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PPE e PDF (ovvero il piede piatto essenziale e il pediatra di famiglia). Ubaldo D’Errico PdF ASL Napoli2 Nord NAPOLI-18/05/2013 13° Congresso FIMP Napoli. Definizione e classificazione. In letteratura sono descritti tre tipi di piede piatto: -congenito -secondario
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PPE e PDF(ovvero il piede piatto essenziale e il pediatra di famiglia) Ubaldo D’Errico PdF ASL Napoli2 Nord NAPOLI-18/05/2013 13° Congresso FIMP Napoli
Definizione e classificazione • In letteratura sono descritti tre tipi di piede piatto: -congenito -secondario -essenziale Quello che sostanzialmente interessa il pediatra di famiglia è il terzo tipo.
Il piede piatto essenziale,sulla base di un mero criterio cronologico,si suddivide in due forme principali: -il piede piatto lasso dell’infanzia -il piede piatto essenziale dell’adolescenza (che non è altro che la continuazione del primo).
Il piede piatto lasso dell’infanzia si colloca cronologicamente tra il 3° ed il 6° anno di vita ed è praticamente sempre asintomatico. Si rende evidente solamente sotto carico mentre in scarico ed in punta di piedi la sua morfologia è del tutto normale.
Il piede piatto essenziale dell’adolescenza si colloca cronologicamente tra il 6° ed il 13°anno di vita,ma a questa età può diventare sintomatico. Per questo motivo viene distinto in tre sottogruppi: -piede piatto funzionale -piede piatto contratto -piede piatto strutturato Queste forme,morfologicamente identiche,hanno in comune un eccessivo svolgimento dell’elica plantare e la pronazione del calcagno.
La forma cosiddetta funzionale è asintomatica. • Essa si rende evidente solamente sotto carico,mentre in scarico o in appoggio sulle punte il piede mostra una morfologia plantare del tutto normale,in maniera del tutto sovrapponibile al piede piatto lasso dell’infanzia.
Il piede piatto contratto ed il piede piatto strutturato sono invece sintomatici. In questi casi l’eccessivo svolgimento dell’elica plantare rimane tale anche in scarico ed il calcagno conserva in punta di piedi il suo assetto in pronazione. Supinando manualmente il calcagno o iperestendendo l’alluce il piattismo può risultare più o meno correggibile,ma nei casi estremi può divenire irriducibile anche in narcosi. Vi si associano dolore,zoppia e limitazione funzionale di vario grado.
Storia naturale • Il dato che emerge dalla letteratura è che il 90-95% dei piedi,partendo da una condizione di fisiologico piattismo,assume alla fine dell’accrescimento (intorno agli 11-13 anni) una morfologia “normale”, intendendosi per normale una impronta plantare che può essere più o meno ampia ma che non deve comportare dolore o disturbi funzionali.Perchè va sottolineato che deve essere la presenza di sintomatologia correlata e non la morfologia dell’impronta la discriminante tra ciò che è patologico e ciò che è normale.
Esistono diversi studi che fanno ritenere il piattismo plantare asintomatico funzionale,detto anche piede piatto morfologico o piede piatto flessibile,una variante anatomica di un piede a tutti gli effetti normale. • Secondo molti autori “il piede piatto in età adulta,se si mantiene flessibile,non modifica la funzionalità e va considerato una variante anatomica di un piede, a tutti gli effetti,forte e stabile”.
Conclusioni • Alla luce dei dati della letteratura il piede piatto valgo,nella quasi totalità dei casi,è l’espressione morfologica di uno stadio evolutivo o di un ritardo maturativo del piede o una variante anatomica normale.Solo in una piccolissima percentuale di casi è l’espressione clinica di una condizione patologica rimasta inespressa,che può cominciare a dar segno di sé tra i 6 e gli 11-13 anni.
A questa età infatti arriva il momento evolutivo durante il quale il piede inizia ad irrigidirsi: le strutture capsulo-legamentose perdono gradualmente elasticità, parallelamente alla maturazione scheletrica,facendo venir meno il compenso ad eventuali dismorfie congenite.Per cui emergono i conflitti osteo-articolari ed i sovraccarichi funzionali dell’apparato osteo-mio-tendineo,responsabili del corredo sintomatologico doloroso e funzionale.
La monolateralità dell’affezione,la facile affaticabilità del bambino,il dolore localizzato al piede o irradiato alla gamba,la limitazione funzionale,la mancata auto-correggibilità sono i segni che,singolarmente o in associazione,qualificano il piattismo plantare come condizione patologica. • All’ortopedico spetterà,per tali casi,l’approfondimento diagnostico,alla ricerca della causa che ha determinato il piattismo e porre in essere un trattamento chirurgico capace di rimuoverla (chirurgia eziologica),il meno invasivo possibile (chirurgia mini-invasiva) e prevenire l’ulteriore strutturazione della deformità (chirurgia precoce).
In assenza di una chirurgia eziologica (raramente si riesce ad evidenziare la causa che determina il piattismo) le endo-ortesi senotarsiche sono oggi gli strumenti più efficaci per ottenere,con un impegno chirurgico minimale,una stabile correzione della deformità prima che si strutturi stabilmente rendendo necessari interventi più invasivi (osteotomie,artrodesi).
Dai 3 ai 6 anni PPE lasso dell’infanzia 80 % NORMALIZZAZIONE Dai 6 ai 13 anni PPE lasso dell’adolescenza NORMALIZZAZIONE 1-5% ASINTOMATICO SINTOMATICO Funzionale PP morfologico o flessibile Contratto o dismorfico Strutturale o sinostosico Nessun trattamento Intervento