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Alce Nero entra nel mondo dell’ortofrutta biologica con gli agricoltori di Brio. Tommasino Fusato, direttore commerciale Brio.
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Alce Nero entra nel mondo dell’ortofrutta biologica con gli agricoltori di Brio
Tommasino Fusato, direttore commerciale Brio • Negli ultimi anni abbiamo visto come il biologico sia un settore in crescita, ma che non acquisisce la sua importanza all’interno del comparto ortofrutta, a causa di una bassa percentuale di vendita sul totale. La frammentazione comporta delle rotazioni che non fanno volume, con conseguenze sui livelli degli scarti a negozio e sulle marginalità necessarie al punto vendita per rendere sostenibile l’offerta di tali prodotti. • Il consumatore consapevole si avvicina all’area del biologico perché già interessato: il biologico è quindi un valore riconosciuto da chi già lo conosce e lo consuma. Ma oltre ai principi difesi dal bio, al primo posto fra i valori ricercati dai consumatori di segmento medio alto c’è il gusto del prodotto.Chi mangia volentieri un prodotto bio che al palato risulti cattivo? Chi compera con piacere un prodotto locale o fair-trade se questo, dopo averlo messo in bocca, non fa venir voglia di assaggiarne subito un altro?
Il prodotto biologico ha un prezzo più alto rispetto al convenzionale ed è quindi importante che risponda a tutte le aspettative del cliente che ne giustificano il prezzo. La nostra mission con questa gamma è quella di portare un valore aggiuntivo al biologico e di assicurare un prodotto prima di tutto buono. • Siamo talmente convinti di questo principio che abbiamo deciso, come strategia del progetto, di creare una linea di alta qualità, con referenze di I° categoria, studiando in maniera dettagliata le caratteristiche gustative che devono avere e programmandone le partite di fornitura.
La linea a marchio Alce Nero avrà quindi alcune referenze considerate TOP e presentate al consumatore con una comunicazione nel packaging che ne esalta i colori e la diversità rispetto al resto delle referenze che comunque non debbono mancare all’interno di un’offerta ortofrutticola. • La scelta delle etichette e dei nomi di fantasia è stata pensata come una connessione a livello sensitivo per dare adito al piacere del gusto.
Attività nei punti vendita: è previsto per il lancio della nuova gamma, un supporto di comunicazione nelle catene GDO. Vengono messi a disposizione materiali di allestimento e organizzate attività di assaggio con hostess formate sul tema del biologico. Il tutto serve a dimostrare quali risultati si possono raggiungere se i prodotti biologici hanno maggior visibilità rispetto a quella odierna.
CONCLUSIONI: Crediamo pertanto che la tendenza per il futuro dell’ortofrutta biologica debba essere questa: aggiungere valore a quello già importante del prodotto bio, per conquistare una fascia di consumatori più ampia e rendere sostenibile la loro collocazione presso i punti vendita.