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Questa parte di meditazione va inserita dopo la canzone di Nannini, Sei nell’anima. RECIPROCITA’ DI DUE GRATITUDINI… “ Gratitudine” . La lingua francese è una di quelle in cui il termine ‘gratitudine’ è uguale al termine ‘riconoscimento’, ‘riconoscenza’ ( reconnaissance ).
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Questa parte di meditazione va inserita dopo la canzone di Nannini, Sei nell’anima
RECIPROCITA’ DI DUE GRATITUDINI… “Gratitudine”. La lingua francese è una di quelle in cui il termine ‘gratitudine’ è uguale al termine ‘riconoscimento’, ‘riconoscenza’ (reconnaissance)
Se il termine gratitudine, potremmo dire, richiama la fonte originaria del ‘senza prezzo’ (gratis)…
…il termine ‘riconoscenza’ richiama la risposta originaria di chi si sente destinatario di questa gratuità.
Non c’è costruzione di identità se l’io non viene chiamato e riconosciuto come tale, se non viene guardato e amato nella sua unicità. Ma non c’è reale riconoscimento che non risvegli nell’io la gratitudine, per essere stato gratuitamente chiamato, riconosciuto, guardato, amato.
Il riconoscimento desta riconoscenza. E, in quanto riconosciuti e riconoscenti, diventiamo capaci – a nostra volta - di gratuità.
Risvolto paradossale della logica del dono. Che non va – come si potrebbe pensare – dalla gratuità alla gratitudine, ma dalla gratitudine alla gratuità.
E questo significa che, in fondo, nessuno è mai un ‘primo’ donatore assoluto. Ma ogni gesto d’amore è sempre risposta ad un ‘Primo dono’.
E qui la storia di Giuseppe torna d’esempio: lui, il donatore gratuito, che riesce ad amare anche i suoi fratelli che gli sono nemici, che riesce a ‘dare’ anche al suo padrone e a condividere con lui la ricchezza che “esce dalle sue mani”… lui, come fa ad essere così amante?
Perché per primo si è sentito amato, è stato destinatario di un dono. Si è lasciato guardare e amare, e ha risposto alla logica di questo amore gratuito e sovrabbondante.
Si è sentito oggetto di predilezione: certo, dal padre Giacobbe e dalla madre Rachele… ma soprattutto dal Signore. Il primo donatore è sempre lui, il Padre, da cui tutto abbiamo ricevuto.
Lui che ci guarda e ci ama sempre, di amore gratuito e sovrabbondante. La nostra risposta a lui, al suo amore, al suo ottativo che ci dice: ‘sto alla porta e busso… mi apri?’, la nostra risposta al suo amore (*) ci rende persone capaci di amare a nostra volta, di essere sovrabbondanti di gratuità a nostra volta.
È Lui il Donatore assoluto, l’unico vero Primo donatore, che nella creazione ci ha donato l’esistenza, nella redenzione ci ha donato l’agape del figlio, e nello spirito ci dà la forza del suo stesso amore assoluto, dono totale di noi stessi, anche nella croce, anche quando di fronte il fratello si mostra come nemico.
Davanti a lui, non può che schiudersi la nostra gratitudine. Tutto è dono suo, per noi. nulla abbiamo fatto per meritarlo. Per meritare il suo amore. Come non rendergli grazie, come non innalzare a lui il suo inno di lode?
Qui va inserito il ppt della canzone di Renato Zero, La vita è un dono; con questa canzone termina la meditazione