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IL CASTEL NUOVO. La costruzione di Castel Nuovo si deve a Carlo I D’Angio’, che nel 1266, sconfitti gli svevi, salì al trono di Napoli e Sicilia e stabilì il trasferimento della capitale da Palermo a Napoli.
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La costruzione di Castel Nuovo si deve a Carlo I D’Angio’, che nel 1266, sconfitti gli svevi, salì al trono di Napoli e Sicilia e stabilì il trasferimento della capitale da Palermo a Napoli.
Il progetto fu affidato al francese Pierre De Chaule. I lavori presero il via nel 1279 per terminare nel 1281. Il re però non vi dimorò mai. La nuova reggia rimase inutilizzata fino al 1285, anno della morte di Carlo I. Il nuovo re, Carlo II si trasferì con la famiglia presso la nuova residenza che fu ampliata e abbellita.
Con la salita al trono di Roberto il Saggio il castello divenne un notevole centro culturale ospitando importanti personalità della cultura del tempo, mentre i più famosi pittori dell’epoca furono chiamati ad affrescarne le pareti. Nel 1443 Alfonso D’Aragona stabilì nel castello una splendida corte e la fortezza venne ricostruita nelle forme attuali, mantenendo la sua funzione di centro del potere regale.
Il re Alfonso affidò la ricostruzione ad un architetto spagnolo Guillen Sagrera che concepì il castello trasformandolo in una fortezza, ma cercando di conservare la sua funzione di centro del potere regale con l’inserimento dell’arco di trionfo, capolavoro del rinascimento napoletano ad opera di Francesco Laurana.
L’Arco di Trionfo è stato definito il “Fiore del Rinascimento” e trae ispirazione dagli archi di trionfo romani.
Essendo una fortezza, il Castello aveva una posizione strategica, infatti era circondato dal mare diventando un punto riferimento anche per i marinai che lo vedevano da lontano nella sua imponenza. Le cinque torri che vi si trovano negli angoli della costruzione, servivano per avvistare i possibili nemici che erano riusciti a superare le mura difensive della città e la loro costruzione nella parte inferiore in maniera obliqua era sempre un modo per poter difendersi dai nemici che volevano penetrare nella sede del potere del regno.