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Progetto legalità. Classe 2° C A.S. 2012/2013 I.C.Mazzini Castelfidardo. Presentazione del progetto. La scuola educa alla legalità attraverso il suo essere scuola, è la prima istituzione in cui ci si confronta con gli altri, bisogna rispettare alcune regole e avere precise condotte.
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Progetto legalità Classe 2° C A.S. 2012/2013 I.C.Mazzini Castelfidardo
Presentazione del progetto La scuola educa alla legalità attraverso il suo essere scuola, è la prima istituzione in cui ci si confronta con gli altri, bisogna rispettare alcune regole e avere precise condotte. La legalità è quindi presente da sempre a livello di apprendimento informale nell’intero arco del tempo scolastico. In questi ultimi anni, però, il tema della legalità è divenuto sempre più centrale nella società e l’ambito giovanile costituisce un terreno fragile, ma al tempo stresso sensibile e ricettivo, rispetto alle problematiche legate al rispetto delle regole e dell’altro ecco quindi l’attivazione (la ricerca) da parte delle scuole di percorsi per costruire conoscenza, coscienza, rispetto dei diritti e dei doveri e programmare una risposta all’incalzare di fenomeni di legalità e devianza sociale. I docenti sottolineano spesso che la legalità ha un valore per gli studenti se non rappresenta qualcosa di astratto, ma si applica ai contenuti e ai metodi del fare scuola. La legalità è infatti riconoscibile quando si traduce in conoscenze sui principi che regolano la convivenza tra gruppi umani sempre più vasti, complessi e globalizzati e significa anche capire che le regole non sono e non vanno vissute come un’imposizione: dalla più piccola alla più grande, tutte insieme esse rappresentano il risultato del patto sociale che garantisce libertà e dignità al singolo individuo, svolgimento ordinato e proficuo delle attività di apprendimento e crescita complessiva all’interno del gruppo. L’istituto Comprensivo “Mazzini” in quest’ottica già da qualche anno attua percorsi formativi che vanno dai laboratori di “Educazione ambientale e stradale”, “Educazione alla Salute” al “Consiglio dei Ragazzi”, allo sportello “Scuola-Famiglia”, alle “Cooperative ACS”. Finalità di questo progetto è quella di supportare azioni didattiche che integrino questa progettualità e che vedano l’intervento quotidiano e diretto dei docenti sul curriculum: saperi disciplinari intercettano problemi e valori educativi nella prospettiva del successo formativo degli studenti e della formazione di cittadini onesti e consapevoli del valore della democrazia, privilegiando ovviamente le aree tematiche più rispondenti alle urgenze educative che il contesto in cui operiamo esprime.
Breve descrizione del contesto di riferimento Il contesto in cui opera la scuola rispecchia il contesto nazionale. Per l’infanzia e l’adolescenza ci sono pochi circoli ricreativi. Cominciano a svilupparsi diverse tipologie di famiglia e i minori subiscono l’influenza dei mass media e dei falsi modelli spesso proposti. Soprattutto le nuove generazioni manifestano forme di individualismo e una certa fatica nel rispetto di alcune regole della convivenza civile. Il territorio è caratterizzato da forti flussi migratori (interni, comunitari ed extracomunitari) per cui le scuole si trovano a gestire classi molto eterogenee (studenti di diverse etnie e significativa % di studenti con BES). Da sottolineare inoltre un background socio - culturale medio- basso. Si evidenziano lievi forme di intolleranza che si manifestano in una certa diffidenza e in pensieri stereotipati nei confronti dello “straniero” e/o del “diverso”. La sfida educativa, quindi, è quella di formare le nuove generazioni a sviluppare dinamiche relazionali positive, rispettare le regole della democrazia e del vivere civile, avere consapevolezza di essere soggetti di diritti e di doveri, accettare e accogliere tutti, anche il diverso, sapersi confrontare pacificamente, voler superare il conflitto, promuovere l’educazione al benessere. Finalità Educare al senso civico e alla cittadinanza attiva Educare alla solidarietà e alla cooperazione Educare a prestare attenzione ai differenti punti di vista e ai valori della comunità sviluppando un pensiero critico Educare al rispetto delle altre culture e all’accettazione della diversità Sviluppare negli alunni la capacità a partecipare
Obiettivi Comprendere l’importanza del rispetto di regole e valori che costituiscono ogni società civile Comprendere che ci sono diritti ma anche doveri da rispettare e condividere Rendere gli alunni protagonisti dei diritti e dei doveri loro e degli adulti Sviluppare negli alunni la capacità ad acquisire consapevolezza della dignità sociale e dell’uguaglianza di tutti i cittadini Conoscere le situazioni di conflitto e perché si sviluppano (dal banale litigio alla guerra) Consentire che i conflitti e i litigi diventino occasione di negoziazione, di apprendimento e di crescita Sapere che tutte le religioni hanno come finalità la pace fra gli uomini e il benessere dei popoli Soggetti esterni coinvolti Questura Tribunale dei Minori Ombudsman Polizia Postale Associazioni impegnate nella promozione della cultura della legalità Metodologia Diversificate, anche all’interno di uno stesso modulo didattico, saranno le metodologie messe in atto dai docenti con la classe: lezioni frontali, ricerca e raccolta di documenti, lavoro di gruppo,laboratori di drammatizzazione, laboratorio di scrittura creativa, cineforum, incontri con rappresentati delle Forze dell’ordine, della Magistratura, di Istituzione e Associazioni impegnate nella promozione della cultura della legalità, sondaggi tramite questionari e/o interviste, simulazioni, letture di testi di particolare rilevanza, realizzazione di racconti, poesie video canzoni, giochi e slogan pubblicitari.
Da segnalare anche l’utilizzo di tecniche specifiche per promuovere abilità pro-sociali e gestire il gruppo quali: cooperative learning, brainstorming, circle time, role playing, giochi cooperativi, peereducation. • Monitoraggio e valutazione • Compito degli insegnanti sarà quello di guidare gli alunni a prendere coscienza delle regole come necessità, valutando in itinere il processo che gli stessi compiono. Ci si avvarrà di osservazioni sistematiche riguardo alla partecipazione degli alunni alle attività, questionari (iniziali e finali), valutazione dei prodotti. Il progetto sarà inoltre sistematicamente monitorato dal gruppo di progetto e dai Consigli di Classe e sezione negli incontri periodici previsti.Ricadute per gli alunni • Occasioni di aggregazione, dialogo e collaborazione nelle azioni previste dal progetto. • Valorizzazione del concetto del rispetto delle regole. • Prevenzione del disagio e della demotivazione attraverso la creazione di spazi in cui i ragazzi divengano protagonisti delle azioni di insegnamento/apprendimento. Ricadute per le famiglie • Maggior coinvolgimento nel percorso formativo della vita dei figli. • Promozione del dialogo nei rapporti scuola famiglia. Documentazione • Realizzazione di un CD o DVD che illustri le azioni più significative del progetto che ha visto protagonisti le regole e gli studenti. • Diario di bordo delle azioni previste. • Pubblicazione sul sito web della scuola.
Piano delle attività 19-20 dicembre 2012: visione di “Game over” un filmato sul bullismo a scuola, prodotto dagli alunni di un Istituto Comprensivo di Milano; somministrazione di un test per valutare l’indice generale di prepotenza e l’indice di prosocialità nella classe. Gennaio 2013: riflessione sui contenuti del video e approfondimento del problema del bullismo sia attraverso letture tratte dal testo di antologia sia documentandosi su Internet. Febbraio – Marzo 2013: approfondimento sull’uso dei cellulari e sul Cyber bullismo, in particolare sui social network. Aprile – Maggio 2013: rielaborazione dei materiali al PC e produzione del lavoro finale.
Test per valutare gli indici di prepotenza e di prosocialità Risultati della valutazione nella classe 2°C Alunni che compilano il test: 20/23 Indice di bullismo fisico: 9,16 Indice di bullismo indiretto: 16,00 Indice di bullismo verbale: 8,00 Indice generale di prepotenza: 11,05 Indice di prosocialità: 52,5 CONCLUSIONI: gli indici ottenuti vengono presentati agli alunni che condividono i valori risultati dal test e riconoscono che, tra le forme di bullismo analizzate, quello indiretto è sicuramente il più presente in classe. Sono soddisfatti del basso indice di prepotenza ottenuto, che attesta come nella classe non si manifestino episodi di intolleranza grave o veri e propri atti di violenza fisica. Sono abbastanza contenti dell’indice di prosocialità ottenuto, perché rispecchia il fatto che vengono a scuola volentieri, che si sentono inseriti nel gruppo classe e rispettati dagli altri.
Visione del video: “Game over” Nazione: ItaliaAnno: 2005Genere: cortometraggioDurata: 43 min.Regia: Valerio Finessi Noi ragazzi della seconda C partecipiamo ad un progetto dedicato alla legalità, cioè al rispetto degli altri e delle regole, nella nostra scuola. Per iniziare il lavoro la prof.ssa di italiano ci ha fatto vedere il cortometraggio “Game Over”, della durata di 40 minuti, realizzato dal regista Valerio Finessi con gli alunni della classe prima E (a.s. 2002/2003) della Scuola Media “Rinascita – A. Livi” di Milano. Questo filmato parla di un ragazzo della nostra età, di nome Luca, che è vittima di un bullo della sua classe, di nome Marco. Il bullo costringe Luca a fare cose inconcepibili, come rubare. Il ragazzo ha spavento di tutto, perfino di uscire per paura di incontrarlo, e se ne sta chiuso in casa tutto il giorno. La mattina a scuola si nasconde per non farsi vedere e così entra ogni giorno in ritardo. A ricreazione Marco prende con prepotenza la merenda di Luca, l’assaggia e la butta nel cestino. Luca non ha il coraggio di parlare e anche i suoi compagni fanno finta di niente anzi alcuni, vedendo Marco maltrattarlo, ci prendevano gusto pure loro. Le cose continuarono ad andare così fino a che, un giorno, Marco non inizia ad usare le mani contro Luca buttandolo a terra e calciandogli lo zaino. Quello stesso giorno Sara, un’amica di Luca, si trova lì per caso e lo vede sdraiato a terra, piangente. Luca, fingendo che fosse tutto a posto, corre a casa. Da quel momento i compagni agiscono in suo aiuto: prima fanno spaventare Marco e poi lo vanno a dire alla prof. E da quel giorno ogni settimana fanno una riunione per discutere dei problemi della classe.
Riflessione sul video: “Game over” Questo video mi ha fatto riflettere molto e mi sono posta molte domande: perché esiste il bullismo ? Che senso ha maltrattare un ragazzo come te ? Per rispondermi sono andata a vedere su internet il significato del termine bullismo. Fatta chiarezza nella mia mente, ho capito che il bullismo c’è sempre stato ma, in questi ultimi anni si è molto diffuso, sia tra maschi sia tra femmine, e la cosa che più mi colpisce è il fatto che il bullo, nella maggior parte dei casi, ha problemi nella propria famiglia e forse, per sentirsi più forte, maltratta dei ragazzi, ma solo quelli un po’ più imbranati rispetto ad altri, quelli deboli fisicamente oppure deboli mentalmente. Purtroppo in alcuni casi alcuni di questi ragazzi maltrattati, se non ne parlano con nessuno e non vengono aiutati, arrivano perfino al suicidio. Mi fa molto piacere che molte scuole di tutta Italia stiano facendo progetti simili a questo per far si che il bullismo sia sempre meno presente nelle vite di noi ragazzi.
Perché i ragazzi stanno tanto al computer ( da “Mazzini the best” giornalino d’istituto) In media, stando a un mio personale sondaggio condotto su ragazzi tra i 12 e i 18 anni, i miei coetanei stanno al computer dalle 4 alle 12 ore o anche di più. Pochi sono i giovani che ci stanno un’oretta o due al massimo. Ma che cos’è che li fa stare così tanto attaccati al computer?! «Io sto al computer per far passare il tempo – mi ha risposto un ragazzo – così non mi annoio!»; «Io ci sto troppo – ha riconosciuto una ragazza – e non me ne rendo conto; secondo me internet ci attrae perché è sempre pieno di novità di ogni genere»; « probabilmente è la noia che mi costringe a stare così tanto al PC» ha provato a spiegare un altro. Una mia compagna di scuola ha precisato: «Io sto al computer soprattutto per i social network tipo Facebook, MSN, Yahoo e tanti altri». Per chattare quindi, come conferma un’altra ragazza: «Sto al computer soprattutto per sentirmi con le mie amiche tramite Facebook o Twitter». Sembra ovvio quindi che il computer venga usato per far passare il tempo oppure per stare sui social network, per sentirsi con gli amici o per farsene dei nuovi. Di rado serve anche per lavorare e per farne un buon uso. Purtroppo alcuni casi sono gravi, come quello di un mio conoscente di 18 anni che non vuole fare quasi nulla, è sempre svogliato e attento solo ai suoi desideri, rifiuta qualsiasi critica o consiglio, l’unica cosa che lo interessa è stare al PC. I genitori ragionano con lui, lo sgridano, si disperano, lo minacciano: prima lui li ascoltava, adesso gli scivola tutto addosso. I genitori disperati si chiedono dove sbaglino, rivolgendosi a molti dottori. Questo è solo uno dei tanti casi estremi di dipendenza dal computer, che dilaga ogni giorno di più. Erika Paolo
Noi alunni della 2° C e il telefonino
Elisa: Secondo me la vita senza telefonini sarebbe sicuramente più tranquilla: non ci sarebbero distrazioni (per esempio quando fai i compiti e ti squilla il telefono) e non ci sarebbe il solito traffico di "messaggini" a cui siamo abituati da ormai diversi anni. Certo, la vita rimarrebbe frenetica come quella di tutti i giorni, ma non ci sarebbero preoccupazioni del tipo "Di chi è il telefono che suona? Oh, è il mio! Pronto...hanno riattaccato! Ti è arrivato un messaggio!" e altre cose simili. Certo, il cellulare è una sicurezza, poiché se succede qualcosa (ti si ferma la macchina in campagna, una persona si sente male,…) ti permette di informare le persone di cosa stia accadendo. Però bisogna saperlo usare, non tenerlo sempre in mano per “messaggiare” o per aspettare un messaggio; invece di supplicare il cellulare a voce alta "rispondirispondirispondi!!" si possono fare cose molto più utili, come leggere o pulire la propria camera. In conclusione, per me una vita senza cellulare non sarebbe la fine del mondo.
Noemi: Io possiedo un telefonino e l’ho avuto all’inizio della quinta elementare, come regalo per la bella pagella della quarta. Io non posso vivere senza di esso, perché quasi tutti i pomeriggi o mi chiamano le mie amiche per i compiti o per uscire oppure comunichiamo attraverso i messaggi che, sia per me che per i miei amici, risultano più veloci e economici. Se non avessi il telefonino lo desidererei molto perché, attraverso messaggi e chiamate, posso sentirmi vicino i miei amici anche se siamo lontani. La vita senza telefonini sarebbe come se ti portassero via la vita perché ti toglierebbero la possibilità di comunicare con il mondo. Almeno questo è quello che penso io e anche i miei amici; ma non la pensiamo tutti allo stesso modo quindi per tante persone può essere uno spreco di tempo e di denaro.
Erika: Il mio primo telefonino l’ho avuto nel Natale 2008, quando avevo 8 anni, e da allora ne ho cambiati tre. I miei genitori me l’avevano regalato per sentirmi più spesso con i miei nonni, perché non abitano vicino a noi. Quando sto col cellulare non ne faccio un uso eccessivo, navigo un po’ su Internet la sera, prima di andare a letto. Il cellulare lo uso spesso solo per chiamare le mie amiche, se dobbiamo uscire oppure per chiedere i compiti quando sto male. La vita senza telefonini, per me, non sarebbe così bella. Se ne fai un uso giusto possono servire. A me serve per sentire i miei nonni che purtroppo sono lontani; parlando con loro ogni giorno è come se fossero vicini a me. Oppure il telefonino serve a sentirti con le amiche durante le vacanze e le feste o quando ti servono i compiti o quando ci dobbiamo organizzare per uscire.Per me questo è un uso corretto del cellulare, ma vedo tanti miei coetanei fare un uso eccessivo di telefonini e mi chiedo quanto possano essere utili.
Riccardo: Io ho un telefonino da circa 5 anni,i miei genitori me l’hanno comprato perché ero bravo in elettronica e volevano provare se ero in grado di usarlo; inoltre ne avevo bisogno per restare in contatto con loro.Io il cellulare lo uso in qualsiasi evenienza ad esempio per chiamare un amico, mamma, papà e per mandare sms. Secondo me la vita senza cellulare non cambierebbe molto per me, ma potrebbe cambiare per chi non potesse più “chattare” con i suoi amici, con sms o e-mail, o non potesse più giocare. Per loro la vita sarebbe uno schifo. L'uso che io faccio del mio cellulare non è niente di che, chiamo e “chatto” poco con i miei compagni di classe o di scuola.
Chiara: Io, come molti miei amici, possiedo un telefonino da poco tempo, da quasi un anno e mezzo, anche se il desiderio di averlo lo sentivo da molto tempo prima. Il cellulare mi è stato regalato da mio zio alla fine dell'estate del 2012, come regalo per il mio onomastico dell'11 agosto, anche se per ordinarlo e decidere il modello ed il colore ci è voluto molto più tempo di quanto pensassi. Secondo i miei genitori, era troppo presto per possedere un cellulare tutto mio, anche se averlo aveva un aspetto positivo ovvero poter avvertire i parenti in caso di bisogno quando si è fuori casa, chiamare gli amici per i compiti, ecc. Di questi tempi, la maggior parte dei giovani non utilizza il telefonino per gli scopi voluti dai genitori ma per parlare agli amici attraverso i messaggi che vengono usati in modo esagerato. Come tutti i miei coetanei,anch'io uso 100 messaggi al giorno e a volte anche di più, si può dire che è come una droga. Matteo: Io ho il telefonino ma non lo uso. Per comunicare con i miei amici e parenti adopero il telefono di casa. Se non lo avessi non sentirei la mancanza. Per molti adulti non è così. Ad esempio, mio zio sta continuamente al telefono, su Facebook, su Internet, su Twitter. Altre persone, invece, non usano quasi per niente il telefonino perché non gli interessa. A mio parere non è indispensabile conoscere ed usare il telefonino e la sua tecnologia. Tuttavia può tornare utile in casi di necessità, ad esempio segnalare un incidente.
Angelo: Io possiedo il telefonino da circa un anno. Me lo hanno comprato i miei genitori per tenerci in contatto. Lo utilizzo abbastanza, per la sveglia, per mandare e ricevere i messaggi e parlare con i miei amici. Fino a pochi decenni fa non tutti possedevano il telefono in casa: si era costretti a fare lunghe file alle cabine telefoniche e le persone non erano facilmente raggiungibili. Un mondo senza telefoni per me non sarebbe migliore. Se una persona avesse un malore, come potrebbe chiamare i familiari o il pronto soccorso? Un mondo senza telefoni non potrebbe esistere perché oggi il sistema delle comunicazioni e del lavoro si basa sull’ utilizzo della rete Internet e di questo importante strumento. Come tutti i mezzi tecnologici, credo che questo apparecchio debba essere utilizzato in modo corretto, senza esagerare.
Gabriele: Io ho un cellulare da tre anni. I miei genitori me lo hanno comprato perché mia sorella già lo aveva e io invece lo desideravo e siccome io li torturavo allora, tre anni fa a Natale, mi hanno fatto questo regalo. Questo cellulare lo uso poco al giorno e il mio scopo principale è giocarci o chiamare i miei amici per sentirli. La vita senza telefonini sarebbe migliore perché, avendo i cellulari, adesso con la gente non ci si parla più dal vivo ma solo tramite SMS. Inoltre, avendo pure il WI-FI, la gente si rinchiude in casa perché c'è la connessione così stanno solo su Internet e non escono mai! Mario: Possiedo un telefonino da circa 3 anni, i miei genitori me lo hanno comprato per quando andavo fuori (gare, viaggi, gite...) per sentire come andava e come stavo. Lo uso massimo 30 minuti al giorno per mandare MSM ai miei amici e per chiamare per i compiti; se non ce lo avessi vorrei certamente averne uno perché almeno parlerei con i mie amici.La vita senza telefonini sarebbe un disastro perché adesso con gli smartphone ci sono un sacco di app, giochi e cose utili per il lavoro, e non averle sarebbe uno svantaggio.
Aurora: Anch'io, come tutti i miei coetanei, possiedo un telefonino; mi è stato regalato dai miei genitori circa quattro anni fa perché dovevo trasferirmi in un'altra città per fare ginnastica artistica e in questo modo potevamo sentirci più spesso. Non sono, però, una ragazzina, a cui piace stare ore a parlare al cellulare; se devo dire qualche cosa alle mie amiche o organizzare qualcosa con loro, preferisco farlo con gli sms o tramite i social network. Tutte le persone che io conosco posseggono almeno un cellulare:i miei genitori,mio fratello,i miei amici e persino i miei nonni. Quindi un mondo senza i tanto amati telefonini mi sembra davvero inimmaginabile, ma sicuramente sarebbe bello perché si potrebbero riscoprire tante cose che si sono perse, ad esempio parlare e confrontarsi di persona con i propri amici. Spesso ci nascondiamo dietro i cellulari perché siamo timidi e insicuri e sapere che la persona con cui stiamo parlando non ci guarda in faccia ci fa stare, in apparenza, più tranquilli. Se non esistessero i telefonini, penso che avrei meno libertà di uscire con i miei amici, visto che mia madre vuole sempre sapere dove sono, con chi sono, cosa sto facendo, e mi chiama continuamente quando sono fuori perché si preoccupa per me. Sicuramente una vita senza cellulari non mi piacerebbe, ma penso che si dovrebbe imparare ad usarlo meglio, solo nei casi di effettiva necessità.
Francesca: Mi chiamo Francesca, ho quasi tredici anni e da circa un anno e mezzo possiedo un telefonino. Precisamente a Giugno 2011 i miei genitori hanno deciso di comprarmelo perché durante quell'anno scolastico, la quinta elementare, avevo dato loro molte soddisfazioni, finendo l'anno con dei bei voti. Io ho un cellulare, che è nero e touch screen, quindi, con il semplice tocco del polpastrello, si può giocare e lavorare all'interno del menù. Io lo uso soprattutto per comunicare con le mie amiche, per metterci d'accordo su quando uscire oppure per confrontarci sui compiti.Non sono una di quelle ragazzine che sta sempre con il telefonino in mano, infatti la mia vita non cambierebbe di molto se non lo possedessi. Certo, riconosco anch'io che averlo è una cosa in più, bella e vantaggiosa, però la mia vita non dipende e non dipenderà mai da un cellulare, infatti se non lo avessi, starei bene lo stesso. Mattia: Io possiedo un telefonino da circa 3 anni . I miei genitori me lo hanno comprato nuovo da poco, prima avevo quello di mio fratello . Io non lo uso molto , solo per le cose necessarie . Se io non l' avessi mi piacerebbe possederlo ma non così tanto . Lo vorrei avere soprattutto perché ce l’hanno tutti i miei amici. La vita senza telefonini non sarebbe tanto bella: è vero che usare un telefono esageratamente è sbagliato ma a volte serve davvero.
Luca: Io ho ricevuto il mio primo telefonino dai miei genitori per il mio compleanno, quando frequentavo la quinta elementare, cioè all’ età di undici anni. A me piace molto il mio cellulare anche se adesso sono usciti molti modelli nuovi con più impostazioni e applicazioni. Il mio cellulare si chiama “Samsung Primo”, è touch screen, ha la fotocamera da 2 mega pixel e la memoria espandibile da un gigabit. L’ unico difetto che ha è di non avere la connessione per internet e il wifi. Io non lo utilizzo molto spesso, solo per mettermi d’accordo con i miei amici per uscire insieme, per ascoltare la musica o fare dei giochi. La mia vita, senza il telefonino, credo che non cambierebbe molto, perché lo utilizzo solo quando è necessario, a differenza della maggior parte degli adolescenti che trascorrono la giornata inviando sms o chattando sui social network, rinunciando ad altre attività all’ aria aperta. Prima il cellulare veniva utilizzato solo in caso d’emergenza, invece adesso è diventato una vera e propria dipendenza soprattutto per gli adolescenti. Io penso che sia meglio praticare uno sport o giocare all’aria aperta con gli amici. Credo inoltre che sia meglio parlare faccia a faccia con le persone invece che scrivergli dal cellulare.
Noi alunni della 2° C e i Social Network
Fedi e i social network Conosco molti tipi di social network ma i più popolari sono Facebook, Twitter e Skype. Io sono iscritto a cinque social network che sono Facebook, Twitter, Skype, Youtube e Gmail. Mi sono iscritto a Facebook in seconda elementare ma non me ne intendevo. Con il passare del tempo ho capito che con Facebook mi posso divertire con gli amici sia in chat che in video chat, condividere link divertenti e cose del genere. Oggi Facebook non lo uso quasi per niente perché esco con i miei amici a giocare a calcio e a fare delle passeggiate. Invece a Skype, Twitter, Youtube e Gmail mi sono iscritto quest’anno. Ormai ho smesso con i social network perché mi distoglievano troppo dallo studio e consiglio a tutti di non cominciare ad usarli . Danilo e i social network I social network sono dei mezzi con cui si può parlare e conoscere persone a molti chilometri di distanza. Grazie a questi social si può parlare senza vedersi. Io uso Facebook, Skype e la posta elettronica per vedere nuove notizie. Facebook lo uso molto per parlare con i miei amici, parenti e tante altre persone. Quando mi stanco di parlare con le persone, controllo la mia bacheca oppure i profili delle altre persone. L’aspetto positivo di Facebook è che puoi conoscere persone bravissime oppure parlare normalmente con persone che conosci e con cui ti vedi ogni giorno. L’aspetto negativo di questo social network è che ci sono persone che ti inviano l’amicizia per dirti delle cose brutte o minacciarti. Questo è Facebook ...
La maggior parte dei giovani di oggi è iscritta a un social network o ne ha sentito almeno parlare; i più diffusi sono: Facebook, Skype, Ovo, Twitter, Messenger e Youtube. Io personalmente sono iscritta a diversi social; ho iniziato con Messenger, quando avevo nove anni, perché mi sarei dovuta trasferire a Fano per praticare ginnastica artistica a livello agonistico e quello era un modo che mi avrebbe permesso di restare sempre in contatto con la mia famiglia. Aurora e i social network Poi Messenger è passato di moda ed è esploso Facebook, tanto che se non hai un tuo profilo su Facebook sei considerato un diverso. Questo è il social network che in questo momento uso di più anche se il tempo che passo davanti al computer, visto i miei impegni, è poco. Lo utilizzo soprattutto per parlare con i miei amici, sia quelli che vedo giornalmente che quelli che non abitano vicino a me e che ho conosciuto in ambito sportivo. Mi capita di ricevere molte volte richieste di amicizia da parte di persone che non conosco e più grandi di me ma io non le accetto perché i miei genitori mi dicono di non fidarmi; anche se mi lasciano libera di usare Facebook mia madre e mio padre controllano sempre il mio account perché sono ancora piccola e sanno che in rete ci sono tante persone malintenzionate, non si sa mai chi si possa nascondere dietro un semplice nome; per questo sono molto diffidente e racconto le mie cose solo alle mie amiche più strette. A volte, mi capita anche di usare Youtube per ascoltare canzoni o per vedere i video del mio sport preferito e soprattutto delle mie ginnaste preferite, dalle quali prendo spunti per i miei esercizi. Certo, non si può dire che io sia una vera dipendente dal computer, perché penso che parlare con degli amici in carne e ossa sia sicuramente meglio e più divertente; tuttavia quando sono a casa e non so cosa fare, “stare” su Facebook mi aiuta a passare un po’ di tempo. Penso che i social network siano importanti nella vita degli adolescenti ma l’importante è usarli in modo corretto, senza dimenticare che i rapporti virtuali non dovrebbero sostituire quelli umani; capita infatti che due persone, al computer, si raccontino di tutto, e poi nella vita reale neanche si salutino.
Daniele e i social network Io conosco diversi social network come Gmail, Facebook, Twitter, Messenger, Youtube. Molti miei compagni di scuola hanno Facebook e ci chattano durante il pomeriggio. Da una parte è un mezzo di telecomunicazione abbastanza importante e utile, ma dall’altra, se ci si comincia a fissare troppo, comincia a diventare un problema perché poi è difficile staccarsene. Io non ho un grande interesse per questi social network perciò non penso di iscrivermi a nessuno di essi. Mario e i social network A me piacciono i social network perché sono utili per conoscersi e parlarsi; io ho Facebook, Skype, Viber e l’e-mail. Ho Facebook da 2/3 mesi, Skype da 2 anni, Viber da 4 mesi e l’e-mail da un anno. Uso Facebook per parlare con i miei amici, per seguire persone che cantano e fanno video su Youtube e ci sto in media 30 minuti al giorno. Invece Skype lo sto usando meno, mentre prima ci stavo tutto il giorno! Lo usavo per parlare con i miei amici mentre giocavamo a giochi online; me lo sono fatto di nascosto perché ce lo avevano tutti e lo volevo anch’io. Invece Viber l’ho fatto perché ce l’aveva il mio amico Mattia e ci sto 15 minuti al giorno, ma mi ci diverto un sacco a chattare con tutti gli amici del nostro gruppo. L’e-mail l’ho fatta solo per crearmi account online ma non ho mai inviato e-mail a nessuno. Infine ho l’account online della Play Station 3: mi dico da solo che ci sto troppo tempo, perché ci resto davanti 3 ore al giorno! I social network come ho detto sono utili ma anche pericolosi per la propria dignità perché gente che non capisce si spaccia per un innamorato e si fa inviare una foto e dice che la tiene lui ma dopo la pubblica e la ragazza che si era fidata di quell’uomo ci rimane fregata e in qualche raro caso arriva al suicidio per la vergogna.
Rigels e i social network Io stavo molto tempo sui social network, ma mi si è rotto il computer e quindi non ci posso stare molto tramite il cellulare. I social network che conosco sono: Facebook, Messenger, Gmail, Twitter, Skype, Viber e Ovo, che servono per chattare con gli amici attraverso il computer o il cellulare. Non uso tutti questi social network, perché alcuni non sono molto interessanti. Quando mi si è rotto il computer non ero molto triste perché a causa sua non riuscivo a fare i compiti e prendevo dei brutti voti a scuola, quindi mi sentivo liberato di un gran peso. Quando stavo su Facebooknon parlavo molto con i miei amici perché qualcuno mi diceva delle cose spregevoli, allora mi mettevo a cercare dei giochi, ma sulla chat ero segnalato offline perché non volevo interruzioni mentre giocavo. Ultimamente non sto molto su Facebook perché ho molti compiti e, a dirla tutta, non mi diverte più come prima. Gabriele e i social network Io partecipo ad un social network. Si chiama Facebook. Questo ha un aspetto positivo perché ti fa parlare e video-chattare con i tuoi amici e non ti fa pagare, in più ci sono dei giochi in cui gareggi con gli altri, mentre altri tipi di giochi sono singoli. L’aspetto negativo più grave è la dipendenza, che può causare gravi malattie. Io questo social network non lo uso molto, o per lo meno, se lo uso, cerco di regolarmi con i tempi; i miei genitori sanno che io ho Facebook ma non mi dicono quanto tempo starci perché sanno che ci sto poco. Lo uso solo per organizzarmi le uscite con gli amici oppure per parlare con persone che non vedo tempo.
Mattia e i social network Io partecipo da circa tre anni a un grande social network che si chiama Facebook. I miei genitori sanno che ho Facebook e mi ci lasciano entrare liberamente. Penso che sia una cosa utile perché puoi parlare e vederti con altre persone che ti stanno distanti senza pagare niente, serve solo una connessione internet. Su Facebook si possono condividere foto e gli amici le possono commentare mettendo un semplice mi piace. Purtroppo ci sono anche degli aspetti negativi ma, per fortuna, a me non è successo mai niente. Un esempio è questo: un tuo amico pubblica sulla sua bacheca di Facebook una foto sgradevole in cui ci sei tu, oppure può succedere che ad un ragazzo arriva una richiesta d'amicizia di una persona che non conosce ma la accetta lo stesso. Questa persona ti può inviare messaggi offensivi e provocatori oppure può chiederti di incontrarlo per farti cose brutte. Secondo me questi social network devono essere usati con un po’ d'intelligenza perchè si possono combinare guai. Io su Facebook ci entro due volte al giorno e ci sto più o meno 10 minuti; non sono molto appassionato di social network però Facebook secondo me è il migliore. I social network sono utili ma per noi ragazzi avere un account è soprattutto un modo per farsi belli con gli altri, per sentirsi grandi. Fabrizio e i social network Io partecipo ai social network, ad esempio ho l’account a Facebook da circa 3 anni. I miei genitori lo sanno e alcune volte mi controllano però a me non piace perché vedono le conversazioni con i miei amici. Per me Facebook è bello perche posso parlare con gli amici o, quando manco a scuola, posso chiedere ai miei amici i compiti.
Samuele e i social network Io ho quasi in tutti i social network un account personale ma quello che uso di più è Facebook. Secondo me è utile perché, quando manco da scuola, chiedo i compiti su Facebook, oppure posso comunicare con persone care lontane o semplicemente conoscere nuovi amici. I miei genitori mi controllano spesso quando lo uso e a volte lo usano anche loro perché hanno colleghi o amici su Facebook. Comunque Facebook dovrebbe avere la censura per alcune foto che mettono certi utenti. Io ho anche Messenger, Twitter e What’s app che però uso molto poco. Facebook mi piace perché ci sono link che puoi condividere e puoi vedere cosa dicono le persone. Con What’s app invece puoi mandare messaggi gratis per un anno a tutti e dopo l’anno li pagherai solo pochi centesimi. Io ho un buon rapporto con Facebook e gli altri social network e penso che siano utili. Noemi e i social network Io conosco molti social network ma come account utilizzo soprattutto Facebook e lo sfrutto per chattare con i miei amici e familiari. Sono molto “affezionata” a questo tipo di social network perché mi permette di parlare, comunicare, scambiare le opinioni con il mondo. Ho cominciato a sapere della sua esistenza all’età di nove anni attraverso una mia amica che si era iscritta l’anno prima, ma ho iniziato ad utilizzarlo a dieci anni. Quello che è strano è che quando ti trovi a chattare con un conoscente ci si sente più “sciolti” nel parlare che quando si è di persona, capita pure che hai come amicizia delle persone che nella vita quotidiana, quando ci si incontra, neanche ci si saluta. Questo per me succede perché molte persone hanno problemi a socializzare con gli altri mentre dietro ad un computer ci si sente più sicuri. Però un consiglio che seguo sempre è quello di selezionare le amicizie, infatti mi è capitato di accettare l’amicizia di un conoscente che dopo un po’ si è permesso di insultarmi con parolacce pesanti senza che io l’avessi offeso; dopo quell’episodio ho subito cancellato il contatto e adesso accetto solo chi conosco bene.
Luca e i social network Io conosco molti social network però ho l’account solo di Facebook e Skype. Facebook è il social network più utilizzato sia dai giovani che da persone adulte. Ho fatto l’account circa una settimana fa perché tutti i miei amici sono registrati. I miei genitori mi hanno dato il permesso di farlo per mettermi d’accordo con i miei amici e parlare con loro però non vogliono che passi troppo tempo davanti al computer. Per me i social network hanno diversi aspetti positivi perché puoi condividere e commentare i post dei tuoi amici e puoi chattare con amici che abitano lontani, però può essere usato per scopi negativi come prendere in giro un compagno o creare un falso account. Io uso poco i social network perché mi piace più giocare all’aria aperta e stare con gli amici. Invece per alcune persone è divenuta una vera e propria dipendenza perché sfruttano tutto il loro tempo per chattare con i loro amici e per avere più contatti accettano l’amicizia di persone che non conoscono. Erika e i social network Io conosco tanti social network ma non ho l’account in tutti. Ho Facebook da quasi un anno, i miei genitori lo sanno e alcune volte me lo controllano. Ne faccio buon uso. Di solito chatto con i miei amici quando sto male e non vado a scuola oppure per far passare il tempo. Solo una volta ho litigato con un mio amico ma il giorno dopo ho voluto chiarire di persona e abbiamo fatto pace. Ho anche Viber e What's App da 5 mesi e li uso quando devo mandare messaggi gratis ai miei amici. Mi sento più spesso con la mia amica Francesca e i miei genitori lo sanno. Ho g-mail da qualche mese ma lo uso pochissimo, per aggiornarmi su quello che succede dentro e fuori la scuola. I miei genitori lo sanno e raramente lo controllano. Io amo la musica e uso YouTube per ascoltarla, ma non ho un account. Questi account li uso pochissimo e i miei genitori li controllano; per me fanno bene, è giusto che si preoccupino; io ne faccio buon uso perché so le conseguenze che possono provocare se ne abusi.
Sofia e i social network Io conosco molti social network ma mi sono iscritta solo a Facebook nel 2010, come molti dei miei compagni di scuola. All’inizio lo usavo soprattutto per giocarci e sinceramente non ci stavo quasi mai. Ora molte volte chatto insieme ai miei compagni e quasi sempre con le stesse persone perché alcuni compagni ci stanno tutto il giorno mentre altri quasi mai. Mi ci diverto e grazie a Facebook ho anche ritrovato delle mie cugine che non vedevo da anni e sono riuscita a parlare con una mia amica che si è trasferita a Fermo. Non è che ci sto molto perché la maggior parte del tempo sono a casa di mio nonno e lui non ha il computer. Mi collego soprattutto la sera. Secondo me Facebook può essere sia positivo che negativo perché, nel mio caso, sono riuscita a ricontattare delle mie cugine ma se viene usato male si possono anche offendere delle persone, compagni o amici. Chiara e i social network Ormai da tre anni, partecipo a vari social network che sono molto utili ma devono essere utilizzati poco tempo e soprattutto facendo attenzione. Uno tra i tanti che frequento spesso e sicuramente il più importante per gli adolescenti è Facebook. Io non ho un account mio, ma possiedo quello di mia madre creato circa due anni fa, che uso liberamente e i miei amici sanno che mi connetto sempre io e non lei; lo uso per un’ora e mezzo circa ogni giorno. I miei genitori mi consentono inoltre di partecipare a What’s App, dove ho creato un gruppo con le mie amiche per organizzare gli allenamenti di pallavolo, e uso anche Viber per parlare con i compagni di scuola. Di solito vengo controllata da mia madre perché, come tutti, è molto protettiva ma si fida di me e quindi sono poche le volte che va a “curiosare”. Esistono molti aspetti positivi di questi social network come poter chattare senza spendere soldi, svagarsi un po’ dopo la scuola e sapere notizie ed esclusive ; nonostante ciò gli aspetti negativi sono diversi perché per molti questo può creare una vera e propria dipendenza oppure molte persone possono entrare nel tuo account e minacciarti o spaventarti.
Francesca e i social network Io conosco diversi social network, come Facebook, Twitter, Messenger, Youtube o Skype. Io, tra questi, partecipo a Viber e What’s App. Mi sono iscritta da poco, da circa un mese e mezzo, precisamente da quando i miei genitori mi hanno comprato un cellulare nuovo, nel quale si possono scaricare le applicazioni. Essi lo sanno, anzi, mi sono iscritta sotto la loro supervisione, mi controllano sempre e vedono se sono online e cosa scrivo. Io uso molto sia Viber che What’s App, ma soprattutto quest’ultimo, perché in esso chatto nel gruppo della mia squadra di pallavolo e con le mie amiche di scuola. Di solito, utilizzo questi social network dopo aver finito i compiti, anche se ad ogni messaggio che arriva, la tentazione di rispondere è tanta. Con essi, non ho mai avuto esperienze negative, come spesso accade tra i ragazzi, ma cerco di farne buon uso. Io penso che siano un buon mezzo per comunicare, ad esempio gli orari delle partite oppure per organizzarci per uscire. Quindi, va bene utilizzare i social network, però è importante non esagerare e non farla diventare una dipendenza. Tanti miei compagni di classe che hanno Facebook, purtroppo, passano il pomeriggio a chattare tra loro e alcune volte non riescono a finire i compiti per questo; perciò è importante che il social network sia usato con moderazione, perché sennò si rischia di diventare degli “schiavetti” del computer.