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L’Arte nella terapia occupazionale

L’Arte nella terapia occupazionale . Laura Palagini Cinema, fotografia, televisione I° Anno Corso di Laurea in Terapia Occupazionale Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Pisa Anno accademico 2006-2007. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica .

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L’Arte nella terapia occupazionale

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Presentation Transcript


  1. L’Arte nella terapia occupazionale Laura Palagini Cinema, fotografia, televisione I° Anno Corso di Laurea in Terapia Occupazionale Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Pisa Anno accademico 2006-2007

  2. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica Libri di testo e approfondimento -Gabriella Ba: strumenti e tecniche di riabilitazione psichiatrica e psicosociale. Francoangeli editore 2003 -Manuela Peserico: Danzamovimento terapia. Carrocci faber 2004 -Musicoterapia: Marco Cabutto. Xenia Tascabili -Arte terapia: Marc Muret. Edizioni Red

  3. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica La danza …la danza è un fenomeno universale presente in tutte le culture e fin dagli albori dell’umanità tutti i popoli la utilizzavano quale strumento rituale ubiquitario, per esprimersi, guarire, commemorare… M. Peserico 2006

  4. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica La danza …prima di essere una forma di spettacolarizzazione la danza è atto simbolico che accompagna tutti gli atti significativi della vita “l’uomo primitivo danza ad ogni occorrenza, nascita, nozze, malattie e morte, caccia, guerra, vittoria, primavera, raccolto…La danza ha una valenza propriziatoria e “terapeutica” è in grado cioè di incidere su una disarmonia.. C. Sachs 1933

  5. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica La danza …Ben prima che la scienza moderna riconoscesse all’arte un efficacia terapeutica le società primitive hanno usato il modo istintivo gli elementi artistici per curare i loro malati… C. Sachs 1933

  6. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici La danzaterapia nasce in continuità con lo sviluppo della danza moderna; saranno infatti le danzatrici moderne, negli anni 1940, a trovare nel piacere del movimento in sé una risorsa terapeutica. Sono state dunque le danzatrici, ovvero delle artiste, a sperimentare su se stesse e successivamente sugli altri il valore terapeutico della danza, senza avvalersi di modelli psicologici e di nozioni teoriche di psicopatologia, in quanto non erano di loro competenza. Nei decenni successivi, in seguito a queste esperienze, si sono sviluppate delle scuole e degli orientamenti ad opera di danzatori e psicologi che hanno cercato di conferire alla danzaterapia i presupposti scientifici necessari per utilizzarla come terapia sostitutiva o di sostegno a quella tradizionale.

  7. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Nel Novecento, i danzatori si ribellarono alla danza accademica. Questo stile di danza si basava su tecniche e passi prestabiliti, che vennero codificati dall'Académie Royale de Danse, fondata a Parigi nel 1661 da Luigi XIV e tendeva a cristallizzare il movimento entro una sfera di perfezione tecnica, di regole estremamente rigide che concedevano ben poco spazio all'individualità e alla libera interpretazione, in nome di un tecnicismo che sviliva l'espressività per privilegiare la purezza del movimento. Protagoniste dello stile accademico erano le ballerine, a cui veniva richiesto di aderire a un modello di femminilità eterea e incorporea, mentre il ruolo del ballerino era indubbiamente secondario e limitato a quello di porteur, ossia colui che supporta la ballerina nella sua elevazione dal suolo.

  8. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici A questo stile di danza si contrapposero dei ballerini che, anticipando la corrente della Modern dance, respinsero ogni rigido tecnicismo della danza classica per ricercare un movimento libero che permettesse di esprimere pienamente il proprio mondo interiore. La danza libera non fu l'espressione di un'unica scuola di pensiero ma una nuova concezione che è stata man mano arricchita dai contributi di diversi artisti, le cui esponenti principali furono Isadora Duncan, Martha Graham e Rudolf von Laban

  9. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Angela Isadora Duncan nacque a San Francisco nel 1877.  Aprì la sua prima scuola di danza a Grunewald, in Germania, nel 1904, scegliendo i suoi allievi dalle classi sociali più povere e mantenendoli completamente con le sue risorse. A questa scuola in Germania ne seguirono altre in Russia e a Parigi: i costi erano davvero rilevanti e per questo Isadora non poteva esimersi dal fare tourneés per guadagnare i denari necessari al loro mantenimento.

  10. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici L’artista tornò negli Stati Uniti nel 1908 per fare delle tourneés, ma le sue esibizioni non furono inizialmente apprezzate dai critici, che non accettavano la danza su basi musicali non appositamente create per il balletto.  Questo difficile tour americano si concluse tuttavia con un crescente successo e, quando la Duncan tornò in Europa nel 1909, era famosa in tutto il mondo.. Nel 1922 sposò il poeta russo Sergej Esenin, da cui si separò l’anno successivo; visse poi in povertà e nell'oblio generale a Parigi, città nella quale si esibì per l'ultima volta poco prima di morire.  La sua vita finì tragicamente nel 1927, quando fu strangolata dalla propria sciarpa, che si andò ad incastrare nel tettuccio di una macchina scoperta

  11. Isadora Duncan Si ribellò per prima ai canoni del balletto tradizionale, portando una vera rivoluzione in quest’arte e per questo oggi è riconosciuta come la creatrice della danza moderna.  Sosteneva che ‘le cose devono essere come sono’ ed esprimeva le sue idee con grande passione, rompendo con tutte le convenzioni. Ispirandosi al teatro di Stanislavskjij apre il cammino alla danza libera e all’espressione personale Isadora concepiva la danza come un’arte sacra, come lo era per gli antichi Greci: con questa idea sviluppò movimenti liberi e fluttuanti, ispirati a fenomeni naturali come le onde e il vento, all’arte greca, alle danze popolari. 

  12. Isadora Duncan Messo in soffitta il classico tutù, Isadora si proponeva sulla scena con tuniche e chitoni ellenizzanti, capelli sciolti, piedi nudi e sciarpe colorate che le pendevano dalle spalle. Le innovazioni della Duncan nel mondo della danza è quello di aver visto per prima la danza come espressività motoria, come espressività dell’individuo. Definì il movimento come basato sulle leggi naturali e spirituali piuttosto che su considerazioni formali o su tecniche geometriche. Paragonò la danza alle altre arti, definendola un’arte primaria

  13. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Isadora Duncan Le innovazioni che apportò al mondo della danza furono: -l’utilizzo della musica come stimolo emozionale -l’utilizzo dei costumi che scoprono il corpo -il contatto dei piedi sulla terra invece che attraverso le scarpe con le punte -concepire la danza come un espressione storica e concreta della società del tempo, e pertanto sempre in crescita e in movimento

  14. 141 West 26th Street, New York, NY 10001 • (212) 691-5040 The Isadora Duncan Dance Foundation is a non-profit organization dedicated to extending the dream, dance, and indomitable spirit of Isadora Duncan to generations yet to come. The Foundation supports the work of its resident dance company, Lori Belilove & Company. The company offers hundreds of performances annually of Isadora's original choreography as passed down through generations of Duncan dancers in addition to new works, educational workshops and creative programming that nurtures the soul and lifts the spirit.

  15. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Martha Graham (1894-1991) Martha Graham nace nel 1894 in una piccola città fuori Pittsburgh, Pensilvania. Negli anni 20 ha ballato alla scuola di Denishawn della st Denis e Ted Shawn del Ruth, che erano i suoi precursori nello sviluppo del ballo moderno americano. In 1923 Martha Graham ha lasciato Denishawn per trasferirsi con i Follies al villaggio di Greenwich (NY). Diventò insegnante scuole di danza di Anderson e di Eastman e iniziò a diventare coreografa dando vita ad un nuovo genere di danza.

  16. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Martha Graham (1894-1991) Considera la danza un espressione della vita, della sua realtà, inserendo anche aspetti drammatici della realtà nei suoi lavori. Gli elementi del suo linguaggio espressivo sono: -la ricerca del primo movimento: il respiro, il flusso e il reflusso della respirazione, legato ai movimenti del torace (contrazione-rilassamento) -l’intensificazione del dinamismo dell’atto: i movimento di contrazione e distenzione si esplicitano con pulsioni rapide e improvvise che riguardano la zona addominale e si espandono in tutto il copro con spinte improvvise, cadute, sospensioni, vibrazioni, riprese.

  17. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Martha Graham (1894-1991) -il rapporto con il suolo: con la terra intesa come fonte di energia, e dal contatto con la terra deriva la consapevolezza del rapporto con lo spazio circostante -il principio di totalità: il corpo è vissuto come un insieme significante, come unità, elemento singolo, coordinato orientato e articolato

  18. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Rudolf Laban (1879-1958) Ai primi del Novecento il danzatore e coreografo Rudolf von Laban, celebre per aver inventato uno dei più importanti metodi di notazione del movimento, si dedicò alla ricerca del movimento puro come espressione libera e profonda dell'essere-nel-mondo dell'individuo che nella coralità del movimento. Il significato della danza si ha comprendendo le leggi che lo regolano. Queste ricerche e diverse esperienze comunitarie (soprattutto a Monaco e a Monte Verità) condussero Laban a rapportare la realtà corporea del soggetto con gli elementi peso-spazio-tempo-flusso e ad elaborare la celebre teoria Movimento/Struttura.

  19. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Rudolf Laban (1879-1958) Laban enfatizza la sincronia dei movimenti fra i vari danzatori non per costruire figure come nel balletto accademico fini a se stesse o per esprimere ritmo, ma per esprimere emozioni. I suoi cori di movimenti richiamano le danze primitive , descrivono “l’ uomo intero”. Scopre le correnti generatrici del movimento e ne rappresenta 12 possibilità fondamentali con la divisione fondamentale in un icosaedro. Qualunque movimento può essere illustrato a partire da 4 parametri: -quale parte del corpo si muove -in quale direzione dello spazio si compie il movimento -a quale velocità si esegue il movimento -qual è l’intensità dell’energia muscolare impiegata

  20. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Rudolf Laban (1879-1958)

  21. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Rudolf Laban (1879-1958)

  22. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Rudolf Laban (1879-1958) Laban ha fondato l'istituto Choreographic a Zurigo nel1915 poi in Italia, e in Francia. Il suo contributo più grande alla danza è stata la sua pubblicazione 1928 diKinetographie Laban, un sistema della notazione di ballo ora denominato Labanotation ed ancora è usato come uno dei sistemi della notazione del movimento primario nel ballo. Le sue teorie del choreography e del movimento sono uno dei fondamenti centrali del ballo dell'Europa centrale moderno.

  23. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici In questa atmosfera alcuni danzatori propongono nuove idee e partendo dalla loro esperienza personale ritengono la danza promotrice di effetti terapeutici: Marian Chase, Trudy Schoop, Mary Stark Whitehouse e Hers Duplan, Maria Fux.

  24. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Marian Chance era un insegnante che nel 1930 attraverso l'osservazione dei bambini intravide nel movimento una concreta possibilità per tutti di esternare le proprie emozioni e soprattutto le proprie sofferenze.

  25. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Attraverso la sua grande esperienza nel mondo della danza e dell'insegnamento scoprì e sperimentò la spontaneità e la profondità del linguaggio del corpo. La Chance trovò nel potere comunicativo del corpo una risorsa per dare parola a chi non è in grado di comunicare attraverso il linguaggio verbale. Guidata da questa convinzione, nel 1942 iniziò a lavorare ad un progetto educativo e riabilitativo per persone affette da disturbi mentali, all'interno dell'ospedale psichiatrico St. Elisabeth di Washington, dove incontrò la disponibilità dei dirigenti che si trovarono a dover affrontare tempestivamente una situazione molto grave: prendersi cura di quei soldati che nell'immediato dopoguerra tornarono dai campi di battaglia, affetti da disturbi psichici.

  26. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Marian Chase operò nell’Ospedale Psichiatrico St. Elisabeth a Washington a partire dal 1942 ed applica una metodologia basata su alcuni elementi: 1. la risocializzazione: la danzaterapia viene applicata in un setting di gruppo 2. il gruppo: il potenziale gestuale ed espressivo della danza viene incrementata dalle interazioni di gruppo 3. Linguaggio non verbale: danzaterapia come strumento che favorisce le interazioni sociali e il linguaggio non verbale legato alla danza 4. il dialogo motorio: su cui si fonda la relazione terapeutica “i movimenti scelti per stabilire il contatto iniziale con il paziente devono essere qualitativamente simili a quelli del paziente” 5. La voce, la parola, la musica

  27. American Dance Therapy Association Fondata nel 1966 da Mary Chase

  28. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Trudy Schoop, nata a Zurigo nel 1903, iniziò in tenera età a danzare; lei stessa affermò di essere guarita grazie alla danza da una forma di depressione. Dopo aver compiuto degli studi di danza classica si accostò alla danza moderna, seguendo gli insegnamenti di un'allieva di Isadora Duncan, in Svizzera si dedicò sia all'insegnamento, in una scuola da lei stessa avviata, sia alla rappresentazione di pantomime all'interno del Cabaret Corniction. Qualche anno dopo, al termine del secondo conflitto mondiale, la Schoop si recò in California, dove scelse di lavorare con i pazienti di una clinica psichiatrica, elaborando una sua strategia di intervento.

  29. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Trudy Schoop decise di condurre dei gruppi composti da un numero limitato di pazienti e preferibilmente con lo stesso tipo di patologia, poiché riteneva dispersivo e inefficace lavorare con tante persone affette da disturbi differenti. Scelse inoltre di operare tenendo presente l'inscindibilità del binomio mente-corpo attraverso un approccio esclusivamente artistico, senza riferimento ad alcuna teoria psicologica.

  30. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Secondo la Schoop la danza offre la possibilità, attraverso movimenti da lei definiti "archetipi" - come strisciare, raggomitolarsi e saltare - di avvertire la percezione di sé. Oltre a lavorare con pazienti affetti da disturbi psichici, Trudy Schoop si dedicò anche a organizzare corsi di formazione per professionisti quali medici, psicomotricisti, psicologi; anche nella formazione il suo metodo è intuitivo, si basa sull'espressione artistica, sul linguaggio del corpo e non su una vera e propria tecnica psicologica.

  31. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Le linee principali della metodologia sono per la Shoop: -tipologia della presa in carico e del setting: individuale per i pazienti gravi, a piccoli gruppi per altre patologie -modalità di intervento: lavorare lentamente con molta duttilità, utilizzare le immagini del paziente, partire dal corpo per arrivare alle emozioni -struttura delle sedute: apertura: riscaldamento guidato con movimento ritmico, lavoro sui segmenti corporei, sull’equilibrio, sull’ampliamento del vocabolario motorio sottoforma di gioco guidato. Lavoro espressivo di improvvisazione libera, utilizzando la danza, la pantomima, la recitazione, la chiusura del lavoro

  32. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Mary Stark Whitehouse si forma con Martha Grham alla danza classica e poi si sottopone ad analisi Junghiana divenendo anche psicoterapeuta. Così le esperienze di lavoro con la danza iniziano ad essere lette in un ottica psicodinamica. Nasce una struttura nuova quello che può essere definito un “setting terapeutico”. Il lavoro di gruppo passa in secondo piano e l’interesse è puntato soprattutto sulle dinamiche individuali interiori. La sua tecnica è chiamata “Movimento Autentico”.

  33. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Herns Duplan Herns DUPLAN è haitiano e si è formato come attore, musicista, danzatore, coreografo negli U.S.A. (1959-1965). - Esperienze sceniche professionali negli U.S.A. (1960-1970): attore nelle produzioni "Actor's Equity", autore, compositore, interprete, attore, coreografo in produzioni cinematografiche (lungornetraggi e documentari).–Elabora l’approccio “exspressione primitive”, che designa un percorso antropologico che conduce l'individuo a una ricerca, in sé e attraverso il gruppo, della sua propria origine: incontro del corpo con le sue risorse, raccolta dell'energia vitale, sviluppo dell'immaginario, liberazione delle emozioni senza passare attraverso il modello rigido di tecniche troppo elaborate.

  34. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici Maria Fux Maria Fux, danzatrice e coreografa argentina, si avvicina alla danza moderna che studia con Martha Ghram: si dedica poi ad una rielaborazione personale rielaborando la danza come forma creativa ed espressiva che appartiene all’essere umano. Scopre la valenza terapeutica della danza a partire dai benefici ottenuti durante una fase di depressione

  35. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia cenni storici In Italia le prime esperienze relative alla DanzaMovimentoTerapia risalgono agli anni settanta; nel corso dei decenni le applicazioni e gli studi sono stati ulteriormente approfonditi, dando vita a numerose associazioni, scuole di formazione e modelli teorici.Attualmente è presente in Italia l’APID (ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA DANZAMOVIMENTOTERAPIA) che accoglie DanzaMovimentoterapeuti provenienti da tutto il territorio nazionale. L’Associazione, istituita nel 1997, è espressione delle principali Scuole di Formazione in Dmt italiane, e intrattiene rapporti costanti con altre Associazioni internazionali, quali: ADTA – American Dance Therapy Association, AEDT- Association Européenne de Danse Thérapie, L’Eurpean Conference for Professional Development of Dance Movement Therapy.

  36. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia definizione La Danzamovimentoterapia è una disciplina specifica, orientata a promuovere l’integrazione fisica, emotiva, cognitiva e relazionale, la maturità affettiva e psicosociale, lo sviluppo del potenziale creativo e la qualità della vita della persona. La specificità della DMT si riferisce al linguaggio del movimento corporeo e della danza ed al processo creativo quali principali modalità di valutazione e d’intervento all’interno di processi interpersonali finalizzati alla positiva evoluzione della persona. Da Statuto e Codice Etico A.P.I.D. (Associazione Professionale Italiana Danzamovimentoterapia)

  37. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia obiettivi Gli obiettivi della Danzamovimentoterapia sono: -il piacere funzionale del proprio corpo: capacità di percepire le sensazioni di piacere che derivano dal corpo che si muove -l’affinamento delle funzioni psicomotorie: in termini di miglioramento di coordinamento psicomotorio, sincronizzazione dei gesti, rapidità del movimento -

  38. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia obiettivi Gli obiettivi della Danzamovimentoterapia sono: --l’unità psicocorporea: come arricchimento della schema corporeo dovuto alle sensazioni che produce il movimento del corpo, arricchimento delle sensazioni tattili, termiche e dolorifiche -simbolizzazione a livello corporeo: espressione di sentimenti attraverso il movimento -potenziamento della stima di sé: attraverso la relazione di gruppo con il gruppo e il terapeuta

  39. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia obiettivi Gli obiettivi della Danzamovimentoterapia sono: -il miglioramento delle tecniche comunicative -sviluppo delle capacità espressive -miglioramento delle performance emotive -integrazione corporeo-emozionale Peserico 2004

  40. Si denomina "danzamovimentoterapeuti" (dmt) una classe di figure professionali operanti in campo clinico e/o socioeducativo, con funzioni di prevenzione, riabilitazione e terapia, per mezzo del linguaggio corporeo (danza e movimento) nelle sue valenze rappresentative, comunicative e simboliche. Il/la dmt:conosce il linguaggio corporeo, del movimento e della danza; conosce il processo creativo e le sue implicazioni sul piano emotivo, psicologico e cognitivo, con riferimento a differenti modelli teorici; agisce dette competenze con finalità preventive, riabilitative e terapeutiche nei confronti del disagio sensoriale, motorio, psicologico, relazionale e sociale collaborando con le altre figure professionali deputate al suo trattamento; è in grado di formulare piani di intervento differenziati a seconda dell'utenza coinvolta; svolge la sua pratica in ambito pubblico e/o privato, nel rispetto della deontologia professionale.

  41. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia tecniche e orientamenti Gli orientamenti e le tecniche attuali della Danzamovimentoterapia sono: -Movimento Autentico o creativo -Expression Primitive -Danzamovimentoterapia integrata -Metodo di Maria Fux Ba 2003

  42. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia tecniche e orientamenti Movimento Autentico La Whitehouse, a partire dall'osservazione dei suoi allievi e dalle proprie conoscenze, sviluppa il concetto di “Movimento Autentico", cioè un movimento totalmente spontaneo attraverso il quale il soggetto entra in contatto con i contenuti più intimi del proprio inconscio. Questo concetto trae le sue fondamenta dal metodo di psicoterapia analitica junghiano dell' "immaginazione attiva", che comporta l'aprirsi all'inconscio mantenendo però il contatto con la coscienza. Nell'"immaginazione attiva" rientra anche l'espressione artistica, con la quale è possibile sia ottenere informazioni per una diagnosi, sia condurre un processo terapeutico. La Whitehouse ottenne notevoli risultati nel trattamento di pazienti nevrotici che grazie al movimento autentico riuscivano ad abbandonarsi liberamente alle proprie emozioni ed ad entrare in relazione con l'altro.

  43. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia tecniche e orientamenti Movimento Autentico Affinché questo lavoro possa risultare costruttivo ai fini terapeutici è necessaria la presenza di un witness cioè colui che è testimone e di un mover cioè colui che si muove, in stretta relazione fra di loro. Il mover si lascia trasportare dalle proprie emozioni, dalle immagini che gli vengono suggerite dal suo mondo interiore, articolando una serie di movimenti liberi compiuti ad occhi chiusi, mentre lo witness lo osserva attentamente senza intervenire e, solo in seguito, lo aiuterà a verbalizzare il vissuto di questa esperienza.

  44. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia tecniche e orientamenti Movimento Autentico Il percorso del Movimento Autentico può essere così riassunto: 1.Ricercare il proprio movimento autentico proveniente dall’inconscio 2.Ricerca dell’equilibrio tra movimento inconscio e conscio che migliora nel corso delle sedute.

  45. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia tecniche e orientamenti Movimento Autentico Gli incontri secondo questa tecnica avvengono come segue: 1.I pazienti entrano nella stanza e procedono autonomamente al riscaldamento 2.Il danzaterapeuta entra nel setting ed inizia la conduzione del gruppo con un lavoro a terra secondo uno schema di riscaldamento guidato 3.Viene proposto un tema da esplorare: coppia di opposti (aperto-chiuso, alto-basso) o immagini della natura 4. Il tempo esplorato viene sviluppato in coppia: mover/witness 5. I ruoli si invertono con rispecchiamento dei movimenti

  46. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica Movimento Autentico Molti professioni hanno seguito le orme della Whitehouse lavorando e sviluppando le applicazioni del movimento libero, fra questi spicca sicuramente la sua allieva Jane Chorodow, danzaterapeuta ed analista junghiana, membro ordinario ed ex presidente dell'American Dance Therapy Association. La Chorrodow, inserendo il movimento corporeo nel setting analitico junghiano, mette in luce come, attraverso la danza, le persone arrivino a toccare in modo generalmente più immediato e diretto rispetto ad un percorso di analisi tradizionale centrato sugli aspetti verbali, punti molto profondi.

  47. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica Movimento Autentico Un'altra figura di grande rilievo è l'americana Anna Halprin, che, nel suo metodo, denominato Life Art, unisce alla sua esperienza nella danza moderna l'utilizzo del mito in chiave junghiana. Life Art è un metodo che presuppone che tutti possano danzare ed esprimere la propria creatività e trovare nella fusione arte-vita la fonte della propria guarigione.

  48. L’Arte nella riabilitazione psichiatrica danzaterapia tecniche e orientamenti Expression Primitive L’Expression Primitive è una tecnica di Danza-Terapia che nasce in Francia all’inizio degli anni 1970 in seguito all’incontro tra Frante Schott Billmann, psicoanalista, e il danzatore Herns Duplan L’Expression Primitive è una pratica, che è utilizzata sia nell’ambito della prevenzione che in quello della terapia e della riabilitazione, con una grande varietà di popolazioni differenti: ragazzi o adulti sia normodotati che portatori di handicap fisici e psichici, soggetti che presentano problematiche dell’apprendimento e dello sviluppo psicofisico in relazione alte loro difficoltà personali.

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