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Dalle Primavere arabe alla Palestina membro osservatore delle nazioni unite . Storia contemporanea Corso di laurea triennale 2013-2014. Carta mondo arabo. Primavera Araba.
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Dalle Primavere arabe alla Palestina membro osservatore delle nazioni unite Storia contemporanea Corso di laurea triennale 2013-2014
Primavera Araba Termine di origine giornalistica dei media occidentali per indicare una serie di proteste, iniziate nell’inverno 2010/2011 nel Medio Oriente, Nord Africa. Gli arabi usano la parola rivoluzione Fattori che hanno portato alle proteste • corruzione, • assenza di libertà individuali, • violazione dei diritti umani • peggioramento delle condizioni di vita dovute alla crescita del prezzo dei generi alimentari
Tecniche di protesta Le proteste adottano tecniche di resistenza civile: • scioperi, manifestazioni, marce e cortei • atti estremi come suicidi (divenuti noti tra i media come "auto-immolazioni") e l'autolesionismo • uso di social network come Fascebook e Twitter per organizzare, comunicare e divulgare gli eventi a dispetto dei tentativi di repressione statale
Le proteste cominciano in Tunisia • Tunisia indipendente dal 1955 • 1955-1987. Fase socialista con presidente Bourghiba • 1987: colpo di stato del generale Ben Ali. La Tunisia viene governata col pugno di ferro • 17 dicembre 2010. Gesto disperato di un ambulante, Mohamed Bouazizi, che si dà fuoco per protestare contro il sequestro da parte della polizia della sua merce. • 27 dicembre il movimento di protesta si diffonde anche a Tunisi, dove giovani laureati disoccupati manifestano per le strade della città e colpiti dalla mano pesante della polizia.
Il 13 gennaio • 13 gennaio il presidente Ben Ali sulla tv nazionale si impegna a lasciare il potere nel 2014 e promette che garantirà la libertà di stampa. • Le manifestazioni continuano. • Meno di un’ora dopo decreta lo stato d’emergenza e coprifuoco. • Poco dopo il primo ministro Mohamed Ghannouchi dichiara di assumere la carica di presidente ad interim fino alle elezioni anticipate. • In serata: annuncio che Ben Ali, dopo 24 anni al potere, ha lasciato il Paese, fuggendo in Arabia saudita.
Una rivoluzione incompiuta • 23-24 ottobre 2011. Elezioni per la nuova Assemblea Costituente. Ennahdha, il partito islamista, è il vincitore delle prime elezioni tunisine nel dopo Ben Ali. • 13 dicembre 2011. Eletto presidente MoncefMarzouki (medico e attivista per i diritti umani, Gandiano). Nomina come primo Ministro HamadiJebali che fa parte del partito moderato islamista Ennahda • Una rivoluzione incompiuta che ha portato la minoranza Islamica Salafita (che si salda agli islamisti del partito Ennhada) alla vittoria nel paese fino ad ora più laico dell’intero Medio Oriente
La rivolta si propaga all’Egitto Egitto: paese filo-occidentale governato con la legge marziale: arresti preventivi e controllo diretto sui media • 25 gennaio 2011: "giornata della collera", convocata da opposizione e società civile contro la carenza di lavoro e le misure repressive. Violenti scontri: feriti ed arresti Richieste: • liberazione dei detenuti politici • la liberalizzazione dei media • contro la corruzione e i privilegi dell'oligarchia.
I fratelli musulmani 1928. Hasanal-Banna a Ismailyya fonda l’Associazione dei Fratelli musulmai - si oppongono alla secolarizzazione dellle nazioni islamiche - rifiutano l’influenza occidentale - agiscono nei settori dell’educazione, della sanità, delle attività sociale Nasser fa sciogliere l’associazione e imprigionare gli aderenti Qualche apertura con Sadat e Mubarak
Ergastolo a Mubarak Mubarak al potere dal 1981 (dipendente dagli USA, porta il paese verso un sistema economico capitalista, governa con la legge marziale) 29 gennaio 2011. Giornata della “collera”, contro le carenze del lavoro e le misure repressive • Mubarak licenzia il governo e nomina come suo vice l’ex capo dell’intelligence, Omar Suleiman. • Proseguono scontri e manifestazioni 5 febbraio si dimette l’esecutivo del Partito nazionale democratico di Mubarak • Alcuni giorni dopo Mubarak delega tutti i suoi poteri a Suleiman. 11 febbraioSuleiman annuncia le dimissioni di Mubarak mentre oltre un milione di persone continuano a manifestare nel paese. Mubarak si rifugia a Sharm. 2 giugno 2012 Mubarak viene arrestato, riconosciuto colpevole della morte di 850 manifestanti, e condannato all'ergastolo .
I Fratelli musulmani al potere • 23 giugno 2012. Elezioni presidenziali. Vincono i fratelli musulmani con 52% • Morsy è il nuovo presidente Egiziano • 29 novembre 2012. Morsy emana un decreto costituzionale che gli garantisce potere assoluto sull'Egitto e salvaguarda le sue decisioni da qualsiasi pericolo • Proteste e sciopero dei giornalisti • Viene annunciato che il 15 dicembre 2012 si procederà ad un referendum popolare per approvare la nuova Costituzione • L’opposizione chiede una nuova costituzione e un regime democratico • Morsy ritira una parte del decreto costituzionale del 29 novembre
In Giordania Re Abdallah al potere dal 7 febbraio 1999, filo-occidentale, filo-saudita, disponibile verso Israele Sommosse meno gravi a cui i giornali danno poco spazio • 5 ottobre 2012Prova di forza ad Amman dell'IslamicActionFront, il braccio politico dei Fratelli Musulmani giordani, che porta nelle strade della capitale almeno 50mila attivisti e simpatizzanti per chiedere l'attuazione delle riforme politiche annunciate • 24 novembre 2012. Nuova ondata di proteste contro il carovita, aumento del prezzo del carburante (+53%). Traballa la monarchia, cresce il consenso alle opposizioni islamiste.
La Libia prima di Gheddafi • Muhammar Gheddafi al potere da quarant’anni 1912-1943. La Libia è colonia italiana 1943. Viene occupata dagli Alleati 1947. Trattato di pace : la Libia sotto l’amministrazione fiduciaria di Inghilterra e Francia 1951, 24 dic. Col favore dell'ONU, la Libia dichiara la propria indipendenza come Regno Unito di Libia, monarchia ereditaria e costituzionale sotto re Idrisal-Sanusi 1969 Gheddafi prende il potere con un programma di nazionalizzazioni
La rivolta • Permangono le divisioni tribali • 16 febbraio2011: a Bengasi scontri fra manifestanti, scontenti per l'arresto di un attivista dei diritti umani. Nel frattempo si tengono manifestazioni a sostegno del governo di Gheddafi • 21 febbraio: la rivolta si allarga anche alla capitale Tripoli • dal 25 aprile: guerra civile e intervento NATO • 20 ottobre:Muammar Ghaddafi viene catturato e ucciso vicino a Sirte. • 12 luglio 2012. Vittoria alle prime elezioni democratiche da parte del liberaleJibril: (60enne economista, laureato all'Università di Pittsburgh, premier uscente del Consiglio Nazionale di Transizione). • Stupore perché si tratta di uno Stato tradizionalmente conservatore e omogeneo a livello etnico e religioso. D'altra parte, i partiti islamisti - in primis i Fratelli Musulmani - non godono della stessa grande popolarità che si è registrata in Egitto
La guerra civile in Siria • Contro il presidente Bacharel-Assad • febbraio 2011: sommosse popolari = moto di contestazione, simile a quelli che si svolgono nel resto del mondo arabo nello stesso periodo, che interessa numerose città • Obiettivo: spingere il presidente ad attuare le riforme necessarie a dare un'impronta democratica allo stato
Oleodotti in Siria • L'aspetto più importante della Siria non sono le sue riserve (la Siria ha riserve di petrolio totali pari a 2,5 miliardi di barili), ma la posizione strategica tra i Paesi del Golfo ed il Mediterraneo. • La zona è un crocevia di oleodotti e traffici • Il principale di questi oleodotti, quello che da Kirkuk arriva al porto siriano di Banias, è stato bloccato dagli USA all'inizio della guerra irachena nel 2003. • In Siria passa anche un vecchio e non dimenticato oleodotto, chiuso fin dal 1948, che dalla zona nordirachena di Mosul/Kirkuk portava petrolio al porto israeliano di Haifa • Entrambi gli oleodotti sono quindi ad oggi ancora chiusi. Ma c'è la necessità che vengano riaperti, nel quadro strategico che vuole urgentemente sia l'aumento che il controllo dei terminali energetici del Mediterraneo
Ancora oleodotti • Nel luglio 2011 l’Iran ha firmato accordi relativi al trasporto di gas attraverso l’Iraq e la Siria, accordi che rendono la Siria un punto di incontro e di produzione in collegamento con le riserve del Libano. • Si tratta di quindi di uno spazio geografico, strategico ed energetico che si apre e che include Iran, Iraq, Siria e Libano. • Gli ostacoli che il progetto ha sofferto per oltre un anno, suggeriscono il grado della battaglia per la Siria e il Libano, e allo stesso tempo illuminano il ruolo svolto dalla Francia, che vede storicamente l’area del Mediterraneo orientale come una sua zona d’influenza che dovrebbe sempre servire ai suoi interessi
Il quadro delle alleanze e degli interessi esterni Gruppi a favore di BacharHassad • Sciiti del libano e qualche famiglia maronita • Alawiti del Libano Gruppi contrari a BacharHassad • Sunniti del Libano • Sauditi • Asse Turchia-Teheran: petrolio indispensabile per Turchia • Curdi siriani • Alcuni componenti di Hamas • Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Comando Generale, presente nel campo profughi palestinese di Yarmouk
Le ripercussioni della guerra siriana sul Libano Primo ministro libanese: NajibMikati (ex-primo ministro: FuadSiniora) Presidente: Michel Suleiman • Il Libano non risente delle primavere arabe, ma registra una grande tensione di riflesso alla situazione siriana • Scontro a Tripoli tra sunniti e alawiti (filo siriani). Gli alawiti in Libano non hanno mai avuto un ministro, un governatore, sindaci, avvocati • Da Tripoli e altre località partono viveri, armi e denaro per i ribelli siriani. Gli alawiti provano a fermare questi traffici.
I profughi siriani I siriani fuggiti all'estero (al dic. 2012) secondo i dati dell’ ONU sono 509.559, ospitati da Libano, Giordania e Turchia. In Giordania da mesi si accalcano sia profughi sia disertori, prima detenuti in un campo a Salt, e ora convogliati in un campo in pieno deserto, il campo di Za’atari • uno strumento al servizio del conflitto siriano; un campo in cui controllare meglio le persone, a discapito di qualsiasi valutazione sulla protezione dei diritti umani e dei più vulnerabili. • un campo utile a contenere migliaia di siriani, soprattutto se ci sarà un intervento internazionale, che potrebbe passare non solo dalla Turchia, ma anche dal sempre più filo-saudita governo giordano. • Sono proprio le associazioni caritatevoli saudite a egemonizzare gli aiuti dalla metà del 2011.
In Palestina Sembra non risentire delle primavere arabe. 20 ottobre 2012: Elezioni in Cisgiordania • Hamas non partecipa • ANP sconfitta a Nablus, Jenin e Ramallah • ANP vince a Betlemme, Qalqilia, Hebron (ha votato solo il 33% degli aventi diritto), Gerico, Salfit e Tulkarem. Anche nei villaggi ha ottenuto meno della metà dei seggi • In genere hanno vinto liste indipendenti di ex-dirigenti di Fatah • Poche le donne elette Visite di ministri e capi di stato arabi e non solo • Emiro Qatar (23 ott. 2012) • Emiro del Bahrain • Anche Erdogan (Turchia) promette una visita a Gaza
Operazione “Pilastro di Difesa” Antecedenti. Uccisione mirata di Ahmad Al Jabari, capo delle milizie Ezz al Din al Qassam, che stava conducendo trattative segrete per una tregua con Israele • Gaza risponde con missili • Israele attacca con l’operazione “Pilastro di difesa” Motivi dell’attacco • Dare una lezione ai palestinesi • Test per una guerra regionale • Verifica delle alleanze dopo le primavere araba • Nuova partnership con l'Egitto
Le alleanze palestinesi Significativi, in tale quadro • il ruolo del Qatar • la politica a due facce del premier turco Erdogan • L’atteggiamento del governo italiano. Mentre rafforza i legami militari con Israele, promette aiuti alle imprese palestinesi di artigianato • Le centinaia di delegazioni che vengono dai paesi arabi
Il Cessate il fuoco 21 novembre 2012. Cessate il fuoco siglato al Cairo • 170 palestinesi uccisi, un migliaio di feriti. • 6 israeliani uccisi • Danni per 300 milioni di dollari a Gaza • Rafforzamento di Hamas sul piano regionale Tutto il mondo arabo si è mobilitato UA e Unione Europea fanno quadrato con Israele
La Palestina come Stato Osservatore all’ONU (29.11.2012) La richiesta all’ONU è stata presentata da Abu Mazen (Fatah), che spera di guadagnare consenso e prestigio. Hamas diviso: Meshaal d’accordo, Ismail Haniyeh contrario • Votazione: favorevoli 138 paesi su 193. Nove i Paesi contrari, 41 gli astenuti. L’Italia vota a favore. La Palestina potrà • ratificare le convenzioni internazionali sui diritti umani • diventare membro di Agenzie specializzate dell’ONU • diventare un’Alta Parte contraente delle convenzioni di Ginevra • presentare al Segretario generale dell’ONU lo strumento di ratifica dello statuto della Corte penale internazionale e diventarne uno stato partner
In Israele Israele non esce vincitore: non interessato alla pace ma al consolidamento dell’espansione territoriale. Reazione israeliana al voto ONU • Costruzione di 3000 case nella zona E1, tra Gerusalemme e la colonia di Male Adumim. • Congelamento delle tasse import export dovute ai palestinesi • Crisi economica sempre più forte • Per vincere le elezioni del 22 gennaio2013Netanyau ha scelto di fare una lista unica con la destra di Libermann, ultranazionalista e razzista (YisraelBeitenu)
Quale futuro? Quali speranze? Gli scenari cambiano velocemente. Alcuni esempi: • - Hamas. Colloqui segreti con Israele KhaledMeshal a Gaza dopo 25 anni Visite ufficiali dai paesi del Golfo Egitto alleato (anche con Obama e con Israele): suo ruolo centrale • - Egitto delle primavere arabe. Ritiro dell’editto sui pieni poteri • - Palestina all’ONU