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Prefazione. I consumatori sono oggi sempre più consapevoli del ruolo svolto dall’alimentazione sulla salute, tuttavia per molti di loro è difficile seguire le linee guida per una sana alimentazione, per cui sono attratti da alimenti che promettono di
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Prefazione I consumatori sono oggi sempre più consapevoli del ruolo svolto dall’alimentazione sulla salute, tuttavia per molti di loro è difficile seguire le linee guida per una sana alimentazione, per cui sono attratti da alimenti che promettono di aiutarli a migliorare la dieta (e la salute) con meno sforzi e sacrifici
Prefazione Attualmente la commercializzazione di questi alimenti sta avendo un successo mai avuto in precedenza. Dati interessanti emergono dalle indagini CENSIS e ACNielsen del 2005 e dai rapporti Mintel (Global New Products Database) del 2006, dai quali si evince che un numero crescente di persone manifesta sensibilità per nuove categorie di prodotti e di servizi specificamente legati al vivere bene e al benessere psico-fisico.
IL PROGETTO IN SINTESI (1) • La storia e la scienza nutrizionistica a livello mondiale riconoscono alla dieta mediterranea l’aggettivazione di salubre (OMS). Oggi tutti i medici sono concordi nel raccomandare una dieta che, sul modello di quella Mediterranea, ripartisca in modo ottimale il quotidiano apporto calorico sui differenti nutrienti al fine di prevenire l'insorgere delle così dette malattie del benessere: trombosi, arterosclerosi, infarto, diabete, ipertensione, malattie digestive e obesità. • La dieta mediterranea di riferimento è quella di Nicotera (dimostrazione conclamata dal percorso scientifico che muove dal colossale studio effettuato negli anni ’60 da Ancel Keys, il “Seven Countries Study, sino al suo affinamento (funzionale proprio a scremare gli iniziali luoghi individuati nel gigantesco studio americano e per individuare quindi in quella di Nicotera la dieta mediterranea di riferimento) ad opera del nostro conterraneo Prof. Antonino De Lorenzo, Direttore della Scuola di Specializzazione “Scienza dell’Alimentazione” c/o l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata, Ordinario di Nutrizione ed Alimentazione Umana c/o l’Unoiversità di Roma Tor Vergata, Ditettore dell’Istituto Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica. • Quanto detto è stato, ovviamente, pubblicato su riviste scientifiche internazionali, stralci delle quali sono di seguito riportate.
IL PROGETTO IN SINTESI (2) L’ Istituto Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica è stato riconosciuto dalla Regione Calabria .
IL PROGETTO IN SINTESI (3) Quando parliamo di Dieta Mediterranea di riferimento non si allude soltanto allo stile di vita propagandato con essa, né, tanto meno, ai benefici salutistici che la caratterizzano, quanto e soprattutto ai componenti biochimici degli alimenti che possono concretare un migliore stato di benessere e prevenire le malattie di cui sopra. Questi ultimi sono reperibili qui da noi, in Calabria, e non altrove. Infatti, la Dieta più propagandata al mondo perde di assoluta efficacia se questa si realizza a partire da cibi che hanno sì lo stesso nome, ma non la stessa composizione chimica. Dire genericamente mangiare pomodori o assumere olio extra vergine di oliva non ha alcun valore scientifico ricollegabile alla dieta mediterranea. Per avere lo stesso contenuto di polifenoli o altri anti-ossidanti (elementi primari che co-determinano gli effetti salubri della Dieta Mediterranea) per es. in un chilogrammo dei nostri pomodori dovremmo acquistarne 5-6 Kg di pomodori provenienti da altre parti. Così le nostre clementine: la concentrazione di sostanze salubri fa sì che queste siano di gran lunga “migliori” delle clementine spagnole.
IL PROGETTO IN SINTESI (4) Per testimoniare queste straordinarie doti salutari dei nostri alimenti necessita un’etichettatura che manifesti finalità salutistiche. L’health Claim (indicazione) Qualunque messaggio o rappresentazione, comprese le rappresentazioni figurative, grafiche o simboliche in qualsiasi forma, che affermi, suggerisca o sottintenda che un alimento abbia particolari caratteristiche. Codex Alimentarius, 2001; WHO 2004
IL PROGETTO IN SINTESI (4) Per poter avvalerci di health claims altamente scientifiche è necessario che la Regione Calabria si doti di laboratori tecnologicamente avanzati e di scienziati che li governino. Solo in questo modo potremo sostenere che la quantità di polifenoli contenuti nei nostri pomodori è significativamente più alta di quella contenuta nei pomodori californiani o nord-americani, ecc, ecc, I laboratori, inoltre, dovranno svolgere la straordinaria funzione di rintuzzare i sicuri assalti che la concorrenza di certo attuerà. E noi saremo in grado di farlo a partire dalla certificazione scientifica che essa soltanto potrà conclamare la copiosa quantità di elementi benefici per la salute contenuta nei nostri prodotti alimentari e non in altri. Essi, infine dovranno attestare la fondatezza scientifica dei claim: La relazione tra il consumo di un alimento e lo stato di salute deve essere dimostrato sulla base di: • Evidenze epidemiologiche • Evidenze sperimentali • Evidenze cliniche (intervento dietetico) STRANO…e semplice… MA VERO
VENDERE I PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI – STATO DELL’ARTE I nuovi competitors mondiali stanno progressivamente annientando il prodotto calabrese a fronte di una offerta economica assolutamente invincibile.
Le certificazioni attuali a volte non sono funzionali all’incremento della vendita Nel settore Agro-alimentare, la Certificazione di prodotto risponde alla crescente richiesta di credibilità e di sicurezza da parte di clienti e di consumatori.Tuttavia le varie sigle: DOP IGP EUREPGAP BIO non garantiscono il prodotto e non aiutano a incrementare significativamente le vendite.
ALCUNI ESEMPIDoc, Dop e Igp non sono più da sole garanzia di qualità Gilberto Venturi, responsabile del presidio del Salame casalìn dei contadini mantovani, ci spiega come solo il rapporto diretto col produttore è garanzia di qualità. Il presidio di cui mi occupo ha recentemente dovuto cambiare nome, passando da Salame mantovano a Salame casalìn dei contadini mantovani. Questo perché un gruppo di 13 grandi industriali del salame ha richiesto alla Provincia di Mantova l’ Igp (Indicazione geografica protetta) presentando un disciplinare che segue un processo produttivo di tipo industriale non compatibile con quello delle antiche Corti contadine. Appena questa richiesta di Igp sarà approvata, solo loro potranno usare il nome Salame Mantovano, pertanto i 15 contadini che producono questo salame sono stati costretti a cambiare nome. Si potrebbe poi parlare di quanto è accaduto al disciplinare dell’Aceto balsamico di Modena e di tanti altri…..
L’UNICA GRANDE CERTA SOLUZIONE Ippocrate circa nel 400 a.c. disse “Il cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il cibo”.L’incidenza che ha la dieta mediterranea nel migliorare la qualita’ della vita e nel prolungamento della stessa è ormai universalmente riconosciuto dalla comunità scientifica mondiale.
La dieta mediterranea è stata ufficialmente riconosciuta dalla Fao e dall'Oms come una delle misure per combattere le malattie croniche. "Una dieta povera di cibi ad alto apporto energetico, quali grassi saturi e zuccheri, ma ricca di frutta e verdure, e una vita attiva", è la raccomandazione di un rapporto di esperti indipendenti preparato dalle due Agenzie delle Nazioni Unite. Il rapporto mira a proporre nuove raccomandazioni da rivolgere ai Governi in merito a dieta ed esercizi per fronteggiare la crescente mortalità dovuta a malattie croniche, quali quelle cardiovascolari, i tumori, il diabete e l'obesità. Nel 2001 le morti da tali malattie hanno rappresentato circa il 59% del totale di 56,5 milioni di morti nel mondo ed il 46% della cifra totale di malattie. "Questo rapporto è di grande importanza perché contiene le migliori prove scientifiche attualmente disponibili e valutate da un gruppo di esperti di estrazione mondiale sulla relazione intercorrente tra malattie croniche e dieta, nutrizione e attività fisica»" ha dichiarato Ricardo Uauy, capo dell'Istituto cileno di nutrizione e di tecnologia dell'alimentazione e docente di nutrizione e salute pubblica alla Facoltà di igiene e medicina tropicale dell'Università di Londra, che ha presieduto il gruppo. Basato sull'analisi delle migliori prove disponibili e sul giudizio collettivo dei trenta esperti, il rapporto rileva che l'apporto energetico quotidiano dovrebbe equivalere all'energia spesa. E' provato che un consumo eccessivo di cibi altamente energetici può provocare aumento dipeso; occorre - secondo il rapporto - porre un limite ai consumi di grassi saturi, di zuccheri e di sale, che si trovano spesso nelle merendine, nei cibi trattati e nelle bibite. La qualità dei grassi e degli oli ingeriti, nonché la quantità di sale consumato, può pure influire sulle malattie cardiovascolari quali infarti e colpi apoplettici. Intanto l'Oms sta preparando una Strategia mondiale sulla dieta, l'attività fisica e la salute, a seguito di una risoluzione adottata nel maggio 2002 dall'Assemblea mondiale della sanità. Spetterà poi alle autorità nazionali e regionali quale punto di riferimento emanare direttive specifiche sulla dieta e sull'esercizio fisico per le rispettive comunità locali."Esso offre - ha dichiarato Uauy - obiettivi dietetici e di livelli di attività fisica coerenti con le esigenze di una buona salute e della prevenzione delle principali malattie connesse con la nutrizione". Nei Paesi in via di sviluppo si soffre sempre più di malattie croniche: questo è un cambiamento radicale rispetto a pochi decenni or sono, quando le malattie croniche erano appannaggio del mondo ricco e industrializzato. L'inurbamento crescente di contadini che abbandonano la terra per raggiungere la città è una delle cause di questo fenomeno. Le raccomandazioni specifiche contenute nel rapporto includono la limitazione dei grassi dal 15 al 30%dell'assunzione quotidiana di energia: di questi, i grassi saturi dovrebbero costituire non più del 10 per cento. I carboidrati dovrebbero costituire il grosso - dal 55 al 75% - delle energie da assumere quotidianamente e gli zuccheri non dovrebbero superare il 10 per cento. Le proteine dovrebbero fornire il 10-15 per cento delle calorie e il sale dovrebbe rimanere al di sotto dei 5 grammi al giorno. Frutta e verdure dovrebbero raggiungere almeno 400 grammi al giorno. La Finlandia e il Giappone, che sono intervenuti attivamente sui comportamenti dietetici delle rispettive popolazioni, hanno assistito a una sensibile diminuzione dei fattori di rischio e delle malattie croniche.
"DICHIARAZIONE INTERNAZIONALE SULLA DIETA MEDITERRANEA" “La dieta mediterranea è quella che si manifesta nella forma dei salutari alimenti tradizionali delle genti che hanno popolato per millenni il bacino del Mediterraneo”; Premesso: -che lo stato attuale delle conoscenze mediche e nutrizionali mette in chiara evidenza il fatto che le abitudini alimentari della dieta mediterranea tradizionale sono benefiche per la salute; -che, alla luce delle conoscenze attuali delle scienze che studiano le risorse naturali, si conferma il carattere sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che da quello agricolo, dei sistemi di coltivazione tradizionali del bacino del Mediterraneo; -che le qualità culinarie delle diverse cucine del Mediterraneo sono apprezzate in ogni parte del pianeta per quanto riguarda il gusto e per le modalità di preparazione delle pietanze; -che la Dichiarazione di Barcellona sui "diritti alimentari dell'uomo" è stata approvata e proclamata in occasione del congresso internazionale tenutosi per iniziativa della FAO e sotto la presidenza di S.M. Don Juan Carlos I di Borbone, Re di Spagna; -che il crescente interesse internazionale sulla salutare dieta mediterranea internazionale giustifica la proclamazione di una dichiarazione in merito alle sue caratteristiche; proclamiamo: -che ogni essere umano ha diritto a una alimentazione sufficiente e salutare; -che la comunità medica e nutrizionale ha dato vita a un consenso internazionale rispetto alla bontà della dieta mediterranea tradizionale; -che questo consenso rivela che la salutare dieta mediterranea tradizionale contribuisce a ridurre il rischio di incorrere in patologie croniche come sono le malattie del cuore, il cancro, l'obesità e il diabete che coinvolgono settori importanti delle società sviluppate; -che sono caratteristiche essenziali della dieta mediterranea tradizionale il consumo abbondante di cereali e dei loro derivati, di legumi, di verdure e ortaggi, di frutta fresca e secca, con minori quantità di pesce, di derivati dal latte e minori porzioni di carne; questi alimenti si condiscono abitualmente con olio d'oliva e si accompagnano con un consumo moderato di vino durante i pasti; tutto questo in conformità con i costumi, le abitudini e le credenze religiose; -che una attività fisica regolare è una caratteristica della forma di vita mediterranea e un completamento importante della salutare dieta mediterranea tradizionale; -che il mantenimento delle abitudini alimentari e degli usi agricoli tradizionali rinforza la diversità culturale e biologica, essenziale per la salute della Terra e dei suoi abitanti; -che la dieta mediterranea tradizionale possiede qualità storiche e culturali specifiche che devono essere preservate, per il loro valore intrinseco, per le generazioni future, con la stessa intensità che caratterizza la difesa di altri aspetti del patrimonio culturale; -che i bambini hanno diritto di essere educati nella prima infanzia sui principi della nutrizione, sugli alimenti, sui modelli gastronomici e sull'impatto che le preferenze alimentari hanno sulla loro salute e sull'ambiente; -che la comunità internazionale, le organizzazioni internazionali, i governi e tutti i poteri pubblici devono riconoscere il ruolo della salutare dieta mediterranea tradizionale mediante la promozione dei principi contenuti nella presente dichiarazione e devono, con tutti i mezzi a loro disposizione, impegnare tutte le istituzioni pubbliche e private perché si assicurino che le caratteristiche della salutare dieta mediterranea tradizionale siano richiamate in tutte le raccomandazioni rivolte alla popolazione; -che questa dichiarazione sulla dieta mediterranea tradizionale si inserisce nei principi della dichiarazione di Barcellona sui "diritti alimentari dell'uomo" promossa dalla FAO.
La dieta mediterranea di riferimento è quella di NICOTERA E’ stato dimostrato scientificamente attraverso lo studio e il confronto tra le diete adottate dalle popolazioni di sette paesi di nazioni diverse per verificarne benefici e difetti, il paese che risultò migliore è stato il comune di Nicotera in provincia di Vibo Valentia (Calabria) a 3 Km da Limbadi.La Dieta di Nicotera rappresenta sinonimo di dieta sana costituita di piatti semplici e non elaborati, ingredienti sani privi di conservanti, un'alimentazione dove l'olio extravergine è il protagonista, così come la pasta e il pesce, gli ortaggi e le verdure.
La scienza riconosce come dieta mediterranea di riferimento la dieta di Nicotera Food habits in a southern Italian town (Nicotera) in 1960 and 1996: still a reference Italian Mediterranean diet? De Lorenzo A, Alberti A, Andreoli A, Iacopino L, Serranò P, Perriello G. Human Nutrition Unit, University of Rome Tor Vergata, Italy. delorenzo@uniroma2.it BACKGROUND: A follow-up analysis of cohorts surveyed in the "Seven Countries Study" has provided increasing evidence of an association between diet and morbidity or mortality from coronary heart disease (CHD) and cancer. The effects of the "Mediterranean diet" on mortality is still evident in Italy, where food patterns differ significantly in different geographical areas. OBJECTIVE: To examine differences in food habits in Nicotera, one of the Italian rural areas of the Seven Countries Study, between 1960 and 1996. METHODS: In 1996, 80 subjects, 37 females and 43 males, aged 40-59 years, were examined in Nicotera assessing food intake by means of a semiquantitative questionnaire of food frequency, validated for the Italian population. In 1960, food intake of a sample of Nicotera subjects was assessed by weighed record method for three seasons. RESULTS: Food choices differed markedly between 1960 and 1996. Consumption of animal foods increased, as did that of cakes, pies and cookies and sweet beverages in both male and female groups; an increase of alcoholic beverages was observed only in females. CONCLUSIONS: In 1960, Nicotera inhabitants were following a diet defined as a "reference Italian Mediterranean diet", but by 1996 the Nicotera diet approached that of an average Italian diet, whose characteristics fall short of a true Mediterranean diet. This change in dietary habits may be responsible for an increased risk of CHD and cancer in the general population in the absence Tratto da:
La scienza riconosce come dieta mediterranea di riferimento la dieta di Nicotera The Nicotera diet: the reference Italian Mediterranean diet. Fidanza F, Alberti A, Fruttini D. Human Nutrition Unit, University of Rome-Tor Vergata, Rome, Italy. Tratto da:
La scienza riconosce come dieta mediterranea di riferimento la dieta di Nicotera Dietary studies on two rural italian population groups of the Seven Countries Study. 3. Trend Of food and nutrient intake from 1960 to 1991. Alberti-Fidanza A, Fidanza F, Chiuchiù MP, Verducci G, Fruttini D. Nutrition Section, Department of Internal Medicine and Endocrinological and Metabolic Sciences, University of Perugia, Italy. OBJECTIVE: To examine the trend of food and nutrient intake from 1960 to 1991 of the subjects of two rural Italian cohorts of the Seven Countries Study. DESIGN: Longitudinal study of dietary patterns from 1960 to 1991. SETTING: Two rural Italian cohorts of Seven Countries Study: Crevalcore in the North near Bologna and Montegiorgio in the Centre near Ancona. SUBJECTS: Men aged 40-59 y in 1960 examined every 5 or 10 y until 1991. METHODS: Food intake was assessed by the dietary history method on all available subjects and by the weighed record method in a statistically selected subsample. RESULTS: A marked decrease of energy intake was observed, due not only to the aging process but also to a remarkable reduction of working activities and life habits. The trend of food group intake as percentage of energy shows an increase for milk, cheese, meat, vegetables, fruit, sweet beverages and cakes, pies and cookies and a decrease for bread and alcoholic beverages, which were more marked in Montegiorgio. The evaluation of the above changes by a Mediterranean Adequacy Index provided the following values: in Crevalcore in 1965 2.9 and in 1991 2.2; in Montegiorgio the corresponding values are 5.6 and 3.9. The Mediterranean Adequacy Index of diet of men from Nicotera (the third rural cohort examined only in 1960), considered the Reference Italian-Mediterranean Diet, is 7.5. Accordingly, in both cohorts dietary habits, different at baseline and rather far from the Reference Italian-Mediterranean type (especially in Crevalcore) became worse with time, particularly in Montegiorgio. CONCLUSIONS: The changes observed in 31 y in the diet of men from Crevalcore and Montegiorgio suggest the necessity in the longitudinal nutritional epidemiology studies particularly in rapidly changing societies to assess the trend of food intakes and the factors related to it. This is in view of the promotion of nutrition intervention programs. Si può parlare di dieta mediterranea quando il regime alimentare è rispettoso di un indice internazionale di riferimento chiamato "indice di adeguatezza mediterraneo": L'indice in questione, che porta il nome di Iam, divide la percentuale dell'energia fornita dai cibi di una dieta tipicamente mediterranea, con cereali, ortaggi e legumi, per la percentuale dell'energia fornita da alimenti come carne, latte, formaggi, uova, bevande zuccherine.Perché si possa definirla dieta mediterranea e quindi salutare, il valore medio deve essere 7,5, come quello, appunto, della dieta di riferimento di Nicotera). Tratto da:
Nicotera: Centro per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’obesità Centro per l'Obesità Inaugurato, nella struttura sanitaria di Nicotera, dall’ASP di Vibo Valentia, in collaborazione con la cattedra di nutrizione dell’Università di Tor Vergata, rappresentata dal prof. Antonino De Lorenzo e dell’Osservatorio provinciale per la Dieta Mediterranea, la sede del Centro per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’obesità. La cerimonia si è svolta al cospetto di numerose autorità, anche se, fra i tanti, spiccava l’assenza dei commissari prefettizi del comune nicoterese. Erano presenti per l’occasione il neo-vescovo Mons. Luigi Renzo, il Presidente della Provincia, Ottavio Bruni, il Commissario Straordinario dell’A.S.P. di Vibo Valentia, avv. Ottavio Bono, il Direttore del Distretto Sanitario di Tropea, dott. Antonino Maglia, l’Assessore provinciale alle Politiche del Lavoro, Formazione Professionale, Sport, Solidarietà, Innovazione Tecnologica, dott. Lidio Vallone, il prof. Antonino De Lorenzo, il prof. Pasquale Barbalace, responsabile dell’Osservatorio provinciale per la Dieta Mediterranea, nonché la vedova e la figlia del compianto Consigliere Provinciale, Dott. Carmine Ionadi che tanto si era adoperato affinché il Centro venisse realizzato. Il prof. Pasquale Barbalace ha evidenziato l’importanza del Centro a Nicotera, città che vanta una tradizione antica in fatto di dieta mediterranea, riferimento e strumento indispensabile a livello di regime alimentare dal lontano 1957. Anche S. E. Mons. Renzo, con il suo intervento, ha voluto sottolineare l’iniziativa che è “segno di grande umanità e civiltà all’interno di questa comunità. Come Gesù nei confronti degli ammalati voleva premiare la fede che muove le montagne – ha continuato Mons. Renzo – anche oggi l’attenzione per la salute deve essere un fatto primario. Il centro vuole essere, anche, un rilancio di questa struttura e, affinché possa rifiorire la città di Nicotera si ha bisogno di questi gesti di umanità e cristianità”. Nei loro interventi sia il Presidente della Provincia Bruni che l’Assessore Vallone, hanno voluto ricordare il dott. Ionadi di cui il centro porterà il nome. “L’appuntamento di oggi – ha affermato Vallone – è importante perché lega la persona di Ionadi a quel programma in cui ha sempre creduto”. A concludere è stato il dott. De Lorenzo che guiderà il nuovo Centro e che ha messo in risalto come l’idea, nata 50 anni fa, oggi è stata concretizzata. “Da quando è stata studiata, la dieta mediterranea è rimasta un punto di riferimento in tutto il mondo – ha affermato De Lorenzo – Lo studio si era con gli anni interrotto, ma, fortunatamente, è stato ripreso dall’Osservatorio. Con questo centro saremo in grado di fornire agli ammalati una diagnosi precoce e un immediato intervento terapeutico”. Dai vari interventi è risultata evidente la necessità di uno stretto collegamento, a livello di politica nutrizionale, fra sanità, economia, socialità, cultura e stili di vita. Un legame necessario affinché vengano assicurati corretti comportamenti alimentari e nutrizionali. Tutto ciò può essere raggiunto grazie al Centro Obesità a cui, tra l’altro, è affidato il compito di preservare il patrimonio della dieta mediterranea, sapendola ripristinare e facendo diventare il nuovo Istituto, come affermato dall’avv. Bono, “un centro di eccellenza”. A questo punto si spera che l’apertura del Centro possa rappresentare, come auspicato da S.E. il vescovo, l’inizio di un definitivo rilancio della struttura ospedaliera di Nicotera. Rilancio che significherebbe linfa vitale per tutto un comprensorio gravato da un economia che si trova in uno stato di asfissia,che porta ogni anno giovani e meno giovani ad allontanarsi per cercare occupazione, con un conseguente calo demografico ed un sempre più crescente impoverimento di tutto il territorio.
Olive Oil European Style - Ritorno alla dieta mediterranea In una parola, e' la Dieta Mediterranea, da molti decantata ma che oggi risulta concretamente applicata solo dal 10% degli italiani.'La Dieta Mediterranea e l'olio di oliva, tra mito e realtà, promossa a Roma dall'Istituto di valorizzazione dell'olio di oliva (Ivoli) e che rientra in una più ampia campagna, denominata 'Olive Oil European Style', finanziata con il contributo dell'Unione europea e del governo italiano. (ANSA) - ROMA - I nostri nonni, nei primi anni '50, lo sapevano bene: mangiare 'sano', con pasti a base di pasta, verdura, pesce e olio di oliva, fa più che bene alla salute . In una parola, e' la Dieta Mediterranea, da molti decantata ma che oggi risulta concretamente applicata solo dal 10% degli italiani. Ritmi frenetici e pasti veloci hanno, infatti, lentamente allontanato il Belpaese delle sue salutari tradizioni culinarie. Ma oggi, esperti e nutrizionisti sono convinti della necessità di rilanciare lo stile alimentare mediterraneo: arma efficace e decisiva anche per la prevenzione delle malattie cronico degenerative, dall'obesità al diabete, vero flagello del nuovo millennio. Occasione per riaccendere i riflettori sulla cucina 'di casa nostra' la manifestazione 'La Dieta Mediterranea e l'olio di oliva, tra mito e realtà, promossa a Roma dall'Istituto di valorizzazione dell'olio di oliva (Ivoli) e che rientra in una piu‘ ampia campagna, denominata 'Olive Oil European Style', finanziata con il contributo dell'Unione europea e del governo italiano. E poiche' a dirlo erano già i nonni, chef ed esperti culinari hanno 'riscoperto', per l'evento, proprio le loro antiche ricette, reinterpretandole in 'chiave moderna'. ''Già negli anni '50 - ha spiegato Antonino De Lorenzo, ordinario di nutrizione e alimentazione all'Università di Tor Vergata Roma 2 - il valore della dieta mediterranea e' stato dimostrato scientificamente attraverso il famoso 'studio dei sette paesi': i ricercatori fecero cioe' un confronto tra le diete adottate dalle popolazioni di sette paesi in nazioni diverse per verificarne benefici e difetti. Risultato: il regime alimentare migliore risultò quello degli abitanti di Nicotera, in Calabria, fedeli seguaci, appunto, della dieta mediterranea''. Da allora, la 'dieta di Nicotera' e' sinonimo di alimentazione sana ed oggi, per ribadirlo, gli chef della manifestazione hanno riproposto sei piatti tipici degli anni '50 del paesino calabrese, dalla pasta e fagioli al pesce: piatti unici, alleati preziosi per la salute, ricchi di tutti i principi nutrizionali perché un pasto sia davvero completo. La stessa Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ha sottolineato De Lorenzo, ''raccomanda una dieta definita 'salutare' e che e' in realtà molto simile a quella mediterranea tipica della nostra classe contadina degli anni '50. Una dieta giornaliera, con cinque pasti, che vede cioè bilanciati tutti i principali apporti nutrizionali: con una quota del 60% di carboidrati, del 30% di grassi, in prevalenza vegetali, e un apporto di almeno 30 grammi di fibre, che equivalgono a cinque porzioni di frutta o verdura''. Per non parlare, poi, dei benefici dell'olio di oliva: ''Anche la Food and drug administration, l'autorità regolatoria per i farmaci statunitense - ha ricordato l'esperto - ha raccomandato alla popolazione americana l'utilizzo dell'olio di oliva nella dieta giornaliera, in una quantità di almeno 21 grammi al giorno''. Insomma, le raccomandazioni sono chiare ed anche le basi scientifiche a sostegno della dieta mediterranea: ''Si stima che il 60% della mortalità a livello mondiale, percentuale che raggiungerà addirittura il 75% nel 2025 - ha detto l'esperto - sia determinata da malattie cronico degenerative, come obesità, diabete, alcune cardiopatie ed il 30% dei tumori, che hanno tra le loro cause principali anche una dieta scorretta e l'inattività fisica''. E' dunque ''più che mai necessario – ha affermato De Lorenzo - incentivare una seria campagna di prevenzione rilanciando la dieta mediterranea. Bisogna infatti considerare che i benefici sono visibili sul lungo periodo. Questo vuol dire che, abituando a mangiar sano i nostri figli oggi, fra 15 anni potremmo misurarne gli effetti concreti''. Effetti che si tradurranno, concludono gli specialisti, in un 20% di cardiopatie ischemiche in meno ed una diminuzione del 46% dei tumori del colon e del 12% degli ictus.(ANSA).
Food habits in a southern Italian town (Nicotera) in 1960 and 1996: still a reference Italian Mediterranean diet?De Lorenzo A, Alberti A, Andreoli A, Iacopino L, Serranò P, Perriello G. BACKGROUND: A follow-up analysis of cohorts surveyed in the "Seven Countries Study" has provided increasing evidence of an association between diet and morbidity or mortality from coronary heart disease (CHD) and cancer. The effects of the "Mediterranean diet" on mortality is still evident in Italy, where food patterns differ significantly in different geographical areas. OBJECTIVE: To examine differences in food habits in Nicotera, one of the Italian rural areas of the Seven Countries Study, between 1960 and 1996. METHODS: In 1996, 80 subjects, 37 females and 43 males, aged 40-59 years, were examined in Nicotera assessing food intake by means of a semiquantitative questionnaire of food frequency, validated for the Italian population. In 1960, food intake of a sample of Nicotera subjects was assessed by weighed record method for three seasons. RESULTS: Food choices differed markedly between 1960 and 1996. Consumption of animal foods increased, as did that of cakes, pies and cookies and sweet beverages in both male and female groups; an increase of alcoholic beverages was observed only in females. CONCLUSIONS: In 1960, Nicotera inhabitants were following a diet defined as a "reference Italian Mediterranean diet", but by 1996 the Nicotera diet approached that of an average Italian diet, whose characteristics fall short of a true Mediterranean diet. This change in dietary habits may be responsible for an increased risk of CHD and cancer in the general population in the absence of other factors.
Olive Oil European Style - Ritorno alla dieta mediterranea- (giovedì, 02 marzo 2006 04:18) - Inviato da L'Olivicoltore In una parola, e' la Dieta Mediterranea, da molti decantata ma che oggi risulta concretamente applicata solo dal 10% degli italiani.'La Dieta Mediterranea e l'olio di oliva, tra mito e realta', promossa a Roma dall'Istituto di valorizzazione dell'olio di oliva (Ivoli) e che rientra in una piu' ampia campagna, denominata 'Olive Oil European Style', finanziata con il contributo dell'Unione europea e del governo italiano. (ANSA) - ROMA - I nostri nonni, nei primi anni '50, lo sapevano bene: mangiare 'sano', con pasti a base di pasta, verdura, pesce e olio di oliva, fa piu' che bene alla salute . In una parola, e' la Dieta Mediterranea, da molti decantata ma che oggi risulta concretamente applicata solo dal 10% degli italiani. Ritmi frenetici e pasti veloci hanno, infatti, lentamente allontanato il Belpaese delle sue salutari tradizioni culinarie. Ma oggi, esperti e nutrizionisti sono convinti della necessita' di rilanciare lo stile alimentare mediterraneo: arma efficace e decisiva anche per la prevenzione delle malattie cronico degenerative, dall'obesita' al diabete, vero flagello del nuovo millennio. Occasione per riaccendere i riflettori sulla cucina 'di casa nostra' la manifestazione 'La Dieta Mediterranea e l'olio di oliva, tra mito e realta', promossa a Roma dall'Istituto di valorizzazione dell'olio di oliva (Ivoli) e che rientra in una più ampia campagna, denominata 'Olive Oil European Style', finanziata con il contributo dell'Unione europea e del governo italiano. E poiche' a dirlo erano gia' i nonni, chef ed esperti culinari hanno 'riscoperto', per l'evento, proprio le loro antiche ricette, reinterpretandole in 'chiave moderna'. ''Gia' negli anni '50 - ha spiegato Antonino De Lorenzo, ordinario di nutrizione e alimentazione all'Universita' di Tor Vergata Roma 2 - il valore della dieta mediterranea e' stato dimostrato scientificamente attraverso il famoso 'studio dei sette paesi': i ricercatori fecero cioe' un confronto tra le diete adottate dalle popolazioni di sette paesi in nazioni diverse per verificarne benefici e difetti. Risultato: il regime alimentare migliore risulto' quello degli abitanti di Nicotera, in Calabria, fedeli seguaci, appunto, della dieta mediterranea''. Da allora, la 'dieta di Nicotera' e' sinonimo di alimentazione sana ed oggi, per ribadirlo, gli chef della manifestazione hanno riproposto sei piatti tipici degli anni '50 del paesino calabrese, dalla pasta e fagioli al pesce: piatti unici, alleati preziosi per la salute, ricchi di tutti i principi nutrizionali perche' un pasto sia davvero completo. La stessa Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms), ha sottolineato De Lorenzo, ''raccomanda una dieta definita 'salutare' e che e' in realta' molto simile a quella mediterranea tipica della nostra classe contadina degli anni '50. Una dieta giornaliera, con cinque pasti, che vede cioe' bilanciati tutti i principali apporti nutrizionali: con una quota del 60% di carboidrati, del 30% di grassi, in prevalenza vegetali, e un apporto di almeno 30 grammi di fibre, che equivalgono a cinque porzioni di frutta o verdura''. Per non parlare, poi, dei benefici dell'olio di oliva: ''Anche la Food and drug administration, l'autorita' regolatoria per i farmaci statunitense - ha ricordato l'esperto - ha raccomandato alla popolazione americana l'utilizzo dell'olio di oliva nella dieta giornaliera, in una quantita' di almeno 21 grammi al giorno''. Insomma, le raccomandazioni sono chiare ed anche le basi scientifiche a sostegno della dieta mediterranea: ''Si stima che il 60% della mortalita' a livello mondiale, percentuale che raggiungera' addirittura il 75% nel 2025 - ha detto l'esperto - sia determinata da malattie cronico degenerative, come obesita', diabete, alcune cardiopatie ed il 30% dei tumori, che hanno tra le loro cause principali anche una dieta scorretta e l'inattivita' fisica''. E' dunque ''piu' che mai necessario - ha affermato De Lorenzo - incentivare una seria campagna di prevenzione rilanciando la dieta mediterranea. Bisogna infatti considerare che i benefici sono visibili sul lungo periodo. Questo vuol dire che, abituando a mangiar sano i nostri figli oggi, fra 15 anni potremmo misurarne gli effetti concreti''. Effetti che si tradurranno, concludono gli specialisti, in un 20% di cardiopatie ischemiche in meno ed una diminuzione del 46% dei tumori del colon e del 12% degli ictus. (ANSA).
Il paradosso calabreseL’assist fornito agli altri mercati Elementi fondamentali della dieta mediterranea di riferimento (Nicotera) sono gli alimenti. Questi devono possedere caratteristiche organolettiche rintracciabili proprio laddove la dieta nasce: cioè in Calabria. Pubblicizzare soltanto la dieta mediterranea consente ai mercati spagnoli, tunisini, americani di produrre gli alimenti che la costituiscono, cosicché anche il consumatore bombardato da ogni parte relativamente ai benefici salutistici che la dieta mediterranea comporta crede che acquistare peperoni, olio d’oliva, ortaggi, frutta e pesci siano sufficienti per alimentarsi mediterraneo. E’ risaputo scientificamente, tuttavia, che solo i “nostri” alimenti posseggono i requisiti nutrizionistici che validano essi soltanto gli aspetti benefici della dieta.
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI Decarbossimetil-ligstroside aglicone detto anche Oleocantale
L’olio da olive e la dieta mediterranea • L’espressione “dieta mediterranea” è associata ad un tipo di alimentazione caratterizzata da un alto apporto di cereali, verdure e frutta fresca e da un basso apporto di lipidi, di cui il 70% rappresentato da grassi di condimento. Questi sono costituiti principalmente dall’olio extravergine di oliva che, per la sua composizione equilibrata in acidi grassi svolge: • un effetto protettivo verso le arterie, stomaco, fegato; • favorisce la crescita del bambino; • migliora la vita, suscitando, grazie ai suoi caratteri organolettici, una sensazione piacevole per il palato. Si tratta quindi di un alimento armonico, simbolo della cultura mediterranea
Claims salutistici degli oli da olive • Presenza di componenti ad azione anti-infiammatoria (acetossi-ligstroside aglicone) simile all’ibuprofene • Presenza di oleuropeina, attivo nella eliminazione di tumori nei ratti da esperimento • Presenza di elevate quantità di acido oleico, promotrici di una buona protezione contro le malattie cardiovascolari (CVD) • Presenze considerevoli di bio-fenoli, antiossidanti potenti, efficaci nella protezione degli alimenti e utili a ridurre gli stress ossidativi
Olio d’oliva:Le prospettive a medio termine •Il settore crescerà ancora nei prossimi anni, trainato dall’espansione dei consumi nei vecchi ma soprattutto nuovi paesi; •Le aree geografiche di coltivazione inizieranno gradualmente ad espandersi in nuovi paesi, quali l’Australia, il Sud Africa, il Cile, l’Argentina, il Mexico, forse la Cina; •La segmentazione svilupperà e perfezionerà i soprattutto i temi del gusto e delle funzioni d’uso nella maggioranza dei paesi, con un ruolo crescente che verrà assegnato alle cultivar, in particolare nelle aree a produzione più omogenea (Spagna); •I temi dell’origine e della tipicità troveranno probabilmente un forte impulso nei paesi con tradizioni più forti, quali l’Italia, la Grecia, il Portogallo e la Francia; •La competizione commerciale si farà più forte nei nuovi paesi di sbocco, ma sarà probabilmente accompagnata da una razionalizzazione e fusione dei principali players mondiali;
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI La dieta mediterranea modificata aumenta la sopravvivenza nei soggetti anziani ( Xagena - Medicina ) - In 9 Paesi Europei ( Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Spagna, Svezia, Gran Bretagna ) è stato condotto uno studio per valutare se l’aderenza ad una dieta mediterranea modificata, in cui i grassi insaturi sono stati sostituiti con i monoinsaturi, fosse associata ad una più lunga aspettativa di vita tra le persone anziane. Lo studio ha riguardato 74.607 uomini e donne, che hanno preso parte allo studio EPIC ( European Prospective Investigation into Cancer and nutrition study ), di età uguale o superiore a 60 anni, senza malattia coronarica, ictus o tumore al momento dell’arruolamento. Il grado di aderenza alla dieta mediterranea modificata è stato misurato mediante una scala di 10 punti. Un aumento del punteggio è risultato associato ad una minore mortalità totale. Un aumento di 2 unità corrispondeva ad una riduzione dell’8%, statisticamente significativa. La dieta mediterranea modificata è risultata associata ad un’aumentata sopravvivenza tra le persone europee anziane. ( Xagena )
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI Calorici più di ogni altro prodotto delle nostre terre, i legumi secchi sono stati per secoli il tesoro da dispensa più a buon mercato per le popolazioni rurali.Ma il pregio probabilmente meno pratico rispetto alla ricchezza in calorie e proteine, ovvero l’abbondanza di fibra, quel materiale alimentare indigeribile ed acalorico (quindi presumiamo piuttosto inutile per l’esigenza famelica del contadino d’una volta), è invece basilare per il benessere intestinale e per modulare l’assorbimento di zuccheri semplici e grassi che oggi si sono delineati, nel disuso-abuso, potenziali nemici del distretto cardiovascolare.Infine l’olio, d’oliva, nella sua centralità liturgica sulle tavole meridionali, appariva il collante naturale di quella buona dieta che a Keys dimostrò produrre una particolare salubrità.Il modello di Nicotera di protezione cardiocircolatoria era fra l’altro confermato, per contrapposizione, da quanto andava profilandosi negli stessi anni sul rapporto alimentazione-salute: in ampie aree della Finlandia, per esempio, si rilevava una tipica prevalenza delle patologie cardiache occidentali che, sviluppandosi attraverso l’arteriosclerosi, hanno il terminale drammatico (l’end point dei grandi studi anglosassoni) nella patologia infartuale.In quella zona di Finlandia erano esasperate le classiche tendenze al consumo della dieta, per così dire, nordeuropea: burro quale grasso prevalente, giocoforza a scapito dell’olio, cibi animali prevaricanti, alimentazione in genere parecchio grassa e troppo calorica: cosa impossibile, quest’ultima, per il mondo rurale del nostro mezzogiorno, legato, (almeno fino al sisma dell’80) ad una nutrizione principalmente di auto consumo e sussistenza, ove la categoria dell’eccesso era o tendenza individualedi pochi crapuloni oppure occasionale rottura-per motivo cerimoniale o liturgico- della sobrietà quotidiana.E allora: pasta, pane, legumi e olio, cibi di terra, non di mare.Dieta Mediterranea, questa? No: meridionale; di Nicotera addirittura per genesi scientifica e di costume.Ogni attimo, ad ogni piè sospinto leggiamo o ascoltiamo il logoro refrain “dieta mediterranea, sovente il pendant gastronomico del made in Italy, che sembra un momento restringere al Bel Paese il concetto.Ma se poi pensiamo ad un’Italia Padana di cotechino e salame, intingoli burrosi e carnei, oca e cotolette, siamo punto e a capo.Semplice: meridionale.Eppure Mediterraneo ritorna, l’aggettivo funziona, si propaga, assume un ingiustificato ritmo onomatopeico: ci fa sentire leggeri e sazi ad un tempo, solo pronunciandolo.Ed immaginiamo questo grande mare come una sconfinata fonte termale che ci arriva dentro casa, affiora nella vasca e ci bagna di salute.Ne scaturisce, in questo immaginario da rotocalco rosa patinato, una sorta di fitness aglio e olio.
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI Dieta Mediterranea contro il rischio Alzheimer La tanto ''osannata'' Dieta Mediterranea torna a far parlare di sé: secondo un nuovo studio americano, aiuterebbe a proteggere il cervello, riducendo così il rischio di contrarre l'Alzheimer. Ad evidenziare questa proprietà della Dieta Mediterranea sono i ricercatori del Columbia University Medical Center, autori di uno studio pubblicato sugli Annals of Neurology
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI • L' Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms), raccomanda una dieta salutare molto simile a quella mediterranea tipica che i nostri nonni adottavano negli anni '50. Non solo Dieta Mediterranea ma anche l'olio di oliva porta benefici, anche la "Food and drug administration" ossia l'istituzione che regola i farmaci in america ha sollecitato alla popolazione americana di consumare al giorno 23 grammi di olio di oliva extra-vergine. • Se la Dieta Mediterranea è affiancata anche ad attività fisica i benefici si tradurranno in una diminuzione di malattie cardiovascolari come Ictus, Ischemie e minore incidenza dei tumori al colon.
I costi sociali ed economici dell’obesità- il caso U.S.A • Gli stati Uniti d’America, dopo avere incoraggiato nei decenni scorsi un’alimentazione poco costosa a base di proteine povere e grassi dannosi per la salute, si ritova oggi ad affrontare gli enormi costi della crescente obesità. Per questo motivo, nel prossimo anno, verrà lanciata un’enorme campagna pubblicitaria a favore della dieta mediterranea, cosa già ampiamente fatta a livello scientifico. Ora lo si farà a livello mediatico generale. UNA ENORME INDIRETTA PUBBLICITA’ AL PRODOTTO CALABRESE OPPORTUNAMENTE INDIVIDUATO E TUTELATO.
EDUCARE L’OLFATTO ED IL PALATO • Certificata e difesa la dieta mediterranea di riferimento è poi necessario tradurla in ricette. L’INDIM possiede l’anagrafe delle pietanze tradizionali e i metodi di preparazione. • Dichiarati i vantaggi nutrizionistici e salutari delle pietanze e dei loro ingredienti è indispensabile educare la comunità ad assaporarne il gusto, rendendo questo ultimo conosciuto prima, gardito poi
LA SCUOLA DEGLI CHEF • Partiamo da un dato iniziale a nostro favore: gli chef italiani popolano di già abbondantemente le cucine del mondo. A questi lavoratori è demandata la responsabilità di rendere internazionale il gusto delle pietanze della dieta mediterranea di riferimento. Essi dovranno imparare a come esaltare i gusti conosciuti e ad imporre quelli nuovi, anche camuffandone alcune sgradevolezze (il piccante dell’olio)
LA NECESSITA’ DI DOTARE LA CALABRIADI UN LABORATORIO SCIENTIFICO • Gli alimenti che compongono la dieta mediterranea di riferimento devono essere tutelati da una sorta di carta d’identità (genomica/nutrizionale) che ne attesti la provenienza.Difendere la Biodiversità • E’ poi necessario difendere ciò che si è propagandato e dimostrato dai sicuri attacchi provenienti dalle strategie di marketing dei competitors e dalla stessa comunità scientifica.
STIMA COSTI ALLESTIMENTO LABORATORIO DI QUALITA’ NUTRIZIONALE LABORATORIO DI NUTRIGENOMICA € 1.681.100,00 LABORATORIO PER LO STUDIO, LA CARATTERIZZAZIONE E LA QUALIFICAZIONE DEI PRODOTTI ALIMENTARI € 816.300,00 SPESE PER PERSONALE A CONTRATTO € 950.000,00 TOTALE € 3.447.400,00 N. B. Le stime qui fornite e le modalità con cui queste possono essere plasmate nel tempo costituiranno, eventualmente, un capitolo assai più dettagliato e particolareggiato.
L’Istituto per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica • L’I.N.Di.M. svolge attività di ricerca, didattica e formativa sul territorio nazionale: studi effettuati nell’ambito dell’Istituto sono stati accettati e pubblicati da riviste scientifiche internazionali e nazionali e stampa divulgativa nazionale.
Tentativi di scippare la paternità del progetto Cuffaro ha chiesto al professor De Lorenzo e al Prof. Cantarelli se vogliono accettare la disponibilità di strutture e laboratori per la sede dell’Istituto per la Dieta Mediterranea di cui è Presidente. La cosa sarà ovviamente presa in seria considerazione se questo ultimo tentativo (perché da anni il Prof. De Lorenzo tenta di far comprendere ai nostri amministratori l’efficacia di un’idea progettuale tanto semplice in assoluto, quanto inaccessibile in relativo) non sortirà alcun risultato. E’ comunque disponibile il solito rapace nordico a finanziare il tutto a patto che questi ne abbia un ritorno economico diretto. Perseguendo questa ultima strada si riuscirà a realizzare un sogno, salvo poi dimensionarlo alle logiche del business e, quindi, a snaturarne forse la sua valenza etica e scientifica….