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Riciclando si impara. LA GESTIONE DEGLI IMBALLAGGI. I RIFIUTI. COME NASCONO? QUANTI SONO? QUALI SONO? I PERCORSI…. ALLE ORIGINI DEL PROBLEMA RIFIUTI…. … fattori di carattere socio-economico, quali:. crescita del benessere e diversificazione dei consumi; distribuzione moderna;
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Riciclando si impara LA GESTIONE DEGLI IMBALLAGGI
I RIFIUTI COME NASCONO? QUANTI SONO? QUALI SONO? I PERCORSI…
ALLE ORIGINI DEL PROBLEMA RIFIUTI… … fattori di carattere socio-economico, quali: • crescita del benessere e diversificazione dei consumi; • distribuzione moderna; • famiglie più piccole/popolazione più anziana. Tali nuove condizioni hanno portato a una maggiore produzione di rifiuti e crescenti difficoltà di smaltimento Ovvero un FORTE IMPATTO AMBIENTALE
MA QUANTI RIFIUTI SI PRODUCONO IN ITALIA? Nel 2007 la produzione stimata annuale di rifiuti urbani è stata pari a 33,3 milioni di tonnellate Vale a dire che ciascun cittadino ha prodotto 566 kg di rifiuto nell’anno ovvero 1,55 kg al giorno. … ma qual è la COMPOSIZIONE dei rifiuti? +28% Fonte: APAT 2005
acciaio 0,6% alluminio 0,2% Imballaggi 27 % cartone 9% (stima) legno 2% plastica 8% vetro 7% Fonte: ONR, report 2004 LA COMPOSIZIONE DEI RIFIUTI URBANI Fonte: Analisi merceologiche CONAI - 2005
GLI IMBALLAGGI: quanti sono e che funzione hanno? • Gli imballaggi costituiscono circa il 27% in peso e circa il 50% in volume dei rifiuti solidi urbani. • Si caratterizzano per: • - avere una presenza pervasiva e trasversale a tutti i beni di consumo e settori economici; • - essere percepiti in modo consapevole dal consumatore finale solo quando se ne deve disfare; • - poter essere reintrodotti efficacemente nel ciclo produttivo. Ogni volta che acquistiamo un prodotto, acquistiamo anche un imballaggio. Un imballaggio permette/contiene: - il trasporto, la conservazione e la protezione della merce - elementi per facilitare l’uso e migliorare le prestazioni del prodotto - un utile supporto informativo e comunicativo.
CONSERVARE E PROTEGGERE … COME? L'imballaggio conserva e protegge il prodotto/bene nel tempo e nello spazio. Conserva il contenuto dagli attacchi di agenti nocivi, da variazioni di temperatura, pressione e umidità. Permette, inoltre, la dilatazione dei tempi di conservazione. L’imballaggio, quindi, garantisce l’EFFETTO BARRIERA PROTEZIONE ed aumenta la VITA UTILE SULLO SCAFFALE ed IN CASA.
MA ANCHE FACILITARE L’USO… IN QUALE MODO? Gli imballaggi sono dei FACILITATORI D’USO e MIGLIORANO LE PRESTAZIONI di servizio del prodotto/bene. Pensiamo al successo dei vari contenitori di molti prodotti come i succhi di frutta, e bevande in genere, preferiti perché leggeri, solidi e spesso dotati di comode chiusure/aperture. Gli imballaggi celano anche diversi livelli di "intelligenza" ideati per facilitare l'azione (es. contagocce).
E INFINE INFORMARE E COMUNICARE… L'imballaggio PARLA AL CONSUMATORE più di quanto non faccia il prodotto. stesso Infatti trasferisce informazioni importanti all’acquirente: modalità di uso/consumo, quantità e scadenza del prodotto, nonché dettagli relativi al materiale con cui l’imballaggio è stato realizzato. Design, materiale, uso dei colori rappresentano la reale interfaccia tra prodotto e consumatore: catturano l'attenzione, identificano il prodotto e lo differenziano.
QUALI SONO LE TIPOLOGIE DI IMBALLAGGIO? • Gli imballaggi vengono suddivisi in PRIMARI, SECONDARI e TERZIARI. • L’imballaggio PRIMARIO costituisce l’unità di vendita per il consumatore. • Qualche esempio? La bottiglia dell’acqua, la lattina delle bibita, l’astuccio in • cartoncino della pasta… • L’imballaggio SECONDARIO è il raggruppamento di un certo numero di unità • di vendita. Sono, ad esempio, imballaggi secondari gli espositori che • troviamo sugli scaffali dei supermercati, le cassette dell’acqua, il film • plastico che racchiude più confezioni (fardello)… • Infine, l’imballaggio TERZIARIO, l’imballaggio di trasporto come il pallet o le • grandi casse.
MA COME GESTIRE TUTTO QUESTO MATERIALE? • In un’ottica di SVILUPPO SOSTENIBILE, ovvero di definizione di un insieme di • regole che garantisca un approccio di insieme ai problemi socio-ambientali, • è stata definita, nella legislazione europea ed italiana, una SCALA GERARCHICA riferita alle modalità di gestione degli imballaggi: 1- PREVENZIONE 2- RIUTILIZZO 3- RICICLO 4- RECUPERO ENERGETICO
1. LA PREVENZIONE • PREVENZIONE significa riduzione, in particolare attraverso lo sviluppo di • prodotti e di tecnologie non inquinanti, della quantità e della nocività per • l'ambiente dei materiali costituenti gli imballaggi: dalla fase del processo di • produzione, a quella della commercializzazione, della distribuzione, • dell'utilizzazione e della gestione post-consumo. • La PREVENZIONE rappresenta il primo obiettivo, nella scala gerarchica della • gestione dei rifiuti della normativa vigente. • CONAI promuove azioni rivolte alla minimizzazione dell’impatto ambientale in relazione all’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalla produzione al post-consumo. • Tali iniziative mirano a diffondere una cultura di • sostenibilità. Conai segue le linee guida europee e • promuove con il Progetto “Pensare Futuro” una • concezione integrata di prevenzione.
1. IL DOSSIER PREVENZIONE Una delle attività di Pensare Futuro è il Dossier Prevenzione: 2001 2007 2004 Realizzato per la prima volta nel 2001, riproposto nel 2004, e pubblicato (nella terza edizione) in occasione del decennale di Conai, i Dossier hanno raccolto casi virtuosi proposti dalle aziende consorziate fornendo, al contempo, uno strumento di analisi e confronto per le imprese che intendono affrontare il tema della prevenzione.
1. IL DOSSIER PREVENZIONE: alcune riflessioni • Guardando la panoramica delle buone pratiche svolte dalle imprese, emergono alcune considerazioni: • la ricerca progettuale e l’innovazione tecnologica sono prerogative non solo delle grandi aziende ma anche delle piccole imprese; • le azioni di prevenzione riguardano tutti i materiali e tutte le tipologie di imballaggio; • le nuove linee di prevenzione nascono dalla collaborazione tra produttori e utilizzatori di packaging, un’alleanza che risponde in maniera consapevole al principio della responsabilità condivisa (come richiesto dalle normative europee e nazionali).
1. IL DOSSIER PREVENZIONE: alcuni risultati Oltre 200 le aziende coinvolte per più di 500 azioni messe in campo Di seguito alcuni criteri che hanno permesso di misurare l’ecocompatibilità degli imballaggi proposti: Facilitazione delle attività di riciclo Risparmio di materia prima Riutilizzo Utilizzo di materiale riciclato Risparmio di energia/riduzione Co2 Ottimizzazione della logistica Semplificazione del sistema imballo
1. IL DOSSIER PREVENZIONE: alcune riflessioni • Nel corso di 10 anni è stato possibile raccogliere dati circa l’attività di prevenzione: • Gli interventi effettuati hanno riguardato per il 53% gli imballaggi primari e per il 47% gli imballaggi secondari e terziari. • I casi presentati dal 2001 ad oggi equivalgono a un risparmio diretto annuo di circa il 16% di Co2 immessa. Tale risparmio è pari alle emissioni di oltre 460.000 autotreni (percorrenti una tratta media di 100 km). • In dieci anni la riduzione del peso degli imballaggi nel settore alimentare ha consentito la riduzione dell’immissione sul mercato di 300 milioni di confezioni • Nella detergenza, grazie al crescente utilizzo di prodotti concentrati, si è ridotto del 50% il volume e il peso dei contenitori
Risparmio di materiaprima 1. IL DOSSIER PREVENZIONE: ESEMPI *: unità di vendita
Risparmio di materiaprima Facilitazione delle attività di riciclo Ottimizzazione della logistica 1. IL DOSSIER PREVENZIONE: ESEMPI
1. IL DOSSIER PREVENZIONE: ESEMPI UTILIZZO DI MATERIALE RICICLATO
Risparmio di materiaprima Materia prima certificata 1. IL DOSSIER PREVENZIONE: ESEMPI
2. IL RIUTILIZZO • Con RIULIZZO si intendono tutte quelle operazione di reimpiego di un imballaggio già utilizzato per un uso identico a quello per il quale è stato concepito. • L’esempio più tipico è quello delle bottiglie in vetro, che vengono restituite dal consumatore e reimpiegate dal produttore di bevande. (vuoto a rendere) • È comunque consigliabile vagliare queste pratiche attraverso un bilancio ambientale in cui si individua con chiarezza la soglia di sostenibilità, laddove i costi ambientali generati dalle procedure di riuso sono ancora compensati dal mancato prelievo di materie prime.
3. IL RICICLO • Il RICICLO è il trattamento dei rifiuti da imballaggio mediante un processo di • produzione, identico a quello originario o di altro tipo, volto ad ottenere prodotti uguali a quelli iniziali o prodotti di altra tipologia o, ancora, materie prime seconde. • Riciclare significa conseguire un doppio risparmio: • Risparmio di risorse prime • Risparmio di energia. • Attraverso il riciclaggio i rifiuti da imballaggio diventano vere e proprie materie prime, dette “materie prime seconde", che hanno • le medesime caratteristiche di quelle prodotte con materiali vergini/risorse prime.
4. IL RECUPERO ENERGETICO • Dai rifiuti bruciati in appositi impianti, inceneritori / termovalorizzatori • / gassificatori, è possibile procedere al RECUPERO ENERGETICO da rifiuti, ovvero ottenere la produzione di energia elettrica ed energia termica grazie alla quantità di calore che si sprigiona durante il processo di combustione. • Il RECUPERO ENERGETICO consente di: • utilizzare l’energia contenuta nella massa dei rifiuti che non altra possibilità di riutilizzo • minimizzare il problema dello smaltimento finale dei rifiuti urbani ed assimilati • risparmiare sull’utilizzo dei combustibili tradizionali (petrolio e carbone)
ANALISI DEL CICLO DI VITA (LCA*) • Una nuova coscienza ecologica ha favorito la diffusione del cosiddetto LCA, strumento che permette di valutare gli impatti ambientali dei prodotti e dei beni, da quando nascono a quando vengono smaltiti o recuperati. • L’applicazione di tale analisi nell’ambito di un ciclo di produzione ha come obiettivo finale il far costare il meno possibile all’ambiente l’attività in oggetto. • Il concetto di ecosostenibilità, fondata sulla riduzione dei costi ambientali, comporta un radicale ripensamento del prodotto e prende necessariamente in considerazione l’intero ciclo di vita: dalle materie prime alla produzione, al design, alla vendita, fino all’uso ed allo smaltimento come rifiuto • (“dalla culla alla tomba”) ovvero al suo recupero (“dalla culla alla culla”). • *Life Cycle Assessment
ANALISI DEL CICLO DI VITA: LA CATENA Lattine FustiScatoleFlaconiBottiglie … Casa Scuola Bar UfficioMensa. …. Metalli Legno Carta PlasticaVetro ……. DISCARICA RACCOLTA DIFFERENZIATA Minerali Alberi Petrolio Sabbia ……. Materia Riciclo RecuperoEnergetico M a t e r i a E n e r g i a Energia
Inq: indice di inquinamento gPe: grammi di petrolio equivalenti Prodotto D 1 Inq -70 g 100 gPe 2 gPe 700 g Consumo Materie Prime 3 Inq 3 Inq 3 gPe -230 g 300 gPe IN DEFINITIVA: DISCARICA 1505 g risorse naturali Risorse Naturali 8 inquinamento 1 Inq 1000 g 100 gPe ….se D pesasse 100 g ...220 gdi ris. naturali ….1 inquinamento ANALISI DEL CICLO DI VITA: IPOTESI DI STUDIOProdotto D: 700 g, smaltito in discarica
Prodotto R Inq: indice di inquinamento gPe: grammi di petrolio equivalenti 1 Inq -70 g 100 gPe 2 gPe 700 g Materie Prime Consumo (600 g di materia recuperata) R.D. -30 g 3 g Pe -50 g 50 gPe 1 Inq 1 Inq -70 g 100 g Pe Riciclo Risorse Naturali IN DEFINITIVA: 497 g risorse naturali 3 inquinamento 220 g 22 g Pe ….se R pesasse 100 g …..70 gdi ris. naturali … un inquinamento <1 ANALISI DEL CICLO DI VITA: IPOTESI DI STUDIOProdotto R: 700 g, fatto di materiale riciclato
Inq: indice di inquinamento gPe: grammi di petrolio equivalenti Prodotto RE 1 Inq -70 g 100 gPe 2 gPe 700 g Consumo Materie Prime -30 g 35 gPe 3 Inq -230 g 300 gPe IN DEFINITIVA: (Produzione CDR) 1137 g risorse naturali Recup. Energ. Risorse Naturali 7 inquinamento 2 Inq -400 gPe di energia recuperata 1 Inq 1000 g 100 gPe ….se RE pesasse 100 g …160 g di ris. naturali …1 inquinamento ANALISI DEL CICLO DI VITA: IPOTESI DI STUDIOProdotto RE: 700 g, a recupero energetico
LA RACCOLTA E IL RECUPERO DEGLI IMBALLAGGI IL SISTEMA CONAI-CONSORZI DI FILIERA
L’IMPIANTO LEGISLATIVO: IL DECRETO RONCHI (Titolo II) ora Dlgs 152/2006 • Principi: “CHI INQUINA PAGA” • “RESPONSABILITA’ CONDIVISA” • SCALA GERARCHICA (delle azioni) • Obiettivi: RECUPERO E RICICLO dei rifiuti di imballaggi • Oggetto: TUTTI GLI IMBALLAGGI • Responsabilità:TUTTI GLI OPERATORI ECONOMICI • LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONI
PRINCIPI: “CHI INQUINA PAGA”- “RESPONSABILITA’ CONDIVISA” • Tutti devono contribuire allo sviluppo sostenibile: • Imprese, Pubblica Amministrazione e Cittadini. • Chi inquina di più deve pagare di più • e maggiori sono le sue responsabilità. • Inquinamento significa • “modifica irreversibile dell’ambiente” • Gli operatori economici • inquinano più dei cittadini.
PRINCIPI: “RESPONSABILITA’ CONDIVISA” PER GLI OPERATORI ECONOMICI • Si passa dalla • RESPONSABILITA’ DI PROCESSO • alla • RESPONSABILITA’ DI PRODOTTO • L’attenzione si focalizza lungo l’intero ciclo di vita del bene. • Non solo durante la produzione, la distribuzione e il consumo del bene, ma anche sul fine vita del prodotto.
OBIETTIVI: LA RESPONSABILITA’ CONDIVISA • Il principio della responsabilità condivisa tra tutti gli attori, viene articolato in una strategia di interessi concreti che prevede: • Per i Comuni: l’obiettivo del 35% di raccolta differenziata entro il 2006 (45% al 2008) e costi crescenti per lo smaltimento in discarica (ecotassa); • Per il Cittadino: l’accettazione del passaggio da Tassa a Tariffa che rende conveniente differenziare i propri rifiuti (volta a garantire maggiore equità sociale ed economica) • Per il sistema economico: obiettivo del 60% minimo di recupero sul totale degli imballaggi immessi a consumo entro il 2008.
L’EVOLUZIONE DEGLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE • entro 2002 entro 2008 • RECUPERO 50%-65% min. 60% • RICICLO COMPLESSIVO 25%-45% 55%-80% • RICICLO PER MATERIALE min. 15% min. 60% vetro • 50% metalli • 60% carta • 26% plastica • 35% legno • Nota: Recupero = Riciclo + Recupero Energetico
CONAI: COME NASCE • PRODUTTORI e UTILIZZATORIPUBBLICA AMMINISTRAZIONE • (Comuni) • Raggiungere gli obiettivi organizzare • …perciò la raccolta differenziata • dei rifiuti di • devono costituire imballaggio domestici • CONAI + CONSORZI DI FILIERA • (“SISTEMA CONAI”) • devono pagare un “contributo • concordato” per la raccolta differenziata
CONAI: CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI • Quando: 30 OTTOBRE 1997 • Chi: Produttori e Utilizzatori pariteticamente • (1.430.480 aziende iscritte al 31.12.07) • Come: Statuto approvato con Decreto Ministeriale • Senza fini di lucro • AUTOFINANZIATO con il CONTRIBUTO AMBIENTALE CONAI • Sussidiarietà rispetto al mercato
CONAI: LE FUNZIONI • CONAI ha come target: • raggiungere gli obiettivi di riciclo e recupero; • garantire il raccordo con la raccolta differenziata effettuata dalla Pubblica Amministrazione. • Quindi: • Definisce le modalità di ritiro del materiale raccolto • Promuove Accordi con gli Enti Locali • Organizza campagne informative e di sensibilizzazione sul territorio nazionale • Coordina e collabora con i 6 Consorzi di Filiera (uno per ogni materiale di imballaggio): - CNA per l’acciaio • CIAL per l’alluminio • COMIECO per la carta • RILEGNO per il legno • COREPLA per la plastica • COREVE per il vetro
CONAI: FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE • Campagna Nazionale“Un futuro più leggero senza il peso dei rifiuti” • Giornata Nazionale della Raccolta Differenziata – CONAI in piazza
CONAI: FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE • Campagne Locali
CONAI: FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE • “Riciclando si impara” : seminari per insegnanti delle scuole medie inferiori (circa 3000 insegnanti) • Seminari per corsi di laurea e master post universitari
LE FORME DI FINANZIAMENTO DEL SISTEMA • INIZIALE: • adesione tramite quota “una tantum” a costituzione del fondo consortile • PERMANENTE (finanziamento del sistema): • Applicazione del CONTRIBUTO AMBIENTALE con due fasi di prelievo: • al momento della cosiddetta “prima cessione” dall’ultimo produttore al primo utilizzatore dell’imballaggio • al momento dell’importazione di imballaggi pieni o vuoti sul territorio nazionale
Lit/Kg Euro/Ton 30 15,49 ACCIAIO 50 25,82 ALLUMINIO 58 30,00* CARTA 7,7 4,00 LEGNO 140 72,30 PLASTICA 13,9 10,32 VETRO MA QUANTO E’ IL CONTRIBUTO AMBIENTALE CONAI? Il Contributo Ambientale complessivo è stabilizzato intorno ai 335-345 milioni di € annui. * Dal 1° luglio 2008, pari a 22 €/ton
IMBALLAGGI IMMESSI AL CONSUMO Totale 12.452 Totale 10.745
I RISULTATI DI RICICLO RAGGIUNTI NEL 2007 Fonte: Relazione alla gestione 2007, elaborazioni Conai su dati Consorzi di Filiera * Obiettivi contenuti nel T.U. 152/2006, allegato E.
IL RICICLO E IL RECUPERO % DEGLI IMBALLAGGI Fonte: Relazione alla gestione 2007, elaborazioni Conai su dati Consorzi di Filiera
RECUPERO COMPLESSIVO E DISCARICA Le quantità recuperate nel 2006 hanno superato quelle avviate in discarica nel 1998
Cittadini: sono chiamati a partecipare attivamente alla raccolta Consorzi di Filiera: si prendono carico del materiale raccolto e ne garantiscono l’avvio a riciclo Centri di selezione Centri di RICICLO R.D. Imballaggi Comuni: organizzano sul territorio la raccolta differenziata e ne danno comunicazione ai cittadini IL CICLO DEL RICICLO…
COSA SI RACCOGLIE: ALCUNI ESEMPI… • Cosa si può mettere nella raccolta differenziata, per esempio? • Nell’ALLUMINIO: lattine per bibite, bombolette, spray per deodoranti o panna, scatolette per alimenti, creme, tubetti per conserve e cosmetici, tappi, foglio sottile, involucri per cioccolato e coperchi per yogurt, etc… • Nell’ACCIAIO: scatolette dei legumi, del tonno, della salsa di pomodoro, bombolette, etc… • Nella CARTA: riviste, giornali, quaderni, opuscoli, scatole di pasta, di detersivo, scatole di cartone, cartoncino, ect…. • Nel LEGNO: cassette ortofrutta, scatole, contenitori per alimenti vari, etc… • Nella PLASTICA: bottiglie di acqua e bibite, flaconi di detersivi, vaschette per alimenti, buste e sacchetti, barattoli, film e pellicole,coperchi, ect… • Nel VETRO: bottiglie di acqua e vino, vasi e vasetti, etc.. • IN OGNI CASO E’ IL COMUNE CHE DECIDE E COMUNICA AI CITTADINI • COSA RACCOGLIERE E COME FARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA.