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L'ITALIA DIVISA DEL 1454. Un equilibrio precario. Dei cinque principali stati italiani nessuno riuscì a prevalere sugli altri. A Milano dopo la pace di Lodi (1454) salì al potere Ludovico Sforza il Moro, reggente per il nipote Gian Galeazzo II Sforza, che per rafforzare la sua
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Un equilibrio precario Dei cinque principali stati italiani nessuno riuscì a prevalere sugli altri. A Milano dopo la pace di Lodi (1454) salì al potere Ludovico Sforza il Moro, reggente per il nipote Gian Galeazzo II Sforza, che per rafforzare la sua posizione strinse accordi con il re di Francia Carlo VIII.
Venezia, pressata dai turchi che nel 1453 avevano conquistato Constantinopoli, dovette rinunciare a molti avamposti commerciali. A Firenze, dopo la morte di Cosimo, il figlio Piero dovette affrontare la crescente opposizione delle potenti famiglie cittadine rivali. Riunite attorno alla famiglia dei Pazzi esse ordirono nel 1478 una congiura ai danni di Lorenzo e Giuliano (figli di Piero), riuscendo però ad uccidere solo quest'ultimo. Lorenzo, detto il Magnifico, governava la città dal 1469, forte dell'appoggio della popolazione. Egli riuscì a opporsi al papa Sisto IV e ottenne l'appoggio del re di Napoli, Ferdinando d'Aragona. Affermò, inoltre, il primato culturale di Firenze in tutta Europa.
I regni meridionali In seguito agli accordi fissati con la pace di Caltabellotta (1302) tra Federico II d'Aragona e Roberto d'Angiò, l'Italia meridionale era stata divisa in due. Il regno di Napoli però ripiombò nel caos quando nel 1435 Giovanna II non lasciò alcun erede. Alfonso V d'Aragona, già sovrano di Sicilia e Sardegna, riuscì ad imporsi e nel 1442 assunse la corona e spostò la corte a Napoli. L'arco trionfale marmoreo, che si trova all'ingresso del Castel Nuovo di Napoli (o "Maschio Angioino"), fu eretto per volere di Alfonso d'Aragona, che vi volle celebrare la conquista del Regno di Napoli nel 1443.
Alla morte del re Alfonso d'Aragona si ebbe una nuova divisione: - il Regno di Napoli passò al figlio naturale Ferrante- quello di Sicilia con alcuni domini iberici al fratello Giovanni. Durante il regno di Ferrante i rapporti tra sovrano e nobili furono spesso burrascosi. Lo Stato pontificio Dopo il ritorno della Curia a Roma (1377) e l'organizzazione fiscale voluta da Albornoz, lo Stato pontificio cominciava a funzionare. Rimaneva però difficile il controllo del vasto territorio, a causa della sua disgregazione favorita dalla pratica del nepotismo.
Nepotismo: consisteva nella tendenza di alcuni papi a favorire i propri familiari, spesso figli illegittimi o nipoti. Per esempio Innocenzo VIII fece cardinale suo nipote e, per ragioni di opportunismo politico, anche il figlio appena tredicenne di Lorenzo il Magnifico, destinato a divenire papa con il titolo di Leone X. Questa consuetudine si tramutò nella concessione, a titolo personale, di città e fortezze. Il caso più emblematico fu quello di Papa Alessandro VI Borgia e di suo figlio Cesare Borgia. Questi era detto il Valentino perchè aveva ricevuto dal re di Francia, Luigi XII, il Ducato di Valentinois (un'antica provincia francese) e iniziò, forte dell'appoggio del padre, la conquista della Romagna.
Il pretesto usato da Cesare fu quello di voler ricondurre i territori sotto il dominio del papa, in realtà voleva solo costruire un dominio personale. La morte del padre Alessandro VI interruppe i suoi progetti e il nuovo papa, Giulio II, lo fece imprigionare. La rottura dell'equilibrio La già difficile situazione italiana andò peggiorando dopo la morte di Lorenzo il Magnifico e di Innocenzo VIII, infatti i rapporti tra i vari stati regionali divennero sempre più tesi. Vediamo i momenti più salienti: 1) Ludovico il Moro per rafforzare il suo potere invita il re francese Carlo VIII d'Angiò a venire in Italia, per riprendere il dominio sul Regno di Napoli in mano agli aragonesi.
2) L'avanzata del sovrano francese fu facile e con il suo arrivo a Milano Ludovico il Moro riuscì a eliminare il nipote Gian Galeazzo II Sforza.3) A Firenze i Medici vennero cacciati e fu instaurata la Repubblica con Girolamo Savonarola (1494-1512).4) Gli Stati italiani allarmati dall'arrivo di Carlo VIII formarono una lega antifrancese alla quale partecipò lo stesso Ludovico il Moro.5) Carlo VIII si ritira nel 1495 e la sua impresa si può giudicare fallimentare.6) Il successore di Carlo VIII, Luigi XII, rivendica come suoi il Regno di Napoli e il Ducato di Milano.
7) Luigi XII si accorda a questo punto con Venezia e con il papa Alessandro VI e rendendo prigioniero Ludovico il Moro conquista Milano. 8) Cercò un compromesso con Ferdinando d'Aragona per la spartizione del Regno di Napoli. 9) Ferdinando dopo un iniziale sostegno a tale proposta gli dichiara guerra e conquista per sé il Regno di Napoli. 10) Con la pace di Lione la Francia dovette rinunciare al Mezzogiorno perché anche la Sicilia passò in mano a Ferdinando.
11) Venezia, nel frattempo, cercò di approfittarne per conquistare la Romagna dopo la morte di Cesare Borgia, ma si trovò ostacolata dal nuovo papa Giulio II e dalle principali potenze europee. 12)Uniti nella Lega di Cambrai (1508) questi stati inflissero una dura sconfitta alla Repubblica di Venezia ad Agnardello nel 1509. 13) A questo il papa Giulio II temendo un eccessivo rafforzamento del potere francese si alleò con la Confederazione Svizzera, la Spagna e l'Impero per isolarlo. 14) Con la pace di Noyon nel 1516 i contendenti giunsero ad un compromesso: alla Francia di Francesco I andò il Ducato di Milano e alla Spagna il Regno di Napoli.
FINE Presentazione a cura della Prof.ssa Maria Grazia Massari Istituto Alberghiero “F. Martini” Montecatini Terme (PT)