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A come agricoltura, ambiente alimentazione Viaggio nel meraviglioso mondo delle piante e dell’agricoltura biologica col progetto ECIS. Valeria Cavallaro. COSA SONO LE FATTORIE DIDATTICHE
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A come agricoltura, ambiente alimentazioneViaggio nel meraviglioso mondo delle piante e dell’agricoltura biologica col progetto ECIS Valeria Cavallaro
COSA SONO LE FATTORIE DIDATTICHE Sono aziende agricole e/o zootecniche che, oltre all’attività produttiva tradizionale, offrono, servizi alla collettività promuovendo la scoperta e la conoscenza dell’ambiente rurale, dell’origine degli alimenti, delle tecniche di lavorazione dei prodotti tipici nel rispetto dell’ambiente e del territorio. In altre parole un’azienda agricola per diventare fattoria didattica deve: -continuare a svolgere la proprie normali attività -cercare di trasmettere piacevolmente le nozioni che si riferiscono ad una data operazione (non trascurando da un lato l’esigenza ludica dei più piccoli o esperienziale dei più grandi) e dall’altro le necessarie precauzioni di sicurezza che ne garantiscano l’incolumità. I ragazzi di oggi infatti hanno un’idea sempre più vaga del percorso che fa il cibo prima di arrivare alla tavola, di cosa si coltiva nelle nostre campagne, di chi lo produce e di come si produce. I
COSA SONO LE FATTORIE DIDATTICHE . I precursori sono gli Scandinavi: Norvegia, Svezia, Danimarca che hanno messo in pratica agli inizi del ‘900 le idee di un movimento americano: i Club 4H. Quattro parole inglesi che iniziano con la lettera H (Head, Health, Heart, Hand) e riassumono l’obiettivo teso ad uno sviluppo armonico dell’individuo: la testa, la salute, il cuore, con le mani. In Francia la prima Fattoria Urbana è stata costituita nel 1974 Varie federazioni o gruppi nazionali si sono raggruppate nel 1990 in una rete europea, la European Federation of City Farms (EFCF). In Italia, l’attività di Osservatorio Agroambientale nell’ambito delle Fattorie Didattiche ha costituito negli anni un punto di riferimento per Enti e singole aziende che hanno avviato progetti e iniziative nel settore. “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”(M. Proust)
Le piante e il loro ruolo nell’ecosistema • Le piante hanno alcune caratteristiche fondamentali: • sono organismi autotrofi, cioè riescono a produrre il loro nutrimento direttamente da sostanze inerti (l'aria, l'acqua, il terreno); • svolgono la fotosintesi, che è la particolare reazione chimica che permette di trasformare anidride carbonica e acqua in zuccheri e ossigeno, con l'aiuto del Sole e della clorofilla; • le pareti cellulari sono ricche di cellulosa e le cellule stesse di amido. Grazie all'autotrofia, cioè alla capacità di trasformare l’energia della luce in energia immagazzinata negli alimenti, le piante sono i produttori primari negli ecosistemi terrestri, formando la base della catena alimentare, da cui dipende l'esistenza degli animali e degli altri organismi eterotrofi.
Le piante e il loro ruolo nell’ecosistema • Le piante non consumano tutto quello che producono ma immagazzinano una parte del loro cibo in parti diverse della pianta.
Le piante e il loro ruolo nell’ecosistema • Le specie vegetali svolgono un'importante funzione all'interno del ciclo dell'acqua (evapotraspirazione) e di altri cicli biogeochimici quali in particolare il ciclo del carbonio • Alcune piante si sono coevolute con batteri azotofissatori, essenziali per il ciclo dell'azoto. • Lo sviluppo radicale ha un ben determinato ruolo nell'evoluzione del suolo (pedogenesi) e ne previene l’ erosione. • Numerosi animali si sono coevoluti con le piante, assumendo entrambi forme e comportamenti specializzati a favorire un'associazione mutualistica • Le piante offrono tane, siti per la riproduzione e cibo in quantità, ma alcuni animali, detti pronubi, favoriscono l'impollinazione dei fiori; altri la dispersione dei semi.
Le piante e il loro ruolo nell’ecosistema • Le piante offrono tane, siti per la riproduzione e cibo in quantità, ma alcuni animali, detti pronubi, favoriscono l'impollinazione dei fiori; altri la dispersione dei semi. • Le piante instaurano inoltre frequentemente simbiosi con delle specie fungine tramite le radici, formando un associazione definita micorriza • Altre specie ospitano al loro interno dei funghi endofitici che proteggono la pianta dagli erbivori mediante la produzione di tossine.
Le esigenze delle piante Le piante sono esseri viventi pertanto hanno alcune esigenze fondamentali per vivere e per crescere: • Aria (che provvede loro anche l’anidride carbonica necessaria per la fotosintesi) • Terreno che costituisce non solo un solido ancoraggio ma anche riserva di acqua ed elementi nutritivi (azoto, fosforo, potassio, calcio, ferro, microelementi).Esistono terreni sabbiosi, argillosi,limosi o di medio impasto. Il terreno deve inoltre provvedere: -lo spazio per espandere le radici, -l’aria per farle sopravvivere, -condizioni igieniche idonee (assenza di parassiti e presenza di microrganismi utili). Alcune piante tuttavia si sono adattate anche a vivere in ambiente marino • Luce E’ l’intensità della luce che provvede l’energia per la funzione clorofilliana. Alcune piante vivono in luoghi dove c’è molta luce. Altre piante vivono in luoghi dove c’è pochissima luce (piante da sottobosco).
Le esigenze delle piante L’acqua è una componente fondamentale della vita della pianta -Si combina con l’anidride carbonica durante la fotosintesi, -Favorisce l’assorbimento di sostanze nutritive dalle radici e il loro trasporto all’interno della pianta. Il fabbisogno di acqua cambia da specie a specie e all’interno della specie anche da una varietà all’altra. Alcune specie di piante si sono adattate a vivere in posti asciutti o addirittura nel deserto. Anche varietà diverse di una stessa specie possono avere fabbisogni molto diversi (vedi pomodoro da serbo o in ‘siccagno)’. La temperatura Regola tutti i processi di crescita e di sviluppo delle piante. - specie microterme cioè con basse esigenze di temperatura: frumento, segale, avena, carciofo etc. - specie macroterme necessitano di temperature più elevate per crescere pomodoro, melanzana, fagiolo, peperone, melone.
L’agricoltura convenzionale e l’ambiente Il 70% dell'aumento di CO2 è dovutoall’uso massiccio di combustibili fossili a scopi energetici; il restante 30% è legato ad altre cause, tra cui e foresta-zione, errato uso del suolo e agricoltura.
L’agricoltura convenzionale e l’ambiente • -Per effetto della diminuzione del mantello vegetale terrestre operata dai continui disboscamenti e dell’azione erosiva sul suolo da parte delle pratiche agricole, la quantità di C nei suoli agrari si riduce sempre più. • Tale situazione comporta: • una drastica diminuzione degli assorbimenti di CO2 ad opera della biomassa vegetale eliminata, • una sempre crescente perdita di humus dai suoli lavorati. • -I suoli rappresentano il maggiore serbatoio terrestre di carbonio organico • Stime attribuiscono al suolo un contenuto all’incirca di 1400-1500 Pg (Petagrammo=1 miliardo di tonnellate di C), rispetto ai circa 700 Pg presenti nell’atmosfera ed ai 500-600 Pg stimati per gli organismi viventi terrestri • E’ opinione diffusa che le attività agricole contribuiscono ad alimentare il contenuto atmosferico di CO2.
L’agricoltura e i fattori naturali della produzione vegetale L'agricoltura è l'insieme delle tecniche per coltivare il terreno in modo da ottenere i prodotti utili all'uomo. La produzione è il risultato della gestione da parte dell’uomo dei fattori naturali della produzione I fattori naturali della produzione vegetale sono i seguenti: • il clima: i principali fattori climatici che influenzano la produzione vegetale sono la radiazione solare, la temperatura, le precipitazioni o idrometeore, il vento, l'umidità atmosferica, l'evapotraspirazione, la composizione chimica dell'aria. • i fattori biologici interni alla pianta: sono tali le basi genetiche che influenzano l'anatomia, la morfologia (biologia) e la fisiologia delle singole specie agrarie e le caratteristiche specifiche dei loro prodotti. • le relazioni ecologiche che si instaurano fra le specie agrarie e gli altri organismi viventi (piante, animali, microrganismi) che popolano l'ecosistema naturale, con interazioni di competizione, predazione, parassitismo, simbiosi, neutralismo, ecc. • il terreno è un ambiente complesso, derivato dalla pedogenesi,. Le proprietà fisiche del terreno, chimiche, e biologiche del terreno, che nel complesso concorrono a determinarne la fertilità.
Interventi dell'uomo connessi un'attività agricola -Interventi sulla pianta: quali ad esempio la selezione, il miglioramento genetico, le biotecnologie, l'ibridazione, la potatura, l'innesto, la densità di piantagione. -Interventi di lotta ai parassiti e alle erbe infestanti: sono tali ad esempio il diserbo, la fitoiatria e la difesa dei vegetali. Altri interventi in forma indiretta aiutano a contenere i fenomeni di antagonismo biologico, altri come la consociazione o forme più o meno avanzate di biotecnologia (micorrizazione, batterizzazione e altre forme di inoculo di organismi simbionti), mirano a promuovere fenomeni di sinergia biologica. l'avvicendamento colturale, hanno un ruolo complesso nel determinare l'equilibrio fra antagonismi e sinergie.
- Interventi sui fattori climatici Sono interventi sui fattori climatici l'allestimento di frangiventi, di opere di protezione dal freddo (serra, tunnel, pacciamatura, ecc.), l'irrigazione. -Altri interventi dell’uomo in maniera indiretta inducono un adattamento a condizioni climatiche esistenti: scelta dell'epoca di semina, il trapianto, la scelta varietale, la densità di piantagione, l'orientamento dei filari, alcune lavorazioni del terreno, ecc. - Interventi sulle proprietà del suolo: lavorazioni del terreno, che influenzano principalmente (ma non solo) le proprietà fisiche, la fertilizzazione, che influenzano principalmente le proprietà chimiche ma hanno un ruolo non secondario anche su quelle fisiche e biologiche, l'irrigazione, che influenza le proprietà fisiche, chimiche e biologiche, ecc.
Confronto tra diversi tipi di agricoltura • L'agricoltura moderna si è sviluppata, nella direzione del continuo aumento dei quantitativi prodotti. L’agricoltura convenzionale, cioè la forma di agricoltura da cui provengono attualmente tutti i prodotti che consumiamo: • utilizza avanzati sistemi di meccanizzazione della produzione, dalla coltivazione alla distribuzione; • prevede l'uso di sostanze chimiche di sintesi per la fertilizzazione, per la lotta ai parassiti e alle piante infestanti. • L’esigenza di ricorrete a tecniche avanzate nasceva da: - la continua crescita dei fabbisogni alimentari mondiali, -la necessità di mantenere bassi i prezzi degli alimenti, -la riduzione della superficie coltivabile, -l'esigenza di coltivare anche in zone nettamente sfavorevoli (talvolta anche per inquinamento) e di poter ottenere prodotti di qualità nutrizionale elevata.
Inconvenienti di carattere ambientale causati all’agricoltura convenzionale .perdita di fertilità del terreno, • inquinamento delle acque di falda, • depauperamento delle risorse idriche, • diffusione di patogeni resistenti ad uno o più antiparassitari eliminazione degli insetti utili, • riduzione della diversità genetica per il ricorso a poche varietà omogenee) • Eccessivo uso di combustibili fossili. • Gli impatti ambientali negativi dei sistemi agricoli inoltre sono sempre più evidenti per l'opinione pubblica conscia dei rischi per la salute legati al passaggio di sostanze tossiche o nocive derivanti dai frequenti trattamenti o concimazioni, agli alimenti (azoto-nitriti:metaemoglobina, nitrosoammine).
L’agricoltura integrata è un metodo di gestione dell’agricoltura che senza rinunciare alla produttività, mira all’ottenimento di produzioni di qualità nel rispetto dell’ambiente e della salute umana. • gli interventi fitosanitari diventano mirati e limitati, si interviene solo quando il numero di insetti sale oltre una certa soglia monitorata attraverso l’uso di esche • la fertilità originale del terreno viene ripristinata attraverso mezzi naturali, • le condizioni di vita degli animali allevati migliorano • si cerca di favorire la coltura e sfavorire i patogeni e le piante infestanti. Si usano piante resistenti o si sposta di poco la loro epoca di semina per sfuggire all’attacco di parassiti
Per agricoltura biologicasi intende il metodo di produzione che esclude l’uso dei prodotti di sintesi per la difesa fitosanitaria e per la nutrizione delle piante. • il sistema agricolo viene considerato un sistema complesso che per la sua sopravvivenza ha bisogno di mantenere l'equilibrio delle varie componenti • la produzione si basa su di un sistema di pratiche agricole tra loro in armonia ed in continuo equilibrio.
-La specializzazione non può esistere, è la molteplicità delle produzioni che permette il ripristino dell’equilibrio e crea le risorse necessarie internamente all'azienda. -Una prerogativa dell'agricoltura biologica è quella di fare ricorso a risorse di produzione propria o comunque derivanti da attività gestite secondo le regole della produzione biologica. Un esempio: l'allevamento di bovini, oltre latte e carne, fornisce il letame per concimare i campi coltivati a grano; la coltivazione del cereale, oltre alla granella, fornisce la paglia per fare la lettiera al bestiame. Lo spirito non è quello di ottimizzare le rese per aumentare la redditività. A questa si giunge grazie alle produzioni regolari, ben remunerate perché di qualità,
È vero che il prezzo dei prodotti biologici è superiore a quello degli alimenti provenienti dall’agricoltura convenzionale, ciò è dovuto in parte: -ai costi della certificazione (sono gli unici prodotti alimentari controllati in tutte le fasi della produzione), -alle minori produzioni, -alla maggior manodopera richiesta nei campi - (in parte) ad un sistema di distribuzione ancora non bene a punto. La regione Sicilia (ripetutamente) ha sostenuto in tutte le sedi istituzionali che non deve esserci alcuna contaminazione dei semi o dei trattamenti veterinari con OGM ribadendo quindi che non è possibile alcuna coesistenza tra agricoltura geneticamente modificata e agricoltura biologica. L’agricoltura biologica è un settore regolamentato dall’Unione Europea e da provvedimenti legislativi nazionali.
-Tutto il ciclo della produzione, dalla preparazione del terreno per la semina fino alla vendita del prodotto finito, è sottoposto ai controlli di organismi specializzati appositamente riconosciuti dallo Stato, che certificano e garantiscono il pieno rispetto delle normative e dei disciplinari di produzione -La norma che ha fondato l'agricoltura biologica comunitaria, da cui sono poi derivate tutte le altre, è il Regolamento CEE 2092/91. Oltre che in Italia, anche in Portogallo, Grecia, Francia e Spagna. In altre nazioni, come Austria, Finlandia e Svezia si è affermata già da tempo in modo più graduale. Attualmente la superficie coltivata in Italia si attesta sul 8% della superficie agricola utilizzabile, ma l'obiettivo è di raggiungere nei prossimi anni una quota del 12%.
Gli operatori del settore nel 2007, sono 50.276 (dati forniti al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dagli Organismi di Controllo (OdC) sulla base delle elaborazioni del SINAB – Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) • Sicilia e Calabria sono le regioni con maggiore presenza di aziende biologiche. • La superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, risulta pari a 1.150.253 ettari. • Le regioni con il più alto numero di ettari coltivati con metodo biologico sono la Sicilia con 175.295, cui seguono la Basilicata con 115.144 ettari e l’Emilia Romagna con 103.784 ettari. • Essa presenta una maggiore concentrazione di aziende di produzione al sud e di trasformatori ed importatori al nord.
Le principali colture sono rappresentate da foraggi, cereali, prati e pascoli, che nel loro insieme riguardano il 70% circa degli investimenti. • Seguono, in ordine di importanza, le coltivazioni arboree (olivo, vite, agrumi, frutta) e le colture orticole ed industriali (leguminose da granella, prodotti orticoli) • La zootecnia biologica, ha cominciato a svilupparsi alla fine degli anni '90 Per le produzioni animali,, in biologico risultano 165.000 bovini (da latte e da carne), 660.000 ovi-caprini e quasi 18.000 suini • Esportiamo all’estero (in particolare in Europa, Stati Uniti e Giappone) oltre un terzo della nostra produzione, soprattutto frutta e ortaggi, cereali, legumi, pasta, riso, olio extravergine d’oliva, vino, formaggi, latte e latticini, salse e condimenti, frutta secca, miele, prodotti da industria
L’agricoltura biologica in Sicilia • In Sicilia si coltivano in biologico circa 35.000 ha di colture cerealicole, • 6.000 ha ad olivo, • 11.500 di vite, • 9.000 ha di agrumi • 2000 ha di orticole varie. • In ogni caso il trend positivo del biologico isolano è stato positivo anche nel 2003 (dati ancora parziali), registrando incrementi nei comparti orticolo, viticolo (quest' ultimo passato 14.000 ettari, comprensivi dei terreni in conversione).
Ripartizione degli operatori nelle varie provincie Siciliane
La ricerca nel settore agrario • Anche la ricerca nel campo agronomico non è più orientata a massimizzare le rese ma alla conservazione e rivalutazione di varietà locali e all’aumento della sostenibilità delle pratiche agricole. • La conservazione delle antiche varietà selezionate nel tempo per la loro resistenza anche ad ambienti difficili prima che si estinguano con la scomparsa dei vecchi agricoltori, può rappresentare la possibilità di avere a disposizione un prezioso patrimonio genetico da utilizzare nella selezione di nuove varietà o per il mantenimento di pregiate varietà locali tradizionalmente consumate per alcune pregevoli caratteristiche di qualità. • Per quanto concerne la sostenibilità del sistema agricolo ossia il contenere l’impatto sull’ecosistema e e di salvaguardare la salute dei consumatori.
La ricerca nel settore agrario • I principali obiettivi della ricerca nel settore agricolo sono: • la riduzione dell’apporto di energia esterna all’agroecosistema • un aumento della qualità delle produzioni agrarie Tra le ricerche attualmente condotte sono da segnalare quelle rivolte a: -conservazione della biodiversità -contenimento del consumo di acqua, -diminuzione delle lavorazioni profonde, -contenimento dell’apporto di concimi minerali soprattutto azotati (vedi paragrafi successivi) e di pesticidi, -riutilizzo di scarti aziendali, -miglioramento delle produzioni e della qualità di importanti colture tradizionali (per esempio le leguminose) per poterne renderne più redditizia la coltivazione e l’impiego nelle rotazioni.
Le api una risorsa da salvare • Le api sono animali sociali la cui organizzazione all’interno dell’alveare è abbastanza nota. • Oltre alle produzioni tradizionali: miele, cera, propoli, etc. non bisogna dimenticare il loro ruolo di pronubi, cioè di impollinatori (alcuni agricoltori praticano il noleggio di arnie). • Oggi si assiste a una moria di api dovuta oltre che ad una malattia (varroasi), all’impiego di alcuni pesticidi di ultima generazione (neonicotinoidi) già proibiti in altri paesi (Francia, Germania e slovenia): confidor, epik, gaucho, calipso, actara, cruiser. Principi attivi Acetamiprid, imicloprid, thiacloprid, thiamethoxam, fipronil.
La tutela della qualità in Italia • A partire dagli anni Novanta è cresciuta in Italia la richiesta di una maggiore qualità degli alimenti da parte dei consumatori per mettersi al riparo da frodi o intossicazioni alimentari (l’apertura dei mercati comporta sempre minori possibilità di controllo) ma anche per investire meglio i propri soldi. • Attualmente la certificazione garantisce la ‘rintracciabilità dei prodotti’ (Regolamento CE 178/2002). Con tale termine si intende “la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un mangime, di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime, attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione”.
In tale Regolamento per legislazione alimentare si intendono le leggi, i regolamenti e le disposizioni amministrative riguardanti gli alimenti; in particolare la loro sicurezza, nelle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione. A livello internazionale questo problema è stato risolto con una serie di standard cui corrisponde il corpus normativo ISO 9000 con la norma relativa all’alimentazione UNI EN ISO 8402. • La comunità ha posto sotto controllo tutti i prodotti destinati all’alimentazione prodotti all’interno degli stati membri e obbliga i governi a munire di personale specializzato gli organismi di controllo. • Un’altro standard riconosciuto a livello internazionale è lo HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point) che si applica su tutta la produzione così da segnalarne i punti critici e i possibili rischi e creare modalità di controllo per prevenirli.
I MARCHI CHE GARANTISCONO LA QUALITA’ L’Unione europea per promuovere e tutelare i prodotti agroalimentari ha creato con il Regolamento CEE n. 2081/92 i seguenti marchi: DOP - Denominazione di Origine Protetta (PDO - Protected Designation of Origin), identifica la denominazione di un prodotto la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono in un'area geografica determinata. es. di prodotti DOP: prosciutto di Parma, pecorino Sardo, mozzarella di bufala campana IGP - Indicazione Geografica Protetta (PGI - Protected Geographical Indication), identifica la denominazione di un prodotto di cui almeno uno degli stadi della produzione, trasformazione o elaborazione avviene in un'area geografica determinata. es. di prodotti IGP: lardo di Colonnata, pomodoro di Pachino STG - Specialità Tradizionale Garantita (TSG - Traditional Speciality Guaranteed), ha il compito di valorizzare una composizione tradizionale del prodotto o un metodo di produzione tradizionale, ma non fa riferimento ad un'origine. es. di prodotti STG: mozzarella Questa categoria di marchi non deve essere registrata, ma la tutela deriva da apposite leggi. Curiosità: l'Italia attualmente vanta il primato europeo tra i prodotti DOP, IGP e STG.
I MARCHI CHE GARANTISCONO DELLA QUALITA’ • Denominazione di Origine Controllata è un sistema di certificazione nazionale della qualità di prodotti agroalimentari. In seguito all'entrata in vigore nel 1992 dei marchi DOP, IGP e STG questo sistema di certificazione è stato utilizzato esclusivamente per contraddistinguere i vini di qualità: • Vini a Denominazione d'Origine Controllata e Garantita, il marchio DOCG indica il particolare pregio qualitativo di alcuni vini DOC di notorietà nazionale ed internazionale. Per la certificazione DOCG sono richiesti requisiti tra i quali l'imbottigliamento nella zona di produzione e in recipienti di capacità inferiore a cinque litri • es. Chianti, Franciacorta spumante • Vini a Denominazione d'Origine Controllata, il marchio DOC indica vini di qualità originari di zone limitate richiamate nel nome del vino. Le caratteristiche enochimiche (estratto secco, acidità totale,...) ed organolettiche (colore, odore, sapore) devono rispettare precisi requisiti fissati dai Disciplinari di produzione • es. Dolcetto d'Alba, Sangiovese di Romagna • Ad un livello inferiore rispetto ai vini DOCG e DOC si posizionano i Vini ad Indicazione Geografica Tipica, il marchio IGT indica vini da tavola di qualità prodotti in aree generalmente ampie. I requisiti sono meno restrittivi di quelli richiesti per i vini DOC. • .
Marchio biologico • Ne esistono di vari tipi sia pubblici come il marchio Agricoltura biologica sia marchi privati. Questi ultimi indicano il rispetto del regolamento comunitario oppure l'adozione di norme più restrittive. • Agricoltura biologica, è un marchio regolato dal regolamento CEE n.2092/91. Può essere apposto volontariamente dai produttori di prodotti sottoposti a un controllo e risultati composti da ingredienti di cui almeno il 95% ottenuti con il metodo biologico. • Tra i marchi privati: • ICEA (Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale) • Garanzia Biologico Amab, dell'Associazione Mediterranea Agricoltura Biologica • Controllo Biologico, del Consorzio per il Controllo dei prodotti biologici • Bioagricert • Garanzia Aiab • Demeter • Ecocert
Gestione dei fattori naturali nei due tipi di agricoltura: il terreno Le risorse naturali sono il terreno, le piante e le colture, l'acqua Il terreno nell’agricoltura convenzionale Il terreno viene considerato un substrato quasi inerte su cui crescono i vegetali, modificabile a seconda delle esigenze • le lavorazioni, effettuate per migliorare l'ambiente di sviluppo dei semi e facilitare l'assorbimento da parte delle radici, sono numerose ed interessano uno strato di terreno più o meno profondo • con gli ammendanti si interviene sulle caratteristiche chimico e fisiche • con i concimi si aggiungono grandi quantitativi di elementi nutritivi (azoto, per accrescere il rigoglio vegetativo, fosforo e potassio per migliorare l'attività metabolica) • si assiste spesso in questi terreni a un impoverimento di humus e a una diminuzione della fertilità.
Gestione dei fattori naturali da parte dei due tipi di agricoltura: il terreno Il terreno nell’agricoltura biologica Il terreno è considerato un fattore di produzione, non un semplice substrato. • E' il mezzo in cui si compie il ciclo ininterrotto della sostanza organica, che rinnova la fertilità. • Sono quindi di primaria importanza tutti i fattori che reintegrano quest’ultima e che intervengono nel suo miglioramento e mantenimento • A questo fine rovescio e rotazioni assumono nuova importanza per il loro apporto di sostanza organica e di elementi essenziali al terreno • Le lavorazioni con mezzi meccanici sono ridotte nel numero e interessano lo strato più superficiale perché perturbano l'assetto generale del sistema terreno ed ostacolano il raggiungimento dell'equilibrio tra humus e sostanze da decomporre
Gestione dei fattori naturali da parte dei due tipi di agricoltura: le piante e le colture Le piante e le colture nell’agricoltura convenzionale • Le necessità di un'agricoltura che richiede varietà sempre più produttive vengono soddisfatte dalla selezione genetica di nuove varietà Con le diverse tecniche di miglioramento e, in tempi recenti, con l'ingegneria genetica si riescono: • ad ottenere cultivar, soprattutto nel campo delle colture erbacee ed orticole, con: resistenza agli attacchi di malattie ed insetti dannosi, conservabilità prolungata, ecc. • Grazie alle tecniche di ibridazione si ottengono piante che danno risultati sorprendenti in termini di produttività: forte crescita delle aziende produttrici di ibridi. Nel campo arboreo, la selezione genetica mira a creare piante che, oltre ad aumentare la produttività, rispondano bene alle esigenze della meccanizzazione, sia in fase di trattamenti che di raccolta.
Gestione dei fattori naturali da parte dei due tipi di agricoltura: le piante e le colture • La scelta delle colture da praticare nelle aziende è determinata da fattori ambientali (terreno e clima) e da criteri di convenienza economica (richieste del mercato e,in senso più ampio, dalle politiche economiche del settore) • Le aziende agricole convenzionali molto spesso adottano la specializzazione colturale, che consiste nel coltivare sul terreno aziendale solo alcune specie botaniche, con affinità colturali • Moltissime si dedicano alla monocoltura: solo mais o solo grano, solo mele o solo pere. Il vigneto diventa una monocoltura specializzata • Le densità colturali sono elevate per garantire le massime rese e per ottimizzare gli interventi.