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Le origini e lo sviluppo della Politica Agricola Comune (PAC). 1957 : Trattato di Roma istitutivo della Comunità Economica Europea (CEE) Belgio Germania Francia Italia Lussemburgo Olanda. OBIETTIVI DELLA CEE (Art.2).
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Le origini e lo sviluppo della Politica Agricola Comune (PAC)
1957 : Trattato di Roma istitutivo della Comunità Economica Europea (CEE) • Belgio • Germania • Francia • Italia • Lussemburgo • Olanda
OBIETTIVI DELLA CEE (Art.2) La Comunità ha il compito di promuovere attraverso l'instaurazione di un mercato comune, di un'unione economica e monetaria e attraverso l'attuazione di politiche e di azioni comuni: uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche un elevato livello di occupazione e di protezione sociale la parità tra uomini e donne una crescita sostenibile e non inflazionistica un alto grado di competitività e di convergenza dei risultati economici un elevato livello di protezione dell'ambiente ed il miglioramento della qualità dell’ambiente il miglioramento del tenore e della qualità della vita la coesione economica e sociale e la solidarietà tra Stati membri
LE POLITICHE DELLA COMUNITÀ I) LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI (Art. 23) La Comunità è fondata sopra un'unione doganale che si estende al complesso degli scambi di merci e comporta il divieto, fra gli Stati membri, dei dazi doganali all'importazione e all'esportazione e di qualsiasi tassa di effetto equivalente, come pure l'adozione di una tariffa doganale comune nei loro rapporti con i paesi terzi. II) AGRICOLTURA III) LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE, DEI SERVIZI E DEI CAPITALI Abolizione di qualsiasi discriminazione, fondata sulla nazionalità, tra i lavoratori degli Stati membri, per quanto riguarda l'impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro. IV) VISTI, ASILO, IMMIGRAZIONE ED ALTRE POLITICHE CONNESSE CON LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE V) TRASPORTI VI) NORME COMUNI SULLA CONCORRENZA, SULLA FISCALITÀ E SUL RAVVICINAMENTO DELLE LEGISLAZIONI VII) POLITICA ECONOMICA E MONETARIA OCCUPAZIONE IX) POLITICA COMMERCIALE COMUNE X) COOPERAZIONE DOGANALE
XI) POLITICA SOCIALE, ISTRUZIONE; FORMAZIONE PROFESSIONALE E GIOVENTÙ XII) CULTURA XIII) SANITÀ PUBBLICA XIV) PROTEZIONE DEI CONSUMATORI XV) RETI TRANSEUROPEE Per consentire aicittadini dell'Unione, agli operatori economici e alle collettività regionali e locali di beneficiare pienamentedei vantaggi derivanti dall'instaurazione di uno spazio senza frontiere interne, la Comunità concorre alla costituzione e allo sviluppo di reti trans-europee nei settori delle infrastrutture dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia. XVI) INDUSTRIA XVII) COESIONE ECONOMICA E SOCIALE Per promuovere uno sviluppo armonioso dell'insieme della Comunità, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica e sociale. In particolare la Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite o insulari, comprese le zone rurali. XVIII) RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO XIX) AMBIENTE Salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, protezione della salute umana, utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere i problemi dell'ambiente a livello regionale o mondiale. XX) COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO XXI) COOPERAZIONE ECONOMICA, FINANZIARIA E TECNICA CON I PAESI TERZI
La Politica Agricola Comunitaria (PAC) L’integrazione europea in campo agricolo pone le proprie basi sul rapporto Spaak successivo alla Conferenza di Messina del 1956. Il rapporto analizza le caratteristiche del settore agricolo: struttura sociale basata sull’azienda familiare; necessità di stabilizzare l’offerta agricola; difficoltà di mercato derivanti da variabilità atmosferiche ed inelasticità della domanda.
Obiettividel rapporto Spaak: stabilizzazione dei mercati sicurezza dell’offerta mantenimento di livelli di reddito adeguati per le imprese agricole ammodernamento delle strutture produttive Il contesto agricolo degli anni ‘50 era caratterizzato da forti interventi a sostegno delle attività agricole in ogni Stato, in Francia si mirava all’incremento delle produzioni, in Germania le importazioni venivano sussidiate, in Inghilterra venivano garantiti i prezzi minimi, cosi come in Italia.
Importanza della PAC Per il peso storico • La prima politica comune, con la quale si sperimenta il processo di integrazione europea. • La PAC ed i suoi obiettivi sono inseriti nel Trattato di Roma, ripresi immutati nel Trattato di Maastricht del 1992 e in quello di Lisbona del 2007
Per il peso finanziario - La PAC assorbe in termini finanziari più del 40% dell’intero bilancio comunitario
Per il peso degli effetti - Che vanno oltre il settore agricolo per estendersi con la recente riforma ad altri aspetti (salubrità e qualità degli alimenti, cura del paesaggio, salvaguardia dell’ambiente, benessere degli animali, salute delle piante…)
Perché una Politica Agricola Comune ??? Arretratezza che caratterizzava vari settori del mondo rurale, dove ancora si concentrava un’elevata quota di popolazione residente e buona parte della povertà allora esistente nei sei paesi firmatari Inoltre: Redditi del settore agricolo di molto inferiori a quelli degli altri settori produttivi Posizione di non autosufficienza dell'Europa: si produceva molto meno di quanto si consumava e quasi il 20% di tutte le importazioni erano costituite da derrate alimentari.
Il Trattato di Roma nella parte che più direttamente riguarda l’agricoltura (art. 38) stabilisce che : “il mercato comune comprende l’agricoltura ed il commercio dei prodotti agricoli”; “il funzionamento e lo sviluppo del mercato agricolo e dei prodotti agricoli devono essere accompagnati dall’instaurazione di una Politica Agricola Comune degli Stati membri”.
Gli obiettivi (art. 39) : incrementare la produttività dell settore agricolo, sviluppando il progresso tecnico ed un migliore impiego dei fattori della produzione, in particolare la mano d’opera assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola grazie al miglioramento del reddito individuale di coloro che operano in agricoltura stabilizzare i mercati garantire la sicurezza degli approvvigionamenti assicurare prezzi ragionevoli per i consumatori
Gli strumenti e i principi Gli strumenti (art. 40) organizzazione comune dei mercati agricoli uniforme politica dei prezzi creazione di fondi comunitari
I Principi: unicità dei mercati per ogni prodotto, da raggiungere progressivamente attraverso il riavvicinamento dei prezzi nazionali e la contemporanea eliminazione di qualsiasi ostacolo, tariffario e non tariffario, agli scambi intracomunitari preferenza comunitaria, tale che la competitività dei produttori non venga minacciata dalle importazioni provenienti dai Paesi terzi solidarietà finanziaria, garantita da un apposito Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia (FEOGA), istituito nel 1962
La PAC avrebbe dovuto considerare: il carattere particolare dell’attività agricola che deriva dalla struttura sociale dell’agricoltura e delle disparità strutturali e naturali fra le diverse regioni agricole la necessità di operare gradatamente gli opportuni adattamenti il fatto che l’agricoltura costituisce un settore intimamente connesso all’economia
Sempre nel Trattato (artt. 43-47) veniva evidenziata la necessità di convocare una conferenza tra gli Stati membri al fine di un confronto sulle politiche agricole nazionali e le necessità organizzative Inoltre si assegna un ruolo alle diverse istituzioni europee nel processo decisionale della PAC rappresentando il caso concreto attorno a cui si è costruito, sperimentato e consolidato il processo di integrazione europea e il funzionamento delle sue istituzioni.
Le tappe iniziali dello sviluppo della PAC Conferenza di Stresa (1958) Primo Piano Mansholt (1960) I primi regolamenti (1962) La creazione del FEOGA (1962) Accordo sul livello dei prezzi (1964) Secondo Piano Mansholt (1968)
La Conferenza di Stresa • Gli Stati membri erano favorevoli ad interventi mirati all’aumento della produzione per incrementare produttività e redditi, sottostimando i problemi di eventuali eccedenze e squilibri tra domanda e offerta - La Commissione europea era più cauta sui tassi attesi di incremento dei consumi e più attenta al problema degli squilibri tra produzione e utilizzazione
Le linee di politica agricola individuate dal primo Piano Mansholt: Politica per l’aumento della produzione per incrementare i redditi agricoli Miglioramento delle strutture agricole Regolamentazione dei prezzi e dei mercati agricoli
CONSIDERAZIONI : • Di fatto il primo Piano Mansholt getta le basi per una politica dei prezzi forte come strumento per sostenere i redditi degli agricoltori attraverso la modalità di sostegno “accoppiato” (alla quantità prodotta) ovvero: il trasferimento delle risorse ai produttori è tanto più elevato quanto maggiore è la quantità prodotta • Creazione delle organizzazioni comuni di mercato (OCM) • Progressivo riavvicinamento dei prezzi interni • Progressiva eliminazione degli ostacoli agli scambi interni • La politica delle strutture rimane accennata • Il documento propone inoltre la creazione di un fondo di orientamento e garanzia in agricoltura e la gestione della spesa per la politica agricola
I PRIMI REGOLAMENTI DI BASE Nel 1962 fu definita l’OCM dei cereali Nel 1962 : carni suine, pollame, ortofrutticoli Nel 1964 : prodotti lattiero-caseari, carni bovine Nel 1966 : grassi vegetali Nel 1967 : zucchero
Organizzazioni Comuni dei Mercati Agricoli Le organizzazioni comuni di mercato (OCM) sono disposizioni stabilite dalle decisioni comunitarie, che disciplinano la produzione e gli scambi dei prodotti agricoli di tutti gli Stati membri dell'Unione europea (UE). Da quando è stata istituita la PAC, esse hanno progressivamente sostituito le organizzazioni nazionali di mercato nei settori in cui era necessario. Le organizzazioni comuni di mercato si prefiggono innanzitutto di realizzare gli obiettivi della PAC, in particolare stabilizzare i mercati, garantire un tenore di vita equo agli agricoltori e aumentare la produttività dell'agricoltura. Esse interessano circa il 90% della produzione agricola finale comunitaria.
Le organizzazioni comuni di mercato (OCM) consentono innanzitutto : • di fissare per i prodotti agricoli prezzi unici per tutti i mercati europei, • di concedere aiuti ai produttori o agli operatori del settore, • di istituire meccanismi di controllo della produzione e disciplinare gli scambi con i paesi terzi.
1962 : Istituzione del FEOGA viene istituito il Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia Agricola (FEOGA) con l’intento di creare un fondo unico per il finanziamento di tutte le iniziative di politica agricola comunitaria, suddiviso: nella sezione Garanzia per i finanziamenti e il sostegno ai prezzi dei mercati agricoli; nella sezione Orientamento per i finanziamenti agli interventi strutturali.
1968 : Il secondo Piano Mansholt • Nel 1968 le crescenti difficoltà finanziarie e l’arretratezza strutturale delle imprese agricole, oltre al mancato aumento del reddito dei produttori portarono all’elaborazione del secondo Piano Mansholt • Insieme agli interventi strutturali per ammodernare le strutture agricole • Aumentare i redditi • Frenare l’aumento delle spese connesse alla politica dei prezzi • Impedire l’aumento delle eccedenze produttive
Le risoluzioni adottate: agricoltura quale parte integrante della economia e fattore essenziale della vita sociale stretta correlazione tra politica di mercato e politica strutturale equilibrio tra produzione e sbocchi applicazione di una politica dei prezzi che al tempo stesso eviti le sovrapproduzioni
La Politica Agricola delle strutture : il contesto Enormi differenze caratterizzavano le agricolture dei paesi aderenti alla CEE Suolo Clima Dimensioni delle aziende Contesto economico in generale Come garantire un equo reddito a tutti gli agricoltori della Comunità? Interventi sulle strutture aziendali
1964 - Regolamento n. 17 Era finalizzato ad azioni di ammodernamento delle aziende agricole e degli impianti di trasformazione. Ha rappresentato l’unica misura a carattere strutturale a favore dell’agricoltura per tutto il periodo fino al 1972. In particolare prevedeva per progetti d’investimento limitati ai settori della produzione e della commercializzazione dei prodotti agricoli, promossi da privati o da associazioni, finanziamenti pari al 25% della quota richiesta dai singoli progetti che dovevano essere presentati all'Unione Europea con l'accordo degli Stati membri interessati.
Si comincia a considerare le politiche strutturali come interventi di tipo puntuale, finanziati sulla base di richieste spontanee e non rientranti nell’ambito di programmi definiti, ovvero come finanziamenti di singoli progetti, qualificati come “progetti pubblici, semi pubblici e privati”, destinati totalmente o in parte al miglioramento delle strutture agricole.
Approvato nel 1972, è noto come 2° Piano Mansholt. Il documento sostiene la necessità di conferire alla politica strutturale un carattere più incisivo nelle azioni di modernizzazione degli impianti agricoli e di miglioramento delle condizioni di vita degli operatori del settore. Perché? 1969 - Memorandum sulla riforma dell’agricoltura nella Comunità europea
la politica di sostegno ai prezzi, attraverso i finanziamenti della sezione garanzia del FEOGA ha stimolato, nel sistema agricolo, la creazione di eccedenze produttive difficilmente smaltibili sul mercato europeo instaurarsi di esternalità negative dovute a processi produttivi resi estremamente intensivi e dando origine ad eccessive spese di bilancio tutto ciò senza risolvere la situazione critica del reddito degli agricoltori, sempre di molto inferiore a quello dei settori extra agricoli
Le proposte del Memorandum (1972) : Modernizzazione del settore agricolo attraverso un suo adeguamento all’organizzazione e alla produzione di tipo industriale, da effettuarsi tramite: la qualificazione della manodopera e l’allontanamento di quella in eccesso l’aumento delle dimensioni aziendali la riduzione delle superfici coltivate la specializzazione e concentrazione aziendale
Le direttive socio-strutturali del 1972 n. 159/72“Sull’ammodernamento delle aziende agricole” che prevede finanziamenti per aziende che dimostrano attraverso la presentazione di un apposito Piano di Sviluppo Aziendale, di raggiungere in quattro anni un reddito pari a quello dei settori extra-agricoli n. 160/72“Sull’incentivazione all’abbandono dell’attività agricola” con assegnazione di premi per il prepensionamento e di incentivi per la cessione di terre da mettere a disposizione dei programmi di ammodernamento aziendale n. 161/72“Sull’informazione socio-economica e la qualificazione professionale” da effettuarsi attraverso la creazione di centri di formazione che siano di aiuto agli agricoltori nella loro attività.
1975 – direttiva n. 268 “Sull’agricoltura di montagna e di talune zone svantaggiate” Rappresenta il primo tentativo della Comunità di affrontare le disparità strutturali e naturali tra le varie regioni del sistema agricolo europeo Maggiore interesse della Comunità nei confronti delle specificità territoriali Si introduce per la prima volta l’idea di “zona svantaggiata”intesa come territorio in cui per la promozione dello sviluppo agricolo è necessario prendere in considerazione fattori limitanti quali la scarsa dotazione di risorse, gli svantaggi dovuti all’altitudine, alla pendenza, alla scarsa fertilità dei suolo o ad una bassa produttività generale 1975 – Vieneistituito il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) per la diminuzione delle disparità tra le regioni europee
Il Fallimento delle direttive 1. Limitate risorse finanziarie (le spese del FEOGA – non raggiungono il 5% di quelle previste per il settore Garanzia) 2. Scarsa flessibilità di applicazione (non si è tenuto conto delle profonde diversità esistenti tra le singole realtà regionali) 3. Effetto distorsivo (i Paesi che maggiormente hanno fruito degli interventi previsti sono stati proprio quelli che presentavano minori problemi strutturali, con l’effetto di ampliare le differenze tra i vari Paesi e le varie regioni della Comunità Europea) 4. Crisi economica internazionale (che ha determinato, da un lato, una scarsa mobilità degli occupati in agricoltura, non permettendo l’assorbimento di ulteriore manodopera agricola da parte di altri settori economici e, dall’altro, l’esplosione di un’inflazione galoppante che portò alla svalutazione dell’incentivo comunitario, influendo negativamente sulla mobilità della terra)
Visti gli insuccessi delle direttive del ‘72 si è resa necessaria una politica in cui le misure strutturali siano in reale equilibrio con la situazione dei mercati agricoli europei La politica strutturale degli anni ’80 Regolamento (CE) n. 797/85 sul Miglioramento dell’efficienza delle strutture agrarie Si ampliano le tipologie aziendali ammesse ai finanziamenti (vengono ora privilegiate soprattutto le aziende con il reddito più basso) e si semplificano le procedure attraverso la diretta applicazione da parte degli Stati membri, con ampi margini di adattabilità alle realtà locali. Inoltre il nuovo regolamento si pone la finalità di favorire gli investimenti che aumentano la produttività e l’efficienza ma non la produzione e quindi senza indurre la creazione di eccedenze
Nello specifico gli interventi previsti riguardano: miglioramento qualitativo e riconversione produttiva in funzione delle esigenze di mercato; riduzione dei costi di produzione; miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli addetti al settore agricolo; tutela e miglioramento dell’ambiente attraverso l’incoraggiamento all’adozione di pratiche di agricoltura ecocompatibili e la possibilità di finanziamenti destinati agli agricoltori che rinunciano ad intensificare la produzione nelle aree ecologicamente più sensibili
Regolamento CE n. 2088/1985 dà avvio ai Programmi Integrati Mediterranei (PIM), che rivolti alle zone più svantaggiate inserite nell’area mediterranea (Francia, Italia, Grecia),“rappresentano il primo tentativo europeo di intervento strutturale integrato a livello territoriale” Nei PIM sono previste forme di sostegno e di sviluppo dell’agricoltura integrate con le attività connesse, ma anche con l’industria, l’artigianato, i servizi, il turismo e le risorse naturali L’ottica è quella di delineare in tal modo una programmazione territoriale, a livello regionale e sub-regionale con l’interesse degli enti locali delle zone mediterranee, che superi la logica degli interventi settoriali in agricoltura e che si avvalga in più del coinvolgimento dei diversi Fondi strutturali europei, quindi non solo il FEOGA - Orientamento ma anche il Fondo Sociale Europeo (FSE), il FESR e i contributi della Banca Europea degli Investimenti (BEI).
Libro Verde (1985) Riconosce le carenze della politica dei prezzi Necessità di contenimento delle produzioni Necessità di diversificare le politiche per raggiungere più obiettivi Nuova politica strutturale che si integri con la politica dei prezzi e dei mercati
Nel corso degli anni 80 si attivano una serie di contromisure per cercare di arginare gli effetti negativi della PAC • I correttivi Misure di corresponsabilità: • Partecipazione finanziaria allo smaltimento delle eccedenze. Esentati i piccoli produttori Quote fisiche di produzione: • Limite fisico di produzione il cui superamento comporta il pagamento di una multa Stabilizzatori di bilancio: - Fissazione di QMG (quantitativi massimi garantiti) il cui superamento comporta una riduzione automatica e cumulativa dei prezzi
il Regolamento (CE) n. 1760/87, ideato con un duplice obiettivo: il primo rivolto alla problematica delle eccedenze (il regolamento incentiva la riconversione della produzione agricola verso settori non eccedentari e l'estensivizzazione delle coltivazioni che interessano le produzioni in esubero) il secondo finalizzato al sostegno di alcune zone svantaggiate, al mantenimento degli equilibri sociali e alla tutela dell'ambiente; il Regolamento (CE) n. 1094/88, meglio noto come set-aside e riguardante il “ritiro dei seminativi dalla produzione nonché l'estensivizzazione e la riconversione della produzione”
il Regolamento (CE) n. 1096/88, che ripropone i contenuti della direttiva n. 160/72, relativamente a “l'incoraggiamento alla cessazione anticipata dell’attività agricola”; il Regolamento (CE) n. 768/89, che prevede un’integrazione di reddito per particolari tipologie di imprenditori che abbiano difficoltà di adattamento in conseguenza delle nuove misure di controllo quantitativo e di ri-orientamento delle produzioni.
Gli anni ’90 - La riforma della PAC Tra le finalità non solo l’aggiustamento strutturale delle aziende, ma anche e soprattutto lo sviluppo del territorio 1987 – con la sottoscrizione dell’Atto Unico Europeo si da origine a due importanti linee d’azione della CE: - la riforma dei Fondi Strutturali - la Politica di sviluppo rurale. Inoltre di fondamentale importanza è l’affermazione del principio della Coesione economica e socialericonosciuto proprio dall'Atto Unico come una politica comunitaria di pieno diritto e che vedrà nel 1994 l'istituzione di un vero e proprio fondo strutturale complementare agli altri strumenti
Politica di sviluppo rurale Documento della Commissione “Il Futuro del mondo rurale" (1988) Concetto di spazio rurale non come semplice delimitazione geografica, ma come “tessuto economico e sociale che comprende una serie di attività eterogenee: agricoltura, artigianato, piccole e medie industrie, commercio e servizi”. Secondo questa definizione, lo spazio rurale interessa l'80% della superficie della Comunità Europea, includendo anche le foreste.
Vengono esaminate le diverse realtà presenti nelle regioni rurali comunitarie, caratterizzate da: forte dipendenza dalle attività agricole progressivo spopolamento deficit di infrastrutture adeguate Classificazione della Commissione: tre tipologie di aree rurali “pressione dell’evoluzione moderna” “declino rurale” “marginalizzazione”
Pressione dell’evoluzione moderna Zone rurali prossime ai grandi agglomerati urbani ed alle principali vie di comunicazione • Conflitti nell’utilizzazione della terra; • Degrado del suolo; • Tutela dell’ambiente. Tutela dell’ambiente Ristrutturazione dello spazio rurale
Declino rurale Regioni tradizionalmente agricole, piccole dimensioni aziendali e bassi redditi, limitate possibilità di occupazione e di reddito integrative o alternative: • Esodo della popolazione • Contrazione quali - quantitativa dei servizi pubblici e privati Creazione di infrastrutture di base e di servizi che permettano lo sviluppo di attività alternative ed economicamente redditizie Trasformazione in loco dei prodotti agricoli accompagnata da una personalizzazione dei prodotti
Marginalizzazione Aree difficilmente raggiungibili, economicamente svantaggiate e con condizioni ambientali e sociali sfavorevoli - Spopolamento che può arrivare a “desertificazione” • Accentuata carenza di infrastrutture Mantenimento della popolazione rurale come presidio del territorio, con aiuti diretti al reddito, promozione di metodi estensivi funzionali alla produzione di qualità, promozione interventi forestali, valorizzazione turistica
Regolamento (CE) n. 2052/88 sulla riforma dei Fondi Strutturali Dall’approccio settoriale a quello integrato della programmazione degli interventi e per il finanziamento delle misure di ammodernamento strutturale della agricoltura, nonché delle misure specifiche di sviluppo rurale Superamento della logica dei finanziamenti ai singoli progetti seguita in precedenza, per passare ad una vera e propria programmazione pluriennale Compartecipazione di tre fondi: - il FEOGA - Orientamento, - il FSE - il FESR