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ALIMENTAZIONE Dottor Pietro Pace. IL PUZZLE DELLA SALUTE. ALIMENTAZIONE. ALIMENTAZIONE. “E’ la malattia che rende piacevole e buona la salute, la fame l’appetito, la stanchezza il riposo” ( Eraclito VI-V secolo AC ). ALIMENTAZIONE.
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ALIMENTAZIONE • “E’ la malattia che rende piacevole e buona la salute, la fame l’appetito, la stanchezza il riposo” ( Eraclito VI-V secolo AC ).
ALIMENTAZIONE • La memoria è necessaria per imparare, ma imparare è qualcosa di più che ricordare: è anche capire ed è modificazione del comportamento.
DIETA EVOLUTIVA • PAG 213
ALIMENTAZIONE • …NONDI SOLO PANE VIVE L’UOMO…
ALIMENTAZIONE • Il mondo è troppo complesso e interessante perché un unico modo di conoscerlo possa contenere tutte le risposte ( Stephen Gould 1941-2002, biologo ).
ALIMENTAZIONE • Si muore di più per quello che si mangia che non per l’uso di tabacco, per gli incidenti o per qualsiasi altro fattore dovuto allo stile di vita o all’ambiente.
RDA • PAG 287
ALIMENTAZIONE • L’uso di farmaci e il ricovero in ospedale rappresentano la terza causa principale di morte.
ALIMENTAZIONE • Biologico si – biologico no………………………… • Una tazzina di caffè contiene 10 mg di sostanze capaci di causare il cancro nei roditori. • Una quantità equivalente, secondo Hames ai residui di pesticidi sintetici che un americano assume in un anno!
AFLATOSSINA • CAUSA IL CANCRO AL FEGATO NEI RATTI • I RATTI PIU’ VULNERABILI AL TUMORE SONO QUELLI A CUI VENGONO SOMMINISTRATE DIETE CON LE PIU’ ELEVATE PERCENTUALI DI PROTEINE ANIMALI.
ALIMENTAZIONE • Le diete a basso contenuto proteico inibiscono la formazione del cancro da parte dell’AF, indipendentemente dalla quantità di questo carcinogeno somministrata agli animali. • Una volta completata la formazione del cancro, le diete a basso contenuto proteico bloccano sensibilmente anche la successiva crescita
LA CASEINA • Costituisce l’87% delle proteine del latte vaccino. • Favorisce tutti gli stadi del processo tumorale.
FRUMENTO E SOIA • Questi tipi di proteina non favoriscono il cancro anche se assunti in dosi elevate.
UNA DIETA E UNO STILE DI VITA SANI POSSONO PREVENIRE LA MAGGIOR PARTE DEI TUMORI
ALIMENTAZIONE • ALIMENTAZIONE EVOLUTIVA………………..
CARDIOPATIA DIABETE OBESITA’ ICTUS TUMORI IPERTENSIONE ARTRITE CATARATTA IMPOTENZA ALZHEIMER • POSSONO REGREDIRE MEDIANTE UNA DIETA SANA.
IMPORTANTE “Condurre ricerche sulle più minuscole componenti biochimiche degli alimenti e cercare di trarne ampie conclusioni riguardo alla dieta e alla salute conduce a risultati contradditori che a loro volta portano a scienziati confusi” ( C. Campbell )
PROTEINE ( alta-bassa qualità ) • Attraverso sistemi metabolici estremamente complessi, l’organismo umano può ricavare tutti gli amminoacidi essenziali dalla naturale varietà di proteine vegetali che troviamo ogni giorno.
CEREALI INTEGRALI • Farro • Segale • Frumento • Riso • Bulgar • orzo
LEGUMI fissatori di azoto • Arachidi • Alfalfa • Soia • Trifoglio • Piselli • fagioli
PROVA • STABILIRE UNA PROVA ASSOLUTA NEL CAMPO DELLA MEDICINA E DELLA SALUTE E’ PRESSOCCHE’ IMPOSSIBILE. • QUESTO PERCHE’ LA RICERCA IN AMBITO SANITARIO E’ INTRINSECAMENTE STATISTICA. • NON E’ MAI STATO DIMOSTRATO al 100% CHE IL FUMO CAUSI IL CANCRO AL POLMONE MA LE POSSIBILITA’ CHE CIO’ NON SIA VERO SONO ASTRONOMICAMENTE BASSE.
ALCOOL • Alcol moderato protegge il metabolismo • Un metanalisi ha verificato, in studi osservazionali, che l'assunzione moderata di alcol è associata a una ridotta probabilità di sviluppare la sindrome metabolica: vino birra o superalcolici da consumare durante la giornata, in quantità ben precise • Le linee guida sul consumo di alcol hanno fatto proprie le evidenze emerse da una metanalisi di studi osservazionali, pubblicata di recente su Atherosclerosis, che ha coinvolto, nel complesso, circa 40.000 soggetti. Gli autori hanno preso in considerazione tutte le pubblicazioni scientifiche rilevanti che avevano indagato la correlazione fra consumo di alcool e sindrome metabolica, con distinzione tra uomini e donne e tra quantità ben precise di alcol assunto. Dall'analisi degli studi è emerso che un consumo di alcool fino a, e non oltre, 40 g al giorno negli uomini, e 20 g al giorno nelle donne, era associato in maniera significativa a una ridotta incidenza della sindrome metabolica. Tali quantità sono il riferimento indicato nelle linee guida sul consumo di alcol, adottate dalla comunità scientifica, dal momento che, con questi livelli di consumo, la probabilità di sviluppare la sindrome si riduceva del 16% circa tra gli uomini e del 25% tra le donne rispetto a quanto osservato tra gli astemi. Con un consumo più elevato il vantaggio protettivo si riduceva e perdeva di significato statistico. Gli autori, inoltre, non hanno notato particolari differenze tra bevande: vino birra e liquori sembrano, infatti, avere tutti la stessa azione. "Il dibattito sulla fonte di alcol - spiega Andrea Poli, direttore scientifico di NutritionFoundationof Italy (NFI) - riconduce all'importanza della quantità di alcol indipendentemente dalla bevanda, anche se è indubbio il valore nutrizionale dei polifenoli presenti nel vino rosso, elemento caratteristico della dieta mediterranea". Secondo la NFI, l'effetto protettivo potrebbe essere dovuto, almeno in parte, all'azione antinfiammatoria che l'alcool ha mostrato in numerosi studi. Ma anche gli effetti favorevoli dell'alcool sulla colesterolemia HDL e sulla sensibilità all'insulina possono contribuire a spiegare il ruolo protettivo osservato. Le linee guida specificano che per raggiungere e non superare le quantità moderate si possono assumere fino a tre bicchieri di vino, fino a tre boccali di birra e fino a tre bicchierini di superalcolico al giorno. "Per quanto non ci siano indicazioni specifiche sulle modalità di consumo - chiarisce Poli - tali consumi vanno intesi secondo l'approccio mediterraneo che prevede il consumo di alcol durante i pasti, per evitare picchi di alcolemia dannosi per altri motivi per la salute". FontiAtherosclerosis, 2009 June; 204 (2): 624-35 NutritionFoundationof Italy
ALCOOL • Sindrome metabolica, alcol dannoso anche se moderato • TAGS: MALATTIE DEL METABOLISMO, SINDROME METABOLICA X, RESISTENZA ALL'INSULINA • ARTICOLI CORRELATI • 06-11-2012 | Con sindrome metabolica aumenta rischio di gonartrosi • 24-09-2012 | Gamma-Gtmarker di sindrome metabolica e ridotta Igt • 17-07-2012 | Sindrome metabolica, regredisce se cambia lo stile di vita • Il rischio di andare incontro alla sindrome metabolica (Sm) aumenta in relazione al consumo di alcolici: secondo quanto emerge dallo studio condotto da Maria T. Barrio-Lopez dell’Università di Navarra in Spagna e pubblicato su Clinicalnutrition, basta il consumo di una bevanda alcolica al giorno per far aumentare significativamente le probabilità. Lo studio ha seguito per più di sei anni 8.103 partecipanti di età media pari a 35,4 anni, laureati, in buona forma fisica e con un’alimentazione di tipo mediterraneo, al reclutamento privi di sintomi associati alla sindrome metabolica. I ricercatori hanno diagnosticato i nuovi casi di Sm seguendo i cinque parametri definiti congiuntamente dall’International diabetesfederation, dall’American heartassociation e dal National heart, lung, bloodinstitute. Secondo questa definizione la diagnosi di Sm viene fatta in presenza di almeno tre requisiti tra valore elevato del girovita, trigliceridi alti, bassi valori di colesterolo Hdl, ipertensione e iperglicemia a digiuno. Le abitudini alimentari sono state valutate attraverso un questionario semi-quantitativo validato in Spagna con 139 voci, che includeva domande sullo stile di vita, sesso, età, anni di università, dati antropometrici, fumo e attività fisica, e infine storia clinica del paziente. Ai partecipanti è stato chiesto di indicare tipo (birra, vino rosso, altri tipi di vino, superalcolici) e frequenza (giornaliera, settimanale, solo nei weekend e mensile) nel consumo degli alcolici. Durante il follow-up (durato in media sei anni) sono stati identificati 341 nuovi casi di sindrome metabolica su 8103 partecipanti, pari a un'incidenza del 4,2%. Chi consumava una quantità pari o superiore a sette drink alcolici a settimana ha mostrato un rischio significativamente più alto di sviluppare la sindrome metabolica, rispetto ai non bevitori. In aggiunta a questo dato è stato dimostrato che i parametri più a rischio nei bevitori sono l’alto valore di trigliceridi nel sangue, la glicemia elevata a digiuno e – per chi consuma birra – i bassi valori di colesterolo HDL. Il rischio è apparso più elevato in chi concentrava il consumo (tipicamente nei due giorni del week-end). «Questa incidenza – come scrive l’autore nel paper – è inferiore a quella descritta nella popolazione spagnola, proprio come ci si aspetterebbe in una coorte di giovani adulti attivi, con un basso BMI, una buona istruzione e privi inizialmente di qualsiasi sintomo di sindrome metabolica, ma è tuttavia indicativa dell’aumento di rischio associato al consumo di alcol, da confermare con ulteriori studi».
CANCRO • FASE DI INIZIAZIONE • FASE DI PROMOZIONE • FASE DI PROGRESSIONE • …MORTE
FASE DI INIZIAZIONE • FAVORITA DAI CARCINOGENI (SOTTOPRODOTTI DEI PROCESSI INDUSTRIALI COME PCB, AFLATOSSINA, BENZOPIRENE ETC.) • PROVOCANO UNA MUTAZIONE AI DANNI DEL DNA ( AF-MFO – ossidasi a funzione mista - ) • IL SUO COMPLETAMENTO E’ CONSIDERATO IRREVERSIBILE
FASE DI PROMOZIONE • SI SVOLGE IN UN PERIODO DI TEMPO DI ANNI • LE CELLULE CANCEROSE INIZIALI NON SI MOLTIPLICANO IN ASSENZA DI CONDIZIONI GIUSTE • E’ REVERSIBILE
FASE DI PROGRESSIONE • OVVERO QUANDO UN TUMORE, ORAMAI CONSIDERATO MALIGNO, ABBANDONA LA SUA RESIDENZA INIZIALE E COMINCIA A VAGARE… • METASTASI
THE CHINA STUDY • Dopo l’iniziazione con AF i foci crescono ( entrano in fase di promozione ) molto di più con una dieta con il 20% di proteine che con una al 5%. • Nel corso della Promozione le proteine hanno la meglio sul carcinogeno, indipendentemente dalla dose di esposizione iniziale. • La crescita dei foci può essere invertita, verso l’alto o il basso, modificando la dose di proteine
THE CHINA STUDY • Impronta genetica: il corpo non dimentica le offese… • I foci non si sviluppano fino a circa il 10% di proteine alimentari. • L’americano medio consuma il 15-16% di proteine • Il 10% di proteine equivale a mangiare 50-60 g di proteine al giorno.
ALIMENTAZIONE • 12 g di proteine in 100 calorie di spinaci ( 425 g ) • 5 g di proteine in 100 calorie di ceci crudi ( 2 cucchiai da tavola ) • 13 g di proteine in 100 calorie di bistecca di manzo ( ca 42 g ) • …una dieta a basso contenuto proteico potrebbe annullare l’effetto cancerogeno di un carcinogeno potentissimo come l’aflatossina!
ALIMENTAZIONE • CARNEMaiale, manzo, vitello, vitellone (bistecca): 100-150 gCoscia di pollo: 120 gAla di pollo: 80 gPetto di pollo: 120 gFetta di prosciutto: 20 gFetta di salame: 10 gWurstel: 30 gPESCEFiletto di alice sottolio: 15 gSogliola (filetto): 100 gTonno (scatola piccola): 80 gTonno (scatola grande): 170 gTrota: 130-200 gFiletto di merluzzo: 100-120 gUOVA E LATTICINIUovo: 60 gLatte: 130 g (bicchiere), 250 g (tazza)Yogurt (125 g)Gelato (coppetta): 200 gMozzarella: 120 gRicotta: 70 g
ALIMENTAZIONE • Il latte materno contiene circa 1 g di proteine ogni 100 ml, ovvero il 6-8 % del totale calorico. • Il latte vaccino ha un contenuto proteico 4 volte superiore al latte materno.
PROTEINE VEGETALI • Non promuovono la crescita del cancro, neppure se assunte in dosi elevate. • Il glutine non produce l’effetto della caseina neppure se somministrato allo stesso dosaggio del 20% • I ratti alimentati con diete costituite per il 20% da proteine della soia non formavano foci iniziali, come quelli alimentati con il 20% di proteine del frumento
IN DEFINITIVA: • Le proteine del latte vaccino sono un promotore straordinariamente potente del cancro nei ratti a cui è stata somministrata l’aflatossina. • Questo effetto di Promozione si verifica a livelli di proteine alimentari ( 10-20% ) comunemente usati, sia nei roditori che negli esseri umani.
IN DEFINITIVA La fase di iniziazione è molto meno importante di quella di promozione del cancro. L’alimentazione è molto più importante rispetto alla dose del carcinogeno che ha provocato l’iniziazione. Le sostanze nutritive provenienti da cibi di origine animale incrementano lo sviluppo del tumore, mentre quelle provenienti da cibi di origine vegetale lo riducono.
LA GENETICA • ESSA DETERMINA SOLO UNA PERCENTUALE PARI AL 2-3% DEL RISCHIO TOTALE DI CANCRO.
IL COLESTEROLO • Livello medio di colesterolo nella Cina rurale: 127mg/dl. • Livelli più bassi di colesterolo endogeno sono correlati a livelli più bassi di cardiopatie e cancro. • E’ difficile assistere ad un decesso dovuto a cardiopatia in pazienti con livelli di colesterolo inferiori a 150 mg/dl.
IL COLESTEROLO • I cibi di origine animale sono correlati all’aumento di colesterolo endogeno. • Il consumo di proteine animali causa l’aumento di colesterolo nel sangue. • Anche i grassi saturi e il colesterolo alimentare aumentano il livello di colesterolo endogeno anche se in minor grado rispetto alle proteine.
TUMORE AL SENO • Una dieta ad alto contenuto lipidico ( e quindi proteico – correlazione 70-84% ) è associato ad un tasso di colesterolo elevato e a livelli più elevati di estrogeni prima (aa 35-44 ) e di prolattina poi ( aa 55-64 ). • Dieta lipidica, colesterolo alto, estrogeni alti, prolattina alta sono associati con una maggior incidenza di cancro al seno e con il menarca precoce ( e la menopausa ritardata ).
LE FIBRE • Non vengono digerite. • Trattengono acqua nell’intestino. • Catturano pericolose sostanze che transitano nell’intestino. • Sono fatte da molecole di carboidrati molto complesse. • Non hanno calorie e anzi diluiscono la densità calorica degli alimenti e creano senso di sazietà.
LE FIBRE • Una scarsa assunzione può portare a: • Cancro dell’intestino crasso. • Diverticolosi. • Emorroidi. • ipercolesterolemia