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STUDIARE LATINO, OGGI. Massimo Gioseffi (massimo.gioseffi@unimi.it) Liceo Vittorini, Milano 24 marzo 2010. PRIMA PARTE. Assioma n. 1. Non ci sono generazioni più o meno dotate. Assioma n. 2. Non esistono generazioni uguali le une alle altre. Un esempio storico.
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STUDIARE LATINO, OGGI Massimo Gioseffi (massimo.gioseffi@unimi.it) Liceo Vittorini, Milano 24 marzo 2010
Assioma n. 1 Non ci sono generazioni più o meno dotate
Assioma n. 2 Non esistono generazioni uguali le une alle altre
Un esempio storico Giuseppe Giusto Scaligero Università di Leida, Olanda (post 1572)
Qualche dato oggettivo Italiano fortemente ridotto nella sua conoscenza lessicale e di applicazione Mancanza di conoscenze storiche capa-ci di orientare in testi che fanno riferimento a un immaginario che non è quello attuale L’estetica dello zapping
Assioma n. 3 Le durate temporali non sono tutte uguali
Latino in internet • traduzioni • curiosità generiche • FAQ • questioni particolari • bibliografie • pdf di saggi – articoli o parti di libri e riviste • banche dati, soprattutto testi, immagini, siti archeologici
Dante, Pg. 2.108 l’amoroso canto che mi solea quetar tutte mie… doglie/voglie
Due operazioni Ricostruzione filologica Attualizzazione
Gli antichi cambiano • per acquisizione di nuovi testi • per acquisizione di nuovo sapere • perché cambiamo noi • perché cambiano le domande che poniamo loro • perché cambiano le risposte che diamo ai problemi che poniamo loro
Virgilio, la prima egloga Titiro e Melibeo s’incontrano nel primo meriggio; Titiro sta sdraiato a cantare il suo amore per la bella Amarillide, mentre Melibeo è costretto a trascinare le greggi lontano dai campi che furono suoi e che ora gli sono stati espropriati. Melibeo si stupisce che Titiro possa vivere in tanta pace e gliene chiede ragione; Titiro racconta di come, grazie a un provvidenziale viaggio a Roma, abbia riscattato la propria libertà e conquistato il favore di un iuvenis deus, rimanendo indisturbato sulle proprie terre. A Melibeo, costretto a partire, resta il rimpianto per i beni perduti.
Due fatti storici adozione a scuola degli auctores mancato ricambio degli auctores alla fine del tardoantico e nelle epoche seguenti
Thomas Mann, Buddenbrooks (1901) Se il senatore Buddenbrook avesse avuto due figli, certamente al secondo avrebbe fatto fare il liceo classico e terminare gli studi. Ma la ditta aveva bisogno di un continuatore, e oltre a ciò, Thomas credeva di fare il bene del ragazzo dispensandolo dalle inutili fatiche del greco.
A. Prévost, Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut (1731) Les lumières que je devais à l’amour me firent trouver de la clarté dans quantité d’endroits d’Horace et de Virgile, qui m’avaient paru obscurs auparavant. Je fis un commentaire amoureux sur le quatrième Livre de l’Énéide; je le destine à voir le jour, et je me flatte que le public en sera satisfait.
John Keats 1816 On First Looking into Chapman’s Homer 1819 La Belle Dame sans Merci 1820 Lamia
1. un viandante (il cavaliere ~ Licio ~ Odisseo ~ Menippo); • 2. una figura femminile soprannaturale (la dama ~ Lamia ~ Calipso ~ il fantasma-donna); • 3. una dimora isolata (la grotta della dama ~ il palazzo di Lamia ~ la grotta di Calipso ~ la casa della donna/fantasma); • 4. l’intenzione della donna di tenere il viaggiatore con sé, in eterno isolamento e come sposo; • 5. tre volte su quattro l’intervento di una figura autorevole che vanifica tale disegno (Apollonio ~ Hermes ~ Apollonio – ne La Belle Dame non c’è salvezza ma dannazione).
Il banchetto di Lamia (a) 1. una prima parte (vv. 106-145) inquadra i pre-parativi della sala, che Lamia cura in solitudine, dirigendo uno stuolo di servi invisibili. 2. una seconda (vv. 146-172) descrive l’arrivo degli ospiti, specie Apollonio, il cui comportamento «filosofico» si distingue da quello degli altri commensali. 3. nella terza (vv. 173-198) è descritta la sala apparecchiata e ha inizio il banchetto, con l’uscita degli ospiti, rinfrescati e ornati, dall’anticamera.
Il banchetto di Lamia (b) 4. la quarta (vv. 199-212) marca il momento in cui il vino esercita il suo effetto, producendo un’impen- nata del volume di voce nei convitati. 5. una quinta (vv. 213-238) si apre con il picco dell’effetto del vino, e contiene una digressione contro la filosofia (vv. 221-238). 6. una sesta (vv. 239-311) si apre con Licio che leva una coppa di vino e propone un brindisi, cercando l’assenso di Apollonio: questo avvia l’epilogo tragico, che si concreta nello «smascheramento» di Lamia, poi nella morte di Licio.
Il banchetto di Didone (a) 1. preparativi del banchetto, in assenza degli ospiti, su ordine della regina (vv. 637-642 + 643-656). 2. intermezzo divino che culmina con l’arrivo alla reggia degli ospiti, e in particolare dell’ospite che causerà la peripezia tragica, Cupido travestito da Ascanio (vv. 657-694 + 695-700). 3. gli ospiti, che hanno già preso posto nella sala, ricevono dai servi acqua per rinfrescarsi, pani e stuoie morbide su cui distendersi; descrizione dell’opulenza del banchetto.
Il banchetto di Didone (b) 4. la comissatio (vv. 723-727). 5. Didone prenda un’iniziativa di discorso all’interno del banchetto: ciò accade (vv. 728-740) con la proposta del brindisi. (Nec non et vario noctem sermone trahebat / infelix Dido longumque bibebat amorem)