180 likes | 413 Views
LINEE GUIDA PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE. FUNZIONI DEL CIBO. ENERGETICA mantenimento delle attività basali, regolazione dei parametri vitali (temperatura corporea, battito cardiaco, frequenza respiratoria) PLASTICA accrescimento, formazione e rinnovo dei tessuti
E N D
FUNZIONI DEL CIBO • ENERGETICA mantenimento delle attività basali, regolazione dei parametri vitali (temperatura corporea, battito cardiaco, frequenza respiratoria) • PLASTICA accrescimento, formazione e rinnovo dei tessuti • BIOREGOLATRICE dei processi vitali dell’organismo
CARBOIDRATI Funzione principale: fornire ENERGIA (3.75 kcal/g) Classificati in ZUCCHERI SEMPLICI (glucosio, fruttosio…) e COMPLESSI (amido, glicogeno …) Sono contenuti in pane, pasta, cereali (CHO COMPLESSI), frutta, dolce, bevande zuccherate (ZUCCHERI SEMPLICI) Non esiste un fabbisogno specifico per i carboidrati una dieta bilanciata deve fornire il 55-60% delle calorie da carboidrati, di cui 10-12% da zuccheri semplici.
FIBRA Contenute soprattutto in FRUTTA e VERDURA, e in generale negli alimenti di origine VEGETALE. Costituite da POLISACCARIDI, quali cellulosa, lignina, pectine, che NON SONO DIGERITE dagli enzimi digestivi dell’uomo attraversano l’intestino senza subire modificazioni. Migliorano il transito intestinale, prevengono l’accumulo di tossine, modificano positivamente la composizione della microflora intestinale (ruolo PROBIOTICO), favoriscono il senso di sazietà e riducono l’assorbimento di grassi alimentari e glucosio ruolo fondamentale nel trattamento delle dislipidemie e iperglicemie
PROTEINE Forniscono 4 kcal/g Costituenti principali dei tessuti, ormoni, enzimi ed anticorpi funzione PLASTICA, IMMUNITARIA e BIOLOGICA, oltre che ENERGETICA (in caso di carenza di altri substrati). Sono contenute nei secondi piatti: carne, pesce, uova, formaggi (elevato valore biologico) e nei legumi (proteine a basso valore biologico, per poter essere utilizzate dall’organismo nella formazione di tessuti devono essere complementate, in quanto non contengono tutti gli aminoacidi essenziali) Il fabbisogno decresce con l’età: 1.5-2g/kg di peso ideale nel bambino, 1g/kg di peso ideale nell’adulto e anziano. Devono fornire il 12-15% delle calorie totali.
GRASSI Forniscono 9 kcal/g Ruolo ENERGETICOeFUNZIONALE(sintesi di ormoni steroidei, sostanze regolatrici del sistema cardiovascolare, della coagulazione, della funzione renale e del sistema immunitario e costituenti delle membrane fosfolipidiche) Classificati in base alle insaturazioni presenti nella catena carboniosa: i grassi SATURI (nessun doppio legame) sono quelli ATEROGENI, mentre quelli mono e polinsaturi svolgono un’azione protettiva, regolando i livelli di trigliceridi e prostaglandine infiammatorie. Gli acidi grassi della serie n-3 ed n-6 sono considerati essenziali no sintesi endogena Devono fornire il 25-30% delle calorie totali, mentre il colesterolo introdotto non dovrebbe superare i 300 mg/die
VITAMINE Sostanze azotate strutturalmente e funzionalmente diverse tra di loro. Si dividono in LIPOSOLUBILI (A, D, E, K) e IDROSOLUBILI (C, vitamine del gruppo B, PP …) Svolgono un’azione regolatrice e protettiva (es: vitamina K implicata nella coagulazione, vitamine A, E, C come antiossidanti) Le vitamine idrosolubili si trovano prevalentemente in carni, cereali integrali, legumi, vegetali mentre quelle liposolubili in latticini, uova, fegato, verdure (provitamina A in carote ed altre verdure giallo-arancioni), olio, germe di grano (vit. E)
ACQUA Bevanda acalorica Costituente principale del nostro corpo Ambiente in cui avvengono le reazioni metaboliche, trasporto di materiale nutritivo e per mezzo della quale si mantiene la corretta temperatura corporea Il fabbisogno per un adulto sano è circa 1.5 l/die È necessario introdurre una corretta quantità di acqua per evitare la precipitazione di Sali a livello renale (calcolosi)
LA GIORNATA ALIMENTARE COLAZIONE: 20% delle calorie totali PRANZO: 30-40% delle calorie totali CENA: 30-40% delle calorie totali SPUNTINI: 10% delle calorie totali Ad ogni pasto devono essere presenti CARBOIDRATI, PROTEINE e GRASSI.
DIETA VEGETARIANA vegetariano chi esclude dalla propria dieta carne e pesce senza però escludere i vari derivati quali uova e formaggi ; se anche questi ultimi non vengono accettati si parla di vegani. Generalmente le diete vegetariane sono ipocaloriche rispetto a quelle normali e pertanto comportano una diminuzione dei rischi connessi al sovrappeso. Il potere nutritivo delle sole proteine vegetali è comunque minore rispetto a quella di una dieta bilanciata. Una dieta vegana può comportare una carenza di Ca++ (molti adulti possono diventare predisposti all’osteoporosi in seguito ad una dieta non equilibrata in età infantile. Il Fe++ vegetale viene assorbito con più difficoltà rispetto a quello contenuto nelle carni. La Vitamina B12 è assente nei vegetali.
Koon T et al Recently epidemic of chronic diseases has shifted from high-income countries to developing countries as the industrialize. In 2020 more than 80% of global CVD will be in low (LIC) and middle-income (MIC) countries Rapid urbanization, in LIC and MIC, may occur without adequate infrastucture, creating urban slums and greater socioeconomic disparity.
Urban transition transitions in the envoriment impact on behaviours: DIET: changes in food production and food policies affecting the relative cost, availability and consumption of different food types and to media and industry influences. SMOKING: Degree of social acceptability of smoking PHYSICAL ACTIVITY: More mechanization at work, changes in transportation … INCREASE RISK OF NONCOMMUNICABLE CHRONIC DISEASE
Obesity is one of the greatest public health challenges of the 21st century. Its prevalence has tripled in many countries of the WHO European Region since the 1980s, and the numbers of those affected continue to rise at an alarming rate, particularly among children. In addition to causing various physical disabilities and psychological problems, excess weight drastically increases a person’s risk of developing a number of noncommunicable diseases (NCDs), including cardiovascular disease, cancer and diabetes. The risk of developing more than one of these diseases (co-morbidity) also increases with increasing body weight. Obesity is already responsible for 2–8% of health costs and 10–13% of deaths in different parts of the Region.
La nutrizione nell’anziano Un’alimentazione razionale ed adeguata è da considerare un elemento primario per il mantenimento di un buono stato di salute in tutte le età. Negli ultimi anni in Italia e nei paesi industrializzati il tema anziani è diventato oggetto d’interesse demografico e sociologico in quanto l’aumento dell’età media ha indotto a produrre studi sull’invecchiamento della popolazione e sugli aspetti ad esso connessi. Se da un lato l’aumento dello stato di salute comporta un significativo aumento della vita media dall’altro diventa un problema di ordine economico legato ad un maggior esborso in cure, pensioni etc. Uno dei problemi più vissuti dall’anziano è l’estromissione dal mondo del lavoro, accompagnato da un progressivo restringimento della vita sociale e familiare e spesso, accanto alla consapevolezza di una minor funzionalità corporea, s’instaura un processo depressivo.
La massa corporea magra di un uomo di 25 anni è di circa 60 kg che scende a 48 in un uomo di 75-80 anni; la perdita interessa principalmente la massa muscolare, ma anche organi quali fegato e cervello. La massa grassa invece tende ad aumentare. I principali mutamenti dell’organismo anziano sono: • Diminuzione del metabolismo basale • Peggioramento del metabolismo glucidico • Incremento plasmatico e tissutale di lipidi • Aumento della sensibilità gustativa e diminuzione di quella olfattiva • Alterazione della dentizione fino all’edentulia completa • Riduzione della saliva • Iposecrezione gastrica • Ipotonia intestinale • Alterato assorbimento di calcio ed altri nutrienti • Depressione • Isolamento sociale
Garrow J • 20 al 50% pazienti ospedalizzati • 70% non viene riconosciuto e trattato. • 46% pazienti medici • 27% pazienti chirurgici • 43% pazienti anziani istituzionalizzati La malnutrizione nei pazienti istituzionalizzati e/o ospedalizzati porta a un deficit del sistema immune (in particolare riduzione dei livelli di linfociti), con aumentato rischio di infezione ed outcome negativi FONDAMENTALE RICONOSCERE E TRATTARE IL PAZIENTE MALNUTRITO!!!!
ANORESSIA SENILE EDEMA DEPRESSIONE sindrome nosocomiale