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Istituto Superiore di Scienze Religiose - Udine. LEGGERE IL LIBRO DELLA NATURA. UNA SFIDA ALLA/NELLA FEDE Docente: prof. Lorenzo Magarelli. Percorso del seminario. Dipende dalla competenza dei partecipanti e dalle loro eventuali richieste.
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Istituto Superiore di Scienze Religiose - Udine LEGGERE IL LIBRO DELLA NATURA UNA SFIDA ALLA/NELLA FEDE Docente: prof. Lorenzo Magarelli
Percorso del seminario • Dipende dalla competenza dei partecipanti e dalle loro eventuali richieste. • Ruota attorno ad alcuni temi classici e cruciali del dibattito religione - scienza: • L’origine dell’universo • La vita nell’universo • La vita umana • (La questione etica)
1. Introduzione: religione e scienza 2. Fede e scienza: la prospettiva di uno scienziato. F. Longo 3. La storia del rapporto tra religione e scienze 4. L’origine dell’universo. F. Longo 5. Teologia della creazione: dialogo tra teologia e fisica 6. La vita 7. La teologia di un mondo in evoluzione: dialogo tra teologia, filosofia e biologia 8. L’uomo, animale pensante. Le neuroscienze 9. Ciò che rende l’uomo uomo: dialogo tra filosofia e neuroscienze 10. Teologia dell’incarnazione: l’io di Dio, di Gesù, mio 11. Le sfide della medicina: scientifiche ed etiche 12. Conclusioni La matematica, regina di tutte le scienze Focus sul rapporto fede/scienza: i miracoli e sul miracolo: la Risurrezione di Gesù
Metodo di lavoro • Il seminario richiede un lavoro base per tutti: la lettura del testo di B. Sweetman, Religione e scienza. Una introduzione, Queriniana, Brescia 2014. • Avremo la partecipazione di vari ospiti, esperti, che affronteranno i singoli temi prima esposti. • La partecipazione ai singoli interventi sarà attiva. • Al termine, lo studente produrrà un elaborato di sintesi del proprio portfolio.
Dov’è Dio nel cosmo? Che c’entra la creazione con la meccanica quantistica? Che dice di Lui la fisica contemporanea?
In queste poche battute sono già presenti molti punti scottanti della questione… Il caso Galileo, «fin troppo spesso citato come espressione paradigmatica di un rapporto scienza-fede che non potrebbe essere che problematico», S. Morandini, Teologia e fisica, Morcelliana, Brescia 2007, 8.
Dov’è Dio nel cosmo? • Che dice di Lui la fisica contemporanea? • Che c’entra la creazione con la meccanica quantistica? Ma anche una serie di domande anomale… Sono domande anomale «che accostano provocatoriamente linguaggi diversi; la prima reazione sarà probabilmente la dissonanza, di chi avverte un inaccettabile corto circuito tra il sapere teologico e l’approccio fisico al mondo», Morandini 7.
«Difficile mantenere il vecchio schema che vede l’opposizione come la sola forma possibile di rapporto tra fisica e religione. Il Novecento ha disegnato panorami assai più complessi; molti scienziati ritengono la fede davvero importante per la loro esistenza. Sarebbe solo nostalgia per un sapere dell’infanzia, espressione di una scissione tra credenze personali e pratiche teoriche? Tale prospettiva fa ben poco credito all’intelligenza degli scienziati credenti: forse è chi l’ha espressa che dovrebbe chiedersi perché tanti colleghi perseverano nella fede, se è così dissonante rispetto alle pratiche della scienza. Non è forse invece tale schema concettuale ad essere distante dalla complessità del reale? Non si dimenticano forse nessi positivi tra due forme di pensiero così rilevanti per l’Occidente?», Morandini 10.
Una domanda… … siamo proprio sicuri che nel mondo medioevale fosse del tutto assente un’idea scientifica? Cosa ci fa pensare la rappresentazione del Dio Creatore che ha in mano un compasso?
1. Introducendo la questione 1.1. Qualche riflessione iniziale 1.2. La secolarizzazione 1.3. Esiti diversi della modernità 1.4. Cambio di prospettiva 1.5. Una necessaria ripresa
2. Religione e scienza 2.1. Introduzione 2.2. Perché ci interessiamo del rapporto religione-scienza 2.3. Religione, scienza e secolarismo 2.4. Modelli di rapporto tra religione e scienza
3. Oltre l’apologetica 3.1. Scienziati credenti – credenti scienziati 3.2. Una seria razionalità 3.3. Una seria teologia 3.4. Questioni di deontologia teologica 3.5. Questioni di deontologia scientifica
1. Introducendo la questione 1.1. Qualche riflessione iniziale 1.2. La secolarizzazione 1.3. Esiti diversi della modernità 1.4. Cambio di prospettiva 1.5. Una necessaria ripresa
1.1. Qualche riflessione iniziale SAPERE AUDE! «Se ho un libro che pensa per me, se ho un direttore spirituale che ha coscienza per me, se ho un medico che decide per me … non ho bisogno di pensare, purché possa soltanto pagare: altri si assumeranno per me questa noiosa preoccupazione – Odo da tutte le parti gridare: “Non ragionate!” L’ufficiale dice: “Non ragionate, ma fate esercitazioni militari!”. L’impiegato di finanza dice: “Non ragionate, ma pagate”. L’uomo di chiesa dice: “Non ragionate, ma credete”». Immanuel Kant (1724-1804)
Sembra che il motto illuminista del SAPERE AUDE possa realizzarsi solo in contrasto con il credere CREDERE SAPERE «La mia testa e il mio cuore furono rimessi sulla loro via; io seppi ciò che dovevo e volevo: non teologia, ma filosofia! Non vaneggiare e fantasticare, ma imparare! Non credere, ma pensare!». Ludwig Feuerbach (1804-1872)
In maniera nuova e radicale, quindi, la nostra cultura di pone delle domande antiche vorremmo porre all’inizio della nostra riflessione Il settimo sigillo https://www.youtube.com/watch?v=HkM3ElclJ8o
Questa splendida pagina filmica riassume molta riflessione moderna. Anche se le tonalità accese dello scontro si sono scolorite (in parte), l’esperienza di tutti noi è ancora quella di una distanza grande tra fede e scienza, tra chiesa e sapere: è per noi una riflessione che si colora inevitabilmente di ateismoe che nella scuola ha ancora molto spazio. Se da una parte i nostri giorni sono segnati da un notevole progresso scientifico, dall’altra questo non basta a rendere la vita orientata verso un compimento di senso. Molta solitudine attuale ci fa cogliere l’estrema necessità di ridare un senso oltre al pane. Nascono le forme di santità nel contesto dell’ateismo, forme di “santità in contesto ateista”
1.2. La secolarizzazione Roberto Tagliaferri, Il travaglio del Cristianesimo. Romanitas Christiana. Cittadella Editrice, Assisi (PG) 2012.
La secolarizzazione • «La secolarizzazione è un fenomeno che non contrappone due principi e due culture, come spesso si racconta. È piuttosto una crisi di crescita maturata tutta in seno alla Chiesa, come quando un figlio, per emanciparsi dall’autorità dei genitori, assume atteggiamenti critici fino all’ostilità. L’affermazione della personalità prevede l’uccisione simbolica dei genitori, altrimenti non si stacca mai il cordone ombelicale che vincola i figli al potere parentale. La potestas imperiale romana, ereditata dal papato, è entrata in rotta di collisione con gli stati moderni e il loro proposito di emanciparsi».
«Così il desiderio di riforma, che da più parti ha invocato nella chiesa trovò in Lutero e Calvino due fieri oppositori alla Chiesa di Roma. La nuova ratio teologica in sinergia per diversi motivi con i principi tedeschi produssero il crollo della romanitaschristiana. Nessuno dei nuovi soggetti in scena era animato da sentimenti ostili al cristianesimo. La lotta si è tenuta contro i detentori dei poteri cioè col Papato e con il clero, che serbavano in proprio le risorse economiche e istituzionali, nonché il potere sulle coscienze in nome di Dio», R. Tagliaferri, 155.
«Lo scontro fra chiesa e modernità non è lo scontro fra due principi, ma fra due interessi, che poi si sono giustificati anche a livello ideologico e di principio»
«Se prima era il regno religioso ad apparire come l’intera realtà all’interno della quale il regno secolare doveva trovare il proprio posto, ora le parti si invertono e la sfera secolare diventa la realtà unica alla quale la sfera religiosa deve adattarsi», J. Casanova, Oltre la secolarizzazione, 29. • «Rimango dell’avviso che la secolarizzazione ha marginalizzato il cristianesimo della sfera pubblica, ha limitato al massimo la sua ingerenza, ma non ha negato il fatto religioso in quanto tale se non nella versione massimalista. L’ostilità radicale contro la Chiesa si chiama “secolarismo”, che mantiene una sua notevole rilevanza specialmente in Europa, ma normalmente la secolarizzazione ha relegato il cristianesimo nell’ambito della coscienza privata, come un diritto dell’uomo. Così la Chiesa sull’altro fronte, nonostante i suoi duri no al laicismo, non ha mai negato l’autonomia delle realtà create, tranne riservarsi l’onere di governare».
«La secolarizzazione non è stata il declino dei valori religiosi, ma l’attribuzione di tali valori alle istituzioni moderne»
Tagliaferri ci sta quindi dicendo è che la Chiesa è ad un tempo matrice e vittima della modernità. • La modernità nasce grazie a quattro elementi: L’ascesa degli stati moderni La riforma protestante Lo sviluppo del capitalismo La nascita della scienza moderna
1.3. Esiti diversi della modernità • La differenziazione tipicamente moderna ha sviluppata la legittima autonomia delle diverse sfere secolari e il loro successivo conflitto. • «È stata l’occasione per la chiesa di reinterrogarsi sulla sua identità evangelica, emarginando tutte le sovrastrutture di supplenza, che aveva avocato a sé nel vuoto istituzionale e politico lasciato dalla caduta dell’Impero Romano. • È stata l’occasione per tante dimensioni mondane di ricercare la loro giusta autonomia creaturale, senza dipendere direttamente dalla Chiesa. • È stato il via libera alla ricerca scientifica e tecnologica senza le remore di una inquisizione opprimente e pavida.
Tuttavia è stata anche l’alibi per un opposto pregiudizio malevolo di confronti della religione, almeno in Europa. Così in nome del libero pensiero si è voluto dare un giudizio alle religioni rivelate, tacciandole di magismo e di oscurantismo. L’esito degli ateismi come presa di posizione antireligiosa ha oscurato la legittimità dell’età moderna. Non solo ha prodotto il pensiero unico dell’epistemologia nazionalista come unica conoscenza consentita all’uomo emancipato, svilendo il pensiero estetico e il linguaggio simbolico, ma ha prodotto il mito della secolarizzazione come destino dell’uomo», 159.
1.4. Cambio di prospettiva • Si assiste realmente ad un cambio di prospettiva a partire dalla modernità, ancor più da quella modernità estrema che è la post-modernità. • È una questione di prospettive e di punti di vista, come insegnano i fisici. Vedi il principio di indeterminazione di Heisenbergche ha avuto notevoli implicazioni di carattere epistemologico: l’osservatore non si trova mai a guardare le questioni dal di fuori, come si illudeva un vecchio concetto di “pura oggettività”. L’osservatore non può fare a meno di portare nelle sue osservazioni l’influenza del proprio angolo visuale. W.K. Heisenberg (1901-1976)
E la teologia?E il nostro modo di intendere Dio, la realtà, la Chiesa? È quello cristiano un mondo statico oppure in evoluzione? Il dogma? Ovviamente queste prospettive ci spaventano e ci fanno pensare che non vi possa essere spazio per un mondo in evoluzione nell’esperienza cristiana.
1.5. Una necessaria ripresa… • «Quel che sembrava un destino inesorabile non solo per l’Occidente ma per tutte le religioni del mondo, oggi pare fortemente in crisi. Con un colpo di teatro inaspettato le religioni sono avanzate in primo piano e invece è sotto processo il mito della secolarizzazione. Probabilmente le analisi sociologiche hanno peccato di parzialità, incapaci di leggere un fenomeno complesso, che ha origini lontane nella romanitaschristiana e non può essere liquidato nello scontro regionale di qualche conflitto di interessi», Tagliaferri 160.
La necessità del dialogo • Nasce dal fatto che il fenomeno umano non è affrontabile da un unico punto di vista. Religione, filosofia e scienza sono portatrici di conoscenze e valori cui l’uomo non può rinunciare. • Vanno moltiplicati i luoghi del dialogo, nonostante le difficoltà e le fatiche che questo comporta.
D’altra parte… Anche il più intransigente dei “tradizionalisti” non va a farsi curare dai medici dell’epoca!
Senza dimenticare la deontologia di quella specifica disciplina che è la teologia!
2. Religione e scienza 2.1. Introduzione 2.2. Perché ci interessiamo del rapporto religione-scienza 2.3. Religione, scienza e secolarismo 2.4. Modelli di rapporto tra religione e scienza
B. Sweetman, Religione e scienza. Una introduzione Queriniana, Brescia 2014
2.1. Introduzione • Nell’epoca attuale il dialogo e il dibattito fra religione scienza ha raggiunto il suo culmine e assunto una nuova urgenza. • Una delle ragioni per le quali il rapporto tra religione e scienza è così importante ai giorni nostri è perché entrambe offrono un contributo decisivo in molti ambiti della nostra esistenza. Inoltre, molti lavori recenti in varie discipline scientifiche hanno sollevato una molteplicità di problemi filosofici, religiosi e morali che la scienza, di solito, non è preparata ad affrontare. • Ad esempio: biologia evoluzionistica, genetica, astronomia, Astrofisica, ricerca sulle cellule staminali, neurologia.
Sono tutte questioni ultime, cioè questioni che riguardano la natura del reale, la causa dell’universo, il significato della vita e perfino la moralità. • La teoria dell’evoluzione solleva questioni sull’origine e la natura della nostra specie: l’apparire della vita umana sulla terra dovuta caso oppure ad un progetto? Gli uomini hanno un’anima?
La genetica è arrivata ad indagare territori finora impensati. Ma è lecito fare questo? La scienza può scoprire come clonare un essere umano come estrarre da un embrione umano cellule staminali per le finalità della ricerca medica, ma non può dirci se queste pratiche siano morali. Dobbiamo andare aldilà della scienza.
Gli scienziati che lavorano nell’ambito della neurologia, studiando la struttura e funzionamento del cervello umano sollevano questioni che non toccano soltanto le modalità di cura delle varie malattie del cervello, Ma la reale natura della coscienza stessa.
2.2. Perché ci interessiamo del rapporto tra religione e scienza? • 1. Il lavoro svolto dalle diverse discipline scientifiche solleva questioni rilevanti per la religione. Se ignoriamo questo lavoro scientifico non facciamo lo sforzo di pensare le implicazioni, c’è il rischio che le nostre credenze religiose siano scientificamente ignoranti o non informate, possano cozzare contro le scoperte della ricerca scientifica recente e perdere così il contatto con gli sviluppi della modernità.
2. Prendere in considerazione il rapporto tra religione e scienza perché la scienza è un modo legittimo di conoscere la realtà. Se vogliamo riflettere in modo responsabile sulla verità e la consistenza delle nostre credenze religiose, dobbiamo essere preparati a confrontarci con le scoperte della scienza. Per questo dovremo essere molto interessati ai risultati della ricerca scientifica e dare loro il benvenuto così da esaminare le loro implicazioni per la religione. Non c’è alcuna necessità di essere sospettosi o intimiditi dalla scienza. I risultati dell’indagine scientifica non dovrebbero essere considerati automaticamente come qualcosa che crea problemi o rappresenta una sfida alla credenza religiosa, bensì dovrebbero essere salutati, in generale, come qualcosa che offre una maggiore informazione intelligenza ai nostri tentativi di comprendere la creazione di Dio.
3. Una terza ragione per la quale dovremmo essere interessati a questo rapporto è che la scienza solleva problemi morali di difficile soluzione in molti suoi ambiti. Gli scienziati possono proporre spiegazioni empiriche, mostrarci come raggiungere un risultato, darci fatti e dati, ma non possono in quanto scienziati offrire giudizi di valore basati sul loro lavoro, dirci se i risultati di esso siano moralmente buoni o cattivi e mostrarne le implicazioni etiche della specie umana.
4. Un’ultima, ma non meno importante ragione per la quale la religione non può ignorare la scienza è che oggi molti pensatori si appellano alla scienza per giustificare una visione atea e secolare del mondo. Le teorie scientifiche mostrano, a detta di alcuni scienziati, che non esiste affatto qualcosa come un progetto un fine dietro l’universo e che l’uomo non è niente di speciale in senso metafisico. Dio non esiste, non esiste l’anima e la grande maggioranza delle credenze religiose sono false. È doveroso che il credente informato sia consapevole delle questioni sollevate da questo approccio. Molti tra coloro che sostengono questa tesi si spingono ad affermare che la scienza moderna è per sua natura atea. Ma una cosa sono i dati scientifici e una cosa è la visione personale.
2.3. Religione, scienza e secolarismo • Religione: termine molto complesso. Per un sistema articolato di credenze che costituisce una filosofia di vita una visione del mondo ho modo di vivere. Tali credenze riguardano la natura del reale, la persona umana, la moralità della politica. Molte di queste credenze possono essere descritte come credenze che regolano la vita, Sono espresse in certi tipi di rituali di pratiche E sono basate sulla credenza in una realtà sacra, trascendente, invisibile. Nella visione religiosa del mondo vieni solito la credenza in Dio o almeno in un essere supremo creatore della vita. La maggior parte delle religioni ammettono che l’uomo possa comunicare con Dio per mezzo della preghiera.
Sulla religione è doveroso subito fare un’osservazione. Da una parte, come detto, si assiste ad una reale rivalutazione della religione nel panorama del pensiero. Prova ne sia che in molte università di prestigio esistono oggi cattedre di Religion and Science. Non di rado, però, la religione viene vista secondo prospettive di sincretismo,quando non di vero e proprio esoterismo. In Italia sono attivi già da alcuni anni, gruppi di ricerca sul tema scienza e teologia. Vedi ad esempio i siti www.disf.org oppure www.stoqnet.org.
Il cristianesimo: solitamente la religione principalmente coinvolta nel dibattito conoscenza. E non è un caso. Dobbiamo tener presente che il cristianesimo è composto da diverse confessioni che hanno diverse credenze dell’dottrinali, differenti approcci teologici e varie compreso il rapporto tra fede e ragione. Entro la stessa confessione ci sono poi confessioni conservatrici e liberali e tendenze conservatrici o liberali.
Scienza: immediatamente dobbiamo notare che la scienza non è in se stessa una visione del mondo o una filosofia di vita. E piuttosto un metodo specifico un insieme di tecniche per lo studio dell’ambito fisico. Quest’ultimo si riferisce qualcosa che abbia una natura fisica, cioè a qualcosa che consista di materia ed energia. Il metodo scientifico per lo studio dell’ambito fisico è un metodo empirico questo significa che prevede osservazioni, raccolta di dati e fatti, esperimenti e uso di tecnologia aggiornata. Prevede la formazione di ipotesi, teorie, spiegazioni finalizzate a comprendere i vari fenomeni e a testarli.
Lo studio dell’ambito fisico è una impresa notevole che la scienza ha progressivamente ripartito in discipline specifiche. Biologia, chimica, fisica, ad esempio. Vi sono sottodiscipline, per esempio la microbiologia, la fisica delle particelle. Vi sono branche scientifiche che si intersecano con altre, come ad esempio la biochimica. Da non dimenticare la matematica (“la porta delle scienze”, secondo Bacone) che solleva di per sé moltissime questioni di interesse filosofico e che, indipendentemente da quanto possa apparire astratta, studia a livello fondamentale le proprietà delle relazioni matematiche presenti nell’universo.
Dalle definizioni di religione e di scienza abbiamo notato che si tratta di cose molto diverse. Alla fin fine, una visione religiosa del mondo e una visione del mondo. La scienza non è affatto qualcosa di simile; Non è una visione del mondo, Ma un metodo per studiare un aspetto della realtà, Cioè l’ambito della fisica. È difficile immaginare qualcuno che viva secondo il metodo scientifico uguale della scienza come guida per insegnare la moralità ai propri figli. • L’ambito fisico tuttavia È chiaramente un aspetto essenziale della realtà E il metodo scientifico approvato di essere uno strumento potentissimo per comprenderlo non c’è questione in cui la scienza non abbia successo e ciò vada a vantaggio del genere umano.
I risultati della ricerca scientifica hanno occasionalmente (non sempre) un significato per questioni più ampie che riguardano le visioni del mondo E esattamente questo il motivo per il quale scienza e religione vengono in contatto tra loro. Nel mondo moderno non è più possibile per un credente ignorare il lavoro degli scienziati, anche se penso sia giusto dire che è vero pure contrario. Se gli scienziati desiderano pensare in profondità le implicazioni del loro lavoro scientifico devono onestamente riconoscere il significato che questo lavoro apre la comprensione religiosa del mondo. Ciò significa che gli scienziati impegnati in vari campi devono riconoscere che il loro lavoro possiede implicazioni per queste le più grandi che vanno oltre il dominio della scienza. Per esempio la teoria scientifica del big bang solleva inevitabilmente la domanda del perché esso abbia avuto luogo, una questione che va oltre la scienza.