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La Finanza Territoriale tra manovra e federalismo. Fermo, 8 Ottobre 2010. Premessa. Il 2011 si presenta per la finanza degli enti territoriali come l’ anno forse più difficile in assoluto , a causa innanzitutto della drastica riduzione di risorse finanziarie trasferite dal Governo centrale;
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La Finanza Territoriale tra manovra e federalismo Fermo, 8 Ottobre 2010
Premessa • Il 2011 si presenta per la finanza degli enti territoriali come l’anno forse più difficile in assoluto, a causa innanzitutto della drastica riduzione di risorse finanziarie trasferite dal Governo centrale; • infatti mai in passato le periodiche manovre governative di contenimento della spesa pubblica avevano determinato effetti così gravi come quelli causati dal Decreto legge 78 (convertito nella legge 122/2010). • Il 2011 sarà, più in generale, orribile anche per altre ragioni: • il rapporto debito/PIL si attesterà al 119,2 per cento, con mezzo punto percentuale di aumento rispetto alla RUEF, determinato sia dall’impatto dell’aiuto alla Grecia sia dalla revisione al ribasso delle stime del PIL; • il tasso di disoccupazione si attesterebbe all’8,7 per cento e l’occupazione si ridurrebbe ulteriormente (se non venisse rifinanziata la cassa integrazione in deroga per i 500 mila lavoratori che ne possono beneficiare fino al 31/12/2010); • crescerà l’incidenza degli interessi passivi in termini percentuali sul PIL (dal 4,6% del 2010 al 4,8% del 2012 e cioè da 72 mld a 80 mld);
Premessa • lo stesso tasso di crescita del Pil reale (1,3%) risulta molto più basso rispetto ai Paesi concorrenti dell’Italia; • la gravità di questa prospettiva non può essere attenuata dalla riduzione (dal 5 al 3,9 %) del deficit (Indebitamento Netto), dal ritorno al segno più del saldo primario (12,5 mld) e dal miglioramento delle condizioni delle imprese, sostenute dal recupero delle esportazioni e della produzione industriale; • Peraltro diverse autorevoli fonti, tra cui la Banca D’Italiae la Corte dei Conti, considerano alcune previsioni macroeconomiche del Governo poco realistiche (o quanto meno ottimistiche) alla luce della prevista registrazione al 31/12/2010 di un deficit pari al 6,1%. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, mette in guardia dal rischio di una crescita lenta, che, spiega, “acuirebbe le difficoltà della gestione della finanza pubblica”.
Il quadro di riferimento • Nell’ottobre del 2009, la Commissione europea, nell’ambito dell’apertura della procedura di deficit eccessivo per alcuni Paesi europei, ha indicato, per l’Italia, la necessità di rafforzare la sorveglianza di bilancio in relazione: • al forte peggioramento del deficit per il 2009 (5,3% del PIL) • ai valori di deficit stimati per il 2010 e per il 2011; • alla crescita esponenziale della spesa primaria (spesa pubblica al netto degli interessi) rispetto al pil (superiore di oltre tre punti a quanto programmato ad inizio di legislatura). • La Commissione, inoltre, ha valutato negativamente l’elevato livello del debito pubblico, previsto in crescita per il 2009 e il 2010 (rispettivamente pari al 115,1 per cento e al 117,3 per cento del PIL).
Il quadro di riferimento • Sulla base di queste considerazioni, il 30 novembre 2009, il Consiglio ECOFIN ha adottato la raccomandazione con la quale si dichiara l’esistenza della situazione di deficit eccessivo in Italia e si invita il Governo a ricondurre il deficit di bilancio al di sotto del 3 per cento del PIL entro il 2012. • Il Consiglio ha stabilito il 2 giugno come termine entro cui adottare iniziative per implementare le misure programmate e per fornire elementi di dettaglio sulla strategia di consolidamento fiscale necessaria per correggere l’andamento del deficit. • In tale contesto, il Governo ha presentato il decreto legge n. 78 del 2010 per la correzione dei conti pubblici secondo le raccomandazioni degli Organismi Comunitari. Il decreto è stato convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 176 del 2010 (S.O. n. 114/L).
Punti critici della manovra Rispetto alla situazione economica creatasi in Italia, le Marche e tutte le altre Regioni comprendono la necessità di una manovra forte e tempestiva rispetto alla situazione economica creatasi in Italia per dare risposta concreta ai mercati e all’Unione Europea. Tuttavia, La manovra prefigurata dal Governo è fortemente criticabile : • nel Metodo • nel Merito
Punti critici della manovra • Metodo • Viola i principi di lealtà istituzionale: è stata assunta senza un preliminare confronto con i soggetti interessati, a partire dalle Regioni • le leggi 42/2009 (federalismo fiscale) e 196/2009 (riforma della contabilità pubblica) hanno delineato un preciso percorso di condivisione con le Autonomie Territoriali delle manovre di finanza pubblica; • fase di preoccupante deterioramento nei rapporti tra Governo e Regioni sulla vicenda FAS.
Punti critici della manovra • Merito • A rischio di incostituzionalità: tagliare le risorse alle Regioni mantenendo le relative funzioni contrasta con quanto disposto dalla Corte Costituzionale, secondo cui “deve esservi un collegamento diretto tra le funzioni conferite e le risorse necessarie per il loro esercizio”. • Inefficace ai fini della riduzione del disavanzo pubblico: per l’assenza di misure strutturali di riduzione della spesa. In modo poco lungimirante vuol fare cassa nel più breve tempo possibile senza preoccuparsi di ottenere risparmi duraturi. • Insostenibile finanziariamente da parte delle Regioni, che sarebbero costrette a cessare, più che ridurre, l’esercizio di molte loro funzioni di assoluta sensibilità sociale ed economica. E’prevedibile, pertanto, che gli effetti riduttivi sull’organizzazione dei servizi saranno proporzionalmente ben maggiori rispetto alla pura e semplice riduzione delle risorse finanziarie. • Depressiva: • non favorisce la ripresa economica • non contiene misure anticicli, anzi viene depotenziata, se non annullata, l’utilizzazione in funzione anticiclica delle risorse FAS (oltre 27 milioni assegnati alle Regioni ma ancora non trasferiti ed a rischio di una ulteriore aggressione da parte del Governo); • inibisce tutte le politiche di investimento • non stimola i consumi • non fa alcun cenno della scadenza (al prossimo 31 dicembre) dell’accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga
Punti critici della manovra • Merito • Contraddittoria: • affonda il federalismo fiscale attraverso l’azzeramento dei fondi da fiscalizzare legati alle materie trasferite alle Regioni. • l’abrogazione della norma (comma 302, dell’articolo 1, della legge 244/2007) che disponeva, a partire dal 2011, la fiscalizzazione delle risorse del trasporto ferroviario attraverso la compartecipazione al gettito dell’accisa sul gasolio, costituisce chiaramente un passo indietro dall’attuazione del federalismo fiscale. • Iniqua e sperequata in ordine alla ripartizione degli oneri: • scarica gran parte del peso dei tagli sugli enti territoriali, non ripartendo proporzionalmente lo sforzo tra i vari soggetti istituzionali coinvolti (la stessa Corte dei Conti, nell’audizione alla Commissione Bilancio del Senato, ha evidenziato che “i tagli interessano per almeno il cinquanta per cento le Amministrazioni Locali”.) • colpisce solo i redditi medio-bassi (in particolare i lavoratori dipendenti );
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica – Quadro complessivo(milioni di euro) • La manovra prevede la correzione degli andamenti tendenziali dell’indebitamento netto per il triennio 2011-2013. • La riduzione del saldo di bilancio ammonta a 12,1mld nel 2011 e a 25mld in ciascuno dei due esercizi successivi pari allo 0,75 per cento del PIL nel 2011 e all’1,5 per cento nel 2012. • Rispetto agli andamenti tendenziali, come rilevati dalla RUEF, la manovra determina una riduzione della spesa primaria di circa l’1 per cento nel 2011 e del 2 per cento nel 2012 (per il 2013 non è disponibile il conto tendenziale della P.A.). • La Banca d’Italia ha rilevato • che la manovra ridurrebbe l’indebitamento netto di 1,6 punti percentuali del PIL nel 2012, di cui circa 0,1 punti per la minore spesa per interessi; • che nel biennio 2011-2012 la manovra potrebbe cumulativamente ridurre la crescita del PIL di poco più di mezzo punto percentuale, attraverso una compressione dei consumi e degli investimenti, mentre gli effetti sui prezzi sarebbero “trascurabili”; • il quadro macroeconomico assunto a base della RUEF sarebbe più favorevole degli scenari attualmente delineati da altri previsori, ed in particolare dal FMI che prevede una crescita del PIL italiano pari allo 0,8 per cento nel 2010, dell’1,2 per cento nel 2011 e dell’1,5 per cento nel 2012. In tale scenario, nel 2012 un PIL inferiore di circa un punto a quello indicato nella Relazione determinerebbe un disavanzo pari al 3,2 per cento del PIL. Con gli effetti di retroazione suddetti, il disavanzo di tale anno salirebbe al 3,5 per cento.
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica – Quadro complessivo(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica – Quadro complessivo(milioni di euro) • L’aumento delle entrate, pari a complessivi 24.229mld, è determinato dalla differenza tra : • Maggiori entrate per 28,443 mld; • Minori entrate per 4.214 mld. Le misure previste determinano un aumento delle entrate, rispetto alla legislazione vigente, pari allo 0,6 per cento nel primo anno e all’1,4 per cento nel secondo. • La riduzione della spesa, pari a complessivi 38.038mld, è determinato dalla differenza tra : • Maggiori spese per 5,947 mld; • Minori spese per 43,986 mld.
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica - Entrate(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica - Entrate(milioni di euro) • Le maggiori entrate derivano principalmente : • dal contrasto dell’evasione fiscale e contributiva tra cui l’aggiornamento del c.d. “redditometro”; • dall’introduzione dell’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle entrate delle fatture d’importio non inferiori a 3.000 euro (c.d. fattura telematica); • contrasto al fenomeno delle imprese “apri e chiudi” e di quelle in perdita sistemica ; • dal potenziamento dei processi di riscossione delle somme iscritte a ruolo; • dalla tracciabilità dei movimenti in contanti superiori a 5.000 euro (precedentemente fissata in 12.500 euro). • Il differimento dell’acconto Irpef per il periodo d’imposta 2011 e 2012 determina minori entrate nell’anno 2011 (ed in parte nel 2012) per complessivi 2.900 mln e maggiori entrate di pari importo nel 2012 e nel 2013. • Ulteriori entrate non fiscali derivano dall’applicazione del pedaggio per le autostrade e per i raccordi autostradali affidati in gestione diretta all’ANAS, nonché dall’incremento dei canoni autostradali corrisposti dai concessionari ad ANAS.
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica - Entrate(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica - Entrate(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica – Spese(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica – MaggioriSpese(milioni di euro) • Le maggiori spese prevalentemente riguardano l’incremento del Fondo per interventi strutturali di politica economica statale. • Tale Fondo è finalizzato ad agevolare il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e si colloca nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica – MaggioriSpese(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica: Maggiori spese(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica: Maggiori spese(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica – Minori Spese(milioni di euro) • Le minori spese riguardano prevalentemente: • i costi di funzionamento della pubblica amministrazione (riduzione del 10 per cento delle dotazioni finanziarie delle spese rimodulabili (spese predeterminate per legge erelative al fabbisogno) nell’ambito delle Missioni di spesa di ciascun Ministero. • Le riduzioni di spesa per consumi intermedi anche di altre PA (studi, consulenze, relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e sponsorizzazioni, missioni): tali riduzioni non si applicano direttamente alle Regioni, tuttavia le Regioni che non le “aderiscono volontariamente a dette riduzioni” si vedranno ridotti i trasferimenti erariali del 10%. • l’abbattimento dei costi della politica conseguito attraverso la riduzione degli stipendi dei Parlamentari, Ministri e Sottosegretari …. nonché con la riduzione delle risorse destinate ai rimborsi delle spese elettorali. • i risparmi nel settore del pubblico impiego (blocco contratti, riduzione stipendi dirigenti, eliminazione diarie di missioni e blocco pensioni); • i tagli agli Enti territoriali, attraverso la modifica delle regole del Patto di Stabilità Interno,con la riduzione dei trasferimenti statali. • i risparmi sulla spesa farmaceutica con la riduzione delle quote di spettanza riconosciute alla filiera della distribuzione del farmaco e con l’individuazione da parte dell’AIFA di misure per la razionalizzazione dell’utilizzo dei farmaci. • dall’aumento della percentuale minima necessaria per accedere alla pensione di invalidità civile (dal 74 all’85 per cento) e sono incrementati i controlli sulle erogazioni in essere.
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica – MinoriSpese(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica: Minori spese(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica: Minori spese(milioni di euro)
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica: Concorso Amministrazioni (milioni di euro) La decisione di finanza pubblicata approvata lo scorso 29 settembre afferma che: “Il contributo richiesto alle Amministrazioni centrali in termini di manovra netta ammonta, nel triennio 2011-2013, a circa 29,8 miliardi. Nello stesso periodo le Amministrazioni locali contribuiscono per 27,2 miliardi e gli Enti di previdenza e di assistenza sociale per ulteriori 5,2 miliardi”. • E’ vero che le Amministrazioni centrali concorrono per il 49% alla manovra ma è anche vero che ad esse sono assegnate la quasi la totalità delle maggiori entrate; Se si considerano solo le riduzioni di spesa esse concorrono solamente per il 12 per cento. • Le amministrazioni locali, titolari della gran parte dei tagli previsti, concorrono invece per il 43 per cento
Effetti del DL n. 78/2010 sui saldi di finanza pubblica: Concorso Amministrazioni (milioni di euro)
DL n. 78/2010: Trasferimenti statali alle Regioni • La drastica riduzione delle risorse di cui potrà disporre in entrata, obbligherà la Regione a ridurre automaticamente i corrispondenti stanziamenti di spesa , tre quarti dei quali venivano trasferiti dalla stessa ai Comuni e alle Province. • Pertanto al netto dei fondi FAS, è prevedibile che nel 2011 ai primi potranno essere trasferiti dalla Regione circa 25 milioni anziché 74 e alle seconde circa 31 anziché 94. • Tale gravissima prospettiva va affrontata da tutti i soggetti istituzionali del territorio con spirito di massima collaborazione, partendo dalla piena consapevolezza che la responsabilità di smantellare o quanto meno ristrutturare profondamente gran parte dei servizi pubblici oggi al servizio di cittadini e imprese ricade sul Governo centrale, la cui politica miope, iniqua e contradditoria rischia di provocare forme di vera e propria rivolta sociale.
DL n. 78/2010: Trasferimenti statali a Regioni a statuto ordinarioArt. 6, comma 20, e art. 14, comma 2 (dati in milioni di euro)
Regione Marche - Trasferimenti statali complessivi: Simulazione sui dati al 31/12/2008 dell'applicazione dell'articolo 14 DL 78/2010
Regione Marche - Trasferimenti statali complessivi: Simulazione sui dati al 31/12/2008 dell'applicazione dell'articolo 14 DL 78/2010 • Considerato che le il concorso delle Regioni alla manovra è di 4.000 mln e che il totale dei trasferimenti statali alle regioni è di circa 6.000, la percentuale media dei tagli è di circa il 67%. • Applicando tale percentuale alla somma dei trasferimenti riscossi nel 2008 si evince che i tagli della manovra sul bilancio della Regione Marche hanno un impatto stimato 148 mlndi euro annui: • 71 mlncome minori trasferimenti ex L.59/97; • 77 mlncome minori “altri” trasferimenti;
Regione Marche - Risorse ex L59/97: Simulazione sui dati al 31/12/2008 dell’applicazione dell’articolo 2 DL 78/2010
Regione Marche - Trasferimenti statali al netto DPCM: Simulazione sui dati al 31/12/2008 dell’applicazione dell’articolo 14 DL 78/2010
DL n. 78/2010: Effetti sulla finanza regionale • Per quanto riguarda la Regione, è evidente che gli effetti del Decreto 78 la obbligano a correggere la propria strategia finanziaria. • Già in occasione della discussione sull’assestamento del bilancio 2010, nel definire gli stanziamenti finali, si è avuto riguardo anche alle prospettive finanziarie del 2011, assumendo un quadro di riferimento unitario sia per la chiusura della gestione 2010 che per l’impostazione del bilancio di previsione 2011. • Si è fatto riferimento ad un bilancio di previsione a base zero e alla necessità di rivedere un approccio prevalentemente incrementale nelle decisioni di allocazione delle risorse, in modo da riesaminare sistematicamente tutte le voci di spesa. • Non a caso la metodologia della spendingreviewviene utilizzata a livello internazionale “sia per far fronte a situazioni di stress dei conti pubblici – e quindi per attuare contenimenti della spesa razionali - sia, nei paesi con una più solida situazione di finanza pubblica, per migliorare l’efficienza allocativa delle risorse a disposizione”.
DL n. 78/2010 e Bilancio 2011 della Regione Marche E’ quanto la Regione si accinge a fare con la predisposizione del proprio bilancio di previsione 2011, migliorando in questo modo il processo di definizione e finanziamento delle priorità, tra le quali sono state individuate: • le politiche sociali, • la difesa del lavoro e il sostegno allo sviluppo, • la valorizzazione dei beni culturali e del territorio, • la green economy.
Gli effetti sui Trasferimenti della Regione agli Enti Locali
DL n. 78/2010: L’impatto della manovra sull’attuazione del federalismo fiscale • Se quanto sopra è vero, diventa di impossibile l’attuazione del federalismo fiscale e rischia di saltare una delle condizioni che possono costituire una via d’uscita dalla grave situazione finanziaria in cui si trova il Paese. • Il federalismo fiscale rischia di trasformarsi in un’occasione perduta. In ogni caso qual è ad oggi la situazione? • ad un anno e mezzo dall’approvazione della legge 42 del 5 maggio 2009, dei 12 decreti previsti entro il maggio 2011 solo due (quello sul cosiddetto federalismo demaniale, approvato con D.lgs n. 85/2010 e il decreto “Roma Capitale”, approvato con D.lgs n. 156/2010) sono stati varati; • sono in corso di definizione gli schemi di decreto riguardanti: • Il federalismo municipale; • la determinazione dei fabbisogni standard dei Comuni, Città metropolitane e delle Province; • l’autonomia in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province nonche’ di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario (approvato ieri dal Consiglio dei Ministri)
DL n. 78/2010: L’impatto della manovra sull’attuazione del federalismo fiscale • L’impatto è dirompente! • Gran parte dei trasferimenti statali da fiscalizzare per l’attuazione de federalismo fiscale sono stati aboliti! • È solo virtuale l’affermazione contenuta nell’art. 14 del d.l. 78 secondo cui l’attuazione del federalismo fiscale non tiene conto dei tagli apportati. Infatti tale affermazione comporterebbe la fiscalizzazione di risorse già abolite.