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BEATRICE BERTOZZI SANU a.a. 2009/2010. Famosissimo l'episodio della cena di trimalchione raccontato nel Satirycon di Petronio. Grazie ai personaggi, alle consuetudini e tradizioni descritti dall'autore , si fa risalire l'opera all 'età neroniana (I sec d.C.).
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BEATRICE BERTOZZISANU a.a. 2009/2010
Famosissimo l'episodio della cena di trimalchione raccontato nel Satirycon di Petronio. Grazie ai personaggi, alle consuetudini e tradizioni descritti dall'autore, si fa risalire l'opera all'età neroniana (I sec d.C.).
Il protagonista del romanzo è Encolpio, che in prima persona racconta le avventure accadutegli durante un viaggio fatto in un’imprecisata località dell’Italia Meridionale assieme a Gitone e al giovane Ascilto. Dopo diverse vicende, i tre ricevono l’invito per un banchetto a casa del liberto arricchito Trimalcione, dove saranno ospiti assieme ad altri personaggi appartenenti al rango sociale del padrone di casa. Nella sala della cena ogni elemento è approntato allo scopo d’impressionare: abbondanti portate e libagioni, bizzarre scenografie, numeri di varietà, mimi, musica ed esibizioni varie.
UNO SGUARDO AL MENù..... Gli antipasti All’inizio della cena c’é sulla tavola un asinello di bronzo corinzio con due bisacce, una piena di olive bianche, l’ altra di olive nere. Ci sono anche salsicciotti caldi su una graticola d’ argento e, sotto la graticola, prugne di Siria e chicchi di melograno.Poi viene portato un gran vassoio con una cesta nella quale si vede una gallina di legno con le ali aperte a ventaglio, come fanno questi animali quando covano. Due schiavi cominciano a frugare nella paglia e trovano delle uova di pavone che distribuiscono ai commensali. Dentro ogni uovo c’è un beccafico bello grasso immerso nel rosso d’uovo pepato.
“ A questo colpo di scena, Trimalcione volge il capo, e « Amici, - dice, uova di pavone ho fatto mettere sotto la gallina. Ma ho paura, per bacco, che ci sia già la famiglia! Ad ogni modo, proviamo se sono ancora da bere. Si, si possono bere ». Riceviamo dei cucchiaini da mezza libra almeno e rompiamo quelle uova rivestite di pasta frolla. Io però fui a un pelo dal gettar via la mia porzione, ché in effetto mi pareva ci fosse già il pulcino. Ma poi, quanto sento da un commensale di vecchia data « Qui dev'esserci qualcosa di buono », frugo con la mano dentro il guscio e trovo immerso nel tuorlo pepato un beccafico bello grasso. '' SATYRICON CAPITOLO 33
....Segue un grande trionfo da tavola, di forma circolare, con i dodici segni dello zodiaco disposti in giro; e su ognuno di essi c’é una pietanza corrispondente; per esempio, sul Toro una bistecca di manzo, sui Gemelli testicoli e rognoni, sul Leone fichi d’ Africa, sulla Vergine la vulva di una giovane scrofa; sulla Libra una bilancia che porta in un piatto una torta e nell’ altro una focaccia; sui Pesci due triglie. Nel centro, poi, c’é un favo di miele in mezzo all’erba. Dopo che quattro servi hanno sollevato la parte superiore del trionfo, spunta un vassoio con pollame, ventresche di scrofa e una lepre. Agli angoli del trionfo si vedono quattro satiri intenti a versare da piccoli otriuna salsa piccante sopra alcuni pesci.
Il cinghiale In seguito arriva un gran vassoio con dentro un cinghiale immenso. Dalle sue zanne pendono due cestelli, uno pieno di datteri freschi, l’altro di datteri secchi. Tutt’intorno ci sono porcellini fatti di pasta dura, che sembrano attaccati alle mammelle. Agli ospiti viene data la possibilità di scegliere fra tre maiali vivi (rispettivamente di due, tre e cinque anni), che possono essere cucinati subito. Il cuoco provvede immediatamente a sventrare il cinghiale, dal quale vengono fuori salsicce e sanguinacci. Il vitello Su un vassoio di duecento libbre viene portato un vitello con l’elmo in testa. Allora uno schiavo, vestito come un guerriero greco, gli si scaglia contro armato di coltello e lo fa a pezzi. Subito dopo le porzioni vengono offerte ai commensali.
PER CONCLUDERE.... Le torte Sulla tavola viene collocato un trofeo pieno di torte, al centro del quale si erge un gran Priapo di pasticceria, che porta nel grande ventre uva e frutta d’ ogni genere. Durante tutto il pranzo ci sono per gli ospiti vino abbondante, musica e canti di giovani schiavi mentre si conversa sugli argomenti più disparati.
Dove si consuma il banchetto? Alla cena, nella casa dei più ricchi era riservata una stanza particolare: il triclinium, di solito lunga il doppio della sua larghezza , che prendeva il nome dai letti a tre posti (triclinia) dove si stendevano i commensali. Gli invitati avevano a disposizione coltelli, stuzzicadenti dal doppio uso con un piccolo cucchiaino a forma di manina ad una estremità che veniva usato per pulirsi le orecchie , e cucchiai di varia forma. Niente forchette, che non erano conosciute, per cui era necessario lavarsi frequentemente le mani tra una portata e l'altra: compito assolto da servi che versavano acqua profumata da anfore e fornivano un tovagliolo per asciugarsi le mani. Tovagliolo che avevano anche i commensali che per lo più se lo portavano via al termine della cena con le pietanze che erano avanzate
TRICLINIO “Noi eravamo ormai giunti al triclinio....“ Satyricon capitolo 30
BIBLIOGRAFIA • Diotti Angelo- Dossi Sergio - Signoracci Franco,“Millennium”. Letteratura, antologia, autori latini. Editore: SEI SITOGRAFIA • www.taccuinistorici.it (visitato il 30 aprile 2010) • www.latinovivo.com (visitato il 30 aprile 2010) • http://www.archeoempoli.it/cucina.htm (visitato il 30 aprile 2010)