1 / 70

Significato delle alterazioni

Significato delle alterazioni. elettrocardiografiche I. I criteri ECGrfaici sono espressione dell’ischemia e non sono sufficienti a definire un IMA. La diagnosi finale di IMA si basa sulla determinazione dei markers biochimici nel sangue

deanne
Download Presentation

Significato delle alterazioni

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Significato delle alterazioni elettrocardiografiche I • I criteri ECGrfaici sono espressione dell’ischemia e non sono sufficientia definire un IMA. La diagnosi finale di IMA si basa sulla determinazione dei markers biochimicinel sangue • il sottoslivellamento ST da V1 a V3 in assenza di sopraslivellamento in altre derivazioni, dovrebbe essere considerato indicativo di ischemia o infarto posteriore, ma si rendononecessarie indagini di imaging A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000

  2. Significato delle alterazioni Elettrocardiografiche II • ilBBDx non impedisce la diagnosi di • onda Q • il BBSin solitamente non consente la diagnosi di onde Q • la comparsa dinuove onde Q in presenza di BBSin deve essere considerata patologica A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000

  3. Significato delle alterazioni Elettrocardiografiche III • non tutti i pazienti che sviluppano una necrosi miocardica presentano alterazioni dell’ECG • un normale ECG non esclude la diagnosi di IM • i nuovi marker biochimici possono evidenziare una necrosi miocardicatroppo piccola per essere evidenziata dall’ECG • tali pazienti possono essere accreditati della diagnosi di micro infarto, ma tale aspetto necessita di futuri chiarimenti A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000

  4. Variazioni dell’ ECG nell’ IMA conclamato I • ogni onda Qda V1 a V3, onde Q  30 ms (0.03 s) nelle derivazioni D I, II aVL, aVF, V4, V5, V6 • Variazioni dell’onda Q devono essere presenti in 2 derivazioni contigue ed essere  1 mm di profondità A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000

  5. Variazioni dell’ ECG nell’ IMA conclamato II • la necrosi miocardica (o l’IM clinico) può essere stabilita sulla base di un ECG a 12 derivazioni in assenza di possibilità diconfusione (BBS, ipertrofia VS, WPW) ma non immediatamente dopo bypass • un singolo ECG che presenta onde Q significative è indicativo di “pregresso” IM • un’ onda Q <30 ms accompagnata da sottoslivellamento ST - T può essereespressione di un IM, ma richiede conferma A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000

  6. Il razionale dell’imaging nell’IMA • RAZIONALE: • l’ischemia comporta ipoperfusione miocardica regionaleche può portare a disfunzionee morte cellulare • E’ USATA PER: • confermare o escludere la presenza di IM o ischemia • identificare condizioni non-ischemiche che comportano dolore toracico • definire la prognosi a breve e lungo termine • identificare complicanze meccaniche dell’IMA A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000

  7. Tecniche di imaging nell’ IMA • ECOCARDIOGRAMMA: • evidenzia molte causedi dolore toraciconon ischemico : pericardite, miocardite, vizi valvolari, dissezione aortica • RADIONUCLIDI: • evidenziano la perfusione al momento del ricovero. L’analisi quantitativa è molto accurata e fornisce informazioni sia sulla perfusione che sulla funzione A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000

  8. L’ imaging nell’ IMA in evoluzione • A) ISCHEMIA & IM ACUTI o in EVOLUZIONE • ECO: evidenzia anormalità regionali entro pochi minuti da un evento ischemico e determina entità e localizzazione di un IM • ECO & RADIOISOTOPI: molto utili nella diagnosi di sospetto IM A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000

  9. L’ imaging nell’ IMA conclamato • ECO (da sforzo o dobutamina): analisi della funzione ventricolare residua e valore prognostico. Identificazione di disfunzione valv. mitralica, espansione dell’IMA, trombosi etc. • RADIONUCLIDI ( da sforzo o dipiridamolo): evidenza di reversibilità e di malattia multivasale. • IMAGING di PERFUSIONE QUANTITATIVA:(thallio or tecn.99m) determinazione della vitalità miocardica A consensus document of The Joint ESC / ACC Committee for the Redefinition of MI, 2000 LA DIAGNOSI DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA) DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

  10. Criteri per il sospetto IMA • dolore tipico: da almeno 30 m’, resistente alla TRINITROGLICERINA (1-3 cps sl) • alterazioni ECGrafiche: • 1 sopraslivellamento del tratto ST > 0.1 mv in > 2 derivazioni periferiche • 2 sopraslivellamento del tratto ST > 0.2 mv in > 2 derivazioni precordiali contigue • 3 comparsa di BBS • 4 sottoslivellamento del tratto ST LA DIAGNOSI DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA) ALGORITMO PER LA DIAGNOSI DI INFARTO MIOCARDICO ACUTO

  11. Algoritmo per la stratificazione e la gestione del paziente PC Cannon : from Acute Coronary Syndromes 3,2; 2000 LA DIAGNOSI DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA) ALGORITMO PER LA DIAGNOSI DI INFARTO MIOCARDICO ACUTO

  12. Evoluzione elettrocardiografica dopo fibrinolisi Roe et al: J Am Coll Cardiol 2001; 37,1: 9-18

  13. TORNA ALL’ INDICE Capitolo II LA TERAPIA DELL’ INFARTO MIOCARDICO ACUTO

  14. Cenni storici I • Evidenza di un rapporto tra aritmie ven-tricolari e morte improvvisa. • Levine SA. Coronary thrombosis: its various clinical features. Baltimore; Williams & Wilkins, 1929 • Cardioversione di FV con elettro-shock. • Beck CF, Pritchard WH, Feil HS: Ventricular fibrillation of long duration abolished by electrical shock. JAMA 1947; 135: 985-6 • Primo elettro-shock di FV in corso di IMA • Beck CF, Weckesser EC, Barry FM. Fatal heart attack and successful defibrillation: new concepts in coronary artery disease. JAMA 1956; 161: 434-6 LA TERAPIA DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA) INTRODUZIONE

  15. Cenni storici II • Dimostrazione della possibilità di abbattere la mortalità nell’IMA • Julian DG. Treatment of cardiac arrest in acute myocardial ischemia and infarction. Lancet 1961; 840-4 • Riduzione della mortalità: dal 26% in reparto al 7% in UCC • Classificazione degli IMA in base alla severità • Killip T, Kimball JT. Treatment of myocardial infarction in a coronary care unit: a two-year experience with 250 patients. Am J Cardiol 1967; 20: 457-64 LA TERAPIA DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA) INTRODUZIONE

  16. Infarto miocardico acuto Misure generali urgenti • conferma del sospetto clinico • posizionamento agocannula sicura • raccolta dati anamnestici ed esame obiettivo • monitorizzazione elettrocardiografica • primi interventi in UCIC o ER • esami urgenti • radiografia del torace • inquadramento prognostico precoce • monitorizzazione emodinamica

  17. Infarto miocardico acuto Obiettivi della terapia • ridurre il consumo d’ossigeno • ottenere, nel tempo più breve possibile, la riperfusione • ridurre le possibilità di una riocclusione • influire sulla dinamica vascolare per limitare il processo di rimodellamento ventricolare • ridurre l’incidenza di complicanze

  18. L’ ipotesi dell’ arteria pervia • ottenere la pervietà del vaso coronarico responsabile con un normale flussoanterogrado consente di: • salvare miocardio “stunned” • preservare la funzione meccanica ventricolare sinistra • influenzare positivamente la prognosi

  19. Il monitoraggio emodinamico • INDICAZIONI • ipotensione persistente e shock • congestione persistente e/o EPA • complicanze meccaniche (sospette o documentate) • tachicardia inspiegabile e persistente • assistenza circolatoria meccanica • ipotensione non rispondente  fluidi (ACC/AHA 1999 Class IIa) • CONTROINDICAZIONI • stato incoagulabile, setticemia, trombolisi • COMPLICANZE • emorragie, Pnx, aritmie (A&V), dislocamento e rottura, sepsi, infarto polmonare LA TERAPIA DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA) INTRODUZIONE

  20. La terapia del dolore precordiale nell’ XI secolo “Se sopraggiunge nel petto o nei precordi un dolore o una oppressione accompagnati da un dolore alle braccia, costrizione alle spalle e fitte al rachide, praticare subito un salasso” Petroncello, Scuola Salernitana, XI secolo

  21. GLI ANTIAGGREGANTI RAZIONALE DELLA TERAPIA • effetto proaggregante della trombina che può produrre retrombosi • l’ASA possiede un potente effetto antiaggregante che, da solo, ha ridotto la mortalità a 30gg del 23% CONTROINDICAZIONI (solo relative) • ulcera peptica in fase attiva • grave e documentata intolleranza al farmaco (broncospasmo, angioedema)

  22. GLI ANTIAGGREGANTI MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE • 160-325 mg per os a partire dal sospetto dia-gnostico e seguiti da 75-160 mg sine termine PARAMETRI DA MONITORARE: • emocromo, piastrine, PT, PTT, INR EFFETTI INDESIDERATI: • gastrite erosiva e ulcera gastrica • sanguinamenti GI • moderato aumento della PA e lievi aumenti della creatininemia • broncocostrizione (anche <30mg di ASA)

  23. Primi interventi in UCC o PS I • ASA 160-325 mg X os evitando formulazioni gastro-protette • eparina: bolo 60 U/Kg (max 4000 U); infusione 12 U/Kg/hper 48h (max 1000 U/h) con PTT 50”-70” (ACC/AHA 1999 Class IIb) • t-PA: bolo 15 mg, infusione: 0.75 mg/Kg per 30’ (<50mg) seguiti da 0.5 mg/Kg per 60 m’ (<35mg)

  24. Primi interventi in UCC o PS II • in alternativa: • ASA: 160-325 mg X os • streptochinasi: 1.5 mil U in 60 m’ • eparina sodica: sottocutanea 12.500 U ogni 12 h • oppure: • PTCA primaria

  25. I farmaci nella terapia dell’ IMA • Nitroderivati • Terapia antalgica e sedativa • Ossigeno-terapia • Trombolitici • Betabloccanti • PTCA primaria • Antiallergici • Anticoagulanti • ACE inibitori • Statine

  26. Nitrati • RAZIONALE DELLA TERAPIA • riduzione significativa del precarico del ventricolo sia Dx che Sin • riduzione del postcarico • riduzione della tensione di parete • azione dilatatrice diretta sui vasi coronarici epicardici e sui circoli collaterali • CONTROINDICAZIONI • ipotensione, IMA inferiore, intolleranza

  27. Nitrati • MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE • per le prime 24-48h in tutti i Pz in assenza di ipotensione, bradi o tachi-cardia (ACC/AHA 1999 Class I) • terapia infusiva alla dose di 10-20 /m’, aumentata di 10 /m’ ogni 5-10m • PARAMETRI DA MONITORARE: • PA, PVC, FC • EFFETTI INDESIDERATI: • ipotensione, tachicardia e bradicardia riflessa (atropina 0.5-1mgEV), cefalea pulsante

  28. LA TERAPIA ANTALGICA SEDATIVA • RAZIONALE DELLA TERAPIA • variazioni emodinamiche indotte dal dolore: tachicardia, ipertensione, aumento della GC • morfina: vasodilatazione A-V, riduzione del lavoro respiratorio, riduzione della frequenza ed aumento della profondità del respiro, riduzione della FC • CONTROINDICAZIONI • ipersensibilità dimostrata, effetto costrittore sulla muscolatura liscia (sfintere vescicale!)

  29. LA TERAPIA ANTALGICA SEDATIVA • MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE • morfina solfato: 2-3 mg EV in boli ripetuti ogni 5-30 m’ sino alla completa scomparsa del dolore • meperidina: (boli di 25.100 mg) in caso di ipertono vagale • PARAMETRI DA MONITORARE: • PA, FC e respiratoria • EFFETTI INDESIDERATI: • nausea, vomito, ipotensione: (atropina 0.5-1mg) • depressione resp.: (naloxone 0.1-0.4 mg EV ripetuti dopo 15 m’.

  30. L’ OSSIGENOTERAPIA • RAZIONALE DELLA TERAPIA • correzione dell’ ipossia (frequente nell’IMA)ed aumento della disponibilità miocardica d’O2 (miglioramento la performance ventricolare) • CONTROINDICAZIONI • in assenza di ipossiemia: all’aumento delle resistenze sistemiche non può accompagnarsi un aumento della cessione di O2 ai tessuti

  31. L’ OSSIGENOTERAPIA • MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE • O2a 2-4 l/m con cannula nasale,nelle prime 2-3 h (ACC/AHA 1999 Class IIa), tra le 3-6 h (Class IIb) • riprendere in caso di dispnea, aritmie maggiori o ripresa dell’angor • se ipossiemia persistente: intubazione (PEP) • PARAMETRI DA MONITORARE: • pH, pO2, pCO2, BE • EFFETTI INDESIDERATI: • aumento delle resistenze sistemiche e della PA con possibile riduzione della portata cardiaca

  32. LA TERAPIA TROMBOLITICA • RAZIONALE DELLA TERAPIA • ricanalizzazione e conseguente riperfusione del vaso responsabile dell’infarto • CONTROINDICAZIONI • assolute & relative • MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE • tipo di trombolitico • associazione con antiaggreganti o anticoagulanti • sede & estensione della necrosi • presenza o assenza di sopraslivellamento ST

  33. LA TERAPIA TROMBOLITICA Controindicazioni assolute • Pregresso ictus emorragico (in qualunque epoca), altri ictus o eventi cerebrovascolari nell’ultimo anno • Neoplasia intracranica nota • Emorragie interne in atto • Sospetta dissezione aortica 1999 Update ACC/AHA AMI Guideline

  34. LA TERAPIA TROMBOLITICA Controindicazioni relative I • Ipertensione severa non controllata (>180/110) al ricovero • Anamnesi di pregresso accidente cerebrovascolare o patologia cerebrale nota non inclusa nelle controindicazioni assolute • Uso attuale di anticoagulanti a dosi terapeutiche (INR >2); diatesi emorragica nota • Trauma recente (ultime 2-4 settimane), inclusi traumi cranici o RCP traumatica o prolungata (>10 min) o interventi chirurgici maggiori (<3 settimane) 1999 Update ACC/AHA AMI Guideline

  35. LA TERAPIA TROMBOLITICA Controindicazioni relative II • Punture vascolari non comprimibili • Emorragia interna recente ( 2-4 settimane) • Per SK/anistreplase :precedente esposizione o pregressa reazione allergica • Gravidanza • Ulcera peptica attiva • Anamnesi di ipertensione cronica grave 1999 Update ACC/AHA AMI Guideline

  36. rtPA e SK: quale trombolitico? rtPA particolarmente consigliata: • nei <70 aa • diatesi allergica (o precedentemente trattati con SK) • in caso di ipotensione SK particolarmente consigliata: • in tutti i casi in cui è ipotizzabile una strategia più aggressiva (per la brevità dell’emivita) • nei > 70 aa

  37. LA TERAPIA TROMBOLITICA PARAMETRI DA MONITORARE: • emocromo con formula e piastrine • Pt, Ptt, INR fibrinogeno, FDP • esame clinico neurologico (strumentale) EFFETTI INDESIDERATI: • sanguinamento (specie se: età avanzata, dosi non rapportate al peso, precedenti malattie neurologiche, manovre rianimatorie) • ipotensione (SK) • reazioni anafilattiche (SK)

  38. Linee guida ACC/AHA 1996/99 per la terapia trombolitica Class I •  ST >0.1 mV in 2 o più deriv. cont., < 12h e <75aa Class IIa •  ST e >75aa Class IIb •  ST ed inizio terapia tra le 12 e le 24h • PA>180/110 mm Hg con IMA ad alto rischio Class III •  ST e > 24h, senza dolore • solo  ST

  39. Modalità di somministrazione della terapia trombolitica I 1°opzione: • ASA 160-350 mg dal primo giorno e per sempre • dipiridamolo, ticlopidina o clopidogrel possono sost. ASA solo in caso di dimostrata allergia o mancata risposta (ACC/AHA Class IIb) • Eparina 60 U/Kg (max 4000 UI) in bolo, seguito da 12 U/Kg/h (max 1000 UI/h) per 48h. PTT: 50-70sec. (ACC/AHA 1999, Class IIa) • rt-PA accelerata (front-loaded) 15mg EV in bolo, seguiti da 0.75 mg/Kg in 30 m’ (dosaggio max: 50 mg). Esempio per 70 Kg: bolo: 15 mg, 50 mg in 30m’, 35 mg in 60m’

  40. Modalità di somministrazione della terapia trombolitica II 2° opzione: • ASA 160-350 mg • Strepto-Kinasi EV 1.500.000 U in 60 m’ • eparina calcica 7.500 U X 2 SC per 7 gg dopo 4h dall’inizio della trombolisi • eparina EV in caso di alto rischio di embolie: AF, IMA esteso, trombo IV, precedenti embolie (ACC/AHA Class IIa)

  41. Modalità di somministrazione della terapia trombolitica III 3°opzione: • ASA 160-350 mg • Eparina 60 U/Kg (maz 4000 UI) in bolo, seguito da 12 U/Kg/h (max 1000 UI/h) per 48h. PTT: 50-70sec. (ACC/AHA 1999) • inibitori glicoproteina IIb/IIIa • rt-PA accelerata (front-loaded) 15mg EV in bolo, seguiti da 0.75 mg/Kg in 30 m’ (dosaggio max: 50 mg) oppure: • PTCAprimaria

  42. Gli obiettivi di un nuovo trombolitico • Aumentare l’emivita plasmatica (somministrazione in bolo singolo) • Aumentare la specificità per la fibrina (minori livelli di deplezione sistemica di fibrinogeno) • Aumentare l’attività litica (ripristino più rapido di un flusso TIMI di grado 3) • Aumentare la resistenza PAI-1 (preservazione dell’attività litica)

  43. TNK-tPA: la molecola Gln per Asn in pos. 117 Asn per Thr in pos.103 Ala-Ala-Ala-Ala per Lys-His-Arg-Arg in pos. 296-299 NH2 HOOC

  44. Inibizione delle GP IIb/IIIa nelle strategie invasive e conservative per le sindromi coronariche instabili CP Cannon et al: Tactics Invest. N Engl J Med 344,25; 2001

  45. Inibizione delle GP IIb/IIIa nello stent coronarico per IMA G Montalescot et al: ADMIRAL Invs. N Engl J Med 344,25; 2001

  46. Modificazioni elettrocardiografiche dopo fibrinolisi Roe et al: J Am Coll Cardiol 2001; 37,1: 9-18 LA TERAPIA DELL'INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA) LA TERAPIA TROMBOLITICA

  47. Limiti della terapia trombolitica • lisi inefficace nel 25% • riperfusione incompleta nel 30% • riocclusione precoce nel 10% • controindicazioni al trattamento TAMI Study Group. Circulation 1990 The GUSTO Angiographic Investigators. N Engl J Med 1993

  48. I BETABLOCCANTI RAZIONALE DELLA TERAPIA • riducono la domanda miocardica di ossigeno • contrastano gli effetti dell’increzione di catecolamine • posseggono proprietà antiaritmiche CONTROINDICAZIONI • bradicardia relativa (FC<65) • ipotensione (PA sist <100 mmHg) • blocco AV di I° (PR >0.24”) o maggiore • scompenso congestizio • asma bronchiale

  49. I BETABLOCCANTI MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE (metoprololo) • 15 mg EV in 3 somministrazioni di 5 mg a distanza di 2-5m’ • sospensione in caso di: BAV di 2° o 3°, crepitii estesi a >1/3 basi polm., 3° tono, FC < 50 bpm, PA sist <95 mmHg, PCW > 20 mmHg • dopo 6-8h : 50 mg X 2 /die, quindi 100 mg X 2 PARAMETRI DA MONITORARE • FC e PA • breve ECG dopo ogni bolo

  50. I BETABLOCCANTI Effetti collaterali costituiscono i criteri di esclusione o di sospensione della terapia limitandone, di fatto, l’utilizzo a non più del 50% • BAV di 2° o 3° • crepitii estesi a >1/3 basi polmonari • comparsa di 3° tono • FC < 50 bpm • PA sist <95 mmHg • PCW > 20 mmHg

More Related