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Immaginazione e giudizio. Citazioni prima lezione. Hannah Arendt.
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Immaginazione e giudizio Citazioni prima lezione
HannahArendt • “[…] la società moderna nella sua disperata incapacità di formulare giudizi è destinata a prendere ogni individuo per ciò che egli stesso si considera e si professa e a giudicarlo su questa base. Una straordinaria fiducia in se stessi e l’esibizione di questa fiducia susciterà perciò fiducia negli altri; la pretesa di essere un genio desterà negli altri la convinzione di trovarsi davvero di fronte a un genio […] In una simile atmosfera diviene possibile ogni genere di frode poiché non sembra esserci proprio più nessuno a cui quantomeno interessi la differenza tra frode e autenticità. Le persone perciò cadono preda di giudizi espressi apoditticamente, in quanto il tono apodittico li libera dal caos di un numero infinito di giudizi totalmente arbitrari” • (HannahArendt, 1951-2, A tavola con Hitler)
Leo Steinberg • “Sono solo con questa cosa, e sta a me valutarla, in assenza di standard disponibili. Il valore che assegnerò a questo dipinto mette alla prova il mio coraggio personale. Qui posso scoprire se sono preparato a sostenere la collisione con un’esperienza nuova. Sto cercando di sfuggirle mediante la mia analiticità eccessiva? Sono stato a origliare le conversazioni altrui? Cercando di formulare certi significati visti in quest’arte – sono congegnati per dimostrare qualcosa di me stesso o costituiscono un’esperienza autentica? • Sono senza fine, queste domande, e le risposte non sono tenute in serbo in alcun luogo. Una nuova immagine può gettarti in una sorta di auto-analisi, e per questo le sono grato. Il dipinto mi lascia in uno stato di incertezza ansiosa, sulla pittura, su me stesso. E sospetto che sia giusto così. In realtà, non mi fido molto di quelli che, solitamente, quando vengono messi di fronte a opere d’arte nuove, sanno già quel che è grande e quel che è destinato a durare”. • (Leo Steinberg, 1972, OtherCriteria).
Foucault, Le philosophemasqué • Intervista a Michel Foucault Le philosophemasqué(Christian Delacampagne per Le Monde, 6-7 aprile 1980, poi in DitsetEcrits vol. IV vol.) • CD. Ma il pubblico non si aspetta forse che il critico gli fornisca dei resoconti precisi del valore di un’opera? • FOUCAULT: Non so se il pubblico si aspetti o meno che il critico giudichi opere o autori. Credo che i giudici fossero lì prima ancora che il pubblico potesse dire che cosa volesse. Sembra che Courbet avesse un amico che si svegliava di notte urlando “ Voglio giudicare!, Voglio giudicare!”. È sorprendente come la gente ami giudicare. Il giudizio viene ammesso ovunque, sempre. Forse è una delle cose più semplici che sia dato fare all’umanità. E lei sa bene che l’ultimo uomo, quando le radiazioni avranno finalmente ridotto in cenere il suo ultimo nemico, si siederà dietro un tavolo traballante e comincerà il processo all’individuo che ne è il responsabile. • Non riesco a non sognare una critica che non cerchi di giudicare, ma di portare in vita un’opera, un libro, una frase, un’idea; accenderebbe fuochi, vedrebbe crescere l’erba, ascolterebbe il vento, catturerebbe la spuma del mare nella brezza e la spargerebbe. Moltiplicherebbe, non i giudizi, ma i segni di esistenza; li convocherebbe, li trascinerebbe fuori dal loro sonno. Forse talvolta li inventerebbe – tanto meglio. La critica che sputa sentenze mi fa addormentare; mi piacerebbe una critica fatta di salti scintillanti dell’immaginazione. Non sarebbe sovrana né vestita di rosso. Porterebbe il fulmine di tempeste possibili.
MurakamiHaruki, Kafka sulla spiaggia • Fra tanti, scelgo un volume sul processo di Adolf Eichmann […] Su una pagina bianca alla fine del libro, Oshima ha annotato qualcosa a matita […] • È tutto un problema di capacità di immaginazione. Yeats ha scritto: In dreamsbeginresponsibilities. È perfettamente vero. Rivoltando la frase, si può dire che dove non esiste la forza dell’immaginazione, non possono nascere delle responsabilità. Come l’esempio di Eichmann dimostra. • Trad. it. pp. 142-3, Einaudi
Aristotele sensazione-desiderio-fantasia (cfr. scritti F. Lo Piparo) • un animale non può desiderare senza immaginazione [àneuphantasìa]. • De Anima 432a 9-10 • gli oggetti immaginati [taphantasmata] sono come quelli percepiti [aisthemata], salvo il fatto che sono senza materia. • De Anima 428a 10-11 • Poiché il provar piacere è una modalità del sentire e la phantasia è una sensazione debole [aisthsistisasthenes], al ricordare e allo sperare si accompagna sempre la phantasia di ciò che si ricorda e di ciò che si spera. • Retorica 1370a 27-30
Aristotele autocoscienza operativa • chi vede percepisce di vedere, chi ode percepisce di udire, chi cammina percepisce di camminare e similmente per le altre attività c’è un percepire del fatto che siamo in attività e perciò noi percepiamo di percepire e pensiamo di pensare. • Etica Nicomachea, 1170a 29-32 • Dal momento che noi percepiamo di vedere e di udire, è necessario che il percepire di vedere si svolga o con la vista o con un altro senso. Ma <in quest’ultimo caso> lo stesso senso percepirà sia la vista che il colore che è oggetto della vista. Pertanto o vi saranno due sensi che percepiscono il medesimo oggetto oppure la sensazione sarà sensazione di se stessa. Inoltre, se il senso che percepisce la vista fosse differente dalla vista o si innesca un processo all’infinito o la sensazione sarà sensazione di se stessa: allora tanto vale attribuire questa capacità al primo • De Anima 425b 12-17
Aristotele immaginazione sensibile/deliberativa • La phantasia sensibile [phantasiaaisthetikè] esiste anche negli altri animali, la phantasia deliberativa esiste negli animali logico-linguistici [e de bouletiké en toislogistikois]. Fare questo o quello è opera di una ragionamento discorsivo [logismou` ergon] e perciò è necessario usare un’unica unità di misura dal momento che si persegue il meglio: così è possibile fare di più rappresentazioni mentali [phantasmata] un’unica rappresentazione mentale. E la ragione per cui <gli animali non umani> sembrano non avere opinione è che non hanno la phantasia che deriva dalla connessione discorsiva [eksyllogismou`]. Perciò <negli animali non umani> il desiderio non include la capacità deliberativa • De Anima 434a 5-12
Aristotele immaginazione e pensiero • il pensare <umano> [tonoein] è un tipo di rappresentazione mentale [phantasiatis] e, comunque, non sussiste senza rappresentazione [àneuphantasìas]. • De Anima 403a 8-10