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Associazione A.b.c. onlus. CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI ARTEAMBIENTE IN … FAMIGLIA - 2° LIVELLO. In collaborazione con Comune di Grosseto Circoscrizione n. 5 di Alberese, Rispescia, 8^ Zona del comune di Grosseto CEIS – Centro di solidarietà di Grosseto
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AssociazioneA.b.c. onlus CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI ARTEAMBIENTE IN … FAMIGLIA - 2° LIVELLO
In collaborazione con Comune di Grosseto Circoscrizione n. 5 di Alberese, Rispescia, 8^ Zona del comune di Grosseto CEIS – Centro di solidarietà di Grosseto Consultorio La Famiglia – Grosseto L’Altra Città – Grosseto Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – Sezione prov.le di Grosseto portAperta Società Cooperativa Sociale Parrocchia Santa Maria Goretti di Rispescia Tutor: Pelio Collantoni Referente associativo del progetto: Unico Rossi Coordinatore del progetto: Enrico Pompeano
Osservare – Comunicare – Operare Dr.ssa Mara Spinelli Conti Applicazioni attraverso l’arte Fioralba Simi e Mara Spinelli Conti Grosseto 2009
INDICE DEGLI INCONTRI • La percezione – La parola – I linguaggi: dalla realtà di 1° ordine alla realtà di 2° ordine • Applicazioni attraverso l’arte: percepire, decodificare, interpretare • Logiche ordinarie, logiche non ordinarie, logiche ambivalenti. Autoinganni subiti – autoinganni gestiti • Applicazioni attraverso l’arte: autoinganno con … giudizio (critico) • Analisi della Tentata Soluzione Ridondante (T. S. R.) e applicazioni • Applicazioni attraverso l’arte: ridondare o non ridondare … questo è il problema! • Come si osserva un problema (dal perché al come). Strategie e tecniche • Applicazioni attraverso l’arte: la costruzione del profilo di un artista come percorso esemplificativo di indagine sui dati del comportamento umano • Il problem solving strategico. Dal “ perché “ al “ come “ : come si osserva un problema • Applicazioni attraverso l’arte: un caso di ordinaria follia? • Dalle “ verità” oggettive alla “ consapevolezza operativa”. Conclusioni • Applicazioni attraverso l’arte - Lezione/verifica: Un caso di follia … creativa • Bibliografia
1° INCONTRO La percezione – La parola – I linguaggi Dalla realtà di 1° ordine alla realtà di 2° ordine
Non abbiamo modo di afferrare il mondo esterno se non attraverso i sensi, dai quali potremmo ricevere immagini costantemente ingannevoli, ma anche se vedessimo il mondo del tutto corretto, non avremmo modo di saperlo E. Von Glaserfeld Da “ Radical constructivism”
Dialogo tra fratelli, lei anni 7 \ lui anni 5 Lui – Guarda che bei papaveri …!!! Lei - Guarda questo boccolo …!!! Lui - Che cos’e’…..? Lei - Questo ricciolo perfetto …!
“ TUTTO CIO’ CHE PERCEPIAMO VIENE IMMEDIATAMENTE TRASLATO IN LINGUAGGIO ATTRAVERSO LE PAROLE.” Maturana e Varela, 1987
stregadiavolo Madonna Pack Igloo slitta Finanza creativa Titoli spazzatura Foto-boock Veline reality
“NOI VIVIAMO IN UN UNIVERSO SEMANTICO IN QUANTO IL NOSTRO CONCETTO DEL REALE DIPENDE DALLE NOSTRE CATEGORIE LINGUISTICHE” Maturana e Varela, 1987
FIAT LUX? O FIAT VERBUM?
LUCA 10: • 29“Chi è realmente il mio prossimo?” • Rispondendo Gesù disse: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde fra i ladroni che lo spogliarono e gli inflissero dei colpi e se ne andarono lasciandolo mezzo morto. • Ora, per coincidenza scendeva per la strada un sacerdote, ma vedutolo, passò oltre dal lato opposto. • Similmente pure un Levita, essendo sceso lungo la strada e vedutolo. Passò oltre dal lato opposto. • Ma un Samaritano che viaggiava per la strada gli venne vicino e, vistolo, fu mosso a pietà. • E accostatosi fasciò le sue ferite, versando su di esse olio e vino. Quindi lo pose sul proprio animale e lo condusse ad una locanda avendone cura. • 35 E il giorno dopo trasse due denari, li diede al locandiere e disse: • << Abbi cura di lui e quanto avrai speso oltre a questo, te lo renderò quando tornerò qui>>. • Chi di questi tre ti sembra che si sia reso prossimo all’uomo che cadde tra i ladroni? • Egli disse: << Colui che agì misericordiosamente verso di lui>> • Quindi Gesù gli disse: << Va’ e fai anche tu lo stesso>>
LA REALTA’ DI MOLTE REALTA’ DA COMUNICARE E DA COMUNICARSI Maturana e Varela , 1987
“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita” Canto1°, Inferno Dante
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. “Cent’anni di solitudine” G. G. Marquez
“ Quel ramo del lago di Como che volge a Mezzogiorno …” Dai “Promessi sposi” A. Manzoni
“IL LINGUAGGIO È LA MADRE E NON L’ ANCELLA DEL PENSIERO.” K. KRAUS
DI TUTTE LE COSE È MISURA L’ UOMO. PROTAGORA 490 AC
“ La vita è bella “ di R. Benigni – V. Cerami In vetrina pochi dolci, ma un bel cartello su cui è scritto: <<Vietato l’ingresso agli ebrei e ai cani>>. Giosuè si ferma a vedere… …Una mesta torta al cioccolato. Giosuè La compriamo per la mamma? Guido Quanto costa? Giosuè Venti lire Guido Ma no, lascia fare, lascia fare … quella è finta, è come il tuo carro armato Guido va avanti mentre il bambino legge il cartello. Raggiunge poi il padre. Giosuè Perché gli ebrei e i cani non possono entrare, babbo? Guido Eh, gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Ognuno fa quello che gli pare! C’è un negozio là, un ferramenta … loro non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli. E coso … il farmacista, proprio ieri io stavo con un amico … un cinese che c’ha un canguro: << No, qui cinesi e canguri non possono entrare! >>; gli sono antipatici.
Padre e figlio si allontanano, di spalle, lungo la mesta strada della città. Giosuè Ma noi facciamo entrare tutti! Guido No, da domani ce lo scriviamo pure noi. Chi ti è antipatico a te? Giosuè I ragni! E a te? Guido A me i visigoti! E domani ce lo scriviamo: vietato l’ingresso ai ragni e ai visigoti. Guido ( quasi tra sé) E basta! M’hanno rotto le scatole questi visigoti! Girano l’angolo. da “La vita è bella” Benigni - Cerami
“Non sono le cose a preoccuparci, ma le opinioni che ci facciamo delle cose” Epitteto 6° sec. AC .
2° INCONTRO La percezione – La parola – I linguaggi Dalla realtà di 1° ordine alla realtà di 2° ordine applicazioni attraverso l‘arte “ Percepire, decodificare, interpretare ”
applicazioni attraverso l‘arte Percepire, decodificare, interpretare
- Di che oggetto si tratta? • - Provate a descrivere l’oggetto • Quali significati è possibile attribuire a questo oggetto così presentato? • Se qualcuno vi dicesse che si tratta di un’opera d’arte sareste disposti a crederci? • Un artista nel 1917 lo ha presentato come un’opera d’arte, in cosa consiste allora la sua arte? • - Se questo oggetto venisse presentato oggi per la prima volta come arte, cosa pensate che succederebbe?
subject: ready - madedescrizione: Nel 1917, Duchamp decide d’esporre l’orinatoio di porcellana alla Società degli artisti indipendenti a New York, ma a causa dell’evidente funzione polemica e del desiderio dell’artista di sconvolgere l’istituzione, l’opera viene rifiutata. Il ready-made può essere attuato attraverso lo spostamento dell’oggetto, o dal suo contesto fisico, come nel caso della Ruota di bicicletta, oppure dall’ordinario contesto logico, come avviene in quest’opera, ribattezzandolo, così da non avere più alcuna relazione con l’oggetto come era considerato ordinariamente. L’artista pone una specie di firma R.Mutt, che racchiude la chiave di lettura dell’opera. Anteponendo il cognome all’iniziale del nome R abbiamo la parola Mutter, madre in tedesco. La forma dell’orinatoio ricorda, infatti, la forma di un bacino femminile o di un vaso alchemico. Orinatoio (Fontana) - ready - made on marble, Altezza 62,5 Marcel Duchamp - 1917-1964 Collezione privata
Confrontate le vostre ipotesi con quelleproposte dagli esperti e cercate di rispondere a questa domanda: le vostre assonanze o dissonanze (sia tra di voi e sia con gli esperti) di lettura dell’opera da cosa possono nascere? A cosa possono essere ricondotte? (scrivere le proprie idee su un foglio)
Descrivete l’opera e l’impatto percettivo che vi suscita • Esplicate le emozioni, i sentimenti e le idee che la percezione dell’opera vi suscita • Pensate a come può aver realizzato l’opera l’artista • Ipotizzate le emozioni, i sentimenti e le idee da cui l’artista è partito • Ipotizzate i possibili significati • Prendete atto delle divergenze e delle convergenze percettive ed interpretative • Analizzate la posizione personale rispetto alle differenze emerse W De Kooning – Woman and bicycle 1952-53 cm.194x124 www.centroarte.com/de kooning Willem.htm
Descrivete l’opera e l’impatto percettivo che vi suscita • Esplicate le emozioni, i sentimenti e le idee che la percezione dell’opera vi suscita • Pensate a come può aver realizzato l’opera l’artista • Ipotizzate le emozioni, i sentimenti e le idee da cui l ’artista è partito • Ipotizzate i possibili significati • Prendete atto delle divergenze e delle convergenze percettive ed interpretative • Analizzate la posizione personale rispetto alle differenze emerse J. Pollock - No. 5, 1948 – cm. 250 x102 www.artnet.com/
Confrontando le due opere rivedete i vostri impatti percettivi ed interpretativi nati dall’analisi delle stesse
Ma chi ricordi il de Kooning di quegli anni, e la pittura che è rimasta emblematica del suo esplosivo modo di dipingere, stracciando lacerti di vivente realtà con l'incalzante scherma del gesto e tra l'eccitata anarchia dei segni, chi ricordi quel de Kooning resterà sorpreso, tanto nel leggere (o rileggere) la parola "grazia" nel testo di Sam Hunter, quanto, e ancor più, nel contemplare la serie di dipinti tardi che formano questa raffinata mostra."Grazia racchiusa in un contesto pittorico violento", dicevaHunter… (La grazia di de Kooning – Maurizio Calvesi) www.archimagazine.com/bdekooning.htm
… Pollock trovò gradualmente il mezzo per espandere le proprie … intuizioni su una superficie più ampia, e di sacrificare le pulsioni più intime a un lirismo calmo e misurato … lasciando il campo a ritmi più vasti e grandiosi e a una nuova luminosità. La sua opera non suggeriva più presenze paurose o di altro genere, o sentimenti di disperazione, ma solo il flusso generoso e impersonale dell’energia pittorica. Mentre imparava a padroneggiare superfici sempre più vaste, il suo sentimento acquisiva un respiro sempre più ampio. Come documentano le fotografie e il film realizzato da Hans Namuth su Pollock al lavoro, l’artista dipingeva stando in piedi sopra la tela e lasciandovi gocciolare sopra il colore fino a ottenere movimenti ritmici, le diverse densità e tessiture cromatiche che desiderava. Una ragnatela aerea di linee argentee e nere, di spruzzi di colore distribuiti su uno sfondo di macchie ed estensioni dalle tinte delicate, aveva sostituito il colore opaco e resistente di un tempo. La tecnica di Pollock, consistente nello stendere sul pavimento pezze di tela non tagliate e nel versarvi e schizzarvi sopra il colore liquido, gli consentiva di essere letteralmente “dentro il dipinto”, di muoversi all’interno di esso e di dare uguale rilievo a tutte le sue parti. Da "L’Espressionismo astratto: Jackson Pollock “ a cura di R. Spinillo - www.tuttarteonline.it
Conclusioni • Pollock mi permette di nuotare nel vasto mare dell’universo, con quel gioco infinito di fili dorati che mi lanciano nello spazio, guidata da quelle stelle così luminose da sembrare quasi bianche. • Confrontando le due opere (di De Kooning e Pollock) vedo come punti convergenti la scelta dei colori e le tecniche non predefinite. Il punto divergente che ho colto in De Kooning è il caos, mentre in Pollock l’armonia delle forme e dei colori. • L’impatto percettivo più forte mi è venuto dalla “Fontana – orinatoio” non perché la considero la più bella, ma in quanto ha rivoluzionato le precostituite “categorie” percettive, estetiche, emotive, logiche. Mi ha costretto a “reinventarmi” nel rapporto con l’oggetto d’arte. • L’opera di Pollock, dopo l’iniziale sensazione di caos e visione di campo militare, mi ha portato ad entrare nel groviglio di colori fino a riconoscervi figure, delineate dalla predominanza del segno giallo, che trasmettono l’immagine di un caloroso abbraccio che trasporta in altre dimensioni. • Sono stata favorevolmente impressionata da tutte e tre le opere osservate. La prima perché stravolge gli schemi, le categorie concettuali preesistenti, e mi ha obbligato a guardare l’oggetto da un altro punto di vista. La seconda mi ha colpito favorevolmente per il senso cromatico, mi ha turbato invece l’immagine della donna. La terza è quella che mi ha permesso di entrare subito in contatto con essa, stabilendo una sintonia totale tra me e lei. L’ho percepita come un cielo, un universo popolato di luce. • La prima opera per me non è arte, se per arte io intendo il mio sentire rispetto ad uno stimolo sensoriale. La prima opera non mi suscita alcun sentire. La seconda opera mi provoca un sentimento di piacere, un sorriso. Percepisco confusione visiva e uditiva, m’immagino di essere in mezzo ad una strada affollata, piena di persone e di cose. La signora è per me una figura positiva e divertente in mezzo a questo caos. La terza opera è per me un gioco dell’artista. Lo immagino mentre gioca con i suoi colori e pennelli senza un’intenzione precisa, ma solo per il piacere di manipolare colori e pennelli. L’emozione che mi suscita è la confusione e poi la solitudine. Vedi quei pochi punti bianchi lontani, da soli in mezzo a tanta confusione. • Sicuramente l’opera che più mi ha trasmesso emozioni è il dipinto figurativo della donna, che a parer mio (ci vedevo) rappresenta una figura eroticamente forte che mi faceva pensare ad una prostituta.
Interessanti sia l’opera di Pollock sia l’opera di De Kooning per le potenzialità espressive, derivate dall’uso di certi colori, dalla scomposizione, dall’irregolarità delle forme. Comunicano entrambe elementi positivi circa la complessità, ma anche il fascino della vita. • Adoro Pollock per l’impatto emotivo che mi provoca. Mi ritrovo nell’idea cha parte dalla mente e si traduce con le mani, la materia coloristica che prende forma e traduce il pensiero. E’ un po’ l’idea dell’arte che passa per il corpo e questo mi affascina, è un tuffo nel colore, nell’intreccio e nella libera comunicazione del pensiero. • L’opera che mi ha stimolato di più è stata l’opera “n. 5” di Pollock: all’inizio mi ha suscitato inquietudine, ma osservandola ho percepito la sua ricerca introspettiva: è partito da colori scuri per arrivare a mettere in evidenza colori solari come il giallo e qui comprendiamo come l’artista ha cercato di superare un suo disagio interiore. • Mi è piaciuto il dipinto di De Kooning, la forza e la vitalità che ha trasmesso con la sua “figura felliniana”. Pollock, forse non basta una “lezione” per “capirlo”, ma non sono riuscita a provare “emozioni”, solo un senso piacevole dell’uso dei colori e delle linee che stimolano la fantasia nella ricerca di figure strane. In De Kooning mi son piaciuti di più anche i colori, più forti e decisi. • Pollock: un’emozione di colore, un pavimento allegro sul quale ballare. • 1^ opera: ammirazione per il coraggio di voler esprimere se stessi da parte dell’artista. 2^ opera: emozioni positive, anche se forti. Espressione di forza e bellezza femminile.3^ opera: inquietudine che cerca di … se stessa attraverso un percorso di rilassamento • Opera = manufatto? O solo l’idea? L’opera di Pollock è quella che ho apprezzato di più perché, inizialmente, appena è stata inquadrata, mi è sembrata senza significato, poi mi ha sempre più colpita e interessata. In essa ho trovato una ricchezza di significati prima impensabili. • Mi ha colpito la prima opera, proprio perché non la vivevo come arte, e mi ha fatto superare questo luogo comune. • 1^ opera: qui vale l’idea e non l’oggetto, il nuovo uso. 2^ opera: preferisco la donna provocante, mi dà allegria, energia. Qui vale l’emozione violenta dell’artista.3^ opera: miscuglio sgocciolato, colori scuri e chiari, opera complessa, stratificata. Ti fa sentire dentro il quadro. Qui vale il concetto, il simbolo.
3° INCONTRO Logiche ordinarie Logiche non ordinarie Logiche ambivalenti Autoinganni subiti – autoinganni gestiti
“ La realtà non è ciò che ci accade, ma ciò che facciamo con ciò che ci accade” A. Huxley “L’arte di vedere”
… per tornare bisogna partire, l’arresto ha bisogno del moto, il rilasciare segue il trattenere perché ognuno nasce dall’altro, allora parlate per il silenzio, mutate per conoscere l’immutabile, vuotatevi per divenire colmi. Di momento in momento la mente inganna la mente e i pensieri seguono il pensiero in tondo.
La via d’uscita è all’interno, la via d’accesso all’esterno. Attraverso è nel mezzo. Aggrappatevi ad entrambe le metà e spalancate oppure serrate le porte della mente. La mente ricolma coincide con la mente vuota. R. Grigg “ Il Tao delle relazioni tra uomo e donna ”
LOGICA ORDINARIA “ Se non è, è Se è, non è “ “ Se appartiene a questa categoria, avrà tutte le caratteristiche della categoria ” “ Se appartiene a questa classe, avrà tutte le caratteristiche di questa classe ” “ Se è così, non può essere il contrario ”
“ Gli eventi devono essere coerenti, oppure avere un filo di connessione lineare ” “ All’interno di un sistema, ci deve essere un nesso congruente tra i suoi componenti ”
“ Per un essere umano essere in contraddizione è una regola, non un’eccezione ” G. Bateson
“Ognuno di noi fa parte del sistema e non può controllare il sistema al suo interno” Gödel matematico, 1961
“ Quando non si ha nessuna spiegazione, se ne sceglie una anche se sappiamo essere falsa e ci comportiamo come se fosse vera perché ci rassicura ” F. Nietzsche
LA REPUBBLICA 12 \ 07 \’09 Da “ Menzogne e fatti” di G. D’ Avanzo ( ) Parliamo di fatti e di menzogne, quindi di una tecnica politica contemporanea che trova in Berlusconi un artefice ineguagliato nel mondo evoluto. Valgono ancora le categorie “ vero ” “ falso ” nel virtuale politico e televisivo che domina?
Possiamo definire AUTOINGANNO quel complesso insieme di PROCESSI PERCETTIVI – EMOTIVI – COGNITIVI che la nostra mente produce nell’ interazione con se stessa, con gli altri, con il mondo.
ELSTER definisce L’ AUTOINGANNO come la tendenza a IDENTIFICARE LA REALTA’ CON LE PROPRIE INTENZIONI.
IL “ COME SE” UNA REALTA’ INVENTATA CAPACE DI PRODURRE EFFETTI CONCRETI