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Università degli Studi di Bari. Progetto ARIANNA – Ore 04 Attività Formative Trasversali Moduli “Autostima, Autoefficacia e Motivazione” “Comunicazione efficace” Dott.ssa Milena Marzano. Autostima Autoefficacia Motivazione Comunicazione Efficace. L’AUTOSTIMA.
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Università degli Studi di Bari Progetto ARIANNA – Ore 04Attività Formative Trasversali Moduli “Autostima, Autoefficacia e Motivazione” “Comunicazione efficace” Dott.ssa Milena Marzano
Autostima • Autoefficacia • Motivazione • Comunicazione Efficace
Rappresenta un giudizio globale su se stessi e sulle proprie capacità, che si accompagna ad un senso generale di auto accettazione e ad un atteggiamento positivo verso se stessi L’autostima è importante perché incide su:
L’autostima è la valutazione che ci diamo, il nostro modo di viverci. • L’autostima viene determinata da informazioni oggettive • e soggettive, riferite a diversi tipi di sé: • Il sé reale: ciò che crediamo di essere … • Il sé ideale: ciò che desideriamo essere … • Il sé imperativo: ciò che sentiamo di dover essere …
I problemi legati all’autostima nascono solitamente dalla discrepanza tra il Sé reale/ Sé ideale e Sé reale/Sé imperativo.
La teoria della discrepanza del Sè (Higgins, 1998)
Il senso di Autoefficacia … … ovvero, le convinzioni di una persona di essere in grado di superare gli ostacoli che di volta in volta si frapporranno alla messa in atto di un comportamento. “Convinzioni che le persone hanno circa la loro efficacia personale di organizzare e dirigere le loro abilità e risorse per mettere in atto un’azione che li condurrà alla conseguenza desiderata” (Bandura, 1977).
Come si acquisisce l’Autoefficacia? Vi sono 4 meccanismi che contribuiscono a determinare il nostro senso di Autoefficacia: • Esperienze personali: “In passato ci sono riuscito? Quante volte?”; “Ci sono riuscito grazie alle mie capacità?” • Esperienze vicarie: “Altri ci sono riusciti?”; “Come hanno fatto?” ; “Se ci sono riusciti loro ci riuscirò anch’io?” • Persuasione e influenze sociali: “Secondo gli altri ci riuscirò?”; “Cosa dicono delle mie capacità pertinenti?” • Stati fisiologici e affettivi: “Mi sento in forma?”; “Il compito richiede molta efficienza?”; “In questo stato sono in grado di funzionare al livello richiesto?”
BASSA AUTOEFFICACIA • Sono intimidite da attività difficili e se ne allontanano • Hanno basse aspirazioni e scarso impegno nel raggiungere gli obiettivi • Nelle difficoltà non considerano le proprie carenze e gli ostacoli • Sono lente nel recuperare i fallimenti • Attribuiscono le prestazioni scadenti alla propria incapacità e perdono fiducia • Sono sopraffatte da ansia e stress Nel processo di scelta persone con . . • ALTA AUTOEFFICACIA • Affrontano compiti difficili con • motivazione • Si pongono obiettivi ambiziosi • e si impegnano a raggiungerli • Nelle difficoltà intensificano il • loro impegno e la costanza, forti • dei successi passati • Recuperano velocemente la • propria autoefficacia dopo i • fallimenti • Attribuiscono l’insuccesso alla • mancanza di conoscenze e • impegno • Affrontano i problemi esercitando • un determinato controllo
La vita tra destino e controllo: IL LOCUS OF CONTROL Il locus of control (Rotter, 1966) è una variabile psicologica che indica il grado di percezione rispetto al controllo del proprio destino e degli eventi. Rappresenta l’atteggiamento mentale con cui noi sentiamo di essere in grado di determinare le nostre azioni, e i relativi risultati, rispetto al controllo esercitato dal caso e dalle circostanze esterne.
Di chi è la responsabilità? Gli alunni tendono frequentemente ad attribuire successo e insuccesso a fattori esterni che sfuggono al controllo soggettivo (fortuna, arbitro, compagni, avversari, ecc.), piuttosto che analizzare i meriti e le responsabilità personali Importanza dell’attribuzione interna!!!
La Motivazione Quali ragioni spingono le persone ad investire energie e impegno nel loro contesto di lavoro? Cosa spinge a dare il meglio di sé al lavoro? Che cos’è la motivazione? • Si riferisce all’attivazione, alla direzione ed alla persistenza di un comportamento. • Essa indica il complesso processo delle forze che attivano, dirigono e sostengono il comportamento nel tempo. • Lo studio della motivazione consente di: • comprendere la natura del comportamento • predirne la manifestazione • poterlo influenzare
La Motivazione intrinseca vs Motivazione estrinseca Deriva da fattori interni all’oggetto (i.e. il lavoro) come l’interesse, la curiosità, il successo e, in primo luogo, il piacere provato nello svolgimento dell’attività Motivazione intrinseca Deriva da fattori esterni, quali i premi, gli elogi, gli incentivi, l’approvazione sociale, lo status Motivazione estrinseca
La teoria gerarchica dei bisogni di Maslow(1945) L’ipotesi alla base della teoria è quella della riduzione della tensione: il bisogno crea nell’individuo uno stato di disagio vissuto come tensione verso un’azione che porti al soddisfacimento del bisogno, ovvero alla riduzione del disagio. L’azione viene ripetuta finché il bisogno non viene soddisfatto e la tensione non viene eliminata. Le persone possiedono un comune set di bisogni, organizzati secondo una scala gerarchica di importanza. Questi ultimi si dispongono in forma piramidale. I bisogni di livello più basso sono i primi che devono essere soddisfatti e solo dopo la loro soddisfazione quelli di livello successivo diventano motivanti per il comportamento.
La teoria gerarchica dei bisogni di Maslow(1945) La progressione sistematica dalla soddisfazione del livello più basso a quella del livello più alto è l’aspetto cruciale della teoria: il bisogno di livello più basso viene attivato dalla deprivazione e, allorché questo bisogno viene gratificato, la gratificazione in se stessa attiva il bisogno che si trova al livello superiore. bisogni di autorealizzazione bisogni di stima bisogni di affiliazione bisogni di sicurezza bisogni biologici
La teoria gerarchica dei bisogni di Maslow(1945) • Dalla base al vertice, la piramide dei bisogni è • articolata in: - bisogni fisiologici:
La teoria gerarchica dei bisogni di Maslow(1945) - bisogni di sicurezza
La teoria gerarchica dei bisogni di Maslow(1945) • - bisogni di appartenenza
La teoria gerarchica dei bisogni di Maslow(1945) bisogni di affetto e stima
La teoria gerarchica dei bisogni di Maslow(1945) • - bisogni di autorealizzazione
La teoria gerarchica dei bisogni di Maslow(1945) • Un bisogno soddisfatto cessa di essere motivante!!! • Un bisogno non diviene motivante finché non sono soddisfatti i bisogni di livello inferiore!!!
AUTOSTIMA AUTOEFFICACIA MOTIVAZIONE COMUNICAZIONE EFFICACE
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
Messaggi verbali e non verbali Esistono due modi di comunicare: • Attraverso la parola (o altri codici, ad es. la segnaletica stradale) • Attraverso i messaggi involontari del corpo
MASSIME DELLA CONVERSAZIONE • Massima di quantità • Massima di qualità • Massima di modo • Principio di pertinenza
MASSIME DELLA CONVERSAZIONE Fornisci l'informazione necessaria, né di più, né di meno: MASSIMA DI QUANTITÀ • Dà un contributo tanto informativo quanto richiesto • Non dare un contributo più informativo del necessario • es. alla fine del processo ad Aldo hanno dato una multa • (non e`anche stato condannato ad anni di prigione!!)
MASSIME DELLA CONVERSAZIONE sii sincero, fornisci informazione veritiera, secondo quanto sai Massima di qualità Tenta di dare un contributo che sia vero, e quindi non dire ciò che credi essere falso non dire mai cose per le quali non hai prove adeguate … es. Carlo ha due lauree (lo so, ne ho le prove, lo credo vero) es. Il tuo terreno si estende per 200 acri? (non lo so e vorrei saperlo)
MASSIME DELLA CONVERSAZIONE Massima di qualità Differenti modi di mentire: • omissione: si omettono informazioni utili per la comprensione dell’evento • falsificazione: si inviano informazioni che si sanno essere false
MASSIME DELLA CONVERSAZIONE Massima di modo • Evita espressioni oscure • Evita espressioni ambigue • Sii breve, evitando inutili prolissità • Sii ordinato nell’esposizione sii chiaro: l'enunciato dovrebbe essere chiaro, poco ambiguo, breve e ordinato.
MASSIME DELLA CONVERSAZIONE Massima di pertinenza Il contributo informativo di un enunciato dovrebbe essere pertinente con la conversazione. un’ipotesi è pertinente quanto minore è lo sforzo per trattarla!!
LINGUAGGIO DEL CORPO COME COMUNICO 60% MESSAGGIO VERBALE COSA COMUNICO 10% 30% TONO DI VOCE COME COMUNICO Comunicazione non verbale • CNV: Insieme dei comportamenti osservabili • L’uomo comunica anche quando è in silenzio • Quando si conosce una persona già nei primi 60 secondi la nostra mente genera il 90% dell’impressione che la persona ci fa.
Distanza o prossimità; • Intima (fino a 40 cm); • Personale (da 40 a 120 cm); • Sociale (da 120 a 360 cm); • Pubblica (da 360 cm in poi); PROSSEMICA Tutti noi percepiamo intorno a noi una specie di ‘bolla invisibile’, che ci circonda per un diametro di circa un metro e che può essere sovrapposta alla ‘bolla’ di un altro individuo solo se questi ci sia familiare o accetto. • Gestione consapevole dello spazio (distanza) comunicativo in un dialogo. Noi non permettiamo a qualsiasi individuo di avvicinarsi nella stessa maniera…
CINESICA La cinesica si occupa dei movimenti del corpo come forme strutturate di linguaggio. • (…) Oggi si tende a suddividere la cinesica secondo due principali aree di comportamenti: • La macrocinesica (la postura e la gestualità). • La microcinesica (soprattutto il volto);
Lapostura • E’ un segnale involontario che partecipa al processo di comunicazione. Può indicare: • la specifica emozione che la persona sta provando • l’intensità dell’emozione specifica provata • la fiducia che una persona ha in se stessa, o l’immagine di sé. • il proprio atteggiamento (per es. il modo di camminare, stare in piedi o sedersi rivela stili di comportamento espressivi di ruoli vissuti) • la postura è meno controllabile del volto e del tono di voce, perciò nel legame tra stato d’animo e postura questa può svelare un’ansia segreta che il volto non fa trapelare.
Linguaggio del corpo:alcuni esempi ed interpretazioni Conoscere la comunicazione non verbale è un ottimo sistema per decodificare la comunicazione del nostro interlocutore, sapere se chi abbiamo di fronte gradisce o rifiuta i nostri argomenti. • È un sistema per capire da cosa è stimolato il nostro interlocutore, qual è l’argomento che ama e utilizzarlo per creare un rapporto empatico. • Si possono distinguere segnali di … • Gradimento • Rifiuto Il nostro inconscio si esprime in maniera semplice e comunica gradimento o rifiuto verso un argomento, una parola o una persona.
ATTI DI GRADIMENTO Bacio dato a se stessi È un bacio dato a se stessi che si esprime tramite un leggero arricciamento delle labbra. Indica interessamento verso la tematica trattata. Spesso questo segnale è appena accennato e poco visibile. Accarezzamento delle labbra con le dita o il dorso della mano Esprime gradimento emotivo nei confronti delle tematiche trattate o verso il suo interlocutore. Può essere espresso anche utilizzando, ad esempio, una penna. In genere tutti gli atti concernenti l’accarezzamento, esprimono gradimento. Questo segnale significa che il nostro interlocutore è coinvolto emotivamente verso la parola o argomento espresso. Mordicchiarsi le labbra Indica un forte interessamento verso la tematica trattata. Accarezzarsi i capelli Esprime gratificazione e gradimento verso la tematica espressa. Spostare il busto o il corpo in avanti Rappresenta interesse verso l’argomento trattato.
ATTI DI RIFIUTO Sfregare con le dita la punta del naso Grattarsi la punta del naso esprime il massimo scarico tensionale da parte del soggetto. È un forte segnale di rifiuto Spostare il corpo indietro. Indica rifiuto verso la tematica trattata. Spostare occasionalmente oggetti lontano dalla propria persona. Il soggetto esprime rifiuto verso l’argomento trattato Raschiamento della gola Il soggetto prova tensione verso la tematica trattata. Gambe accavallate e/o braccia conserte. Indica chiusura verso l’argomento trattato o verso l’interlocutore (porre attenzione al fatto che la posizione non sia già tenuta da prima che l’interlocutore si avvicini alla persona, ma che sia contemporanea alla situazione attivata dall’interlocutore stesso)
Comunicazione efficace … Comunicazione Efficace Relazioni positive
1- Chi dice la fonte 2- Che cosa il messaggio 3- Attraverso quale canale il canale 4- A chi il ricevente 5- Con quale effetto l’effetto
Gli elementi costitutivi della comunicazioneLa fonte • In senso generale identifica chi produce il messaggio. Tre fattori legati alla fonte del messaggio: La competenza professionale L’attendibilità La simpatia della fonte
Il messaggio comunicativo • Generalmente rappresenta l’oggetto della comunicazione (che cosa dire? … ) • È composto da: • contenuto (cosa si comunica) • forma (come lo si comunica). • La struttura delle argomentazioni • Il formato
Il canale comunicativo • Può essere di vario genere: • naturale o artificiale (con il ricorso ad un qualche mezzo tecnico); • principale e/o accessorio (nel caso di canali attivati contemporaneamente); • vocale e/o cinesico (nella comunicazione interpersonale o faccia a faccia) . • In senso generale è il mezzo fisico attraverso il quale si svolge l’atto comunicativo
Ilricevente … • In senso generale è il ricevente del processo comunicativo (i lettori di un quotidiano, gli ascoltatori radiofonici, i telespettatori)
Perchè comunichiamo? FUNZIONI della comunicazione - Funzione EMOTIVA o ESPRESSIVA (sentimenti, pensieri, opinioni,… ) - Funzione INFORMATIVA (trasmissione “oggettiva” di dati, di informazioni) - Funzione DI CONTATTO (per entrare in contatto, mantenere il contatto o interrompere il contatto: saluti, esclamazioni,…) - Funzione POETICA (per rendere più armonico e piacevole il discorso, elementi non essenziali, poesia) - Funzione METALINGUISTICA (capacità della lingua di descriversi, di parlare di sé, dizionario) - Funzione PERSUASIVA (per convincere l’altro, pubblicità, discorsi politici,….)