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Osservatorio sull’economia e il lavoro in provincia di Modena -numero 5 - a cura di Marco Sassatelli. Il progetto Osservatorio. 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro
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Osservatoriosull’economia e il lavoro in provincia di Modena -numero 5- a cura di Marco Sassatelli
Il progetto Osservatorio 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio Popolazione e demografia Osservatorio sull’economia e il lavoro Il lavoro e le sue criticità La congiuntura Le imprese e le loro criticità
L’economia si muove su valori simili al 2009 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio Il 2012 dell'industria manifatturiera è stato negativo: produzione -5,6%, fatturato -3,3%, quota di fatturato estero (il 37,9%) + 6%, ordini interni -6,9%. Primo trimestre 2013: -5,7%. Il settore costruzioni mostra un rallentamento della caduta per il terzo e quarto trimestre del 2012 per effetto della necessità di rimozione delle macerie, di abbattimento e messa in sicurezza degli edifici danneggiati e delle ancora limitate operazioni di ricostruzione. Il settore del commercio ha mostrato per tutto il 2011 e il 2012 un andamento molto negativo. Gli effetti non solo economici, ma anche socio-psicologici del sisma, sono quantificabili in un ulteriore -11% di riduzione della domanda.
La domanda estera non traina la ripresa, tampona la caduta 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio Quasi un decennio di riposizionamento sui mercati emergenti a più alta crescita (Estremo Oriente e America Latina), dal 15,2% del 2001 al 21,1% del 2012, con una contrazione del mercato europeo, dal 58,2% del 2001 al 50,2% del 2012. Crescita dei settori degli autoveicoli e mezzi di trasporto (23,6% dell’export e +16,2% nel 2012) e agroalimentare (10,4% dell’export e +6,6% nel 2012). Stabili piastrelle (17% dell’export e +1,3% nel 2012) e meccanica (23,7% dell’export e +1,0% nel 2012). In calo i settori del sistema moda (8,1% dell’export, -2,1% l’abbigliamento e -7,7% il tessile nel 2012), e quelli del settore chimico, farmaceutico e materie plastiche (5,4% dell’export e rispettivamente -5,4%, -14% e -6,5%).
Anche le imprese sono precarie: aumenta la mortalità e si riduce la speranza di vita 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio Il numero delle imprese attive (67.778 a fine 2012) consolida una contrazione di -0,7%, crescono le cessazioni (4.671 in valore assoluto) +10,8% calano le iscrizioni di nuove imprese (4.697 in valore assoluto)-4,4%. Il 64,3% delle imprese iscritte nel 2009 era attivo (una su tre era morta) nel 2012 e solo il 79% delle imprese iscritte nel 2011 era attivo (una su cinque era morta) nel 2012. Delle imprese già presenti sul mercato prima della crisi 4100 (il 5,4%, una impresa ogni 18), erano in crisi conclamata a fine 2012 .
Luci e ombre dell’economia modenese Il sistema che pur colpito da una forte contrazione in alcune delle sue leve chiave, come la coesione territoriale del sistema produttivo messo in crisi anche dagli effetti del sisma, reagisce aggrappandosi con un certo successo alla sola risorsa che si rende disponibile in questa fase: la dinamica della domanda estera e la volontà di sperimentare nuove opzioni produttive. Questo attivismo non è sufficiente a coprire i danni risultanti dalla fragilità e a strutturare le nuove iniziative spesso supportate da idee innovative che dovrebbero essere realizzate con modalità più incisive. Per la tenuta e la qualità del mercato del lavoro non ci si può accontentare della nascita di nuove imprese, ma è sempre più necessario supportare con servizi dedicati gli imprenditori nella strutturazione della propria organizzazione e successivamente aiutare le imprese a resistere sul mercato 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio
Dopo la parentesi sisma la Cassa Integrazione Straordinaria in forte crescita 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio 10.176 lavoratori equivalenti in CIG nel 2012, nei primi quattro mesi del 2013 una media di 8.862 lavoratori equivalenti, in forte crescita nel corso del mese di aprile (12.112 di cui 7.573 in CIGS). I settori più coinvolti: meccanica (32% sedi di impresa, 37% delle ore e 34% dei lavoratori equivalenti), tessile abbigliamento (17% delle sedi, 12,7% delle ore e 2,2% dei lavoratori equivalenti), piastrelle (5,5% delle sedi, 12,0% delle ore e 9,8% dei lavoratori equivalenti), commercio (11,4% delle sedi, 8,0% delle ore e 9,6% dei lavoratori equivalenti).
La cancellazione dei posti di lavoro è effetto della crisi e poi del sisma 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio Il sisma ha colpito più del 10% delle imprese del settore manifatturiero provinciale, il 4,6% di quelle del commercio, il 2% di quelle dei servizi e l’1% delle imprese delle costruzioni, mentre ha interessato oltre il 20% dei lavoratori manifatturieri, l’8,6% dei lavoratori del commercio, il 5,8% dei lavoratori dei servizi, oltre il 4% dei lavoratori edili e anche il 2,4% dei lavoratori agricoli Crisi e sisma interagiscono fino a determinare una situazione complessiva in continuo divenire di cui stiamo iniziando ad apprezzare gli effetti più ampi. I posti di lavoro definitivamente perduti sono, in una stima prudenziale, quasi 2000 nel solo 2012 di cui poco meno della metà imputabili direttamente al sisma.
L’aggiustamento sugli occupati e la precarietà occupazionale 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio Gli occupati totali aumentano: 304.026 occupati nel 2010, 314.850 nel 2011, 323.189 nel 2012. Commercio (-810) e Industria (-6.124) vedono un calo, Costruzioni (+3.830), Agricoltura (+4.243) e Terziario non commerciale (+7.600) aumentano il numero di occupati. L’aumento di occupati associato a una riduzione dei posti di lavoro indica inequivocabilmente che l’occupazione è molto più precaria
La riforma del mercato del lavoro non ha dato frutti apprezzabili 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio La flessione del -12,1% dei contratti di apprendistato (3,8% del totale degli avviamenti del 2012) è compensata da una significativa ripresa di interesse (+15,1%) per i contratti di somministrazione (12,4% sul totale degli avviamenti del 2012). La modalità di gran lunga prevalente è quella dei contratti a tempo determinato (45% del totale), mentre i contratti a tempo indeterminato, che dovrebbero essere la norma in un mercato del lavoro solido, appaiono una modalità ormai marginale (13,9% degli avviamenti del 2012)
Capitale umano ad elevata qualificazione e assunzioni temporanee: una contraddizione da sanare 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio Fra 2010 e 2012 si registra una impennata di professioni intellettuali tecniche e ad alta specializzazione (da 7,8% a 14,5%) a scapito di figure dirigenziali (da 3,7% a 1,7%) Aumento di professioni non qualificate (da 7,7% a 10,9%) contro una riduzione di operai semiqualificati (da 13,6% a 6,7%) Nel contesto della riorganizzazione delle aziende si cerca l’equilibrio fra competenza e costi: meno dirigenti e operai specializzati e più tecnici, meno lavoratori a bassa qualifica e aumento dei lavoratori senza qualifica.
Contraddizioni e sofferenze sul mercato del lavoro 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio • Il mercato del lavoro cambia inesorabilmente: • Cresce la competenza tecnica, ma si riduce la capacità direzionale, • Si evidenzia una richiesta di professioni tecniche e qualificate più che in passato, correlata alla necessità di avviare percorsi di innovazione che richiedono capitale umano competente • Le condizioni di avviamento rimangono centrate su modelli di flessibilità e precarietà non congrue con la stabilizzazione delle professionalità • Il sistema di produzione provinciale è sottoposto a diverse dinamiche contrastanti, derivanti da fenomeni locali e internazionali che si ripercuotono sulle possibilità di definire e mantenere adeguate strategie di mercato per le imprese e relative certezze per i lavoratori. • Le tendenze all’innovazione indicano una volontà complessiva di intraprendere strade nuove, tuttavia i percorsi sono ancora molto incerti tanto da richiedere al capitale umano presente sul territorio uno sforzo continuo di flessibilità e adattabilità. • Tale flessibilità e adattabilità ha dato prova di maturità e consapevolezza nella risposta alle sfide del sisma, ma tale investimento collettivo rischia di essere disperso nelle logiche stringenti della competizione sui mercati.
La dimensione reale delle esigenze occupazionali 1. Il progetto Osservatorio 2. La congiuntura 3. I punti di cambiamento: il sistema delle imprese 4. I punti di cambiamento: il lavoro 5. Le tensioni sul territorio La popolazione della provincia è passata da 700.900 a 705.200 residenti facendo valere i propri effetti sul fabbisogno, sia occupazionale, sia abitativo i posti di lavoro aggiuntivi per soddisfare questo incremento di popolazione dovrebbero essere almeno 21.400 Mirandola e Carpi dovrebbero aggiungere ai dati evidenziati nel grafico circa ulteriori 950 posti di lavoro come risultato della chiusura delle imprese le cui unità produttive sono state colpite dal sisma.