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III MODULO EMOZIONI E RELAZIONI:COMPETENZA EMOTIVA E SOCIALITA ’

III MODULO EMOZIONI E RELAZIONI:COMPETENZA EMOTIVA E SOCIALITA ’. LA MAPPA EMOTIVA.

Audrey
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III MODULO EMOZIONI E RELAZIONI:COMPETENZA EMOTIVA E SOCIALITA ’

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  1. III MODULOEMOZIONI E RELAZIONI:COMPETENZA EMOTIVA E SOCIALITA’

  2. LA MAPPA EMOTIVA • “Nel nostro mondo, le emozioni forniscono al bambino che cresce una mappa del mondo. Esse forniscono informazioni sulla collocazione di cose importanti, buone o cattive, e sull’essere “esterne” di queste, e di conseguenza anche sui limiti del proprio controllo affettivo […]; demarcano il mondo e al contempo vi collocano il Sé. […]. Un bambino che non impara la paura è un bambino in pericolo; e anche la rabbia […] è un utile tentativo di acquisire controllo e affermare l’integrità di un’identità lesa. Questa mappa emotiva ha una sua finalità evolutiva, perché insegna al bambino l’importanza dei suoi confini e lo salva da un senso di impotente passività di fronte al mondo” (Nussbaum, 2009, p. 257)

  3. LA COMPETENZA EMOTIVA • Il concetto di competenza emotiva implica conoscenza, padronanza, efficienza e organizzazione di tutte le parti del processo emotivo • E’ un costrutto complesso e multicomponenziale (Corsano e Cigala, 2004; Dehnam, 1998) • Presuppone il concetto di cultura emozionale (Gordon, 1989): solo dopo aver compreso il significato culturale delle emozioni i bambini sono in grado di operarci attivamente

  4. COMPONENTI DELLA COMPETENZA EMOTIVA (SAARNI, 1999) • Consapevolezza del proprio stato emotivo • Capacità di riconoscere e discriminare le emozioni altrui • Capacità di utilizzare il lessico emotivo, capacità di acquisire script emotivi legati ai ruoli sociali • Capacità di coinvolgimento empatico nelle esperienze emotive dell’altro • Capacità di comprendere la discrepanza tra manifestazione e stato emotivo, consapevolezza dell’impatto sociale dei propri comportamenti emotivi • Capacità di affrontare in maniera adattiva le emozioni negative • Consapevolezza della valenza relazionale delle emozioni • Capacità di autocontrollo emotivo

  5. COMPONENTI DELLA COMPETENZA EMOTIVA (SAARNI, 1999) Queste componenti sottendono tre dimensioni fondamentali: Comportamento espressivo: espressività emotiva, regolazione emotiva Conoscenza delle emozioni: proprie e altrui, linguaggio emotivo, distinzione tra espressione ed esperienza emotiva, consapevolezza della natura emotiva delle relazioni,.. Autoriflessività o autoefficacia emotiva: valutazione del proprio comportamento emotivo rispetto alla conoscenza che si ha dei processi emotivi e delle regole sociali e morali

  6. ASPETTI DELLA COMPETENZA EMOTIVA (DENHAM, 1998) La competenza emotiva comprende 3 elementi:espressione delle emozioni comprensione delle emozioni regolazione delle emozioni

  7. ESPRIMERE LE EMOZIONI MANIFESTARE I PROPRI STATI D’ANIMO E MOSTRARE COINVOLGIMENTO NELLE EMOZIONI ALTRUI Dimensione comportamentale delle emozioni

  8. PRECURSORI ED ESPRESSIONE PRECOCE DELLE EMOZIONI (STERN, 1977) • Prime settimane di vita: sorriso endogeno, sorriso come riflesso di cicli neurofisiologici di eccitazione e rilassamento • 6 sett-3 mesi sorriso esogeno: stimoli elettivi (volto, la voce, lo sguardo) • Da 3 mesi: sorriso come comportamento strumentale, sorriso per raggiungere uno scopo • Da 4 mesi: sorriso espresso in maniera coordinata e articolata rispetto alle altre espressioni

  9. ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI NEI PRIMI 3 ANNI DI VITA • 0-6 mesi: emozioni di base (gioia, interesse, sorpresa, tristezza, disgusto, paura , rabbia), indici facciali • 18-30 mesi: emozioni auto-consapevoli (imbarazzo, empatia, invidia), indici facciali, corporei e vocali • 30-36 mesi: emozioni auto-consapevoli (orgoglio, vergogna, colpa), acquisizione e consapevolezza delle regole sociali, indici facciali, corporei, vocali.

  10. EMOZIONI E INTERAZIONI Stadi di sviluppo socio-emotivo • 0-4 mesi: proto-conversazioni, intersoggettività primaria, dialogo emotivo e sintonizzazione emotiva • 4-6 mesi: giochi con la madre, alternanza attenzione madre-oggetto • 7-8 mesi: paura per l’estraneo - attaccamento • 9-10 mesi: cooperazione in compiti comuni, proto-linguaggio, intersoggettività secondaria • 12-18 mesi: linguaggio verbale, capacità imitazione, integrazione segnali verbali e non verbali • 18-36 mesi: gioco simbolico- modelli operativi interni

  11. COMPRENDERE LE EMOZIONI RICONOSCERE E DARE SIGNIFICATO AI PROPRI E AGLI ALTRUI STATI EMOTIVI Dimensione cognitiva delle emozioni

  12. PRECURSORI E COMPRENSIONE PRECOCE DELLE EMOZIONI • Precoce riconoscimento da parte del neonato delle espressioni di gioia e tristezza della madre (Tronick, 1999) • Precocissimo riconoscimento del volto materno, percezione multimodale • Precoce espansione della coscienza e dell’attenzione (dai 6 mesi)

  13. IMPARARE A COMPRENDERE LE EMOZIONI NELL’INTERAZIONE • 2-4 mesi: interesse, piacere o disagio sono vissuti e poi compresi in risposta allo sguardo dell’altro su di sé (guarda l’altro) • 6-8 mesi: interesse, piacere o disagio sono vissuti in risposta allo sguardo dell’altro su oggetti, o rispetto a eventi (guarda l’altro e l’oggetto) • 7-10: interesse, piacere o disagio sono vissuti in risposta allo sguardo dell’altro sulle proprie azioni, che vengono ripetute per suscitare attenzione, riso e partecipazione (sguardo al volto dell’altro) • 9-11 mesi: interesse, piacere o disagio nel mostrare, dare o scambiare oggetti (guarda l’altro e l’oggetto) • 10-14 mesi: interesse, piacere o disagio nel cercare, seguire, raggiungere oggetti distanti (guarda l’altro e l’oggetto)

  14. SVILUPPO DELLA COMPRENSIONE EMOTIVA (Ponset al., 2003) • 2/3-5/6 anni: Comprensione delle cause esterne come determinanti emotive: riconoscimento in base a indici espressivi, cause situazionali, ricordi di avvenimenti esterni • 5/6-8/9: comprensione dei fattori mentali come determinanti emotive: ruolo delle conoscenze dei desideri, delle intenzioni e delle credenze • 8/9-11/12: Comprensione dei fattori riflessivi come determinanti degli stati emotivi: delle emozioni miste, delle emozioni morali, di alcune strategie di regolazione

  15. REGOLARE LE EMOZIONI CONTROLLARE LA PROPRIA ESPERIENZA EMOTIVA Dimensione adattiva e sociale delle emozioni

  16. REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI Variazione di ciò che una persona può fare in funzione di un determinato contesto (Campos et al., 2004) Implica (Thompson, 1994): Monitoraggio della situazione Valutazione dell’esperienza emotiva Modificazione della reazione emotiva

  17. LO SVILUPPO DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA (Sroufe, 1995) 0-3 mesi: regolazione guidata dal caregiver 3-6 mesi: regolazione diadica 6-12 mesi: regolazione diadica delle emozioni 12-18 mesi: autoregolazione guidata dal caregiver 18-30 mesi: regolazione autonoma

  18. LO SVILUPPO DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA NELLA II INFANZIA • Nell’età prescolare (3-6 anni) la capacità di regolare le emozioni è favorita da due importanti acquisizioni: • Distinzione tra espressione emotiva esterna ed esperienza soggettiva interna: consente di dissimulare le emozioni o di modularle in funzione relazionale • Teoria della mente: consapevolezza che gli altri possiedono stati interni differenti dai nostri, rispetto ai quali si può modulare il proprio comportamento emotivo

  19. LO SVILUPPO DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA NELLA II INFANZIA • Nell’età prescolare (3-6 anni) i bambini conoscono già diverse strategie di regolazione (Dennis et al. 2009): • Strategie esterne: cercare di modificare la situazione (rabbia) • Strategie, di tipo cognitivo, focalizzate sull’emozione: cercare di pensare a qualcosa di piacevole (tristezza e paura) • Strategie, di tipo comportamentale, focalizzate sull’emozione: cercare di fare qualcosa di piacevole (tristezza e paura)

  20. LO SVILUPPO DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA NELLA II INFANZIA • Nell’età prescolare (3-6 anni) la capacità di regolare le emozioni è già chiaramente legata a differenze individuali: • Reattività agli stimoli • Irritabilità • Equilibrio tra espressioni emotive positive e negative • Tono dell’umore prevalente • Strategie di regolazione • Si tratta di aspetti sia temperamentali sia acquisiti

  21. IMPORTANZA DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA Regolare le proprie emozioni è importante sia per sé sia per gli altri: Per sé: perché adeguare la propria espressione emotiva al contesto, in talune situazioni, consente di essere meglio accettati e di sviluppare una buona stima di sé Per gli altri: perché autoregolarsi conduce ad interagire in modo più efficace

  22. COMPETENZE IMPLICATE DALLA REGOLAZIONE DELLA RISPOTA EMOTIVA • capacità di dilazionare la gratificazione • capacità di inibire una risposta dominante per sostituirla con una secondaria (effortful control) • grado di controllo esercitato sui propri impulsi (ego-control ) • capacità di modificarlo ed adeguarlo alle esigenze del contesto (ego-resiliency)

  23. LA CAPACITA’ DI REGOLARE LA RISPOSTA EMOTIVA INTERVIENE.. • nel consentire ad un bambino di attendere il proprio turno prima di salire sull’altalena • nell’inibire il proprio desiderio di raccontare la sua esperienza per concludere l’ascolto di quella del compagno • nel mantenere la propria attenzione in un gioco o in un’attività condivisa • nel riuscire a non piangere o a non arrabbiarsi in una situazione di frustrazione causata da un amico.

  24. LA CAPACITA’ DI REGOLARE LA RISPOSTA EMOTIVA E’ CORRELATA A..(Corsano e Cigala, 2004; Cigala e Corsano, 2011) • Accettazione da parte dei pari/interazioni più efficaci • Adattamento a scuola/successo scolastico • Elevata competenza percepita/stima di sé • In sintesi: competenza sociale e immagine positiva di sé

  25. SITUAZIONI ATIPICHE • Vulnerabilità emotiva: • spiccata sensibilità agli stimoli emotigeni • intensità della risposta • difficoltà a tornare alla “normalità” • Può condurre a: • Disregolazione emotiva: risposte emotive intense ed estremizzate • Problemi di internalizzazione: risposte emotive rivolte all’interno (ritiro sociale, depressione, bassa stima di sé) • Problemi di esternalizzazione: risposte emotive rivolte all’esterno (aggressività, devianza sociale,..)

  26. SITUAZIONI ATIPICHE • Bambini non vedenti • Bambini autistici • Bambini maltrattati

  27. SITUAZIONI ATIPICHE • Bambini non vedenti (Sini et al., anni 2000) • Manifestano la stessa espressione delle emozioni dei vedenti, tuttavia con meno differenziazioni. • Utilizzano aree diverse del volto rispetto ai vedenti, prevalentemente l’area degli occhi • L’espressione è interpretata come “più triste”

  28. SITUAZIONI ATIPICHE Bambini autistici (Hobson, 1986) Difficoltà: • ad utilizzare le espressioni in modo adeguato al contesto; • a comprendere le cause “sociali” delle emozioni; • a stabilire un contatto emotivo; • a riconoscere gli stati emozionali negli altri (difficoltà di attenzione condivisa, e nell’acquisizione della teoria della mente)

  29. SITUAZIONI ATIPICHE Bambini maltrattati (Pollak, 2000; Cigala, 2011) Difficoltà a riconoscere le espressioni e le situazioni emotive di felicità (trascurati); Maggiore competenza (ipersensibilità) nel riconoscimento della rabbia (bambini fisicamente abusati) Maggiore competenza (ipersensibilità) nel riconoscimento della tristezza (bambini fisicamente trascurati) Difficoltà a decodificare le situazioni emotive ambigue (tendenza ad attribuire emozioni negative) Difficoltà di regolazione emotiva: risposte eccessive o assenti

  30. COMPETENZA EMOTIVA E SISTEMA DEL SÉ • La competenza emotiva aiuta il bambino a costruire il Sé: • le emozioni gli consentono di valutare le proprie esperienze in modo edonico, cioè come piacevoli o no • per sé e per gli altri, cioè nel senso del benessere individuale e sociale. • Emozioni autocoscienti e Modelli operativi interni (fine I infanzia) costituiscono un buon esempio di ciò. • Nelle fasi successive le esperienze emotive connotano gli schemi di sé positivi e negativi

  31. EMOZIONI SOCIALI, O “AUTOCOSCIENTI” • Secondo Harter (1999), le emozioni autocoscienti compaiono quando il Sé inteso come Io (soggetto conoscente) diventa consapevole del Me (soggetto conosciuto), vi riflette e lo valuta. • Esse implicano dunque: • Una consapevolezza di sé • Un’idea di sé • Un’idea di sé nelle relazioni • Una prima conoscenza delle norme • Un’idea di sé rispetto alle norme

  32. EMOZIONI SOCIALI, O “AUTOCOSCIENTI” Ogni emozione sociale possiede: Una causa elicitante Implicazioni per sé / per gli altri Correlati emotivi e comportamentali ORGOGLIO: Raggiungimento di mete e obiettivi definiti nel contesto della relazione Percezione di competenza / di avere risposto alle aspettative degli altri Felicità e comportamento di esibizione

  33. EMOZIONI SOCIALI, O “AUTOCOSCIENTI” VERGOGNA: Trasgressione di norme definite nel contesto della relazione Percezione di inadeguatezza / di avere deluso gli altri Tristezza e comportamento di ritiro/evitamento SENSO DI COLPA: Trasgressione/violazione di norme definite nel contesto della relazione affettiva Percezione di inadeguatezza / danno per gli altri Ansia e agitazione e comportamento di riparazione

  34. SVILUPPO DELLE EMOZIONI SOCIALI(Harter, 1999; Lewis, 2008) 2-3 anni: solo indici espressivi 4 anni: nominano correttamente e comprendono la valenza affettiva dell’emozione 3-6 anni: comprensione del legame tra norme ed emozione 7 anni: portano esempi corretti di situazioni elicitanti, ed esplicitano i modelli parentali 8 anni: consapevolezza che l’emozione può essere provata indipendentemente dall’osservazione degli altri

  35. Possibili domande d’esame • Componenti e dimensioni della competenza emotiva • Sequenza di comparsa delle emozioni nei primi tre anni di vita • Il sorriso come precursore dell’espressione emotiva • Comprensione emotiva ed interazioni precoci • Lo sviluppo della comprensione emotiva • Lo sviluppo della regolazione emotiva • Regolazione emotiva e competenza sociale • Aspetti di vulnerabilità emotiva • Competenza emotiva e sistema del Sé • Le emozioni autocoscienti: caratteristiche ed evoluzione

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