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Riduzione degli artefatti da metalli. Queste diapositive fanno parte di un corso completo e sono a cura dello staff di rm-online.it E’ vietata la riproduzione anche parziale. Introduzione.
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Riduzione degli artefattida metalli Queste diapositive fanno parte di un corso completo e sono a cura dello staff di rm-online.it E’ vietata la riproduzione anche parziale
Introduzione La presenza di metalli a livello della parte anatomica in esame crea, come tutti sappiamo, degli artefatti sull’immagine RM con associata perdita di segnale. Questo e’ dovuto al fatto che i materiali metallici creano una disomogeneita’ locale, con defasamento importante degli spin all’interno dei voxel dei tessuti nelle vicinanze del corpo metallico.
Cosa possiamo fare? • Dove NON possiamo intervenire • Dove possiamo intervenire • Dove DOBBIAMO intervenire
Dove NON possiamo agire? L’unico fattore su cui non possiamo andare ad applicare strategie specifiche di riduzione, e’ la natura del metallo presente. I metalli con elevate proprieta’ ferromagnetiche (ad esempio una scheggia di ferro) causano elevati artefatti, mentre altri materiali metallici (come alluminio piombo ecc e leghe di acciaio) creano minor disturbo.
Cambio macchina? I magneti che utilizzano un campo magnetico molto elevato, oltre a creare maggiore attrazione della parte metallica in questione (con i problemi che ne possono derivare), creano maggiori artefatti.
Scelta della sequenza Nello studio classico di una determinata parte anatomica solitamente e’ stato definito un protocollo di studio composto da TOT sequenze. In presenza di metalli possiamo/dobbiamo cercare di individuare quali sequenze saranno maggiormente degradate, e se sono sostanzialmente sostituibili bisognera’ scegliere una o piu’ sequenze differenti sostitutive.
Scelta della sequenza L’esempio piu’ classico e’ la sostituzione delle sequenze Gradient eco con sequenze Spin eco. Esempio: Studio del ginocchio SAG GRE T2* Possiamo sostituirla con una SAG TSE T2, ma questa sequenza e’ molto meno sensibile alle lesioni meniscali, quindi possiamo decidere di aggiungere anche una SAG TSE T1
Saturazione del grasso (T2) L’utilizzo di sequenze con soppressione spettrale del grasso (Spir, fat sat) e’ sconsigliato perche’ la soppressione del grasso verra’ notevolmente degradata dalla presenza di metalli: grandi spot iperintensi, parti non saturate e in casi limite inversione della soppressione con annullamento dell’acqua e non del grasso. In questi casi, per le ponderazioni T2, si consiglia SEMPRE di utilizzare delle sequenze STIR.
Saturazione del grasso (T1) Nelle ponderazioni T1, sempre in relazione alla necessita’ di avere la soppressione del grasso, purtroppo non esiste una soluzione cosi’ pratica come per la ponderazione T2. • Saremo quindi costretti ad usare comunque la soppressione spettrale, oppure: • Non utilizzare la soppressione del grasso, ma eseguire 2 sequenze perfettamente identiche prima e dopo mdc, e poi procedere con la sottrazione • Utilizzare sequenze dixon se disponibili
Come agire sui parametri di una sequenza Immagine di partenza, acquisita con parametri «classici»
Come agire sui parametri di una sequenza Senza l’opzione di imaging parallelo, e senza correzione di omogeneita’
Come agire sui parametri di una sequenza Riducendo l’eco space, in modo da acquisire piu’ echi prima di avere il defasamento degli spin
Come agire sui parametri di una sequenza Aumentando il turbo factor
Come agire sui parametri di una sequenza Diminuzione dello spessore, diminuisce l’effetto dell’artefatto in plane
Come agire sui parametri di una sequenza Aumentando la bandwith si diminuisce la possibilita’ che vi sia una registrazione errata delle differenti frequenze, con minor distorsione geometrica. L’aumento della banda permette anche una ulteriore diminuzione dell’ecospacing
Come agire sui parametri di una sequenza Aumento della risoluzione, che permette di diminuire il defasamento intra voxel
Una volta ridotto l’artefatto, scegliamo dove farlo visualizzare FASE DESTRA SINISTRA FASE ANTERO-POST