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CIM – CORSO DI SOCIOLOGIA - II PARTE

CIM – CORSO DI SOCIOLOGIA - II PARTE. ORDINE E CONTROLLO SOCIALE ORDINE SOCIALE: RETE DI INTERDIPENDENZA, INTERNA AD OGNI SOCIETA’, CHE LEGA INSIEME INDIVIDUI SEMPRE PIU’ DIVERSI SOLIDARIETA’ MECCANICA SOLIDARIETA’ ORGANICA. ALCUNE SPECIFICAZIONI SUL CONCETTO DI ORDINE SOCIALE :

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  1. CIM – CORSO DI SOCIOLOGIA - II PARTE • ORDINE E CONTROLLO SOCIALE • ORDINE SOCIALE: RETE DI INTERDIPENDENZA, INTERNA AD OGNI SOCIETA’, CHE LEGA INSIEME INDIVIDUI SEMPRE PIU’ DIVERSI • SOLIDARIETA’ MECCANICA • SOLIDARIETA’ ORGANICA

  2. ALCUNE SPECIFICAZIONI SUL CONCETTO DI ORDINE SOCIALE : ORDINE COME RISULTATO DELLA COERCIZIONE, BASATO SUL TIMORE CHE GLI INDIVIDUI HANNO NEI CONFRONTI DEL MANCATO RISPETTO DELLE NORME ORDINE BASATO SULL’INTERESSE AD AVERE UN CONTRATTO O A TENER CONTO DELL’AZIONE ALTRUI ORDINE BASATO SUL CONSENSO AD ALCUNI VALORI COMUNI, QUALE CONDIZIONE DELLA STABILITA’ E DELLA CONTINUITA’ DELLA SOCIETA’ ORDINE BASATO SULL’INERZIA, INTESA COME RAFFORZAMENTO DELL’ESISTENTE O OPPOSIZIONE AL CAMBIAMENTO.

  3. Il controllo sociale è l’insieme delle azioni che vengono messe in atto per rendere i comportamenti degli individui rispettosi e conformi alle aspettative e alle norme sociali di un determinato contesto. Si realizza attraverso un processo interno: l’interiorizzazione delle norme, e attraverso processi esterni di punizione e ricompense

  4. SE IL COMPORTAMENTO NON E’ CONFORME CI TROVIAMIAMO DI FRONTE AD UNA DEVIANZA “Non bisogna dire che un atto urta la coscienza comune perché è criminale,ma è criminale perché urta la coscienza comune” La devianza è un atto o un comportamento di una persona o di un gruppo che viola le norme di una collettività e che di conseguenza va incontro a qualche forma di sanzione Reato: un comportamento che viola una norma del codice penale e che viene sanzionato penalmente CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  5. L’adattamento individuale secondo Merton CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  6. Le norme sociali sono le regole scritte o non scritte di una particolare società. • Le norme prescrivono come concretamente devono comportarsi individui e gruppi in determinate situazioni. Per esempio: stringere la mano destra quando si saluta; alzarsi in piedi quando viene suonato l'inno nazionale; oppure in autostrada "non sostare in corsia di emergenza". • Le norme rappresentano il sistema di aspettative che il gruppo ha rispetto a coloro che ne fanno parte. In qualche misura le norme sono sempre vincolanti: la loro violazione viene punita con delle sanzioni mentre la loro osservanza viene premiata con delle ricompense. • Nelle società complesse l'osservanza delle norme non è lasciata semplicemente alla pressione e al controllo sociale informale della collettività, ma è affidata, per gli aspetti più rilevanti, ad organizzazioni che assicurano il mantenimento dell'ordine sociale  

  7. IL SIGNIFIVATO DELLE SANZIONI • Vendetta e rafforzamento della norma • Atto di prudenza/riduzione del rischio • Riparazione • Educazione CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  8. LA TEORIA DEL CONTROLLO SOCIALE QUALI FATTORI FRENANO UNA PERSONA DAL COMPIERE REATI? UNA PERSONA COMPIE REATI QUANDO IL VINCOLO CHE LO LEGA ALLA SOCIETA’ E’ MOLTO DEBOLE LA TEORIA DELLA SUBCULTURA UN INDIVIDUO COMMETTE REATI PERCHÉ VIVE O SI E’ FORMATO IN UNA SUBCULTURA,CHE HA VALORI E NORME CHE IN PARTE DIFFERISCONO DA QUELLI GENERALI E CHE VENGONO TRASMESSI DA UN GRUPPO AD UN ALTRO CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  9. LA TEORIA DELL’ ETICHETTAMENTO (labeling theory) LE REAZIONI SOCIALI ALLE TRASGRESSIONI RIDEFINISCONO I COMPORTAMENTI E LA COLLOCAZIONE SOCIALE DI UNA PERSONA LO STIGMA: UNA CARATTERISTICA DI UNA PERSONA O DI UN GRUPPO, CONSIDERATA UNA DEVIANZA, MOBILITA TENTATIVI DI PUNIZIONE O DI ISOLAMENTO DELLA PERSONA O DI UN GRUPPO CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  10. LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE Commettere un reato è una scelta di interesse per perseguire determinati obiettivi. I reati sono compiuti dalle persone normali • Devianza primaria • VIOLAZIONE DI NORME CHE HANNO SCARSA RILEVANZA PER IL SOGGETTO E NON HANNO CONSEGUENZE SANZIONATORIE • Devianza secondaria • VIOLAZIONE DI NORME CON UN EFFETTO DI CONDANNA DA PARTE DEGLI ALTRI CON INFLUENZE SULL’IDENTITA’ SOCIALE DELLA PERSONA CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  11. LA TRASGRESSIONE PUO’ ESSERE UNA FORMA DI RICCHEZZA SOCIALE E INDIVIDUALE. SE NON CI FOSSE CHI ESPLORA NUOVE POSSIBILITA’ NON CI SAREBBE CAMBIAMENTO. • IL RIBELLISMO PUO’ ESSERE SOLO UNA FORMA DI INSOFFERENZA, NON COSTRUTTIVA CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  12. LA TRASGRESSIONE E’ SPESSO LA NON CONDIVISIONE E UNA NUOVA RICERCA DEI MEZZI E DEI FINI • IL RIBELLISMO E’ SPESSO LA NON CONDIVISIONE DEI MEZZI • AZIONI COLLETTIVE • AZIONI INDIVIDUALI • CHI VUOLE FARE “IL DEVIANTE” TIENE CONTO DEI COSTI CHE QUESTO COMPORTA? CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  13. LA PROPOSTA DI NUOVE FORME DI • COMPORTAMENTI • RELAZIONI SOCIALI • ISTITUZIONI • STRUTTURA SOCIALE • DA LUOGO, DETERMINA DEI PROCESSI DI CAMBIAMENTO CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  14. IL MUTAMENTO SOCIALE È IL CAMBIAMENTO CHE SI PRODUCE NELLE STRUTTURE E NELLE ISTITUZIONI DEI SISTEMI SOCIALI. • IL MUTAMENTO SOCIALE E’ LA CONSEGUENZA DI PROCESSI DI DIFFERENZIAZIONE E DI SPECIALIZZAZIONE CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  15. I PROCESSI DI MUTAMENTO POSSONO PRENDERE CORPO ALL’INTERNO DI AMBITI SPECIFICI DEI SISTEMI SOCIALI (ECONOMICO, POLITICO, CULTURALE..) ED AVERE EFFETTI SU TUTTI GLI ALTRI AMBITI. • POSSONO ESSERE LA CONSEGUENZA DI CONFLITTI O POSSONO ESSERE DETERMINATI DAL PROPORSI DI LEADER CARISMATICI CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  16. L’ATTIVITA’ LAVORATIVA • SECONDO PARSONS LA MALATTIA E’ UNA FORMA DI DEVIANZA. • LA MALATTIA METTE IN DISCUSSIONE, FA USCIRE L’INDIVIDUO DALL’ORDINE IN CUI E’ INSERITO. • PER LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE QUESTO ORDINE E’ DETERMINATO DALLA COLLOCAZIONE IN ATTIVITA’ LAVORATIVE CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  17. L’ATTIVITA’ LAVORATIVA E’ UNO DEGLI ELEMENTI DETERMINANTI NELL’INDIVIDUAZIONE DELLA COLLOCAZIONE SOCIALE DI UN INDIVIDUO • LA DIVISIONE SOCIALE DEL LAVORO INDIVIDUA/ESPRIME LA DIVISIONE SOCIALE DEGLI INDIVIDUI CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  18. NELLA PRIMA FASE DELLA MODERNITA’ IL LEGAME TRA CAPITALE E LAVORO ERA DI RECIPROCA DIPENDENZA. • NELLA MODERNITA’ FLUIDA LA RIPRODUZIONE E LA CRESCITA DEL CAPITALE AVVIENE IN GRAN PARTE IN MANIERA INDIPENDENTE DAL COINVOLGIMENTO LOCALE CON IL LAVORO. CIM – Corso di Sociologia 2008-2009

  19. L’occupazione • Occupazione: lavoro remunerato di un singolo in una fase della sua vita • Forze di lavoro (popolazione attiva): occupati e in cerca di occupazione

  20. Forze di lavoro per condizione - dati destagionalizzati (migliaia di unità e variazioni congiunturali percentuali)

  21. Occupati per settore di attività economica (migliaia di unità)

  22. Tipo di occupazione • Tipica: rapporti di lavoro dipendente, professionisti, imprenditori • Atipica: • Part time • Formazione-lavoro • Apprendistato • Temporaneo/interinale • Nuovo precariato con la partita iva • Lavoro nero

  23. LE PRINCIPALI FONTI DI PROFITTO TENDONO SEMPRE PIU’ AD ESSERE LE IDEE ANZICHE’ GLI OGGETTTI FISICI. LE IDEE PRODUCONO RICCHEZZA A SECONDA DEL NUMERO DI ACQUIRENTI/CLIENTI/CONSUMATORI CHE RIESCONO AD ATTIRARE.

  24. La recinzione dei canali di entrata nel lavoro • cresce la difficoltà a trovare un lavoro • tra 1998 e 2002 le entrate nell'occupazione sono diminuite dell'8,6% passando da 1420 mila a 1298 mila • diminuiscono i rischi di perderlo • tra 1998 e 2002 le uscite dall'occupazione sono diminuite dell'1% passando da 1214mila a 1202mila; • il tasso di permanenza nell'occupazione è passato, tra 1998 e 2002, dal 93,8 a 94,2

  25. La cristallizzazione della disoccupazione • è sempre più difficile uscire dalla disoccupazione • tra 1998 e 2002 le uscite dalla disoccupazione sono diminuite del 22,1% passando da 1283mila a 999mila • il tasso di permanenza nella disoccupazione è passato da 51,8 del 1998 a 53,9 del 2002 • si prolungano i tempi di inattività • l'incidenza dei disoccupati di lunga durata è cresciuta dal 61,4% del 1999 al 63,4% del 2002 • aumenta la disaffezione verso il lavoro • il numero dei giovani in cerca di lavoro è diminuito del 6,1% tra 2001 e 2002

  26. Il congelamento delle posizioni professionali • CRESCE APPARENTEMENTE LA MOBILITÀ DEL SISTEMA … • IL TASSO DI ROTAZIONE (IL RAPPORTO TRA I CAMBIAMENTI DI LAVORO O DI TIPOLOGIA LAVORATIVA E LO STOCK DI OCCUPATI) PASSA DA 11,5 DEL 1998 A 13,5 DEL 2002, PER EFFETTO DELL'INCREMENTO DEL NUMERO DI LAVORATORI TEMPORANEI … • CONSOLIDAMENTO DELLE POSIZIONI DI PRIVILEGIO… • A TRE ANNI DI DISTANZA, RISULTA NELLA STESSA CONDIZIONE PROFESSIONALE NEL 2002 IL 95% DEI LAVORATORI A TEMPO INDETERMINATO E GLI AUTONOMI … • STABILIZZAZIONE DEL LAVORO A TEMPO • SOLO I LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO SONO RISULTATI PIÙ DINAMICI: DOPO TRE ANNI IL 47,6% RIESCE A TROVARE UN'OCCUPAZIONE A TEMPO INDETERMINATO; • MA LA MAGGIORANZA TENDE A STABILIZZARSI IN QUESTA CONDIZIONE: A DISTANZA DI UN ANNO, IL 47,7% È ANCORA A TEMPO • LA MOBILITÀ SI ORIZZONTALIZZA • "SOLO" IL 25,8% DI QUANTI HANNO CAMBIATO LAVORO NEGLI ULTIMI TRE ANNI LO HA FATTO PER CRESCERE PROFESSIONALMENTE • L'OCCUPAZIONE SI CRISTALLIZZA • PASSA DAL 6,4% DEL 1998 AL 5,5% DEL 2002 LA PERCENTUALE DI OCCUPATI CHE CERCA UN ALTRO LAVORO

  27. LE PERSONE IMPEGNATE NELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE POSSONO ESSERE GROSSO MODO DIVISE IN QUATTRO GRANDI CATEGORIE “I MANIPOLATORI SIMBOLICI”,PERSONE CHE INVENTANO IDEE E I MODI PER FARLE APPARIRE DESIDERABILI E COMMERCIALIZZABILI “I FUNZIONARI DELLA RIPRODUZIONE”, PERSONE IMPEGNATE NELLA RIPRODUZIONE CULTURALE E MATERIALE DELLE FORZE DI LAVORO “GLI ADDETTI AI SERVIZI PERSONALI”, PERSONE CHE HANNO CONTATTO DIRETTO CON I FRUITORI DEI SERVIZI “I LAVORATORI DI ROUTINE”, PERSONE CHE SVOLGONO LAVORI STARDARTIZZATI SPESSO POCO QUALIFICATI

  28. I SISTEMI DI PROTEZIONE SOCIALE: • INTERVENTI DELLO STATO PER GARANTIRE AI CITTADINI IL MANTENIMENTO O IL SOSTEGNO PER UNA CONDIZIONE GENERALIZZATA DI BENESSERE (WELFARE STATE) • QUESTE FORME DI NTERVENTO SONO INIZIATE IN GERMANIA NEL 1870 E SI SONO DIFFUSE E AMPLIATE SUCCESSIVAMENTE NEI PAESI OCCIDENTALI. • GLI INTERVENTI “PER IL BENESSE” RIGUARDANO PRINCIPALMENTE IL LAVORO, LA SALUTE, LA FORMAZIONE, LA CASA, L’INCLUSIONE SOCIALE

  29. GLI INTERVENTI DI WELFARE SONO DEFINITI INTERVENTI DI SOLIDARIETA’ PERCHE’ CONTRIBUISCONO A RIDISTRIBUIRE PARTE DELLA RICCHEZZA PRODOTTA IN UNA NAZIONE TRA TUTTI I CITTADINI O TRA ALCUNE CATEGORIE. • IL SISTEMA DI WELFARE E’ FINANZIATO ATTRAVERSO LA TASSAZIONE PROGRESSIVA DEI CONTRIBUENTI

  30. I PRINCIPALI MODELLI DI SOLIDARIETA’ SONO QUELLO UNIVERSALISTICO E QUELLO OCCUPAZIONALE • NEL PRIMO IL WELFARE STATE COPRE INDISTINTAMENTE TUTTI I CITTADINI CHE DIVENTANO UN UNICO BACINO DI REDISTRIBUZIONE, CHE COINCIDE CON L’INTERA COMUNITA’ POLITICA • NEL SECONDO IL WELFARE STATE COPRE SEPARATAMENTE UNA GAMMA PIU’ O MENO AMPIA DI “CATEGORIE” DEFINITE IN BASE AL SETTORE OCCUPAZIONALE. CIACUNA CATEGORIA RAPPRESENTA UNA COMUNITA’ DISTINTA.

  31. IN EUROPA LA SVEZIA COSTITUISCE L’ESEMPIO DEL PRIMO MODELLO • IL SECONDO MODELLO E’ UTILIZZATO IN FRANCIA E IN GERMANIA • IN ITALIA ABBIAMO UNA CONBINAZIONE TRA I DUE MODELLI: UNIVERSALISTICO IN CAMPO SANITARIO, OCCUPAZIONALE IN CAMPO PENSIONISTICO.

  32. LA GLOBALIZZAZIONE • PER COGLIERNE I CARATTERI DISTINTIVI E’ NECESARIO TENER CONTO CHE : • LA PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI E’ SEMPRE PIU’ DETERMINATA DALLE NUOVE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE. • LA CONOSCENZA, L’USO DI BENI IMMATERIALI, DETERMINA LA QUALITA’ E L’INNOVAZIONE IN TUTTI I SETTORI PRODUTTIVI • CIO’ HA DETERMINATO LO SVILUPPO DI UN’ECONOMIA POST-INDUSTRIALE BASATA PRINCIPALMENTE SULLA PRODUZIONE DI SERVIZI

  33. EFFETTI SONO: • LA DELOCALIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI E DEGLI ACCESSI AI BENI E SERVIZI • L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEGLI SCAMBI E DELLE PRODUZIONI MATERIALI E CULTURALI • LA CREAZIONE, RIVALUTAZIONE E RAFFORZAMENTO DELLE CULTURE E DELLE CAPACITA’ PRODUTTIVE LOCALI. • L’EMERGERE DI NUOVE FORME DI LAVORO CHE RICHIEDONO PERSONE IN GRADO DI SPOSTARSI DA COMPITO A COMPITO, DA IMPIEGO A IMPIEGO,DA LUOGO A LUOGO, CON COMPETENZE MENO RIGIDE, PIU’ FLESSIBILI PIU’ ADATTABILI, ALLE ESIGENZE MUTEVOLI DEL MERCATO GLOBALE • MODIFICA DELLA STRUTTURA SOCIALE E AUMENTO DELLE DISEGUAGLIANZE

  34. GLI EFFETTI SOCIALI PIU’ RILEVANTI : IL RADICALIZZARSI DELL’INDIVIDUALIAZZAZIONE L’AUMENTO DEL SENSO DI INCERTEZZA L’AUMENTO DELL’IMPRENDITIVITA’ LE DICOTOMIE SICUREZZA/PERICOLO, FIDUCIA/RISCHIO ALCUNI EFFETTI ECONOMICI: L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEI MERCATI DEI PRODOTTI E DEI MERCATI FINANZIARI LO SVILUPPO DI IMPRESE MULTINAZIONALI LA REGIONALIZZAZIONE DELLO SVILUPPO LA MARGINALIZZAZIONE DI INTERE AREE PRODUTTIVE E CULTURALI

  35. “La globalizzazione è un insieme di opportunità e una sfida. Chi avrebbe immaginato dieci ani fa che l’India sarebbe diventata uno dei maggiori esportatori di servizi software e che le opportunità nel settore avrebbero innescato un nuovo movimento di”attrazione” anziché di fuga di cervelli? L’India desidera fare della globalizzazione una partita vincente. Industrie e professionisti indiani hanno dimostrato la loro capacità di passare agevolmente da un contesto altamente protetto ad un ambiente impietosamente competitivo. Questo ci consentirà di affrontare le sfide della globalizzazione. Tuttavia sappiamo che le vere sfide ci attendono in casa. Per tale motivo poniamo l’accento sulla necessità di potenziare gli investimenti nelle infrastrutture, in agricoltura,nel sistema sanitario ed educativo,nella riqualificazione urbana e nell’economia della conoscenza”. (2005)

  36. “Sfruttando il mercato mondiale la borghesia ha reso cosmopolita la produzione e il consumo di tutti i paesi. Con grande dispiacere dei reazionari ha tolto all’industria la base nazionale. Le antichissime industrie nazionali sono state e vengono di giorno in giorno smantellate. Esse vengono di giorno in giorno soppiantate da nuove industrie. In luogo dell’antico isolamento locale e nazionale per cui ogni paese bastava a se stesso, subentra un traffico universale, una universale dipendenza delle nazioni l’una dall’altra. E come nella produzione materiale così anche in quella culturale. I prodotti culturali delle singole nazioni diventano patrimonio comune”. (febb.1848)

  37. IL SIGNIFICATO SOCIALE DELLA RELIGIONE SECONDO DURKHEIM LE RELIGIONI SONO UN SISTEMA SOLIDALE DI CREDENZE O DI PRATICHE RELATIVE A COSE SACRE, CIOE’ SEPARATE E INTERDETTE,LE QUALI UNISCONO IN UN’UNICA COMUNITA’ MORALE CHIAMATA CHIESA TUTTI QUELLI CHE VI ADERISCONO IN TUTTE LE RELIGIONI È INSITA LA RAPPRESENTAZIONE DI UN ORDINE EXTRA-SENSORIALE E/O SOVRANNATURALE DI ESSERI,DI POTENZE,DI VALORI ULTIMI, CHE IL CREDENTE PUÒ ATTINGERE PER IL TRAMITE DI PROCESSI INTERIORI ED ESTERIORI.

  38. ATTORNO ALLE RAPPRESENTAZIONI RELIGIOSE SI AGGREGANO E SI SVILUPPANO VARIE FORME ORGANIZZATIVE COLLEGATE A TIPI SPECIFICI DI COMPORTAMENTO COLLETTIVO. • OGNI RELIGIONE TENDE A CONFIGURARSI COME UN SISTEMA SOCIALE E CULTURALE UNITARIO, NEL QUALE QUESTI ELEMENTI SI INTEGRANO. • IN OGNI RELIGIONE VI SONO DELLE CREDENZE, COLORO CHE LE AMMINISTRANO, I FEDELI, RITI E RITUALI, FORME DI PROSELITISMO

  39. L’ORDINE SOVRANNATURALE CONFERISCE UN PARTICOLARE SIGNIFICATO ALL’ORDINE SOCIALE ESISTENTE, FORNENDO INTERPRETAZIONI DI EVENTI COLLETTIVI, INDIVIDUALI E FISICI, ATTE A FARLI APPARIRE LEGITTIMI GIUSTI O RAGIONEVOLI, COMPRESI EVENTI IRRAZIONALI O APPARENTEMENTE INGIUSTIFICABILI. • I SIGNIFICATI SOVRAIMPOSTI ALL’ORDINE SOCIALE E NATURALE DA UNA RELIGIONE TENDONO AD ORIENTARE LA CONDOTTA DEL CREDENTE IN TUTTE LE PRINCIPALI SITUAZIONI DELL’ESISTENZA E COSTITUISCONO IL FONDAMENTO DELLA SUA MORALE.

  40. SECOLARIZZAZIONE : IL PROCESSO PER IL QUALE IL PENSIERO LA PRATICA E LE ISTITUZIONI DELLA RELIGIONE PERDONO SIGNIFICATO SOCIALE. PROCESSO NE’ LINEARE NE’ IRREVERSIBILE PASSAGIO DA UNA CULTURA RELIGIOSA (ETA’ MEDIOEVALE) AD UNA FEDE RELIGIOSA (ETA’ MODERNA) _ POSSIBILITA’ DI SCELTA E AFFERMAZIONE RAGIONATA E CONSAPEVOLE DI CONVINZIONI E IMPEGNO PERSONALE DIFFUSIONE DI DUE PROCESSI: CREDERE SENZA APPARTENERE INDIVIDUALIZZAZIONE DEL SENTIRE RELIGIOSO

  41. LE SETTE SONO FORME DI AGGREGAZIONE DI TIPO ESCLUSIVO, L’APPARTENENZA NON E’ ASCRITTA MA ACQUISITA. E’ UNA COMUNITA’ COESA CON STRETTI CRITERI DI AMMISSIONE E RIGIDE NORME DI COMPORTAMENTO I MOVIMENTI RELIGIOSI SONO FORME DI AGGREGAZIONE CHE NASCONO DALLA PREDICAZIONE DI UN PROFETA O DI UN LEADER CARISMATICO COME PROPOSTA DI CREDENZE E DI STILI DI VITA E DI COMPORTAMENTO RIFIUTO DEL MONDO (HARE KRISHNA, LA CHIESA DELL’UNIFICAZIONE, LA MANSON FAMILY.. ACCETTAZIONE DEL MONDO (SCIENTOLOGY, TRASCENDENTAL MEDITATION..) COMPROMESSO CON IL MONDO (NEOPENTECOSTALI, RINNOVAMENTO CARISMATICO….

  42. LA RELIGIONE CIVILE:DIMENSIONE RELIGIOSA PERVASIVA DELLA VITA POLITICA, PERTINENTE ALLA SFERA PUBBLICA E FORNISCE RIFERIMENTI E SIMBOLI CHE INTEGRANO UNA SOCIETA’ DIFFERENZIATA FONDAMENTALISMO: UN SISTEMA FORMALE DI CREDENZE PREDICATO IN BASE ALLA CONVINZIONE CHE ESISTA UN RIFERIEMNTO ORIGINARIO PRIVO DI ERRORI E CON UNA VERITA’ VALIDA PER L’ETERNITA’ CHE NON PUO’ ESSERE MESSA IN DISCUSSIONE

  43. SCONTRO FRA LE CIVILTÀ?.I conflitti più devastanti o potenzialmente tali, sono ora quelli fra gruppi appartenenti a culture diverse e, specificamente, a civiltà diverse (essendo le "civiltà" le più ampie entità culturali esistenti):In questi conflitti, la religione svolge un ruolo strategico poichè la diversità religiosa è quella che maggiormente distingue le civiltà. Islam e Cristianesimo diventano etichette e l’azione di piccoli gruppi viene identificata come un volere generalizzato L’islam e il Cristianesimo sono entrambe religioni abramiche. Con l’Ebraismo fanno parte di una stessa tradizione, che può essere analizzata senza rivendicare supremazie. “La tesi dello "scontro di civiltà" è una trovata tipo "Guerra dei mondi", più adatta a rafforzare un amor proprio diffidente che la conoscenza critica della sorprendente interdipendenza del nostro tempo”.

  44. RELIGIONI NEL MONDO Cristiani 1.999.563.838 33,0% Musulmani 1.188.242.789 19,6% Atei e non religiosi 918.248.462 15,2% Induisti 549.583.323 9,1% Seguaci religioni cinesi 384.806.732 6,4% Buddhisti 359.981.757 5,9% Seguaci religioni etniche 228.366.515 3,8% Seguaci nuove religioni102.356.297 1,7% Sikh 23.258.412 0,4% Ebrei 14.434.039 0,2% Seguaci dello spiritismo12.333.735 0,2% Altri 273.873.1014,5% TOTALE 6.055.049.000 100,0%

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