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Il giappone

Il giappone . REALIZZATO DA:. MARIA PAOLA CUOMO. FRANCESCA GARGIULO. FRANCESCA PERNA. CAMILLA ROSSI. LUDOVICA ROSSI. Centrale nucleare. Storico. Geografico. Deriva dei continenti. Catastrofe. Giappone. Tettonica a placche. Terremoti. Struttura della Terra. Terra. Tsunami.

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Presentation Transcript


  1. Il giappone REALIZZATO DA: MARIA PAOLA CUOMO FRANCESCA GARGIULO FRANCESCA PERNA CAMILLA ROSSI LUDOVICA ROSSI

  2. Centrale nucleare Storico Geografico Deriva dei continenti Catastrofe Giappone Tettonica a placche Terremoti Struttura della Terra Terra Tsunami

  3. Storia del Giappone L’antico nome del Giappone è Nippon, il “Paese del Sol Levante”,divenuto uno Stato unitario nel VII sec. a.C. Nel corso dei secoli ha subito l’influenza della Corea e della Cina,da cui ha preso l’arte dell’agricoltura e l’arte di tessere la seta. Nel periodo della colonizzazione europea il Giappone si è chiuso alla penetrazione occidentale,cercando di difendere la propria identità culturale, ed è rimasto fino alla metà dell’800 un Paese organizzato con una struttura di tipo medievale. Nel 1854 fu costretto ad aprirsi al commercio internazionale ed iniziò un rapido processo di industrializzazione,che lo trasformò in una nazione potente economicamente e militarmente. Attualmente è una Monarchia costituzionale, in cui l’imperatore ha una funzione rappresentativa e il potere è affidato al Parlamento.

  4. Il giappone Il territorio del Giappone è costituito da quattro grandi isole, Hokkaido, Honshu Shikoku , Kyushu e da piccole isole sparse per il Pacifico. La cima più alta è costituita dal Fuji Yama ,un vulcano dalla vetta innevata. Il Mar del Giappone separa ad ovest il Paese dalla Cina. I fiumi sono brevi e a carattere torrentizio. Il Paese ha un clima molto vario : da temperato freddo a nord diviene più mite a sud. L’agricoltura impiega una piccola parte della popolazione il prodotto principale è il riso. Per la pesca il Giappone è al secondo posto , riguardo all’allevamento si alleva bovini e suini. Inoltre il Paese è il secondo produttore al mondo di seta. Il settore industriale è molto sviluppato , è molto elevato il tasso di inquinamento perciò gli abitanti di Tokyo devono difendersi dai gas tossici con le mascherine. Il Giappone è la secondo potenza economica nel mondo. Il turismo è in forte sviluppo. La capitale è Tokyo , nel XX secolo due avvenimenti sconvolsero la città: Il terremoto del 1932 e i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Kyoto è l’antica capitale ed ha un grande richiamo turistico. Yokohama è un importante porto , Hiroshima e Nagasaki famose per essere state colpite dalle prime bombe atomiche. Oggi le due città sono importanti industrie cantieri navali. Il Giappone è una zona che presenta frequenti scosse sismiche

  5. La catastrofe in Giappone L’11 marzo 2011 un terremoto devastante di intensità pari a 8,8 gradi della scala Richter ha spostato l’asse terrestre di circa 10 cm il settimo nella storia del pianeta e il primo in Giappone ha investito Tokyo. Le autorità hanno dato subito l’allarme tsunami avvertendo che il movimento tellurico avrebbe potuto generare un’onda anomala alta ben 6 metri. Durante la notte terribili scosse di assestamento e quattro fortissimi terremoti tutti superiori al sesto grado della scala Richter. Come preannunciato , l’ onda anomala si è abbattuta sulle coste giapponesi. La prima scossa, aveva un epicentro ad una profondità di 24,4 chilometri. Lo spostamento dell‘ asse terrestre può avere ripercussioni sulla durata del giorno solare. Si tratta comunque di cambiamenti minimi e impossibili da percepire. Già dopo il terremoto di Sumatra del 2004 le giornate si erano accorciate di 6,8 milionesimi di secondo e il terremoto in Cile del 2010 le ha abbreviate di 1,26 milionesimi di secondo

  6. PRIMA DOPO

  7. PRIMA DOPO

  8. i terremoti • I terremoti o sismi si manifestano come rapidi movimenti della crosta terrestre provocati dalla liberazione di grandi quantità di energia in breve tempo. L’energia si accumula nelle rocce del sottosuolo e viene liberata da una zona detta ipocentro del terremoto e la frattura si definisce faglia. Dall’ipocentro hanno origine le onde sismiche che possono essere di diverso tipo: onde longitudinali e onde trasversali che a loro volta si dividono in onde prime e seconde. L’epicentro è una zona che si trova in superficie da cui partono altre onde sismiche: le onde superficiali che si propagano in tutte le direzioni. L’ampiezza di un terremoto si misura con sismografi, l’intensità di un terremoto è misurata utilizzando due tipi di scala: la scala Mercalli e la scala Richter. La scala Mercalli classifica i terremoti suddividendoli in 12 gradi in base ai danni prodotti sulla superficie terrestre. La scala Richter invece , classifica i terremoti in base alla magnitudo ovvero in base all’energia liberata

  9. t s u n a m i I terremoti con epicentro in fondo al mare si chiamano maremoti , possono generare onde molto veloci in grado di attraversare interi oceani rapidamente. Quando arrivano in prossimità delle coste si innalzano notevolmente prendendo il nome di tsunami.

  10. La terra La Terra il terzo pianeta in ordine di distanza dal Sole, ed il più grande dei pianeti terrestri del sistema solare, sia per quanto riguarda la massa sia per il diametro. È il pianeta su cui vivono tutte le specie viventi conosciute, l'unico corpo planetario del sistema solare adatto a sostenere la vita: sulla sua superficie infatti si trova acqua in tutti e tre gli stati (solido, liquido, gassoso) e un'atmosfera composta in prevalenza da azoto e ossigeno. Questa, assieme al suo campo magnetico, la protegge dai raggi cosmici. La Terra ha la forma di una sfera leggermente schiacciata ai due poli, compie due movimenti importanti : ROTAZIONE E RIVOLUZIONE

  11. LA STRUTTURA DELLA TERRA • La parte più esterna della terra è la crosta che ha spessore variabile: in corrispondenza dei continenti e degli oceani. Il passaggio dalla crosta al mantello è segnato dalla superficie di Moho, nome che deriva dello studioso Mohorovicic, che l’ha individuata all’ inizio del ‘900. • Il Mantello terrestre rappresenta l’82% del volume della terra e si estende fino a 2900 km di profondità . La temperatura sale da poche centinaia di gradi in prossimità della crosta fino a circa 3000°C in prossimità del nucleo . Il mantello è composto da rocce più dense rispetto a quelle della crosta. CROSTA MANTELLO

  12. Nucleo interno-esterno • A 2900 Km di profondità è presente un’ altra superfice discontinuità che separa il mantello dal nucleo esterno . Fu scoperto dallo studioso di origine tedesca Beno Gutenberg da cui il nome discontinuità di Gutenberg . • A 5000 km di profondità si trova l’ultima superficie che separa il nucleo esterno da quello interno , scoperta da una studiosa danese, Inge Lehman(discontinuità di Lehman). • Il nucleo interno a differenza di quello esterno , è solido poiché la pressione elevatissima ne impedisce la fusione

  13. Tettonica a placche Secondo la teoria della tettonica a placche , esse rivestono la crosta terreste suddivisa in blocchi rigidi . L’ attività sismica è quella vulcanica sono localizzate lungo i margini della placca, le placche principali sono 7 : -nord americana che comprende l’ America del nord e metà dell’ Atlantico settentrionale . -euroasiatica comprende l’ Europa e quasi tutta l’ Asia con una parte di oceano atlantico e pacifico - Africana compre tutta l’ Africa e una parte di Atlantico e pacifico -pacifica comprende solo l’ Oceania senza continenti -indo-australiana comprende l’ india l’ Australia e una parte di oceano indiano e pacifico - Antartica comprende l’ Antartide e le parti di oceano intorno e infatti nel mediterraneo le placche di minore importanza sono quella adriatica e turca • La CROSTA TERRESTRE non è immobile ma è divisa in porzioni chiamate ZOLLE o PLACCHE, "gigantesche zattere" su cui sono deposti interi CONTINENTI o parti di oceani e di continenti, che si muovono per effetto dei MOTI CONVETTIVI sul MANTELLO sottostante. • Le zolle formate da sola crosta oceanica sono dette Zolle Oceaniche, mentre quelle su cui si trovano interi continenti o parti di essi si chiamano Zolle Continentali. • In conseguenza di questi MOVIMENTI può accadere che due placche si allontanino l'una dall'altra. In questo caso si parla di PLACCHE DIVERGENTI o di MOVIMENTI DIVERGENTI delle placche.

  14. Invece se due placche si avvicinano una all'altra arrivando ad una collisione, allora si parla di PLACCHE CONVERGENTI o di MOVIMENTI CONVERGENTI delle placche. Le aree in cui la CROSTA OCEANICA si distrugge perché una zolla viene spinta in basso fino a penetrare nel MANTELLO si chiamano zone di SUBDUZIONE. • Quando due placche si avvicinano si verificano due possibilità: • lo scorrimento di una placca sotto l'altra che provoca VULCANI e TERREMOTI e fa emergere catene montuose (come le ANDE) • lo scontro tra due placche, che si inarcano, si accavallano e si ripiegano, generando catene montuose a pieghe come l'HIMALAIA, attività vulcaniche e terremoti. Così probabilmente si sono fornate anche le ALPI. • L'allontanamento di due PLACCHE provoca un'espansione dei FONDALI marini e la creazione di una frattura (RIFT) dalla quale il MAGMA risale e forma una catena montuosa sottomarina: la DORSALE medio oceanica.

  15. La deriva dei continenti • Osservando il profilo dell’Africa e dell’America che si affacciano sull’Atlantico meridionale gli studiosi già nel 1600 si accorsero guardando le cartine geografiche dell’epoca , che le coste tra i due continenti avevano una certa corrispondenza . Nel 1920 uno studioso austriaco Alfred Wegener riprese quest’idea e si dedicò alla raccolta di ulteriori prove che le potessero confermare . Wegener infatti trovo dei fossili (risalenti a 250-300 milioni di anni prima) identici nelle zone dei due continenti che si ipotizzavano essere uniti . Quindi dedusse che in quell’epoca i due continenti fossero uniti e che successivamente si fossero allontanati l’uno dall’altro come una nave che va alla deriva . Ulteriori ricerche di Wegener lo portarono a scoprire che l’emisfero Sud fu interessato proprio in quell’epoca()da un estesa glaciazione grazie al ritrovamento di fossili tipici dei climi rigidi . La teoria fu definita teoria della deriva dei continenti perché Wegener ipotizzò che fino a 200 milioni di anni fa tutti i continenti fossero uniti in un unico super continente che chiamo Pangea(“tutta la terra”) e che dalla parte opposta del globo fosse presente un unico oceano che chiamo panthalassa (tutto il mare).Secondo Wegener la Pangea si frantumò inizialmente in due continenti Laurasia e Gondwana ,tra cui si formo un mare la tetide . Successivamente con molta lentezza i due continenti si frantumarono ancora andando alla deriva come enormi zattere sull’oceano . La teoria non fu accettata dalla comunità scientifica dell’epoca perché Wegener non riuscì a spiegare le cause che avevano portato alla frantumazione della Pangea.

  16. Schema dell’evoluzione dei continenti dalla Pangea ai giorni nostri, secondo Wegener Le coste dell’ Africa e dell’ America hanno un profilo complementare che suggerisce l’idea che un tempo i due continenti fossero uniti.

  17. La centrale nucleare • L’11 marzo un devastante terremoto di intensità 8.9/9 sulla scala Richter colpisce il Giappone e la centrale di Fukushima Daiich. Secondo quanto previsto dai sistemi di sicurezza i tre reattori attivi della centrale sono stati automaticamente arrestati attraverso l’inserimento delle barre di controllo all’interno del nocciolo del reattore che hanno bloccato le reazioni di fissione nucleare Contemporaneamente i sistemi di raffreddamento di emergenza sono entrati in funzione, iniziando ad abbassare la temperatura all’interno dei reattori, nei quali i prodotti di fissione altamente radioattivi continuano a generare una notevole quantità di calore. Qualche minuto dopo la prima violentissima scossa di terremoto, uno tsunami generato dal sisma ha investito la centrale mettendo fuori uso i generatori diesel che garantivano il funzionamento delle pompe di raffreddamento. Dopo numerosi tentativi nel cercare di mantenere elevato il livello dell’acqua all’interno dei nuclei dei reattori i tecnici hanno cominciato ad immettere nei reattori acqua di mare additività con acido borico, in modo da ricoprire le barre di combustibile ed abbassarne la temperatura, scongiurandone così la fusione. Nonostante ciò secondo quanto riferito dalla società che gestisce l’impianto, le barre di combustibile contenute nei reattori attivi al momento del terremoto e le barre di combustibile contenute nella piscina di raffreddamento del reattore numero 4, spento prima del sisma, sono rimaste scoperte per un periodo sufficientemente prolungato da portare la temperatura delle barre di combustibile a livelli tali da rendere possibile una rapida ossidazione dello zirconio, metallo di cui è costituita la parte più esterna degli elementi di combustibile. Nei reattori nucleari deve essere costantemente assicurata la presenza di un livello d’acqua sufficiente a coprire interamente gli elementi di combustibile. In caso contrario, il calore di decadimento prodotto dagli elementi radioattivi contenuti nel combustibile può causare la produzione di idrogeno ed il danneggiamento delle barre, con la conseguente fuoriuscita di isotopi radioattivi che possono contaminare l’acqua di raffreddamento, nonché la fusione del combustibile.

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