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Distinguiamo tre tipi di discorso (pronunciato effettivamente , oppure interiore):

Tipi di discorso da G. Genette, Figure III, Torino, Einaudi, 1976 e Brioschi , Di Girolamo, Fusillo, Introduzione alla letteratura , Carocci , 2003. Distinguiamo tre tipi di discorso (pronunciato effettivamente , oppure interiore):

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Distinguiamo tre tipi di discorso (pronunciato effettivamente , oppure interiore):

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Presentation Transcript


  1. Tipi di discorsoda G. Genette, Figure III, Torino, Einaudi, 1976e Brioschi, Di Girolamo, Fusillo, Introduzione alla letteratura, Carocci, 2003 • Distinguiamo tre tipi di discorso (pronunciato effettivamente , oppure interiore): • Discorso narrativizzato o raccontato: Il discorso è riassunto e introdotto da un verbumdicendies.Informai mia madre della mia decisione di sposare Albertine. • Discorso trasposto o indiretto: riporta le parole (o i pensieri) di un personaggio dopo averle tradotte (e filtrate) nelle parole del narratore es. Dissi a mia madre che era assolutamente necessario che sposassi Albertine. • Anche qui abbiamo un verbumdicendio cogitandiche introduce le parole del personaggio. Rispetto all’esempio precedente qui le parole del narratore non riassumono l’affermazione del personaggio ma la traspongono in forma indiretta • Discorso riportato o diretto: riferisce direttamente le parole e i pensieri dei personaggi, distinguendole con una marca o clausola di contrassegno (per es. le virgolette) all’inizio e alla fine del discorso es:Dissi: “E’ assolutamente necessario che sposi Albertine” • Discorso indiretto libero: è un discorso indiretto in cui è stato soppresso il verbumdicendio cogitandie si crea un’ambigua interferenza fra le parole del narratore e quelle del personaggio. (detto in tedesco erlebteRede) • Es. Era convinta che certi luoghi della terra fossero destinati a produrre la felicità, come il terreno particolare fa crescere certe piante cha altrove. Perché mai non poteva affacciarsi al balcone di uno chalet svizzero oppure rinchiudere la sua tristezza in un cottage scozzese, con un marito vestito di un abito di velluto nero a lunghe falde, che indossa stivali flosci, un cappello a punta, e mezze maniche? G. Flaubert, Madame Bovary • Nel brano la voce del narratore si intreccia con quella di Emma Bovary, con tutte le sue fantasie di evasione romantica

  2. Monologo interiore • Edouard Dujardin, I lauri senza fronde, 1887 ed. def. 1924 con prefazione di ValeryLarbaud che scrive: “il lettore, mi disse Joyce, si trova immerso, fin dalle prime righe, nel pensiero del personaggio principale, ed è lo svolgimento ininterrotto di questo pensiero che, sostituendosi alla forma abituale del racconto, ci informa di quello che detto personaggio fa e di quanto accade”.

  3. Monologo interiore • Da Edouard Dujardin, Il monologo interiore, 1927 (ed. it. a cura di J. Risset, Parma, Pratiche, 1991): “ il monologo interiore, come ogni monologo, è un discorso del personaggio messo in scena e ha lo scopo di introdurci direttamente nella sua vita interiore, senza che l’autore intervenga con spiegazioni e commenti; e, come ogni monologo, è un discorso senza ascoltatore e un discorso non pronunciato. Dal monologo tradizionale, tuttavia, si differenzia per i seguenti motivi: quanto al contenuto, è espressione del pensiero più intimo, più vicino all’inconscio; quanto allo spirito, è un discorso anteriore a ogni organizzazione logica, che riproduce questo pensiero allo stato nascente e così come si manifesta; quanto alla forma, si realizza in frasi dirette, ridotte al minimo sintattico; e così corrisponde essenzialmente alla concezione che abbiamo oggi della poesia. Da tutto questo traggo questo tentativo di definizione: Il monologo interiore è, nell’ordine poetico, il discorso senza ascoltatore e non pronunciato col quale un personaggio esprime il suo pensiero più intimo, più vicino all’inconscio, anteriore ad ogni organizzazione logica, cioè allo stato nascente, attraverso frasi dirette ridotte al minimo sintattico, in modo da dare l’impressione del suo primo manifestarsi”.

  4. Monologo interiore: Tratti distintivida Seymour Chatman, Storia e discorso, Parma, Pratiche, 1981 • Ogni eventuale autoreferenza del personaggio è alla prima persona • Il momento in corso del discorso coincide col momento della storia, per cui tutti i predicati che si riferiscono al momento in corso sono al presente […] I ricordi e gli altri riferimenti al tempo trascorso si presentano al passato • Il linguaggio – le frasi idiomatiche, lo stile, la scelta lessicale e sintattica – sono palesemente quelle del personaggio • Ogni allusione all’esperienza del personaggio è fatta senza più spiegazioni di quelle necessarie al suo stesso flusso di pensieri, cioè • non si presume l’esistenza di altro pubblico oltre a colui che pensa, non ci si cura dell’ignoranza o delle necessità espositive del narratario. • Questa definizione include tanto la rappresentazione delle percezioni quanto delle cognizioni. • Chatman propone anche una possibile ulteriore distinzione fra: • “Monologo interiore concettuale”=registrazione delle parole vere e proprie che pasano nella mente di un personaggio • “Monologo interiore percettivo”=comunicazione, per trasformazione verbale convenzionale, delle impressioni sensibili non articolate del personaggio

  5. Flusso di coscienza (Streamofconsciousness) • L’espressione è usata per la prima volta da William James in PrinciplesofPsychology 1890: “consciousnessdoesnotappearitselfchopped up in bits … itisnothingjointed; il flows. A ‘river’ or a ‘stream’ are the metaphorsbywhichitismostnaturallydescribed. In talkingofithereafter, letuscallit the streamofthought, ofconsciousness, or ofsubjective life

  6. Flusso di coscienza • L’espressione si fece poi strada nelle discussioni letterarie angloamericane, come nella recensione di May Sinclair ai primi volumi del romanzo Pilgrimage di Dorothy Richardson: • “In thisseriesthereis no drama, no situation, no set scene. Nothinghappens. Itis just life going on and on. Itis Miriam Henderson’s streamofconsciousnessgoing on and on. And in neitheristhereanygrosslydiscerniblebeginning or middle or end” M. Sinclair, “The Novelsof Dorothy Richardson”, The Egoist, April 1918, p. 58

  7. Flusso di coscienza e monologo interiore • Chatman così distingue Flusso di coscienza e • monologo interiore: “Flusso di coscienza [è] l’ordinamento casuale di pensieri e impressioni […] Esso dispone gli elementi semantici secondo il principio della libera associazione”. • “Il monologo interiore è segnalato dalla sintassi: attribuisce il verbo al presente e il riferimento pronominale in prima persona al personaggio che pensa (se la sintassi è ellittica questi elementi sono impliciti) • ” S. Chatman, Storia e discorso, cit., p. 202

  8. Streamofconsciousness • From: J.Joyce, Ulysses, “Penelope” – Molly Bloom’s monologue • […]I wasthinkingof so manythingshedidn’t knowofMulvey and MrStanhope and Hester and father and oldcaptainGroves and the sailorsplayingallbirdsfly and I saystoop and washing up dishestheycalledit on the pier and the sentry in frontof the governors house with the thing round hiswhitehelmetpoordevilhalfroasted and the Spanishgirlslaughing in theirshawls and theirtallcombs and the auctions in the morning the Greeks and the jews and the Arabs and the devilknowswho else fromall the endsofEurope and Duke street and the fowl market allcluckingoutsideLarbySharons and the poordonkeysslippinghalfasleep and the vaguefellows in the cloaksasleep in the shade on the steps and the big wheelsof the cartsof the bulls and the oldcastlethousandsofyearsold yes and thosehandsomeMoorsall in white and turbanslikekingsaskingyouto sit down in theirlittle bit of a shop and Roadswith the old windows of the posadasglancingeyes a lattice hidforher lover tokiss the iron and the wineshopshalf open at night and the castanets and the night wemissed the boat ofAlgeciras the watchmangoingabout serene withhislamp and O thatawfuldeep-downtorrent O and the sea the seacrimsonsometimeslikefire and the glorioussunsets and the figtrees in the Alamedagardens yes and all the queerlittlestreets and pink and blue and yellow houses and the rosegardens and the jessamine and geraniums and cactuses and Gilbrataras a girl where I was a Flowerof the mountains yes when I put the rose in myhairlike the Andalusiangirlsused or shall I ear a red yes and howhekissed me under the Moorishwall and I thoughtwellaswellhimasanother and then I asked me would I yes tosay yes my mountain flower and first I put myarmsaroundhim yes and drewhim down to me so hecouldfeelmybreastsallperfume yes and hishearwasgoinglikemad and yes I said yes I will Yes.

  9. Flusso di coscienza • Da Ulisse, “Penelope”: il monologo di Molly Bloom • […] pensavo a tante cose che lui non sapeva di Mulvey e Mr Stanhope e Hester e papà e il vecchio capitano Groves e i marinai che giocavano al piattello e alla cavallina come dicevano loro sul molo e la sentinella davanti alla casa del governatore con quella cosa intorno all’ elmetto bianco povero diavolo mezzo arrostito e le ragazze spagnole che ridevano nei loro scialli e quei pettini alti e le aste la mattina i Greci e gli ebrei e gli Arabi e il diavolo chi sa altro da tutte le parti d’Europa e Duke street e il mercato del pollame un gran pigolio davanti a Larby Sharon e i poveri ciuchini che inciampavano mezzi addormentati e gli uomini avvolti nei loro mantelli addormentati all’ombra sugli scalini e le grandi ruote dei carri dei tori e il vecchio castello vecchio di mille anni sì e quei bei Mori tutti in bianco e turbanti come re che ti chiedevano di metterti a sedere in quei loro buchi di botteghe e Ronda con le vecchie finestre delle posadas fulgidi occhi celava l’inferriata perché il suo amante baciasse le sbarre e le gargotte mezzo aperte la notte e le nacchere e la notte che perdemmo il battello ad Algesiras il sereno che faceva il suo giro con la lampada e Oh quel pauroso torrente laggiù in fondo Oh e il mare il mare qualche volta cremisi come il fuoco e gli splendidi tramonti e i fichi nei giardini dell’Alameda sì e tutte quelle stradine curiose e le case rosa e azzurre e gialle e i roseti e i gelsomini e i geranii e i cactus e Gilbiterra da ragazza dov’ero un Fior di montagna sì quando mi misi la rosa nei capelli come facevano le ragazze andaluse o ne porterò una rossa sì e come mi baciò sotto il muro moresco e io pensavo be’ lui ne vale un altro e poi gli chiesi con gli occhi di chiedere ancora sì e allora mi chiese se io volevo sì dire di sìmio fior di montagna e per prima cosa gli misi le braccia intorno sì e me lo tirai addosso in modo che mi potesse sentire il petto tutto profumato sì e il suo cuore batteva come impazzito e sì dissi sì voglio Sì.

  10. Streamofconsciousness • Thereis no interferenceby the author and itis the character’s consciousnesswhichtakesover the pageusing the first personal pronoun • From the first to the last word no externalelementinterrupts Molly’s monologue. Herthoughts are free to mix present, past and future; herapparentlychaotic flow ofthoughtsisunderlinedby the complete absenceofpunctuation and introductionsto people or events. In the last part the monologuereaches more abstractlevelsofconsciousness, until the characterfallsasleep and the book and the monologue end together.

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