli Roma Casanatense Roma Nazionale Pescara Vicenza Contraffazione 1729 Firenze, 1527 Giuntina 1527
TRADIZIONE TESTUALE DEL DECAMERONL’edizione Treccani, 2011 • M. Fiorilla, Per il testo del Decameron, in «L’Ellisse», 5 (2010), pp. 9-38 • Giovanni Boccaccio, Decameron, a cura di M. Fiorilla, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, 2011
TRADIZIONE TESTUALE DEL DECAMERONL’edizione Treccani, 2011 • Fiorilla interviene su 64 loci critici, discostandosi dalla vulgata consolidata • accoglie 14 modifiche testuali avanzate da G. Breschi (cfr. Il ms. Parigino It. 482 e le vicissitudini editoriali del Decameron. Postilla per Aldo Rossi, in «Medioevo e Rinascimento», 18/15 n.s. (2004), pp. 77-119) • corregge 7 errori di stampa e una svista tipografica presenti nell’edizione Branca • sceglie diversamente dall’ed. Branca in 43 loci critici
Stemma codicum M. Fiorilla AX 0-2 ALFA P Mn B
TRADIZIONE TESTUALE DEL DECAMERONL’edizione Treccani, 2011 • Accoglie la paragrafatura del testo proposta da T. Nocita
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Nocita, Teresa(in collaborazione con T. Crivelli),Teatralità del dettato, stratificazioni strutturali, plurivocità degli esiti: il Decameron fra testo, ipertesto e generi letterari, in Autori e lettori di Boccaccio. Atti del Convegno internazionale di Certaldo, Certaldo, 20-22 settembre 2001, a c. di M. Picone, Firenze, Franco Cesati editore, 2002, pp. 209-233 • Nocita, Teresa, Le ballate del codice Hamilton 90, in La lirica romanza del Medioevo. Storia, tradizioni, interpretazioni. VI Convegno triennale della Società Italiana di Filologia Romanza (Padova-Stra Venezia, 27 settembre-1 ottobre 2006), a cura di F. Brugnolo, F. Gambino, Padova, Unipress, 2009, vol. II, pp. 877-891.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • All’interno del corredo ornamentale del manoscritto hamiltoniano si distinguono con evidenza degli accorgimenti esornativi di natura grafica e cromatica che, con regolarità, appaiono impiegati per sottolineare le differenti parti di cui si compone il testo. • Se il colore rosso delle rubriche marca le 100 unità novellistiche della raccolta, all’elaborato sistema di maiuscole messo a punto dall’autore sembra invece essere delegata l’individuazione delle suddivisioni interne alla narrazione.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Sono presenti infatti nel codice quattro differenti varietà di maiuscole, distinte per decorazione (filettata vs semplice), colore (rosso/turchino vs giallo vs nerastro/bruno) e dimensione (la maiuscola non tocca altre righe di scrittura oltre a quella della parola di cui è l’iniziale/la maiuscola tocca una riga di scrittura oltre a quella della parola di cui è l’iniziale/la maiuscola tocca due righe di scrittura oltre a quella della parola di cui è l’iniziale/la maiuscola tocca quattro righe di scrittura oltre a quella della parola di cui è l’iniziale). Sembra perciò possibile identificare una tipologia, che riassumo per praticità nello schema seguente:
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Le iniziali filettate più grandi (tipo 1) accompagnate da una maiuscola nerastro/bruna di dimensioni minori (tipo 5) indicano l’inizio di ogni giornata; a seguito di ogni rubrica, invece, iniziali filettate del tipo 2 (quindi dalle dimensioni più piccole e dalla decorazione meno elaborata) insieme ad una maiuscola del tipo 5 segnalano al lettore l’avvio di una nuova situazione narrativa, generalmente articolata in • commento alla novella precedente • introduzione del narratore al racconto successivo • novella.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • A renderci accorti del passaggio di voce al novellatore di turno come a marcare la soglia tra lo spazio metanarrativo della cornice e quello del racconto sono le maiuscole semplici del tipo 3, alternativamente colorate in rosso e turchino e sempre seguite da una maiuscola del tipo 5
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Si profila così una gerarchia tra le iniziali, in ossequio alla quale differenti varietà di realizzazione grafica assolvono alla messa in rilievo delle diverse unità costitutive del racconto. Così è infatti anche per le maiuscole semplici del tipo 4.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Le suddivisioni della narrazione individuate da queste iniziali sembrano isolare delle porzioni di testo alle quali è possibile riconoscere una specificità tematica, come è facile verificare dalla trascrizione diplomatica della novella I, 5 riprodotta di seguito. Il procedimento appare analogo alla moderna divisione in paragrafi o capoversi in cui, a vantaggio di una migliore comprensione del lettore, si enucleano delle unità di organizzazione della lingua scritta in base all’argomento trattato e le si separa dalle altre ponendole convenzionalmente tra due a capo
La Marchesana di Monferrato (I 5) • Riproduco la trascrizione diplomatico-interpretativa dal codice Hamilton 90 della novella I 5, così come pubblicata da C. S. Singleton in G. Boccaccio, Decameron. Edizione diplomatico-interpretativa dell’autografo Hamilton 90, op. cit., pagg. 43-46. A questa edizione rimando per i criteri di trascrizione ed i segni speciali utilizzati. Non conservo la numerazione delle righe delle colonne di detta trascrizione e, per ragioni tipografiche, la evidenziazione dei brani dell’autografo ripassati da mani successive. • Segnalo la presenza delle maiuscole del tipo 2, 3 e 5 (tutte le altre iniziali sono da ascrivere al tipo 4) e inserisco tra parentesi tonde la numerazione progressiva delle unità narrative individuate dalle maiuscole.
La Marchesana di Monferrato (I 5) • Decameron I, 5 • ~ La marchesana di monferrato c. 9rB • con un convito di galline et con alquante leggiadre parolet • te reprime il folle amore del re di francia. Rubrica • TIPO 2 + 5 (1) LA novella da dyoneo raccontata Rubrica. • prima con un poco di vergogna punse i cuori delle • donne ascoltanti / et con honesto rossore nel loro viso appa • rito ne diede segno / et poi quella luna laltra guardan c. 9vA • do appena del rider potendosi abstenere soghignian • do ascoltarono~ (2) Ma venuta di questa la fine / poi che • lui con alquante dolci parolette ebber morso volendo • mostrare che simili novelle non fossero tra donne da • raccontare~ la rei verso la fiammetta che appresso • di lui sopra lerba sedeva rivolta che essa lordine segui • tasse le comando~ (3) La quale veçosamente et con lieto viso • incomincio~
La Marchesana di Monferrato (I 5) • (4)TIPO 3 + 5SI per che mi piace noi essere • entrati ad dimostrare con le novelle quanta sia la • força delle belle et pronte risposte~ et si ancora per • che quanto negli uomini e gran senno il cercar da • mar sempre donna di piu alto legnaggio che egli • non e~ cosi nelle donne e grandissimo advedimen • to il sapersi guardare dal prendersi dellamore di • maggiore huomo che ella non e / me caduto nellani • mo donne mie belle di mostrarvi nella novella che • ad me tocca di dire come et con opere / et con parole una • gentil donna se da questo guardasse et altrui ne ri • movesse~
La Marchesana di Monferrato (I 5) • (5)TIPO 3 + 5ERa il marchese di monferrato huo • mo dalto valore gonfaloniere della chiesa oltre • mare passato in un general passaggio da cristiani • facto con armata mano~ et del suo valore ragionan • dosi nella corte del re filippo il bornio / il quale ad • quello medesimo passaggio andar di francia sap • arecchiava / fu per un cavalier decto / non esser sotto • le stelle una simile coppia ad quella del marche • se / et della sua donna~ pero che quanto tra cavalieri • era dogni virtu il marchese famoso~ tanto la don • na tra tutte laltre donne del mondo era bellisima • et valorosa.
La Marchesana di Monferrato (I 5) • (6) Le quali parole per si facta maniera nel • lanimo del re di francia entrarono / che sença mai • averla veduta di subito ferventemente la comin • cio ad amare~ et propose di non volere al passaggio al • quale andava in mare entrare altrove che ad ge • nova accio che quivi per terra andando honesta ca • gione avesse di dovere andare la marchesana • ad vedere~ advisandosi che non essendovi ilmar • chese gli potesse venir facto di mettere ad effec • to il suo disio~ et secondo il pensier facto mando • ad executione~ percioche mandato avanti ogni • huomo / esso con poca compagnia et di gentili huo • mini entro in cammino~ et advicinandosi alle terre • del marchese un di davanti mando ad dire alla • donna che la seguente mattina lattendesse ad de • sinare~
La Marchesana di Monferrato (I 5) • (7)La donna savia et adveduta lietamente • rispose che questa lera somma gratia sopra ognaltra • et che egli fosse il ben venuto~ et appresso entro in • pensiero che questo volesse dire / che uno cosi facto • re non essendovi il marito di lei la venisse ad visita • re~ ne langanno in questo laviso / cioe chella fama • della sua belleça il vi traesse~ non di meno come • valorosa donna dispostasi ad honorarlo / factisi chi • amar di que buoni huomini che rimasi verano / ad ogni c. 9vB • cosa \o/portuna con lor consiglio fece ordine dare / ma il con • vito et le vivande ella sola v[ +o+\o]lle ordinare~ et fatte sen • ça indugio quante galline nella contrada erano • ragunare di quelle sole varie vivande diviso a suoi • chuochi per lo convito reale (8)Venne adunque il re il • giorno decto et con gran festa et honore dalla donna fu • ricevuto. (9)Il quale oltre ad quello che compreso aveva • per le parole del cavaliere riguardandola gli parve • bella et valorosa et costumata et sommamente se ne ma • raviglio et commendolla forte / tanto nel suo disio piu • accendendosi / quanto da pin trovava esser la donna~ • chela sui passata stima di lei~
La Marchesana di Monferrato (I 5) • (10)Et dopo alcun riposo pre • so incamereornatissime di cio che ad quelle per dovere un • si facto re ricevere sappartiene. (11)Venuta lora del de • sinare il re et la marchesana ad una tavola sedette • ro / et gli altri secondo le loro qualita ad altre mense • furono honorati. (12)Quivi essendo il re successivamen • te di molti messi servito / et di vini optimi et pretiosi~ • et oltre accio con dilecto talvolta la marchesana bellissima • riguardando sommo piacere avea (13)Ma pur venendo • lun messo appresso laltro comincio il re alquanto ad • maravigliarsi / conoscendo che quivi quantunque le • vivande diverse fossero / nonper tanto di niuna cosa • essere altro che di galline / et come che il re conosciesse • il luogo la dove era dovere esser tale che copiosamen • te di diverse salvaggine aver vi dovesse~ et lavere • davanti significata la sua venuta alla donna spatio • lavesse dato di poter far cacciare / non per tanto quantun • que molto di cio si maravigliasse in altro non volle [-i] • prender cagion di doverla mettere in parole se non • delle sue galline / et con lieto viso rivoltosi verso lei • disse~
La Marchesana di Monferrato (I 5) • (14)Dama nascono in questo paese solamente gal • line sença gallo alcuno. (15)La marchesana che optima • mente la dimanda intese / parendole che secondo il suo • disidero domenedio lavesse tempo mandato oportu • no ad poter la sua intention dimostrare al re doman • dante baldançosamente verso lui rivolta rispose~ • (16) Monsignor no / ma le femine quantunque in vestimen • ti et in honori alquanto da laltre varijno tutte percio son • facte qui come altrove. (17)Il re udite queste parole rac • colse bene la cagione del convito delle galline~ et la ver • tu nascosa nelle parole / et accorsesi che invano con cosi • facta donna parole si gitterebbono / et che força non • navea luogo~ per che cosi come disavedutamente ac • ceso sera di lei / saviamente sera da spegnere per honor • di lui il male concepto fuoco / et sença piu motteggiar • la temendo delle sue risposte / fuori dogni sperança de • sino~ et finito il desinare / accio che [co+\i]l presto partirsi • ricoprisse la sua di\so/nesta venuta / ringratiatala del • lonor ricevuto dallei adcomandandolo ella a dio ad ge • nova se nando;
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • L’identificazione di brani del discorso semanticamente conclusi e per questo graficamente separati all’interno della narrazione è in realtà già conosciuta dalla prosa antica. Le regole della sintassi medievale definiscono infatti con il nome di clausulae quei periodi logico-sintattici che risultano completi nella constructio e nella sententia. Nell’usus scribendi della prosa del XIV secolo la modalità di demarcazione di queste unità è di norma rappresentata dall’impiego della lettera maiuscola, preceduta nella maggioranza dei casi da un segno di interpunzione
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Vi sono quindi forti probabilità, a mio avviso, che i brani delimitati dalle maiuscole di tipo 4 del manoscritto Hamilton 90 siano identificati come clausulae.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Particolarmente significativa, data la riconosciuta autografia del codice, è l’analisi dei criteri seguiti nella individuazione di questi segmenti narrativi nel Decameron hamiltoniano. • Una certa regolarità, dovuta probabilmente al rispetto di norme di scuola, si nota nell’impiego della maiuscola semplice di tipo 4 nei periodi che iniziano con un costrutto anaforico, nella maggior parte dei casi pronominale. Nella novella I, 5, ad esempio, sono aperte da un pronome in posizione di anafora le unità 3, 6, 9 mentre una costruzione anaforica avverbiale è posta in testa al segmento 12.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Altrettanto costante è poi il ricorso alle maiuscole di tipo 4 per introdurre i periodi che iniziano con una congiunzione, sia essa copulativa (unità 10), causale (unità 4), o avversativa (unità 2 e 13). La iniziale semplice segnala inoltre di regola, ma non senza eccezioni, la presenza del discorso diretto, circoscritto nella novella I, 5 alle unità 14 e 16.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • La caratteristica però forse più interessante riscontrabile nella modalità di suddivisione del testo adottata da Boccaccio è la tendenza a far iniziare le partizioni narrative segnate dalla maiuscola semplice con la menzione del personaggio che, nella sequenza individuata, sarà protagonista dell’azione. In Decameron I, 5 sono ben sei le unità che si aprono con questo accorgimento (nn. 5, 7, 8, 9, 15, 17). Provando a leggere la novella secondo le partizioni del manoscritto, il racconto sembra assumere una nuova dinamicità, di tipo direi “teatrale”.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • L’accorgimento formale della lettera maiuscola richiama infatti l’attenzione del lettore sui nomi degli attanti, mettendo così in rilievo il gioco delle parti sotteso alla trama. Lo si veda con un solo esempio. Il contrasto tra la marchesa di Monferrato e il re di Francia, posto al centro della vicenda di I,5, viene enfatizzato dalla giustapposizione dei nomi dei due personaggi, che sembrano fronteggiarsi, troneggiando in apertura di paragrafo (7, “La donna…” vs 8, “Venne adunque il re…”).
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Lo scambio di battute che chiude simbolicamente la contesa, con un bilancio tutto a favore della parte femminile, è pure sottolineato dalla serrata ripetizione dei titoli (15, “La marchesana” vs 17, “Il re…”; 14, “Dama…” vs 16, “Monsignor no…”). La successione delle unità narrative con l’indicazione dei protagonisti in posizione iniziale sembra così quasi suggerire una chiave interpretativa per la concatenazione degli eventi, riconnettendola alla responsabilità dei singoli personaggi, veri motori dell’azione.
Il sistema delle maiuscole hamiltoniane • Nella sua logica precisa questa frammentazione del racconto parrebbe quasi essere stata pensata come guida per la lettura. Venisse il testo declamato ad alta voce o fosse esso piuttosto destinato alla fruizione silenziosa, la evidenziazione grafica delle unità semantiche rimane in entrambi i casi una indicazione possibile per la comprensione del narrato.