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Progetto K i d s m a r t. Seminario di formazione. I.T.T. “Bottardi” - Roma 23 marzo 2006. Francesca Burgos – MIUR – Direzione Generale Sistemi Informativi – Uff. V. Perché questo seminario. Capire le vostre esigenze di formazione e supporto
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Progetto Kidsmart Seminario di formazione I.T.T. “Bottardi”-Roma 23 marzo 2006 Francesca Burgos – MIUR – Direzione Generale Sistemi Informativi – Uff. V
Perché questo seminario Capire le vostre esigenze di formazione e supporto Offrire e raccogliere spunti di riflessione Offrire sostegno alla documentazione e diffusione del vostro lavoro Avviare una rete di interessi e collaborazioni Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Il rapporto con la tecnologia • Molti di voi già lavorano con le TIC • per motivi personali • nella didattica Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Le esigenze di formazione • di prima alfabetizzazione • es. “come faccio a spedire una mail?” • di tipo didattico • es.“ora che il computer è in classe, • come sarà meglio usarlo con i bambini? • son certo che non disturbi il loro apprendimento • invece che favorirlo? Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Le risposte E’ facile rispondere alla prima domanda Per la seconda non esistono ricette: dipende dal bambino, dalla sua matrice cognitiva, dalle sue motivazioni, dallo stile d’apprendimento, etc dipende dal tipo di apprendimento che voglio favorire dipende dalla nostra concezione di apprendimento Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Dipende dalla tecnologia Ogni tecnologia infatti “si fa usare” meglio in certi modi invece che in altri, meglio per certi scopi che per altri. Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Il Computer per esempio nato per eseguire lunghissimi ed elaborati calcoli, è stato successivamente utilizzato anche a scopi didattici e in maniere diverse a seconda delle varie teoriepsicopedagogiche sull’apprendimento Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Come orientarsi Nel fare ricerca didattica facciamo sempre riferimento a concezioni teoriche (esplicite o no) sul modo di apprendere e conoscere la realtà Nel caso delle tecnologie le varie concezioni teoriche hanno così tanto influito sul modo di considerarle e di utilizzarle nella didattica che c’è ancora una gran confusione persino sul significato che si attribuisce al binomio “tecnologie didattiche” “ Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Le teorie psico-pedagogiche Nel Novecento ne distinguiamo essenzialmente due : • Comportamentismo • Cognitivismo Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Le teorie psico-pedagogiche Il Comportamentismo guarda all’apprendimento come a un processo stimolo-risposta; l’uomo conosce la realtà, pensata come oggettiva e indipendente dal soggetto che apprende, attraverso una successione di stimoli e risposte, prove ed errori. Secondo la teoria Cognitivista, l’apprendimento avviene attraverso una mediazione da parte del soggetto che apprende e la conoscenza dipende dal modo con cui ognuno di noi percepisce (consciamente o no) la realtà che lo circonda. Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Come consideriamo le ICT Oggi Grazie alla multimedialità e alle reti il focus dell’attenzione è rivolto alle dinamiche socio -relazionali e comunicative che tali tecnologie riescono ad innescare e sostenere La ricerca psicopedagogica e didattica si sposta sulle strategie di formazione-apprendimento che si avvantaggiano delle caratteristiche di questi media, pongono l’accento soprattutto sulle attività collaborative e cooperative e si richiamano alle idee costruttiviste Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Il costruttivismo E’ una teoria che fa perno sull’idea che il processo di conoscenza sia un’attività di costruzione di significati che avviene tramite una continua negoziazione tra il soggetto che apprende e l’ambiente, compresi gli altri individui Da qui l’importanza attribuita al soggetto che apprende e alla varietà di stimoli e supporti alla sua attività di esplorazione e modo di rapportarsi con l’ambiente Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Il Docente Dovrebbe, secondo l’ottica costruttivista, allestire per chi apprende, uno o più ambienti di apprendimento che stimolino il soggetto a esplorare e a formarsi delle idee che poi dovrà socializzare Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Le caratteristiche • Gli ambienti di apprendimento costruttivistici (Jhonanssen 1994) : • forniscono rappresentazioni multiple della realtà (la molteplicità di rappresentazioni rende inattendibile la semplificazione spinta e riproduce la molteplicità del mondo reale) • pongono l’enfasi sulla costruzione di conoscenza attraverso la documentazione con esempi concreti. • enfatizzano l’assegnamento di un compito in un contesto significativo rispetto a istruzioni astratte e avulse da un contesto concreto. • rendono disponibili situazioni che riproducono il mondo reale o basate sullo studio di casi invece che sequenze di istruzioni. • incoraggiano a riflettere profondamente sull’esperienza. • “piegano” i contesti e i contenuti in funzione della costruzione della conoscenza. • supportano la costruzione collaborativa della conoscenza, fatta attraverso la negoziazione sociale e non competitiva. Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Qualche citazione Seymour Papert: “Uno dei miei punti fermi centrali matetici[1] è che la costruzione che ha luogo “nella testa” spesso si verifica in modo particolarmente felice quando è supportata da qualcosa di molto più concreto: un castello di sabbia , una torta, una casa di Lego o una società, un programma di computer, una poesia o una teoria dell’universo. Parte di ciò che intendo dire col termine “concreto” è che il prodotto può essere mostrato, discusso esaminato, sondato e ammirato. Perché è lì ed esiste.” [1] matetica = termine coniato da Papert per indicare l’arte dell’apprendere in contrapposizione alla pedagogia vista come arte dell’ insegnare Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
I nostri compiti Osservare i bambini per capire in quale momento della vita scolastica quotidiana l’interazione con la macchina ha aiutato o contrastato il loro processo di apprendimento e in tal caso intervenire in maniera opportuna Riflettere sulle esperienze Documentarleecondividerle Ciò costituisce una preziosa risorsa per la nostra comunità di apprendimento Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Perché: “I fatti raccontati potrebbero bastare da soli………noi impariamo meglio facendo……..ma impariamo ancora meglio se uniamo al nostro fare il raccontare e il riflettere su quello che abbiamo fatto” Seymour Papert : “Logo philosopy and implementation” Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Ancora “I maestri delle grandi religioni mondiali avevano capito che per comunicare la potenza di un’idea si riesce meglio raccontando vicende di vita reale, le parabole, che girando attorno a definizioni astratte” Seymour Papert : “Logo philosopy and implementation” Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Perciò Passiamo all’azione: ho pensato di giocare con voi a documentare con i blog Francesca Burgos – MIUR – DGSI Uff.V Roma 23 marzo 2006
Grazie per l’attenzione!:-) francesca.burgos@istruzione.it