1 / 94

SOMMARIO:

SOMMARIO:. I principi costituzionali del welfare L’ incidenza delle disabilità psico-geriatriche nei data-base di disabilità Le criticità del sistema di sicurezza sociale: la frammentarietà del welfare (l’ “ircocervo” normativo) e le dis-equità sociali

Download Presentation

SOMMARIO:

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. SOMMARIO: • I principi costituzionali del welfare • L’ incidenza delle disabilità psico-geriatriche nei data-base di disabilità • Le criticità del sistema di sicurezza sociale: la frammentarietà del welfare (l’ “ircocervo” normativo) e le dis-equità sociali • Il sostegno economico alle persone affette da disabilità psicogeriatriche: l’ indennità di accompagnamento ed i problemi valutativi • Proposte operative (la nostra esperienza)

  2. I principi costituzionali: Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

  3. I principi costituzionali: Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

  4. I principi costituzionali: Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. .

  5. I principi costituzionali: Art. 32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

  6. I principi costituzionali: Art. 38 Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’ assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati i mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’ istruzione ed all’ avviamento al lavoro.

  7. Sistema di sicurezza sociale (welfare) • PREVIDENZA:beneficiano della tutela giuridica i lavoratori che sono in regola con la contribuzione prevista obbligatoriamente relativamente a. • rischi professionali (infortuni sul lavoro e malattie professionali) • rischi non professionali ma comuni a tutti i lavoratori (malattia, invalidità, vecchiaia, disoccupazione) • ASSISTENZA:interessa tutti i cittadini, indipendentemente da un rapporto assicurativo –contributivo- in essere con lo Stato, che si trovino in situazioni di “bisogno” (inabili al lavoro e sprovvisti dei mezzi necessari per vivere)

  8. Previdenza: Solo i lavoratori in regola con il pagamento contributivo I rischi assicurati (malattia, infortunio sul lavoro e malattia professionale, invalidità e vecchiaia) Assistenza: Tutte le persone, indipendentemente dall’ età e dal pagamento contributivo Educazione, avviamento professionale, mantenimento e assistenza sociale Welfare (sistema di sicurezza sociale)

  9. PREVIDENZA (invalidità pensionabile) • Invalidità pensionabile gestita dall’ INPS (Legge n. 222/1984) • assegno di invalidità “Si considera invalido ai fini del conseguimento del diritto all’ assegno …. l’ assicurato la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle sue attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico a meno di un terzo”. • pensione di inabilità “Si considera inabile, ai fini del conseguimento del diritto a pensione nell’ assicurazione obbligatoria per l’ invalidità … l’ assicurato … il quale, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, si trovi nella assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa”.

  10. PREVIDENZA (infortuni sul lavoro e malattie professionali) • Infortuni sul lavoro e malattie professionale gestite dall’ INAIL (Decreto Legislativo n. 38/2000) • Postumi < 6%: nessuna rendita • Postumi tra il 6 ed il 16%: valutazione provvisoria dei postumi con riserva di secondo e definitivo accertamento • Postumi >16%: rendita scadenzata per la revisione attiva

  11. ASSISTENZA (art. 38 Cost.) • Invalidi civili (Legge n. 118/1971, Legge n. 18/1980 e Legge provinciale n. 7/1998) • Ciechi civili (Legge provinciale n. 7/1998) • Sordomuti (Legge provinciale n. 7/1998) • Handicappati (Legge n. 104/92 e Legge provinciale n. 8/2003 “Disposizioni per l’ attuazione delle politiche a favore delle persone in situazione di handicap”) • Disabili (Legge n. 68/1999) • Non autosufficienti (Legge provinciale n. 6/1998)

  12. L’ incidenza delle disabilità psico-geriatriche nei data-base di disabilità • Non esiste, nel nostro Paese, una esplicita indicazione di raccolta sistematica dei dati relativi alla disabilità che valorizzino i patrimoni conoscitivi dei Servizi di Medicina Legale delle ASL • Non esistono data-base strutturati e confrontabili • Le uniche fonti di raccolta dei dati restano, al momento, l’ ISTAT (“disabilitàincifre”) e la Presidenza del Consiglio dei Ministri • Non è possibile, al momento, stimare l’ incidenza delle disabilità psicogeriatriche formalmente riconosciute all’ origine dei diritti previsti dal welfare

  13. E ciò, nonostante Legge 5 febbraio 1992, n. 104 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate“ (modificata dalla Legge n. 162/1998) Art. 41-bis. (Conferenza nazionale sulle politiche dell'handicap). Il Ministro per la solidarietà sociale, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 dei decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, promuove indagini statistiche e conoscitive sull'handicap e convoca ogni tre anni una conferenza nazionale sulle politiche dell'handicap alla quale invita soggetti pubblici, privati e dei privato sociale che esplicano la loro attività nel campo dell'assistenza e della integrazione sociale delle persone handicappate. Le conclusioni di tale conferenza sono trasmesse al Parlamento anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione vigente.

  14. Le fonti di rilevazione utilizzate dall’ ISTAT nell’ indagine conoscitiva consente di rilevare informazioni sui persone disabili a partire dai 6 anni di età (mancano i dati in età prescolare). • L’ ISTAT (“Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 2004-2005”) stima in 2.800.000 il numero delle persone disabili presenti nel nostro Paese: 2 milioni e 600 mila (4.8%) che vive in famiglia • + • 190.134 (0,2%) ricoverate a tempo pieno in strutture socio-sanitare

  15. Persone con disabilità di 6 anni e più per tipo di disabilità e classe di età. Quozienti per 100 persone. Anni 2004-2005

  16. Beneficiari di prestazioni pensionistiche. Anni 2001 e 2002 Fonte: ISTAT su dati INPS del casellario centrale dei pensionati

  17. Numero di pensioni di invalidità civile erogate nel 2002-2004 (“Trasferimenti monetari per invalidità, pensioni sociali, integrazioni al minimo, pensione di guerra e ai superstiti, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”, marzo 2006] • 2.192.519 (2002): 8.993 milioni di euro • 2.385.532 (2003): 9.932 milioni di euro • 2.518.595 (2004): 10.710 milioni di euro sul totale di 78.493 milioni di euro • La maggior crescita della spesa per pensioni si rileva per le prestazioni comprese nella funzione invalidità (+ 2,4%) e nella funzione vecchiaia (+ 1,9%).

  18. Le persone disabili in Italia (“Indagine multiscopo” ISTAT) • 2 milioni e 800 mila (5% della popolazione) con disabilità diverse: • confinamento individuale (900 mila persone) • disabilità nelle ADL (1 persona su 3 di età superiore a 80 anni ha difficoltà/impossibilità nelle ADL) • disabilità nel movimento (il 2,2% della popolazione) • disabilità sensoriali (352 mila ciechi e 92 mila sordi pre-linguali) • non ci sono dati statistici relativi ai bambini disabili in età pre-scolare né alle persone formalmente certificate disabili • non è possibile, al momento, disporre di dati statistici riguardo l’ incidenza delle disabilità psicogeriatriche

  19. L’ incidenza delle disabilità psico-geriatriche nei data-base di disabilità L’ Anagrafe dell’ handicap della Provincia autonoma di Trento (aggiornamento dei dati al 31 dicembre 2008)

  20. Il punto di partenza: • 2002: la Giunta provinciale di Trento ha incaricato l’ Azienda provinciale per i Servizi sanitari di costituire l’ Anagrafe dell’ handicap della Provincia autonoma di Trento • 2004 (delibera della Giunta provinciale di Trento n. 102 dd. 30.01.2004): • integrare l’ Anagrafe dell’ handicap con l’ archivio delle certificazioni che individuano l’ alunno come persona handicappata; • rendere le informazioni statistiche fruibili per le Amministrazioni e gli Enti pubblici per la programmazione delle relative attività istituzionali

  21. Legge 5 febbraio 1992, n. 104 ("Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”). Art. 3 (Soggetti aventi diritto). -1. E' persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.2. La persona handicappata ha diritto alle prestazioni stabilite in suo favore in relazione alla natura e alla consistenza della minorazione, alla capacità complessiva individuale residua e alla efficacia delle terapie riabilitative. 3. Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l'autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici.4. La presente legge si applica anche agli stranieri e agli apolidi, residenti, domiciliati o aventi stabile dimora nel territorio nazionale. Le relative prestazioni sono corrisposte nei limiti ed alle condizioni previste dalla vigente legislazione o da accordi internazionali.

  22. Le specificità di contesto: Classificazione internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli svantaggi esistenziali (I.C.D.H.: O.M.S., 1980) MENOMAZIONE: qualsiasi perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica DISABILITA’: qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’ attività nel modo o nell’ ampiezza considerati normali per un essere umano. HANDICAP: la condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o ad una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’ adempimento de ruolo normale in relazione alla sua età, sesso e fattori socio-culturali.

  23. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Nuovi casi notificati per anno. Tassi standardizzati per 10.000. Anni 1993-2008.

  24. Provincia autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Notificati per sesso e classe di età: frequenze assolute e relative. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008

  25. Provincia autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Notificati per sesso e classe di età: dicembre 1992 – 31 dicembre 2008.

  26. Età delle persone che hanno attivato il riconoscimento dell’ invalidità civile nella Provincia autonoma di Trento (anni 2007-2008)

  27. Tab. 2: Provincia autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Minorenni notificati per genere e classe di età. Frequenze assolute e relative. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008.

  28. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Notificati per tipologia di handicap. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008

  29. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Notificati per tipologia di handicap e sesso. Frequenze assolute e relative. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008

  30. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Notificati per tipologia di handicap e classe d’età. Frequenze assolute e relative. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008

  31. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Soggetti notificati secondo il settore nosologico delle menomazioni accertate. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008

  32. Tab. 7: Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Soggetti notificati per patologie riferite al sistema nervoso (centrale e periferico). Frequenza assolute e relative. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Soggetti notificati per patologie riferite al sistema nervoso (centrale e periferico). Frequenza assolute e relative. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008.

  33. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Soggetti notificati per patologie riferite all’apparato psichico. Frequenze assolute e relative.Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008

  34. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Notificati per patologie neoplastiche. Frequenze assolute e relative. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008

  35. Legge n. 104/1992: Art. 33 (Agevolazioni) … 3. Successivamente al compimento del terzo anno di vita del bambino, la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, anche adottivi, di minore con handicap in situazione di gravità, nonché colui che assiste una persona con handicap in situazione di gravità parente o affine entro il terzo grado, convivente, hanno diritto a tre giorni di permesso mensile coperti da contribuzione figurativa, fruibili anche in maniera continuativa a condizione che la persona con handicap in situazione di gravità non sia ricoverata a tempo pieno. 6. La persona handicappata maggiorenne in situazione di gravità può usufruire alternativamente dei permessi di cui ai commi 2 e 3, ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferita in altra sede, senza il suo consenso.

  36. Provincia Autonoma di Trento. Anagrafe dell’handicap. Benefici erogati in soggetti riconosciuti in condizione di handicap permanente con connotazione di gravità. Frequenze assolute e relative. Dicembre 1992 – 31 dicembre 2008 Benefici/agevolazioni assistenziali erogate

  37. Conclusioni • il data-base registra 8.657 persone (1.537 in più rispetto al Report del 2007) che, a partire dal 1992, hanno presentato 10.715 domande finalizzate ad ottenere i benefici e le agevolazioni assistenziali previste dalla Legge-quadro; • quelle in vita alla data del 31 dicembre 2008 sono 6.446 rispetto alle 5644 registrate al 31 dicembre 2007, a conferma della sostanziale stabilità dell’ archivio statistico in confronto ad altri data-base di disabilità che risentono di un elevatissimo tour-nover anche se è prevedibile attendersi, nel futuro, l’ ulteriore viraggio della situazione in considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione (i decessi registrati al 31 dicembre 2007 sono stati 1.476 e, pertanto, nel 2008 si è registrato un numero significativo di decessi -735- che incrementa la relativa percentuale dal 20,7 al 25,54%); • il continuo incremento della domanda (i tassi standardizzati mostrano un andamento crescente, passando dallo 0,86 per 10.000 del 1993 al 27,35 per mille registrato nel 2008)

  38. il progressivo invecchiamento della popolazione del data-base (le persone ultra-65enni passano dal 44% registrato nel 2007 ed al 46,93% registrato nel 2008); • si riduce la percentuale degli infra-18enni disabili (dal 16,8 registrato nel 2006 al 15,76% registrato nel 2007 e al 14,77% registrato nel 2008) anche se, in questa fascia di età, continua ad essere prevalente la percentuale delle persone disabili riconosciute in situazione di handicap permanente e/o temporaneo con connotazione di gravità; • le donne disabili continuano ad essere mediamente più anziane rispetto ai maschi (fascia di età ultra-65enni: 63,52% % vs. 36,48%) e come tale rapporto si inverta nella fascia di età 0-18 anni dove prevalgano i disabili di sesso maschile (55,52% vs. 44,48%: p<0,001) pur non emergendo, nella fascia di età 18-65 anni, significative variazioni in rapporto al sesso; • la presenza, nel data-base, di una fascia non trascurabile di disabili in età pre-scolare: 616 sono stati i bambini in età pre-scolare per i quali è stato attivato il percorso assistenziale finalizzato all’ accertamento dell’ handicap non ai soli fini della frequenza scolastica (dunque, il 48,16 % dell’ intero gruppo dei minori, con un leggero incremento percentuale rispetto a quello rilevato negli anni precedenti;

  39. la prevalenza del riconoscimento dell’ handicap in situazione di gravità: 3.836 (56,68%) sono state le persone disabili riconosciute in situazione di handicap con carattere di permanenza e connotazione di gravità e 828 (12,23%) quelle riconosciute in situazione di handicap con carattere di permanenza e connotazione temporanea di gravità; • la prevalenza delle malattie neurologiche che producono, a conferma dei dati dell’ ISTAT, il più alto tasso di disabilità ed il progressivo incremento di quelle psichiche (della demenza in particolare); • il riconoscimento, per i soggetti disabili in vita alla data del 31 dicembre 2008 in situazione di handicap permanente con connotazione di gravità, di 6.057 benefici/agevolazioni assistenziali: in 3.004 casi (49,6% vs. 48,59% registrato nel 2007) il permesso retribuito di tre giorni per l’ assistenza prestata al genitore/parente/affine non ricoverato a tempo pieno, in 984 casi (16,25% vs. 16,97% registrato nel 2007) le agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente, in 583 casi (9,62% vs. 9,64% registrato nel 2007) i permessi lavorativi per il lavoratore riconosciuto in situazione di handicap in situazione di gravità, in 145 casi (2,39%) il diritto di scelta prioritaria fra le sedi disponibili per la persona disabile, in 138 casi (2,28%) il diritto di non essere trasferito in altra sede senza il proprio consenso per altri beneficiari ed in 364 casi il diritto di scelta della sede di lavoro più vicina al domicilio del genitore/familiare/affine;

  40. il prevalente ricorso a tale percorso assistenziale per i permessi parentali (nelle specie, il permesso retribuito per il genitore/parente/affine che assiste la persona con handicap in situazione di gravità, tra il primo e il terzo anno di vita e successivamente al terzo anno di vita, non ricoverata a tempo pieno): tale beneficio assistenziale rappresenta, da solo, quasi la metà di tutti i benefici/agevolazioni assistenziali erogate (3.004 casi registrati, il 49,6% vs. 48,59% registrato nel 2007) a familiari di persone disabili di tutte le età ma soprattutto di persone anziane ultra-65enni (60,21% vs. 55,3% registrato nel 2007) affette da diverse patologie ma con una inversione di tendenza rispetto a quanto osservato negli anni precedenti se si considera che le malattie psichiche (in quasi il 20% dei casi i disturbi cognitivi) sono statisticamente più frequenti rispetto a quelle del sistema nervoso centrale e/o periferico; • la persistente disomogeneità di accesso al servizio erogato, per lo più attivato dai cittadini disabili (o dai relativi familiari) residenti nei grandi centri urbani rispetto a quelli residenti in periferia e nelle zone di valle.

  41. La crisi del welfare: • Incremento della spesa sociale (assistenziale e previdenziale) • Quadro normativo disorganico che fraziona il bisogno delle persone disabili sulla base di criteri di natura etiologico-categoriale (l’ “ircocervo” normativo) • Automatismo valutativo (benefici pensionistici concessi, per alcune categorie privilegiate, al solo titolo della menomazione) con ampie disequità sociali • Emergere di nuovi bisogni (gli ultra-65enni italiani con un reddito al di sotto della soglia di povertà sono il 23%: media europea 18%) • Ampia vulnerabilità del sistema (“invalidopoli”) • L’ inerzia del Legislatore

  42. L’ incremento della spesa sociale in Italia • Un quarto del PIL è destinato nel nostro Paese alla spesa sociale (previdenza + assistenza) • Nel periodo 1980-1997 il tasso medio della spesa sociale sostenuta dal nostro Paese è progressivamente aumentato • Il 61,5% della spesa sociale riguarda prestazioni di natura pensionistica (tale percentuale scende al 45% nel resto dell’ Europa) • L’ impegno economico per la spesa pensionistica è il più alto nell’ ambito degli Stati della Comunità Europea e dell’ OCSE

  43. Welfare: l’ “ircocervo” normativo Ircocervo deriva dal latinohircocervus, parola composta da hircus ("capro") e cervus ("cervo"), e designa un animale mitologico per metà caprone e per metà cervo. Viene anche denominato tragelafo e descritto come: « avente corna di cervo, e il mento irto per la lunga barba, spalle pelose, impeto velocissimo nel primo correre, e facilità a stancarsi subito ». Col tempo l'utilizzo letterale del termine è stato abbandonato in favore di un uso metaforico per riferirsi a cose assurde ed irreali.

  44. Il quadro normativo • Bizzarria (caos) semantica utilizzata dal Legislatore per definire il bisogno • Differenziazione del bisogno sulla base di anacronistici criteri di tipo etiologico-categoriale • Proliferare dei percorsi assistenziali che determinano: • ampie dis-equità sociali; • incremento della spesa sostenuta dalla macchina organizzativa (3.546.093 EURO nel 2005 nella Regione Lombardia per soli gettoni di presenza); • sfiducia dei cittadini

  45. La “bizzarria” (caos) semantica • Si utilizzano in maniera imprecisa (a volte tautologica) termini apparentemente simili: • “disabile”, “minorato”, “invalido”, “inabile”, “amputato”, “pluri-amputato”, “cieco”, “sordomuto”, “handicappato”, “non autosufficiente”, “sordo-cieco” • ma che esprimono significati diversi: • rinviando ad esplicite disposizioni normative che ne definiscono, sotto il profilo medico-giuridico, le relative caratteristiche tassonomiche; • individuando i relativi benefici economico-assistenziali; • ed i relativi (differenziati) percorsi assistenziali.

  46. Il risultato è quello di un complesso “puzzle” in cui: • il bisogno risulta differenziato sulla base di criteri di tipo etiologico-categoriale; • orientati ad individuare i fattori produttivi della disabilità (invalidi del lavoro, invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi di servizio, invalidi civili, ciechi civili, sordomuti, handicappati, ex tubercolotici, ecc.); • con un’ apparente leziosità (che distingue per categorie omogenee –gli invalidi civili- quelli che lo sono divenuti per menomazioni di natura fisica, psichica, sensoriale e intellettiva); • con proliferazione dei percorsi assistenziali in quanto ogni norma delinea l’ iter per ottenere il diritto richiesto, gli organi tecnico-sanitari chiamati ad accertare il bisogno, le relative modalità di funzionamento ed i criteri di valutazione da utilizzare; • con una dis-economia complessiva di sistema (reiterazione delle visite mediche e sfiducia del cittadino) e dis-equità sociale.

  47. Difformità valutative (es. perdita anatomica a funzionale di un occhio con l’ occhio superstite integro): • Infortunistica del lavoro • Misura dell’ impairment (danno biologico): 28% • Fonte normativa: Decreto Legislativo n. 38/2000 • Pensionistica di guerra e di privilegio • Misura dell’ impairment (capacità lavorativa generica): 5^ categoria • Fonte normativa: Decreto Presidente della Repubblica n. 934/1981 • Invalidità civile • Misura dell’ impairment (capacità lavorativa generica): 30% • Fonte normativa: Decreto Ministeriale 5 febbraio 1992

  48. Legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro del disabili) • Art. 1 (Collocamento dei disabili) • La presente legge ha come finalità la promozione dell’ inserimento e dell’ integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. Essa si applica: • alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori i handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% …; • alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33% …; • alle persone non vedenti o sordomute; • alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni ascritte dalla prima all’ ottava categoria di cui alle Tabelle annesse al Testo Unico delle norme in materia di pensioni di guerra …

More Related