90 likes | 221 Views
Il dibattito sulle cause della crisi asiatica. Il punto di vista di Radelet e Sachs. Aspetti controversi. La crisi non era stata in alcun modo anticipata e la debolezza dei fondamentali macroeconomici non è una spiegazione soddisfacente
E N D
Il dibattito sulle cause della crisi asiatica Il punto di vista di Radelet e Sachs
Aspetti controversi • La crisi non era stata in alcun modo anticipata e la debolezza dei fondamentali macroeconomici non è una spiegazione soddisfacente • Krugman e Dooley: gli eccessi di investimenti originavano dalla sicurezza degli investitori di essere salvati in caso di fallimenti (garanzia pubblica) • A provocare la crisi è stata la debolezza dei fondamentali “microeconomici” (deterioramento della qualità dei crediti nel settore privato). • Radelet e Sachs: gli investitori si preoccupavano poco del rischio perché si aspettavano crescita rapida e alta profittabilità, e non perché si aspettavano salvataggio. • A provocare la crisi è stata una revisione improvvisa delle aspettative dei creditori sul comportamento degli altri creditori, che ha generato panico finanziario
Argomenti critici di Radelet e Sachs • La qualità del credito negli anni 90 non si è in realtà deteriorata: • Modesto spostamento dal settore manifatturiero alle costruzioni • Prezzi delle proprietà in Tailandia invariati dal 1992 al 1996 • Prezzi azionari fluttuano in Tailandia ma non in Corea • Il numero di non-performing loans non cresce nei periodi di espansione creditizia • Inoltre, in condizioni di deterioramento del credito (aumento della rischiosità) • il differenziale del tasso d’interesse sui titoli asiatici avrebbe dovuto aumentare • il risk rating sui titoli del governo avrebbe dovuto peggiorare
Panico finanziario • Revisione improvvisa delle aspettative dei creditori sul comportamento degli altri creditori innesca il panico finanziario • Questa tesi consente di spiegare: • Il ruolo del debito a breve termine nel fare scoppiare la crisi • La natura inattesa della crisi • Il fatto che i prestiti continuavano ad essere erogati fino allo scoppio della crisi • L’overshooting del tasso di cambio (gennaio 1998)
Interventi IMF Fase 1 (luglio 1997 – dicembre 1997) • Prestiti di emergenza di ammontare inedito ma sovrastimati: • Gran parte da donatori individuali • Bassa probabilità che fossero pronti istantaneamente • Programma di erogazione in 3 anni • Corea: Linea di credito IMF-banca centrale-banche ordinarie per pagare creditori esteri. • Risultato: crediti privati ripagati e socializzazione dei debiti • Evitati fallimenti ma caricato il peso della crisi su banche e istituzioni del paese che diventa indebitato con il IMF • Tailandia: caso simile, impegno del governo a garantire tutti i prestiti bancari. • Indonesia: le imprese più che le banche sono indebitate, • aiuti solo indiretti dal IMF: finanziamento difesa del cambio sul mercato valutario con prestiti in dollari alla BC • Agosto-Dicembre 1997: fallimento dell’effetto desiderato e ulteriore deprezzamento: investitori non convinti.
Interventi IMF Fase 2 (dicembre 1997 – aprile 1998) • Corea sull’orlo del fallimento. • Federal Reserve e Tesoro USA premono affinchè banche private eroghino credito a breve alla Corea senza aspettare che fosse ristabilita la fiducia dei mercati. • 16/1/98. Banche e governo coreano si mettono d’accordo per un completo rinnovo del credito a breve per tutto il primo trimestre del 1998. • 28/1/98. Allungamento della durata fra uno e tre anni • Vera e propria marcia indietro: • non si insiste più su fiducia dei mercati e su scambio di credito contro riforme • Si agisce contro la volontà del mercato per un rinvio dei pagamenti dovuti
Interventi IMF Fase 2 (dicembre 1997 – aprile 1998) • Risultato: si ferma il declino dei mercati azionari dei 3 paesi • Le valute di Tailandia e Indonesia però continuano a crollare • 28/1/1998. Il governo Tailandese dichiara di garantire i debiti delle banche. In Tailandia la caduta del cambio si arresta. • Stabilità dei cambi nella regione arriva di pari passo con il rilassamento dei target fiscali richiesti dal IMF
Indonesia • Caos legato al programma del governo di aumento della spesa del 32% • N.B.: aumento di spesa programmato soltanto per coprire gli aumenti di costi legati alla svalutazione e soltanto con effetto da aprile 1998 • 6/1/1998. IMF denuncia incoerenza del piano di spesa pubblica con piano creditizio. Il panico non si ferma • 15/1/1998. IMF e Indonesia firmano un accordo simile alla Fase 1: credito in cambio di riforme. Il panico non si ferma. • Il panico si ferma in seguito a due annunci del governo indonesiano: sospensione pagamenti dei debiti a breve, garanzia su tutte le passività delle banche commerciali. • IMF per la prima volta non dà una risposta non punitiva e approva un piano di aumento di spesa pubblica del 46% • 10/4/1998. Terzo programma IMF. • Provvedimenti su ristrutturazione debito estero e riorganizzazione banche commerciali. • Rilassate le richieste sul rigore fiscale
Come prevenire le crisi • Deregolamentazione dei mercati può essere dannosa se non è graduale • Controllo dei movimenti di capitale a breve termine: • Crediti a breve sono più utili ai flussi commerciali che agli investimenti • Controllare investimenti di portafoglio e limitare gli afflussi di capitale a breve a transazioni commerciali documentate • Sostenere FDI a lungo termine (difficilmente reversibili) • Incentivare la presenza di filiali di banche straniere in territorio domestico: • meno soggette al panico dei depositanti • Più probabile che ritirino i crediti alle altre banche anziché agli imprenditori locali • Aumentano la competizione fra banche e riducono la politicizzazione del sistema bancario • Trovare accordi internazionali per evitare azioni collettive scoordinate (sul modello Chapter 11 negli USA) • Aiuto al servizio del debito • Riduzione del debito • Conversione dei debiti in azioni • Ricontrattazione del debito (allungamento durata)