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IL LAVORO PER IL RILANCIO DEL FRIULI. PRIORITA’ LAVORO Per ridurre la disoccupazione, far crescere l’occupazione e l’economia. Fulvio Mattioni, economista. Udine, 28 ottobre, 2011. Indice. 1. LA PRIORITA’ LAVORO
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ILLAVORO PER ILRILANCIO DELFRIULI PRIORITA’LAVORO Per ridurre la disoccupazione, far crescere l’occupazione e l’economia Fulvio Mattioni, economista Udine, 28 ottobre, 2011
Indice • 1. LA PRIORITA’ LAVORO • Slide n.1 – Le priorità dell’Italia secondo le famiglie del FVG, in % delle famiglie residenti • Slide n.2 – La priorità lavoro nel Nord/Est e in Italia, in % delle famiglie residenti • 2. FARE I CONTI CON LA CRISI, PER ANDARE OLTRE • Slide n.3 – Tassi di disoccupazione 2007/2010 in FVG: generale, femminile, maschile e giovanile • Slide n.4 – Il tasso di disoccupazione generale 2007/2010 nelle province del FVG • Slide n.5 – Lo stock di lavoratori disoccupati, mobilitati e sospesi in FVG: prima e dopo la crisi • Slide n.6 – Misurare più adeguatamente l’eredità della crisi nel 2010, in % delle forze di lavoro • Slide n.7 – Crisi uguale per tutti? Il calo occupazionale del FVG, per classi di età dei lavoratori • Slide n.8 – Il fenomeno dei giovani NEET, in % della corrispondente classe di età • 3. LISBONA 2000-2010 e STRATEGIA EUROPA 2020 • Slide n.9 – LISBONA 2010: gli obiettivi mercato/lavoristici e i risultati raggiunti dal FVG • Slide n.10 – LISBONA 2010: il confronto regionale italiano • Slide n.11 – LISBONA 2010: un autoesame del tasso di occupazione generale • Slide n.12 – LISBONA 2010: la performance formativa degli adulti FVG nel life/long learning • Slide n.13 – STRATEGIA EUROPA 2020: l’obiettivo per una crescita INCLUSIVA • 4. RIPENSARE le POLITICHE del LAVORO • Slide n.14 – Ripensare le Politiche del Lavoro • Slide n.15 – Ripensare le Politiche del Lavoro (anche in FVG) • GLOSSARIO Minimo
Fonte: Istat La priorità lavoro 1. Le priorità dell’Italia prima e dopo la crisi secondo le Famiglie del FRIULI V.G., in % di famiglie residenti Prima della crisi la priorità era la CRIMINALITA’ (51,5% delle famiglie del FVG). Dopo la fine della fase acuta della crisi è la DISOCCUPAZIONE (quasi l’80% delle famiglie) Immigrazione, evasione fiscale, povertà seguono con una scala inferiore di importanza. Interessano, però, una quota di famiglie del FVG compresa tra il 23,8% ed il 32,4% Coerentemente con la priorità indicata, il 42% delle famiglie del FVG non è soddisfatto della situazione economica; il 42,7% la giudica peggiorata rispetto a 12 mesi prima. Con riferimento all’adeguatezza delle proprie risorse il 31,7% delle famiglie del FVG la giudica scarsa ed il 4,8% del tutto insoddisfacente. Famiglie con priorità strane, quelle del FVG?
Fonte: Istat La priorità lavoro 2. La priorità lavoro nel Nord-Est, nel Nord-Ovest e in Italia: confronto 2008-2010, in % di famiglie NO! Anche nel mitico Nord-Est la priorità lavorocresce esponenzialmente (interessa 3 famiglie su 4 nel 2010, come nel Nord-Ovest). Erano 4 su 10 e 5 su 10, rispettivamente, nel 2008. Nel Sud la crescita è minore ma il livello era già elevato nel 2008 (79,7%) Nella media italiana la priorità disoccupazione interessa l’80% delle famiglie. Come ripetutamente sottolineato dal presidente Napolitano (e, più recentemente, dal governatore della Banca d’Italia) il lavoro è la priorità di tutta l’Italia: dal Nord al Sud. Ma anche la leva del rilancio
Fonte: Istat Fare i conti con la crisi, per andare oltre 3. I tassi di disoccupazione del Friuli V.G. nel 2007 e nel 2010: generale, femminile, maschile e giovanile, in % delle forze di lavoro corrispondenti In valori assoluti si passa dai 18.500 disoccupati del 2007 ai 30.700 del 2010. Si aggiungono 7.800 maschi (+102,7%) e 4.435 femmine (+40,9%) per un totale di 12.235 disoccupati addizionali (+66,3%) Il tasso di disoccupazione generale del FVG nel periodo pre-crisi (2007) era del 3,4% e sale al 5,7% nel 2010 nonostante l’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali sperimentato nel periodo. Il traino è dato dal sensibile aumento del tasso maschile che passa dal 2,4% al 5,1% (novità assoluta) e dall’ulteriore aumento di quello (già elevato) giovanile (18% nel 2010) Tra i giovanissimi disoccupati (15-24 anni) sono maggiormente penalizzate le femmine (T.D. del 22,1%) rispetto ai maschi (T.D. del 14,8%) a fronte di un tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge il 18% nel 2010
Fonte: Istat Fare i conti con la crisi, per andare oltre 4. Il tasso di disoccupazione nelle province del FVG nel 2007 e nel 2010, in % delle forze di lavoro In FVG il tasso di occupazione generale sale dal 3,4% al 5,7%, nel Nord-Est dal 3,1% al 5,5%. Mentre nella provincia di TS rimane stabile, nelle altre 3 province cresce sensibilmente Nelle due province di PN (6,2%) e UD (6,0%) si raggiunge il livello più elevato perché la crisi è principalmente crisi manifatturiera. Ma il tasso di disoccupazione coglie per intero l’impatto della crisi sul MDL? Come accade, negli altri Paesi UE con i quali ci confrontiamo?)
Fare i conti con la crisi, per andare oltre 5. Lo stock di lavoratori disoccupati, mobilitati e sospesi del FVG: confronto 2007-2010 In definitiva, i lavoratori colpiti dalla crisi sono oltre 61 mila (nel 2010). Si sono più che raddoppiati rispetto al 2007. La metà di essi è residente nella provincia di Udine I lavoratori in esubero (disoccupati più mobilitati) erano 27.426 nel 2007 e 45.573 nel 2010. Saranno un numero molto simile nel 2011. Ma … attenzione agli esuberi potenziali legati al possibile venir meno degli ammortizzatori sociali I lavoratori sospesi dal lavoro si sono quasi DECUPLICATI nel medesimo periodo salendo a 15.713 nel 2010 (erano 1.676 nel 2007). Saranno oltre 13 mila nel 2011. Almeno il 70% sono potenziali esuberi in quanto coperti da CIGS o CIGD Fonte: Istat
Fare i conti con la crisi, per andare oltre 6. Una misura sintetica della crisi nel 2010: confronto FVG e provincia di UD, in % delle forze di lavoro I lavoratori sospesi sono il 2,9% delle forze di lavoro del FVG, il 3% a UD ed il 3,95 a PN. Il 70% in FVG e l’80% in provincia di UD fruiscono di CIGS o CIGD. Di fatto, sono potenziali esuberi Gli esuberi (nel 2010) sono l’8,5% delle forze di lavoro in FVG. In provincia di UD l’8,7%, a PN il 9% L’11,4% di coloro che vogliono lavorare in FVG non può farlo perché in esubero rispetto alle esigenze delle imprese o perché sospeso dal lavoro. In ITALIA tale quota sale al 13,6% Fonte: Istat
Fonte: Istat Fare i conti con la crisi, per andare oltre 7. La crisi è uguale per tutti i lavoratori? Il calo degli occupati in FVG, per classi di età dei lavoratori La perdita occupazionale di lavoratori giovanissimi (15-24 anni) è pari al 12,6% e quella dei lavoratori giovani (25-34 anni) raggiunge il 13,8%. La prima è a carico dei maschi, la seconda è equi/distribuita tra i generi Nel confronto 2007-2010 in FVG sono stati persi 14.327 occupati (-2,7%). La crisi, tuttavia, non colpisce i lavoratori in modo uniforme, tutt’altro La componente più giovane dei lavoratori (15-34 anni) perde 20.800 unità (-13,5%) in FVG a fronte di un incremento di 6.510 unità (+1,8%) degli over-34. I più giovani pagano dapprima l’ingresso nel MDL (con precarietà e basse retribuzioni) e poi la crisi con la perdita del posto di lavoro. La crisi, insomma, non è democratica
Fonte: Istat Fare i conti con la crisi, per andare oltre 8. Il fenomeno dei giovani NEET (Not in Education, Employment or Training) Cresce il numero dei giovani (15-29 anni) che non studia e non lavora: in Italia sono il 21,2%! 1 giovane donna ogni 4 e 1 giovane maschio ogni 5 Nel Centro-Nord sono il 13,2%, in FVG sono il 14,2%: il 10% tra i maschi ed il 18,5% tra le femmine I NEET non hanno né presente né futuro se non vengono intercettati. Si aggiungono ai giovani disoccupati (con un presente problematico) e ai giovani precari (con un futuro incerto). Serve una politica ad hoc per un inserimento lavorativo dei giovani che sia stabile e professionalizzante
Fonte: Istat Lisbona 2000-2010 e STRATEGIA EUROPA 2020 9. Lisbona 2000-2010: i 3 obiettivi mercato-lavoristici (T.O. generale, femminile e lavoratori maturi) e i risultati del FVG A fronte dell’obiettivo di un T.O. generale pari al 70%, il FVG è passato, in 10 anni, dal 61,7% al 63,6% per colpa - anche - della crisi successiva al 2007. La crescita è stata di circa 2 punti rispetto agli 8 necessari La crescita del T.O. femminile è stata più significativa ancorché insufficiente a centrare l’obiettivo. Il FVG è salito al 55,5% rispetto al 46,4% iniziale grazie al part/time e alla regolarizzazione delle lavoratrici straniere Il T.O. del lavoratori maturi (55-64 anni) presupponeva un raddoppio del livello in essere nel 2000. Questo è passato dal 24,6% iniziale al 33,1% del 2010: un valore decisamente inferiore al 50% richiesto da Lisbona 2010. Come si inseriscono le 3 performance evidenziate dal FVG nel quadro regionale italiano?
Fonte: Istat Lisbona 2000-2010 e STRATEGIA EUROPA 2020 10. La performance dei Tassi di Occupazione (T.O.) del FVG: il confronto regionale italiano Il FVG è 8° nel T.O. generale; 6° in quello femminile e 19° nel T.O. dei lavoratori maturi E se Lisbona avesse previsto esami?
Fonte: Istat Lisbona 2000-2010 e STRATEGIA EUROPA 2020 11. Lisbona 2010: l’autoesame condotto sul T.O. generale dell’Economia Vi sarebbero stati pochi promossi (6 Paesi tra cui la Germania), 6 rimandati e 15 bocciati, nell’ipotesi che la media UE a 27 (64,2%) faccia da spartiacque tra i rimandati ed i bocciati. L’Italia, bocciata, è 25° (su 27) attardata dal divario Nord-Sud che non supera quota 44%. Ma anche dalla debole performance del Nord-Est (dal 64,2 al 65,8) e del Nord-Ovest (64,5) La crescita del Centro-Nord è da attribuire all’aumento dei lavoratori/trici stranieri. Che al Sud, ovviamente, non ci poteva essere.
Fonte: Istat Lisbona 2000-2010 e STRATEGIA EUROPA 2020 12. La performance formativa del FVG: gli Adulti che partecipano all’apprendimento permanente La quota di occupati che frequenta è, nel 2009, pari al 7,3% (in calo). Quella degli adulti inoccupati (disoccupati e inattivi) è del 6,6%, anch’essa in calo. In ITALIA non si và oltre il 6% della popolazione adulta, nel Centro è al 6,8%, e nel Nord-Est al 6,7% La quota di popolazione adulta (25-64 anni) che frequenta la formazione professionale o un corso di studio è salita, in FVG, dal 5,8% del 2001 al 7,1% del 2009. Rimane, tuttavia, una quota decisamente inferiore a quella richiesta da Lisbona 2010 (pari al 12,5%) Strategia Europa 2020 la considera un fattore cruciale di competitività e di inclusione lavorativa
Lisbona 2000-2010 e STRATEGIA EUROPA 2020 13. Strategia Europa 2020: per una crescita INCLUSIVA STRATEGIA EUROPA 2020, approvata da poco, persegue per tutti i 27 Paesi UE una CRESCITA, intelligente (conoscenza e innovazione), sostenibile (che spreca meno risorse ed é più verde) e, soprattutto, INCLUSIVA INCLUSIVA significa caratterizzata da alti livelli di Occupazione, Coesione sociale e Produttività. Gli obiettivi mercato/lavoristici che la realizzano sono due: 1. un T.O. (20-64-anni) = 75%; 2. la riduzione del 20% della popolazione a rischio di povertà che fenomeno in crescita dei lavoratori poveri), quasi sempre giovani, precari e con basse remunerazioni. L’Italia parte da un T.O. 20-64 anni del 61,1% (2010) per giungere al T.O. del 75% nel 2020. Il FVG da un T.O. del 68,8%. Per tutte e due urge l’adozione di una strategia di crescita occupazionale ed economica capaci di sostenere nel tempo il risanamento finanziario chiesto dalla BCE Fonte: Eurostat
Ripensare le politiche del lavoro Porre al centro le politiche del lavoro per fronteggiare la disoccupazione e accrescere il potenziale di sviluppo dell’economia italiana e del Friuli V.G. è un atto dovuto. Perché richiestoci da STRATEGIA EUROPA 2020, dalla BCE e dal presidente Napolitano. Il recente accordo Sindacato-Confindustria è un prima importante presa d’atto verso tale direzione cui debbono fare seguito l’assunzione di responsabilità e di indirizzo provenienti dalla politica con l’elaborazione dei provvedimenti necessari. Dal versante politico, peraltro, va abbandonato “l’approccio negazionista” sintetizzato dallo slogan NON C’È PROBLEMA che si riverbera anche in materia di mercato del lavoro. Come si è visto c’è troppo lavoro inutilizzato sia in Italia che in FVG: il problema, dunque, c’è e va affrontato fattivamente. Da abbandonare anche “l’approccio fideistico”, sintetizzato dallo slogan “la ripresa ci sarà solo se ci crediamo tutti”. Nei prossimi 6 mesi l’economia sarà ferma nonostante nostri eroici sforzi intimistici. • Obbligatorio sanare le debolezze strutturali del MDL italiano evidenziate dal recente Consiglio UE : • la segmentazione della legislazione a tutela dell’occupazione (ad es. i lavoratori con contratti a tempo indeterminato godono di tutele elevate e quelli con contratti atipici di nessuna); • l’estrema frammentazione del sistema di indennità di disoccupazione e di godimento degli ammortizzatori sociali divide i lavoratori tra lavoratori di serie A, B, C e … N.C.; • la mancanza di un sistema unico di certificazione delle competenze e di riconoscimento degli standard di F.P. (che, invece, faciliterebbe la mobilità del lavoro interregionale e tra i Paesi UE); • la scarsa efficacia dei Servizi per l’Impiego pubblici, in particolare al Sud; • la quota elevata di lavoro irregolare, che esige un rafforzamento dell’azione di contrasto; • una ancora insufficiente partecipazione al lavoro delle donne (da rafforzare con disponibilità di asili, servizi di assistenza e politiche di conciliazione, in particolare sugli orari). • una evoluzione dei salari slegata dall’andamento della produttività (contrattazione aziendale).
Ripensare le politiche del lavoro (anche in FVG) Si risponde adeguatamente al forte cambiamento richiesto dalla UE e dalla BCE in tema di lavoro con la semplice riproposizione della strumentazione fin qui adottata in FVG? E’ meglio concentrare energie e risorse su pochi interventi significativi? O impegnarsi su molte azioni (10 in FVG) e progetti (42 in FVG) calibrati su target particolari e limitati? Non sarebbe necessario disporre di una documentazione tecnica che quantifichi beneficiari, costi e risultati fin qui conseguiti, che individui punti di forza e di debolezza e che proponga soluzioni alternative tra cui poter scegliere? • L’assetto istituzionale fin qui adottato in materia di MDL (il livello provinciale) è da riconfermare oppure no? La domanda si pone per l’emergere di 3 aspetti, ovvero: • la discussione politica in atto sulla soppressione dell’ente provinciale; • la necessità di aumentare il raggio di mobilità dei lavoratori per il ricollocamento degli esuberi e per la formazione d’ingresso dei giovani e degli esuberi (questi ultimi sono molto aumentati); • il vantaggio di avere una regia unica della rete dei soggetti del MDL e degli interventi. E’ da rafforzare il ruolo ed i compiti dell’Agenzia Regionale del Lavoro approfondendo ulteriormente la riconosciuta capacità di produzione di statistiche mercato/lavoristiche, di monitoraggio degli interventi inerenti il MDL e la formazione professionale impegnandola anche nella predisposizione della documentazione richiesta in precedenza? Insomma, consolidare l’ARL del FVG o sopprimerla? Diamo priorità assoluta ai giovani lavoratori con clausole contrattuali che pongano rimedio alla mancanza di tutele e che individuino un percorso professionalizzante? Sarebbe un segnale forte di fiducia nel futuro e un buon inizio per abbattere un tasso di disoccupazione prossimo al 20%. Chiedendo la necessaria riconferma degli ammortizzatori per il 2012, il FVG non potrebbe dare un esempio innovativo estendendo l’obbligatorietà di una F.P. utile a tutti i beneficiari degli ammortizzatori sociali stessi? Tante domande ed un augurio di un buon lavoro a tutti.
Glossario lavoro Glossario minimo Forze di lavoro: comprendono le persone occupate e quelle disoccupate. Occupati: le persone di 15 anni e più che: a) hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che prevede un corrispettivo monetario o in natura; b) hanno svolto almeno una ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente; c) sono assenti dal lavoro (ad es., per ferie o malattia). Persone in cerca di occupazione: le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che: a) hanno effettuato almeno una azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare entro le due settimane successive; b) oppure, che inizieranno un lavoro entro 3 mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare una attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro. Inattivi: sono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione. Inoccupati: comprendono i disoccupati e gli inattivi. Tasso di occupazione (T.O.): rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento. Tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro. Tasso di occupazione femminile: rapporto tra le occupate e la corrispondente popolazione di riferimento. Tasso di occupazione giovanile: rapporto tra gli occupati compresi nella classe di età 15-24 anni e la corrispondente popolazione di riferimento. CIG, CIGS, CIGO: la cassa integrazione guadagni (CIG) è disciplinata dagli artt.1,2 e 3 della L. 223/1991 ed è il più importante ammortizzatore sociale italiano. Prevede 2 istituti, vale a dire: la cassa integrazione e guadagni ordinaria (CIGO) finalizzata ai lavoratori delle imprese che versano in difficoltà di carattere temporaneo e la cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) finalizzata ai lavoratori delle imprese in crisi, ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione produttiva, fallimento. Sono beneficiari i lavoratori delle imprese industriali con più di 15 dipendenti, quelli delle imprese del commercio con più di 50 e delle aziende dell’editoria.
Glossario minimo Mobilità: ammortizzatore sociale previsto per i lavoratori licenziati a seguito di crisi o ristrutturazione aziendale. Consiste in misure di sostegno al reddito, azioni per la ricollocazione dei lavoratori e incentivi all’azienda che li assume. Si distingue in: 1) mobilità indennizzata, ai sensi della L. 223/1991 e 2) mobilità giuridica o non indennizzata, ai sensi della L. 236/1993 che prevede la sola iscrizione nelle liste di mobilità. In FVG 2 mobilitati su 3 ricadono nella seconda fattispecie. Esuberi: lavoratori disoccupati e lavoratori iscritti alle liste di mobilità. Esuberi potenziali: lavoratori in CIGS di aziende che scontano una crisi strutturale. Lavoratori sospesi: lavoratori beneficiari della cassa integrazione guadagni (CIG). Lavoratori TPE: lavoratori equivalenti tempo pieno. Nel caso del computo del numero dei lavoratori sospesi, il monte ore complessivo delle integrate viene diviso per 1.650 ore annue che rappresenta l’orario medio annuo di lavoro di un occupato alle dipendenze. Lavoratori giovani: i lavoratori compresi nella fascia di età 15-24 anni. Nel nostro lavoro sono considerati giovani i lavoratori compresi nella coorte di età 15-34 anni e giovanissimi quelli nella coorte 15-24 anni. Lavoratori maturi o anziani: i lavoratori compresi nella fascia di età 55-64 anni. Obiettivi di Lisbona: contenuti nel Trattato di Lisbona (2000). Quelli mercato/lavoristici sono tre e riguardano il tasso di occupazione generale (posto pari al 70% nel 2010), il tasso di occupazione femminile (il 60% nel 2010) e il tasso di occupazione dei lavoratori maturi (età compresa tra i 55 ed i 64 anni), pari al 50%. Strategia Europa 2020: la sua finalità generale si sintetizzata così: più posti di lavoro e una vita migliore. I 5 macro-obiettivi che guidano la strategia riguardano l’occupazione, la ricerca e l’innovazione, il cambiamento climatico e l’energia, l’istruzione e la lotta contro la povertà. Per l’occupazione è previsto il raggiungimento di un tasso di occupazione 20-64 anni pari al 75% e la riduzione del 20% delle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà entro 2020.
Glossario minimo Lavoratori poveri: fenomeno recente per cui vi sono lavoratori, quasi esclusivamente giovani che, pur lavorando, si collocano attorno alla soglia di povertà a motivo della precarietà del rapporto di lavoro, delle basse qualifiche professionali e delle scarse o inesistenti tutele sindacali. NEET: fenomeno in crescita in tutta Europa che interessa i giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano (acronimo inglese: Not in Education, Employment or Training). Area dell’Euro (AE 17): è rappresentata dai 17 Paesi che hanno adottato la moneta unica, ovvero Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. UE a 27: oltre ai 17 Paesi dell’AE appena menzionati, vi fanno parte la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Danimarca, l’Ungheria, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Romania, la Svezia e la Gran Bretagna. Adulti che partecipano all’apprendimento permanente: le persone in età 20-64 anni che frequentano, nell’anno di riferimento, la formazione professionale o un corso di studio. Il traguardo di Lisbona 2010 era la quota del 12,5%. Linea di povertà standard relativa: è pari alla spesa media pro capite per una famiglia di due componenti. In Italia, nel 2010, è stata fissata in 992,46 euro mensili. Nord-Est: macroripartizione formata dalle regioni Emilia R., Friuli V.G., Veneto e Trentino A.A.. Nord-Ovest: macroripartizione formata dalle regioni Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Centro: macroripartizione formata dalle regioni Lazio, Marche, Toscana e Umbria. Mezzogiorno: macroripartizione formata dalle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.