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STORIA DEL CRISTIANESIMO IN EUROPA: il Medioevo e la prima età moderna. ALCUNI ANTECEDENTI STORICI:
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STORIA DEL CRISTIANESIMO IN EUROPA: il Medioevo e la prima età moderna.
ALCUNI ANTECEDENTI STORICI: • il cristianesimo, grazie all’ Editto di Milano (313 d.C.) dell’ imperatore Costantino, ottenne libertà di culto e di riunione nell’ Impero romano; • con Teodosio, nel 380, il cristianesimo divenne la religione dell’ Impero: i valori cristiani (solidarietà, pace, cura dei poveri, famiglia, dignità della persona umana, uguaglianza fra gli uomini) s’ innestarono nella cultura e negli usi e nei costumi dell’ Impero, modificandoli profondamente. La Chiesa conobbe, quindi, una nuova stagione missionaria.
- Negli stessi secoli in cui si andava affermando il cristianesimo, l’ Impero romano stava attraversando una forte crisi di tipo economico e politico. L’esercito romano non riuscì a contrastare le pressioni dei popoli barbari(Unni, Visigoti, Ostrogoti, …) che si affacciavano all’ Europa. Nel 476 cadde l’ Impero romano d’ Occidentee, con esso, l’ unità europea che i romani seppero creare.
La figura del VESCOVO: la scomparsa delle strutture civili imperiali fece emergere nelle città la figura del vescovo, il quale divenne il punto di riferimento per tutta la comunità. Tra le sue funzioni ricordiamo: • - celebrare le funzioni liturgiche; • amministrare i beni della comunità; • organizzare la difesa della città durante gli attacchi.
ATTIVITA’ MISSIONARIA: nonostante la forte crisi politica di questo periodo (VI sec.), la Chiesa conobbe una nuova stagione missionaria: obiettivo era portare il messaggio evangelico ai popoli (politeisti) con cui l’Impero romano era venuto in contatto. L’evangelizzazione di nuovi territori contribuì, per prima, a formare un’ unità culturale europea, le cui basi furono poste dall’ unificazione religiosa.
Tra i grandi missionari dei popoli nordici ricordiamo: • san REMIGIO per i Franchi (VI sec. d.C.); • GREGORIO MAGNO per l’ Inghilterra (VI sec.); • san PATRIZIO per l’ Irlanda (VI sec.); • san BONIFACIO per le popolazioni; germaniche (VII sec.); • san COLOMBANO per la Gallia (592); • san CIRILLO e san METODIO per la Moravia (861).
GREGORIO MAGNO: papa dal 590 al 604. Figura determinante nel processo di unificazione culturale e religiosa di questo periodo. Durante il suo pontificato fu l’unico grande punto di riferimento religioso, politico e culturale in Europa. Gregorio comprese che l’unità dei popoli europei poteva essere creata solo attraverso l’unità religiosa: promosse quindi il primato del papa come punto di riferimento un’ unica fede, un’ unica Chiesa e un’ unica Europa.
MONACHESIMO: altro fenomeno che ha giocato un ruolo determinante nella realizzazione dell’ unità religiosa e politica europea. Grazie ad esso la cultura cristiana si diffuse in tutta Europa. I monaci cristiani scelsero di ritirarsi in luoghi deserti e isolati; la loro giornata trascorreva in solitudine (tra preghiera, contemplazione e penitenza), nel tentativo di mettere in pratica la povertà suggerita dal Vangelo e una profonda unione spirituale con Dio.
UN PO’ DI STORIA sul MONACHESIMO: • nacque in Egitto intorno al 200; • in breve tempo si diffuse in Palestina, Siria e Cappadocia; • assunse inizialmente la forma eremitica (i monaci cercavano la solitudine per dedicarsi completamente a Dio); • la sua rapida diffusione comportò l’esigenza di organizzarlo(nacquero le regole monastiche); • si diffuse in Occidente intorno al IV sec.
I monaci si occuparono di • lavori di bonifica delle paludi; • agricoltura; • botanica. Essi promossero l’architettura, la pittura, la scultura, la musica, facendo dei monasteri i più grandi centri di cultura.
SACRO ROMANO IMPERO: l’ unificazione spirituale e culturale dell’ Europa trovò la sua massima espressione politica nel Sacro Romano Impero, proclamato con l’ incoronazione di Carlo Magno (avvenuta nella notte di Natale dell’ anno 800 da parte di papa Leone III). Tale riconoscimento fu la naturale conseguenza dell’ impegno di Carlo a diffondere e a difendere il cristianesimo (si pensi alle continue invasioni barbariche di questo periodo).
La nascita del Sacro Romano Impero: • garantì una certa sicurezza alla Chiesa; • creò tensioni con i cristiani d’Oriente (l’ imperatore dell’ Impero Romano d’ Oriente temeva che la creazione del Sacro Romano Impero fosse una manovra per ridurre il suo peso e il suo prestigio politico): è l’ inizio delle tensioni fra Cattolici e Ortodossi; • l’imperatore del Sacro Romano Impero tentava di intervenire sempre più negli affari della Chiesa (egli sceglieva uomini di sua fiducia come vescovi): è l’inizio della lotta per le investiture.
LOTTA PER LE INVESTITURE: è il contrasto che tra il 1075 e il 1122 oppose Papato e Impero sul diritto di conferire cariche ecclesiastiche. Questi due poteri (l’uno di carattere spirituale, l’ altro di carattere temporale) entrarono quindi in tensione: il papa pretendeva l’ autonomia per la nomina dei vescovi e l’ imperatore non voleva rinunciare al potere di scegliere vescovi che fossero uomini di sua fiducia.
Il potere delle investiture, da parte dell’ imperatore, determinò una situazione di crisi e di decadenza (corruzione) della Chiesa sempre crescenti. Nacque così una forte esigenza di rinnovamento (vedere in tal senso la RIFORMA GREGORIANA).
RIFORMA GREGORIANA: il nome deriva dal suo promotore, papa Gregorio VII. Egli s’ impegnò per sottrarre la Chiesa al controllo imperiale di Enrico IV. Gregorio comprese che il meccanismo delle investiture era alla base della corruzione della Chiesa e osteggiò fortemente la compravendita di cariche ecclesiastiche (simonia). Gregorio, nel 1075, emanò il decreto Dictatus papae.
Dictatus papae: affermava che • solo il papa aveva il diritto di nominare o di destituire i vescovi; • i vescovi o l’imperatore non potevano deporre il papa né giudicare le sue affermazioni; • Il papa poteva deporre l’ imperatore e qualsiasi altro potere politico perché il suo potere era superiore (derivava direttamente da Dio).
UMANESIMO e RINASCIMENTO Dopo un’epoca in cui il divino aveva dominato ogni dimensione della vita umana, cominciò a farsi strada un nuovo modo di pensare: l’Umanesimo e il Rinascimento spostarono progressivamente l’attenzione dal mondo divino a un nuovo interesse per l’uomo, di cui si esaltavano la ragione e il fare pratico.
Con l’Umanesimo e il Rinascimento la cultura si rinnovò completamente in ogni campo (arti, scienze, lettere). Anche la Chiesa, come le altre corti dei signori, divenne un centro di produzione artistica in campo sia letterario, sia musicale, sia figurativo. Come i principi, anche i pontefici proteggevano e sovvenzionavano gli artisti più importanti.
LA RIFORMA PROTESTANTE Anche se florida dal punto di vista intellettuale, la Chiesa si trovava in un momento particolarmente difficile: i sovrani degli stati europei mal sopportavano la politica di accentramento burocratico e fiscale esercitata dal Papato e rivendicavano la loro autonomia. Vari mali travagliavano la Chiesa al suo interno: simonia, nepotismo, una ricchezza eccessiva, il mancato rispetto dei principi religiosi.
Era dunque necessaria una riforma che riportasse la Chiesa alla purezza dei valori evangelici. Tra le cause di questa riforma si possono indicare: • critiche di tipo morale rivolte alla Chiesa romana; - radici di tipo teologico e forti inquietudini umane e sociali.
Martin Lutero, monaco agostiniano, sacerdote e professore di teologia, fu la personalità più importante tra coloro che tentarono di mettere in atto tale riforma. Quanto scaturì dal suo pensiero e dalle sue azioni non era più conciliabile con la dottrina della Chiesa romana: i suoi principi in materia ecclesiastica divennero noti come Riforma protestante.
La prima occasione per manifestare le proprie idee fu offerta dalla polemica contro la prassi ecclesiale delle indulgenze. Contro tale prassi si rivolsero le 95 tesi formulate da Lutero per esprimere il proprio disagio verso una Chiesa non sempre all’altezza del messaggio di Gesù e denunciare la sete di ricchezza e di potere presente tra molti vescovi e sacerdoti.
Le tesi ebbero una vasta risonanza in tutta l’area tedesca e la decisione di Papa Leone X di finanziare la costruzione dell’attuale Basilica di S. Pietro, ricorrendo alle elemosine dei fedeli con la concessione di indulgenze a chi avesse collaborato al finanziamento dell’opera, acuì il malcontento. I sostenitori di Lutero passarono ben presto dalla critica alle indulgenze alla critica dell’autorità della Chiesa, anteponendo l’autorità delle Scritture a quella del Papa.
Proviamo a sintetizzare i nuclei principali del pensiero di Lutero: - Sola Gratia e sola Fide: la salvezza dell’uomo da parte di Dio non dipende dalle opere buone, ma dipende unicamente dalla grazia di Dio e dalla fede del credente. - Sola Scriptura: la Bibbia contiene tutta la verità rivelata da Dio e non ha bisogno di essere chiarita o completata dalla Tradizione e dalla mediazione della Chiesa. Ogni cristiano in virtù del Battesimo e dell’azione dello Spirito Santo ha il diritto di leggere la Bibbia e di interpretarla per proprio conto (= libero esame) senza dipendere dall’insegnamento della Chiesa.
L’unico capo della Chiesa è Cristo e quindi non c’è bisogno del Papa e nemmeno dei vescovi e dei sacerdoti. • I Sacramenti che hanno un fondamento biblico sono soltanto due: il Battesimo e l’Eucaristia. • La fede senza Sacramenti salva, i Sacramenti senza la fede non salvano. - Il culto va reso solo a Dio (abolizione del culto dei santi).
LA CHIESA ANGLICANA Nella prima metà del Cinquecento anche l’Inghilterra si staccò dalla Chiesa cattolica senza aderire in un primo tempo alla Riforma luterana. Enrico VIII (1509-1547) per motivi dinastici e politici si staccò da Roma e, attraverso l’Atto di supremazia, si fece proclamare dal Parlamento “Capo supremo della Chiesa d’Inghilterra”. Fece giustiziare chi gli si opponeva e cominciò a perseguitare gli appartenenti agli ordini religiosi, a far chiudere monasteri e conventi e a far confiscare le loro terre, vendendole a ricchi nobili e borghesi e utilizzando i proventi in spese militari.
La conversione dell’Inghilterra all’anglicanesimo ebbe inizio soltanto sotto Edoardo VI: nel 1549 venne introdotto il Book of Common Prayer che ormai non rispecchiava più la dottrina cattolica. Sotto la regina Maria la Cattolica (1553-1558) fu ristabilito il cattolicesimo e i protestanti furono perseguitati, ma con Elisabetta I (1558-1603) l’anglicanesimo si riaffermò (il cattolicesimo riuscì però a sopravvivere grazie a una rete di sacerdoti che vivevano in clandestinità).
IL CONCILIO DI TRENTO Sotto la spinta della Riforma protestante la Chiesa cattolica sentì la necessità di accelerare il processo di rinnovamento, che anche nella Chiesa cattolica era in atto, e di rispondere al pensiero luterano. Il momento fondamentale di questo processo (Controriforma) fu il Concilio di Trento, convocato dal Papa Paolo III nel 1545, che si concluse diciotto anni dopo, nel 1563. Molti furono i temi trattati e i provvedimenti disciplinari presi dai padri conciliari.
In particolare il Concilio stabilì che: • - la Sacra Scrittura deve essere letta, studiata e meditata dal credente ma con la guida del Magistero e della Tradizione della Chiesa; • la fede in Dio e in Gesù unico Salvatore è necessaria, ma non sufficiente per ottenere la salvezza eterna: non c’è separazione tra fede e opere perché “la fede senza le opere è morta”;
i Sacramenti sono sette e sono segni efficaci della salvezza operata da Gesù Cristo al di là della fede di colui che li riceve o di colui che li amministra; • la Tradizione è ciò che gli Apostoli hanno ricevuto dalla bocca dello stesso Gesù e che essi hanno trasmesso oralmente sotto l’impulso dello Spirito Santo e che la Chiesa conserva mediante la successione apostolica;
relativamente al sacrificio della Messa, venne stabilita la dottrina della transustanziazione, secondo la quale nel mistero dell’eucaristia il pane e il vino divengono realmente corpo e sangue di Cristo (Lutero affermava invece la consustanziazione, cioè la presenza simultanea del pane e vino e del corpo di Cristo); - vennero istituiti seminari che avevano il compito di formare spiritualmente nuovi sacerdoti e prepararli culturalmente sotto il diretto controllo dei vescovi.