740 likes | 928 Views
UN VULCANICO NORD-EST. Per molte persone, il M. Summano rappresenta un vulcano ormai spento (anche se non si sa mai). …ma il fatto di essere quasi completamente formato da una roccia sedimentaria, la dolomia, smentisce categoricamente questa leggenda.
E N D
Per molte persone, il M. Summano rappresenta un vulcano ormai spento (anche se non si sa mai)...
…ma il fatto di essere quasi completamente formato da una roccia sedimentaria, la dolomia, smentisce categoricamente questa leggenda.
Ciò non significa che il territorio veneto, e in particolare quello vicentino, sia sempre stato privo di questi spettacolari apparati.
TERZIA RIA Nella storia geologica dell’Italia nordorientale si sono succeduti numerosi episodi vulcanici. SECONDARIA ERA PRIMARIA
Vulcanismo paleozoico della Carnia Carbonifero superiore (300 My)
Vulcanismo atesino (porfidi di Bolzano) Permico superiore (270-275 My)
Ladinico (200 My) Vulcanismo ladinico recoarese
Oligocene (35-25 My) Paleocene-Eocene medio (60-40 My) Vulcanismo lessineo-berico e marosticano
Eocene superiore-Oligocene (30-25 My) Vulcanismo dei Colli Euganei
Vulcanismo paleozoico della Carnia Il più antico ciclo testimoniato nel Nordest: la Catena Carnica è l’unica parte delle Alpi Meridionali ad aver conservato la sequenza completa del Paleozoico. M. Dimon: rocce vulcaniche basiche sottomarine
Vulcanismo sottomarino di rift: la crosta si assottiglia in seguito all’allontanamento reciproco delle placche litosferiche.
La crosta continentale si lacera... ...una parte sprofonda: si forma una fossa (graben)... …che porta alla formazione di un mare.
In quel periodo, la disposizione dei continenti era molto diversa dall’attuale. L’allontanamento delle placche portò alla formazione di un rift nell’attuale Carnia.
Lungo le fratture (faglie distensive) il magma risalì dal mantello, generando un diffuso vulcanismo.
Un corrispondente odierno: La Rift valley dell’Africa orientale.
Il distacco dei continenti provoca la risalita dei magmi dal mantello e la formazione di vulcani.
Le rocce vulcaniche della Carnia si formarono in questo modo, testimoniando questo fenomeno dopo milioni di anni. M. Paularo: affioramenti di rocce vulcaniche
I porfidi di Bolzano Si formarono tra 270 e 275 milioni di anni fa in un’area sprofondata della crosta, oggi nota come Caldera di Bolzano. Val d’Adige: Castelvarco
Un’area quasi circolare di 60-70 km di diametro, limitata da grandi faglie, iniziò a sprofondare. Le fratture crostali (faglie) delimitavano l’area di accumulo dei magmi e ne permettevano la risalita.
Il materiale eruttato riempiva la caldera, che sprofondava ulteriormente sotto il peso della stessa lava.
Le lave, fittamente stratificate, formano ora i ben noti porfidi di Bolzano (geologicamente rioliti), che vengono estratti in numerose cave per essere usati nelle pavimentazioni.
La fitta stratificazione dei porfidi è stata a lungo un rompicapo per i geologi. Le rioliti sono lave acide, viscose e poco inclini a scorrere in lame sottili e facili al distacco, come sono quelle che si osservano a Bolzano.
Cosa usciva dai crateri? Dopo le prime colate, di vera lava, il vulcano atesino emise soprattutto ignimbriti: nubi ardenti di ceneri, lapilli e gas caldi, come quella che distrusse Pompei. Campi Flegrei: ignimbrite campana.
Pur con molte differenze, l’area vesuviana-flegrea rappresenta oggi questo tipo di vulcanismo
Campi Flegrei: vulcano esplosivo policentrico a forma piatta. Prevalente emissione di ignimbriti. Vesuvio: vulcano esplosivo a forma conica. Prevalente emissione di lava.
Anche a Bolzano, l’alto numero di bocche esplosive rende impossibile la definizione del centro principale Crateri principali
Le vulcaniti ladiniche del Recoarese Nel Ladinico (Triassico inferiore, circa 220 milioni di anni fa) la cosiddetta “area di Recoaro” fu interessata a intenso vulcanismo.
Vennero emessi magmi di diversi tipi, con caratteristiche simili a quelle degli attuali archi insulari del Pacifico (es. Giappone). Le lave formano un pacco spesso 3-400 metri. Riodacite: Spitz dei Giotti di Valli del Pasubio
In una prima fase si formarono colate laviche, soprattutto sottomarine, con caratteristiche acide. l vulcanismo è di tipo esplosivo, con episodi ignimbritici. Breccia riolitica: Busellati di Recoaro
Le lave lacerarono gli strati rocciosi preesistenti, raffreddandosi nelle spaccature e formando filoni. Filone riolitico: Passo di Campogrosso.
Una seconda fase vide i magmi intrudersi nei piani di stratificazione, sollevandoli e generando ammassi lenticolari (laccoliti). Spitz dei Giotti, Valli del Pasubio
In un territorio coperto da un mare poco profondo... …un’intrusione di magma inarca gli strati, dapprima senza lacerarli... …poi rompendo in parte la copertura, con o senza eruzioni di lava. La fine del vulcanismo riporta la calma e la sedimentazione riprende.
Un esempio piuttosto noto è alla base della catena del M. Baffelan - M. Cornetto. Il laccolite è parzialmente coperto da rocce sedimentarie, in seguito erose in forme dolomitiche.
Il ciclo vulcanico lessineo - berico - marosticano Già dall’inizio del Terziario, 60-65 milioni di anni fa, il Veneto occidentale fu interessato da un esteso vulcanismo. M. Mucchione (elMución)
L’area interessata fu molto ampia e si spostò progressivamente da Ovest a Est. Il vulcanismo durò per quasi 50 milioni d’anni.
La risalita di magmi fu innescata da un inarcamento della crosta dovuto alla formazione appena iniziata della catena alpina. Le Prealpi Venete erano al margine del territorio in fase di sollevamento.
Nell’antico Vicentino, il paesaggio era quello di una laguna tropicale, qua e là punteggiata da vulcani.
Al di sotto, la crosta sprofondava, formando un’enorme struttura riempita di lava e sedimenti: Graben Alpone-Chiampo.
Poco più tardi, anche la zona tra Thiene e Bassano (“Marosticano”) venne ampiamente interessata da fenomeni vulcanici per risalita di magmi profondi.
La roccia più tipica di questo tipo di vulcanismo è il basalto, nero e pesante. A differenza della riolite (“porfido”) la sua origine è molto profonda.
Nell’area lessineo-berica-marosticana si trovano numerosi tipi di basalto, corrispondenti a diversi ambienti di eruzione.
I basalti a cuscino (pillow-lavas) indicano un vulcanismo di mare profondo. Basalti a cuscino (pillows): Pozzati di Cima, Monte di Malo Basalti a cuscino (pillows): Hawaii
Quando i basalti vengono eruttati sott’acqua, formano comunemente cuscini. L’eruzione produce sbuffi di lava, che formano subito una crosta vetrosa. La pressione dei gas fa espandere gli sbuffi, che assomigliano così a cuscini. Basalti a cuscino (pillows): Hawaii
Abbastanza comuni sono le brecce d’esplosione, che indicano la vicinanza di un centro eruttivo. Brecce d’esplosione: M. Faldo Eruzione con emissione esplosiva di proiettili: Etna
Frammenti bianchi: resti della parete del camino vulcanico, in rocce calcaree. Brecce d’esplosione: Fosse di Novale, Valdagno Talvolta, le brecce d’esplosione occupano lo stesso camino.
Il paesaggio dei Monti Lessini è caratterizzato da piccoli monti di forma conica, localmente chiamati purghe (ted. Burg = castello) Neck di lava: M. Mucchione Neck di lava: Purga di Bolca
Si tratta di necks: strutture vulcaniche a forma di collo, formate da lava solidificata in un antico condotto vulcanico e poi messe a nudo dall'erosione.
Spesso la lava dei camini si presenta in forma di fascio di colonne a sezione pentagonale o esagonale Neck di lava: M. Madarosa, Chiampo Neck di lava: Devils’ Tower, Wyoming