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Educazione alla cittadinanza europea

Educazione alla cittadinanza europea. Fran çois Audigier, Università di Ginevra Cittadino europeo. Introduzione.

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Presentation Transcript


  1. Educazione alla cittadinanza europea François Audigier, Università di Ginevra Cittadino europeo

  2. Introduzione • La cittadinanza europea? Tra realtà e progetto, tra timore e desiderio: un oggetto “caldo” in dibattito nelle nostre società e che mette in questione i modi in cui noi pensiamo, organizziamo e viviamo le nostre comunità politiche. • I contenuti dei curricula scolastici sono una scelta politica, una scelta che in teoria nasce da un dibattito democratico complesso tra esperti, professionisti dell’educazione, personale politico, genitori, altri attori, cittadini, ecc. • I contenuti di fatto insegnati nelle classi dipendono, sempre in teoria, dai curricula ufficiali, ma anche dalle scelte degli insegnanti, dalla loro formazione, dai contesti nei quali esercitano, dall’età degli allievi, ecc. Educare alla cittadinanza europea: una posta in gioco complessa in un contesto difficile.

  3. 1. Punto di partenza Prima di tutto dobbiamo chiarire il senso dell’espressione “cittadinanza europea” e le competenze attese dal cittadino europeo, competenze che sono l’orizzonte della formazione e dell’educazione. Per questo, presenterò tre approcci.

  4. 1.1 Cittadinanza • Il nocciolo duro (giuridico e politico): uno statuto legato all’appartenenza dell’individuo a una comunità politica, statuto che attribuisce al suo titolare un insieme di diritti e doveri. Nelle società democratiche, uno dei diritti fondamentali è la libera scelta di coloro che esercitano il potere politico (diritto di voto). • A questo nocciolo duro giuridico e politico viene ad aggiungersi una dimensione più “affettiva” relativa al sentimento d’appartenenza.

  5. Prima conseguenza L’educazione alla cittadinanza è un’educazione al diritto e al potere

  6. 1.2 Competenze di cittadinanza Le competenze di cittadinanza: mi riferisco alla costruzione che ho proposto nell’ambito del progetto del Consiglio d’Europa sull’educazione alla cittadinanza democratica. Queste competenze possono essere classificate in tre gruppi.

  7. Competenze cognitive Le separo in quattro famiglie: • competenze di ordine giuridico e politico • conoscenze sul mondo attuale • competenze di tipo procedurale • conoscenza dei principi e valori dei diritti dell’uomo e della cittadinanza democratica

  8. Competenze etiche e sociali Competenze etiche • Relative alle scelte di valori Competenze sociali e d’azione • la capacità di vivere con altri, di cooperare • la capacità di risolvere i conflitti secondo i principi del diritto democratico • la capacità di intervenire nel dibattito pubblico, di argomentare e di scegliere secondo le circostanze.

  9. Seconda conseguenza L’educazione alla cittadinanza ha tre modi di presentarsi che sono complementari: • un momento per costruire dei saperi specifici • degli approcci che combinano apporti che vengono da varie discipline • delle pratiche dentro e anche fuori lo spazio scolastico

  10. 2. La cittadinanza europea tra due diversi modi di intenderla Se si considera la prima parte del “nocciolo duro” della cittadinanza, ossia quello che è di competenza dei diritti e doveri così come del potere politico, per approcciare la cittadinanza europea dobbiamo distinguere: • la cittadinanza europea attraverso i diritti e doveri definiti nella Convezione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nel quadro del Consiglio d’Europa; • la cittadinanza europea attraverso i diritti e doveri specifici definiti per i cittadini degli Stati membri dell’Unione europea. Per quanto riguarda il sentimento di appartenenza, bisogna considerare tutti i dibattiti, i saggi, le prese di posizione: la storia e la questionedelle culture sono qui in prima linea.

  11. 2.1. Un dibattito aperto La definizione di cittadinanza all’interno dell’Unione europea suscita più dibattito rispetto a quella del Consiglio d’Europa. Ciò che è in causa sono i limiti e la definizione delle nostre comunità politiche, l’articolazione dell’“io”, del “noi” e degli “altri”. L’appartenenza è anche legata all’idea del destino comune, della continuità/discontinuità tra passato, presente e futuro, al modo in cui delimitiamo gli spazi di solidarietà.

  12. Terza conseguenza Ci vuole rigore per trattare, ad esempio, della questione del potere in riferimento all’Unione europea al Parlamento europeo al Consiglio dei ministri!

  13. 2.2 Europa, oggetto di tutte le controversie Europa, oggetto di tutte le controversie • Oggetto instabile, discusso, conflittuale • Oggetto di controversie scientifiche • Oggetto di controversie politiche • Tra perizie scientifiche e decisioni politiche, conoscenze e scelte di cittadinanza • Europa: orizzonte delle nostre società europee? • né un’evidenza • né un gradino da aggiungere

  14. 2.3 Diversi punti di vista Gli allievi come gli altri abitanti europei, hanno di fronte tutta la gamma dei punti di vista e delle posizioni: Euro-convinti Euro-attori Euro-rassegnati Euro-quadri Euro-turisti Euro-ostili Euro-esclusi Euro-immigrati…

  15. 3. Elementi per un confronto dei curricula • Nel quadro d’un progetto “Comenius” sulla Cittadinanza attiva in Europa, ho realizzato uno studio comparativo dei curricula d’educazione alla cittadinanza nei sistemi scolastici europei – Inghilterra-Galles, Catalogna-Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Romania, Svezia – cercandovi soprattutto gli elementi principali di educazione alla cittadinanza e alla cittadinanza europea. • Conformemente agli approcci presentati precedentemente, ho cercato i contenuti giuridici e politici, ciò che è legato all’appartenenza, il tutto in relazione con l’Europa e con ciò che si riferisce alla vita scolastica.

  16. 3.1. Il giuridico e il politico • I testi sull’educazione alla cittadinanza comprendono tutti i riferimenti ai diritti e alle istituzioni politiche. Tuttavia restano spesso estremamente generici e vaghi, rimandando al livello locale e agli insegnanti le scelte dei contenuti. • Per alcuni Paesi, i contenuti prevedono l’apprendimento della vita comune in conformità con i valori della democrazia e dei diritti dell’uomo, ma indipendentemente da ogni riferimento alle istituzioni politiche; per altri, è previsto un maggior riferimento alla dimensione politica. • Affari privati, affari pubblici, le manifestazioni attese di “buona cittadinanza”, non sono ovunque uguali ma convergono rapidamente.

  17. 3.2. Appartenenza ed Europa • Ovunque, l’accento principale viene messo sul locale e l’apprendimento della partecipazione nel suo ambito, nel suo ambiente. • L’Europa? Bisogna cercarla molto attentamente! È molto poco presente, in riferimento alla cittadinanza. Quando è presente, è a un livello di scala come un altro. Non è oggetto di dibattito, né è considerata una posta in gioco per il futuro, né è presentata come un progetto collettivo suscettibile di mobilitare le energie. • L’appartenenza è anche una questione di sentimento, d’emozione, di soggettività. Le tradizioni educative sono qui molto varie. • C’è però una convergenza per rendere consapevoli di queste dimensioni “affettive” gli allievi più giovani e per educarli progressivamente a una “presa di distanza” e a delle competenze legate alle capacità di ragionamento e riflessione, allo spirito critico.

  18. 3.3. Educazione alla cittadinanza e vita scolastica • Una costante: l’importanza dell’esperienza come supporto dell’educazione alla cittadinanza, ma resta generalmente poco precisa. • Spesso, come in Portogallo, Inghilterra, Svezia o Francia, ci sono delle ore dedicate in modo particolare alla “vita in classe”. • Un rischio: la separazione tra metodologie di comunicazione e partecipazione e la costruzione di saperi. • Un’esigenza: studiare degli studi di casi, di situazioni “reali” e esplicitare, formalizzare ciò che dipende dal punto di vista della “cittadinanza democratica”.

  19. 4. Le pratiche scolastiche tra le grandi dichiarazioni e la modestia del quotidiano Due modi di «entrare in Europa»: • attraverso i contenuti di sapere delle discipline scolastiche, principalmente in educazione civica, geografia e storia • attraverso progetti europei, soprattutto scambi con classi r allievi “d’altrove” I curricula e le intenzioni non sono le pratiche. Esempio: ciò che si conosce delle pratiche (ricerca in Francia 1997-2003): • gli scarti tra le intenzioni affermate e le realizzazioni effettive, per esempio lo spirito critico; • la storia è teleologica; • le istituzioni sono oggetto di approcci essenzialmente formali, da cui vengono cancellati i conflitti, gli attori, la posta in gioco, ecc.; • lo spazio europeo è concepito come la somma degli Stati che lo costituiscono, somma di territori pre-definiti; • infine, gli allievi quando parlano di Europa, fanno molto poco riferimento ai saperi scolastici. L’Europa scolastica? Un oggetto spesso discreto e reificato.

  20. 5. Riflessioni conclusive • Una nota più ottimista: alcuni insegnanti tentano di superare questo stato, d’introdurre dei contenuti e dei metodi più dinamici, spesso in scuole e classi ritenute difficili. • Modestia e importanza della formazione scolastica • Interrogare il senso e la funzione di luoghi comuni, come la “diversità” vs. le ineguaglianze, sociali e spaziali. • Che fare dei diritti dell’uomo come riferimento centrale di ogni educazione alla cittadinanza nelle nostre società democratiche? • La cittadinanza europea: quale volontà politica? Quale desiderio dei cittadini?

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