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IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UNIONE EUROPEA. 05-ESP01-S2G01-00154-1 05-ITA01-S2G01-00265-1 GR2-620-2304-2005. Luglio 2006. INDICE. I. PROGRAMMA SOCRATES II. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UE” III. PANORAMICA SULL’IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI
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IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UNIONE EUROPEA 05-ESP01-S2G01-00154-105-ITA01-S2G01-00265-1GR2-620-2304-2005 Luglio 2006
INDICE I. PROGRAMMA SOCRATES II.PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UE” III. PANORAMICA SULL’IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI IV.INDAGINE: INTRODUZIONE E RISULTATI V. PAESI DI ORIGINE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN SPAGNA, ITALIA E SVEZIA VI. LEGISTLAZIONE IN MATERIA D’IMMIGRAZIONE A LIVELLO NAZIONALE, EUROPEO E INTERNAZIONALE VII:BIBLIOGRAFIA
I PROGRAMMA SOCRATES
PROGRAMMA SOCRATESGRUNDTVIG II: Partenariati di Apprendimento La seconda fase del programma Socrates per la formazione a livello europeo ha avuto inizio il 1 gennaio 2000 per una durata di sette anni. I sistemi e le attività formative variano enormemente da paese a paese. Questa è una caratteristica dell’Europa in cui viviamo. In questo ambito, la cooperazione a livello europeo offre notevoli vantaggi. Fornisce terreno fertile per l’innovazione, la ricerca della qualità e la realizzazione di nuove idee. Grundtvig II è un’iniziativa del programma Socrates volta alla promozione di Gruppi di ricerca (Learning Partnership) all’interno di organizzazioni di piccole dimensioni, al fine di permettere una loro collaborazione su scala ridotta. Il progetto “Imprese e lavoratori immigrati nell’UE” viene attualmente implementato all’interno del programma Socrates, attraverso un Gruppo di ricerca composto dagli enti indicati a seguire: INSTITUTO DE FORMACIÓN INTEGRAL (Madrid, Spagna): http://www.ifionline.com CARPIFORMAZIONE (Carpi, Italia): http://www.carpiformazione.it EUROPAHUSET (Axvall, Svezia):http://www.europavg.se
II PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “IMPRESE E LAVORATORI IMMIGRATI NELL’UE”
ABSTRACT DEL PROGETTO Il progetto “Imprese e lavoratori immigrati nell’UE” ha lo scopo di supportare lavoratori e datori di lavoro a comprendere meglio le differenze culturali presenti sul posto di lavoro. Prende in considerazione l’originee il background culturale dei paesi di provenienza dei lavoratori immigrati. La filosofia del progetto è "diffondere la conoscenza per combattere l’ignoranza" per dare un contributo importante al mantenimento della pace in Europa e per combattere le ideologie razziste e xenofobe. Obiettivo del progetto è migliorare l’integrazione degli immigrati nell’ambiente di lavoro del paese ospitante. Come? Sviluppando all’interno delle aziende la consapevolezza di lavorare in un ambiente multiculturale.
OBIETTIVI DELLA GUIDA • Scopo prioritario del progetto è rendere le aziende consapevoli di operare in un ambiente multiculturale. A tale scopo, la guida raggrupperà i principali risultati ottenuti dal Gruppo di ricerca: • Analisi dell’attuale situazione dei lavoratori immigrati in Spagna, Italia e Svezia. • Indagine generale condotta in Italia, Spagna e Svezia: questionari compilati da lavoratori/immigrati e datori di lavoro. • Alcuni dati relativi ai principali paesi di provenienza degli immigrati che vivono in Spagna, Italia e Svezia. • Studio della legislazione in materia d’immigrazione a livello nazionale, europeo e internazionale.
DIFFUSIONE DELLA GUIDA • In ogni paese che partecipa all’iniziativa (Spagna, Italia e Svezia) verranno distribuite 200 guide. • Modalità di distribuzione della guida: • Sito web del progetto: www.unihost.org/grundtvig, dove sarà disponibile la guida in formato elettronico • Reti locali presenti in Spagna, Italia e Svezia • Siti web dei partners: INSTITUTO DE FORMACIÓN INTEGRAL (Madrid, Spain): http://www.ifionline.com CARPIFORMAZIONE (Carpi, Italy): http://www.carpiformazione.it EUROPAHUSET (Axvall, Sweden): http://www.europavg.se
III QUADRO GENERALE RELATIVO ALL’ IMMIGRAZIONE A VARI LIVELLI
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO “I lavoratori immigrati sono un patrimonio importante di ogni paese a cui offrono il proprio lavoro. Facciamo in modo di dare loro la dignità che meritano come esseri umani e il rispetto che meritano come lavoratori” (Juan Somavia. Direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro) Dinamiche attuali dell’immigrazione di lavoratori a livello internazionale secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro: • Il tasso di crescita della popolazione immigrata, a livello mondiale, è più che raddoppiato tra gli anni 60 e gli anni 90, raggiungendo il 2,6% nel periodo compreso tra il 1985 e il 1990. • Ci sono tutti i presupposti per ritenere che questo sia solo l’inizio di una tendenza che andrà via via aumentando nel corso del XXI secolo. • Ad oggi l’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, stima che il numero di immigranti e dei membri delle loro famiglie raggiunge circa i 20 milioni in Africa, 18 milioni nel Nord America, 12 milioni nell’America Centrale e Meridionale, 7 milioni nell’Asia Meridionale e Orientale, 9 milioni in Medio Oriente e 30 milioni in Europa.
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO I vantaggi dell’immigrazione di lavoratori a livello internazionale: • L’immigrazione internazionale ha contribuito alla crescita e alla prosperità sia del paese ospitante che del paese di origine. • L’invio di denaro da parte dei lavoratori immigrati rappresenta il secondo maggiore flusso monetario a livello internazionale, superato solo dal petrolio. • I lavoratori immigrati sono una fonte preziosa di manodopera non specializzata o semi-specializzata per numerosi paesi industrializzati e rappresentano una fonte di manodopera altamente specializzata nei paesi più avanzati.
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI NEL MONDO l problemi connessi all’immigrazione: • Immigrazione irregolare e sfruttamento della manodopera: il problema principale a livello globale nell’ambito dell’immigrazione della manodopera internazionale è l’incremento delle forme irregolari di immigrazione registratesi negli ultimi anni. • Perdita di manodopera altamente specializzata: un numero significativo di immigrati con qualifiche professionali viene sempre più spesso reclutato nei paesi più sviluppati, nei quali è richiesta una manodopera specializzata per far fronte alla crescita delle industrie. • Forza negativa della globalizzazione: i paesi in via di sviluppo devono ora sfruttare i vantaggi del processo di globalizzazione in termini di riduzione del divario nel reddito pro capite tra Nord e Sud. “Una politica di gestione del movimento migratorio, basata su accordi siglati con i paesi di origine, potrebbe creare un clima più rilassato a livello regionale. In un primo momento, contribuirebbe all’aumento dei flussi migratori senza influenzare, tuttavia, l’attuale percentuale d’immigrazione clandestina. D’altra parte, ciò costituirebbe un potente strumento per la lotta a questa forma di immigrazione, eliminando un numero considerevole di potenziali clandestini. Questo potrebbe poi essere utilizzato come strumento di tipo pedagogico per combattere i fenomeni di xenofobia e razzismo (…)Se si intende ridurre l’immigrazione dei lavoratori clandestini come pure quella dei rifugiati, è necessario mettere a punto programmi di mobilità organizzati e cercare di incentivare l’immigrazione legale”*. *(“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr)
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA Libro verdeL’approccio dell’Unione Europea alla gestione dell’immigrazione “… se l’immigrazione in sè non costituisce una soluzione al problema dell’invecchiamento della popolazione, flussi migratori più consistenti potrebbero essere richiesti per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro nell’Unione Europea e garantire il benessere economico dell’Europa. Inoltre, l’immigrazione ha un impatto sempre maggiore sull’imprenditorialità. L’UE deve poi considerare il fatto che le principali regioni del mondo sono già in competizione tra loro per attirare immigrati al fine di soddisfare le proprie necessità economiche. Questo fatto sottolinea l’importanza di una politica economica sull’immigrazione nell’Unione Europea che garantisca una condizione di legalità e sicurezza oltre a una serie di diritti che favoriscano l’integrazione di coloro che vengono accettati nei diversi paesi …”
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA • Nuove caratteristiche dell’immigrazione in Europa: Negli ultimi dieci anni in Europa, i flussi migratori, legali e illegali, sono aumentati considerevolmente. Questa tendenza si è amplificata negli ultimi cinque anni e ciò non indica soltanto l’entità della “frattura economica e demografica” presente nel Mediterraneo ma anche la pressione del fenomeno immigratorio nell’Europa Meridionale e Orientale. L’evoluzione di questi flussi migratori presenta caratteri similari ed è caratterizzata dall’aumento dell’immigrazione femminile, da lavoratori maggiormente qualificati, dall’aumento del numero delle richieste d’asilo, dalla tendenza alla formazione di movimenti anarchici e clandestini”. (*) • “Attualmente, Portogallo, Spagna sembrano essere le principali porte d’ingresso per gli immigrati, sia legali sia illegali, provenienti dall’Africa. Il rapporto SOPEMI del 2004 riporta: “Si può prevedere un aumento degli immigrati provenienti dall’Africa fintanto che le dinamiche geografiche del continente rimarranno sostenibili e le differenze di reddito tra i paesi OECD rimarranno così grandi”. (OCDE, Tendenze delle migrazioni internazionali, SOPEMI 2004). Le rotte preferite dagli immigranti sono lo Stretto di Gibilterra come pure le coste della Tunisia e della Libia che si affacciano sull’Italia”. (*) • I paesi dell’Europa meridionale – Italia, Grecia, Portogallo e Spagna - devono affrontare situazioni similari: in pochi anni si sono trasformati in paesi ad alto tasso d’immigrazione. Tuttavia, ci sono alcune differenze. Spagna e Italia sono passate dalla condizione di paese d’emigranti a quella di paese d’immigrazione. (*) (*) “Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA • La bozza del Trattato Costituzionale stabilisce che: “il presente articolo (III-267) non pregiudicherà il diritto degli Stati Membri di determinare il volume degli ingressi nel proprio territorio di cittadini provenienti da paesi terzi alla ricerca di un lavoro dipendente o autonomo”. • Nel 1999, il Trattato di Amsterdam ha assegnato all’UE la competenza in materia di immigrazione. Pertanto, l’immigrazione non è più una questione gestita dalla cooperazione intergovernativa ma prevede l’adozione di regolamenti comunitari a cura del Consiglio. • In occasione del Consiglio Europeo di Tampere nell’ottobre1999, i leader degli Stati Membri dell’Unione Europea hanno concordato gli elementi di base necessari per una politica dell’immigrazione a livello europeo. • Nel novembre 2000,la Commissione ha sottoposto un comunicato al Consiglio in materia di politica dell’immigrazione. • La politica dell’Unione in materia di immigrazione non trova applicazione in paesi quali Regno Unito, Irlanda e Danimarca che non hanno recepito il Titolo IV del Trattato costitutivo della Comunità Europea. • Nel corso degli ultimi vent’anni, il ricongiungimento familiare ha costituito una delle principali fonti d’immigrazione verso i paesi dell’Unione Europea. Le misure di ricongiungimento familiare non solo consentono la riunificazione dei nuclei familiari, ma sono indispensabili pure per favorire l’integrazione dei cittadini di paesi terzi all’interno dell’UE.
SITUAZIONE DEI LAVORATORI IMMIGRATI IN EUROPA Il ricongiungimento familiare costituisce il fattore principale correlato all’immigrazione legale in Europa ed è ancora più importante dell’immigrazione legata a motivi di lavoro (una delle sue conseguenze). Interessa centinaia di migliaia di persone ogni anno (almeno 700.000, vale a dire la metà degli ingressi legali in Europa che raggiunge quota 1,4 milioni di persone). Negli Stati Uniti è considerato un diritto fondamentale, tuttavia è quantitativo (un numero fisso ogni anno) e diversificato (l’Amministrazione ha il diritto/la facoltà di stabilirne i beneficiari). In Europa, è il frutto di una concezione diversa: è un diritto fondamentale e qualitativo e interessa tutti coloro che godono di tale diritto. Tuttavia, è in aumento la tendenza verso una sua limitazione: esso è subordinato alla disponibilità di un alloggio, alla presenza di un reddito regolare, ecc. della persona che presenta la domanda. Nonostante il ricongiungimento familiare sia regolamentato dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che tutela “il diritto alla vita privata e familiare”, questo è soggetto a condizioni specifiche in ogni paese. (*) Di conseguenza, la politica della gestione dei flussi migratori deve affiancarsi ad una vera e propria strategia d’integrazione degli immigrati nel paese ospitante, essendo questo il modo per ottenere la cittadinanza. Tuttavia, al momento, la politica della cittadinanza non è predominante nella gestione dei flussi migratori verso l’Europa. (*) (*)“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr.
DEFINIZIONE DI IMMIGRATO USATO NELLA PRESENTE GUIDA IMMIGRATO: ØPersona che si trasferisce in un paese, diverso dal proprio paese d’origine, alla ricercadi un lavoro / per ragioni economiche. ØImmigrato di prima generazione – tenendo conto del fatto che la seconda generazione è più integrata rispetto alla prima arrivata nel nuovo paese . ØPersona provenienteda un paese terzo, esterno all’Unione Europea. Øtermine "lavoratore immigrato" fa riferimento ad una persona che verrà assunta, è assunta o è stata assunta per svolgere un’attività retribuita in uno stato di cui non è cittadino/a. Definizione tratta dalla Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite sulla salvaguardia dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie.
IMMIGRAZIONE - INTEGRAZIONE “Le istituzioni ufficiali classificano l’immigrazione in varie categorie: Immigrazione legale, immigrazione per motivi di lavoro, di studio, di ricerca, immigrazione di dirigenti; immigrazione illegale e clandestina e, infine, immigrazione di rifugiati e richiedenti asilo” (*) “Il concetto storicamente indicato come “immigrazione” tende in generale a definire la condizione di una persona in cerca di lavoro tramite uno spostamento temporaneo che termina nel momento in cui l’immigrante fa rientro nel proprio paese. Anche se ciò continua a verificarsi, alcuni aspetti non sono più gli stessi. Gli immigranti che lasciano il proprio paese senza intenzione di farvi rientro sono sempre più numerosi, in particolare quelli provenienti dall’Africa, dall’America Latina e dall’Asia, di conseguenza si tratta per loro di un “viaggio di sola andata”. (*) “E’ possibile definire l’integrazione in due modi: dal punto di vista sociale, una persona si ritiene integrata se la sua posizione è essenziale per l’avanzamento del sistema sociale. Tuttavia, si può affermare che una persona è pienamente integrata a livello umano quando viene riconosciuta dagli altri simili e si sente riconosciuta dalla comunità in cui vive, vale a dire nel momento in cui questa persona si sente a proprio agio all’interno della comunità, in considerazione dei propri diritti e dei propri doveri.” (*) (*)“Y vendrán migraciones en tiempos hostiles” Sami Naïr.
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE IN SPAGNA oFino a pochi anni fa la Spagna era un paese di emigranti. E’ stato alla fine degli anni Ottanta che la Spagna si è trasformata in paese ospitante; inoltre, questa tendenza è andata aumentando negli ultimi quattro anni. oLo stereotipo dell’emigrante (uomo, giovane, proveniente da un paese del Nord Africa) nonsi adatta all’attuale realtà spagnola dato che sono sempre più numerose le donne immigrate. oPrincipali settori di impiego degli emigranti: edilizia, collaborazione domestica, settorealberghiero, agricolo, alimentare, pulizie, ecc. oLa legislazione spagnola sugli stranieri prevede più modalità per l’ingresso degli immigrati: -Contingente -Regime generale -Lavoratori stagionali oLa Spagna ha siglato accordi sull’immigrazione con i seguenti paesi: Marocco, Ecuador,Colombia, Repubblica Dominicana, Romania, Polonia.
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE IN SPAGNA- Report del Ministero del Lavoro e Affari Sociali ,Aprile 2006 - 2006, Marzo : 2.873.250 foreign people with a card or authorization of residence in force. • Paesi d’origine degli stranieri a quella data: • 20,85% da UE • 12,53% da Paesi Europei non comunitari • 23,40% dall’ Africa • 36,11% dall’ America Latina • 0,61% dal Nord America • 6,45% dall’ Asia • 0,06% dall’ Oceania. • Per quanto riguarda la nazionalità specifica, i gruppi più numerosi, alla fine del marzo 2006, erano quelli provenienti da Marocco, Ecuador, Colombia, Romania e Regno Unito. Per quanto concerne il genere, il 54,33% degli stranieri erano uomini e il 45,67% donne. • L’ età media degli stranieri nel primo trimestre del 2006 era di 34 anni.
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID ØNella regione, il flusso migratorio aumenta ogni mese di circa 10.000 stranieri. Nel maggio 2005, nell’area di Madrid, sono stati registrati 881.000 stranieri, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente, gli stranieri registrati erano 766.000; vale a dire un aumento di 115.000 stranieri in un anno. ØPer quanto riguarda la popolazione lavorativa, nel 1991 Madrid contava 81.164 lavoratori stranieri. Attualmente questo numero è aumentato raggiungendo quota 376.268, il 13,3% della popolazione che versa i contributi all’Istituto Nazionale di Previdenza. Madrid è la regione spagnola con la maggior presenza di lavoratori immigrati. ØPer quanto riguarda le nazionalità maggiormente presenti a Madrid, le cifre mostrano una notevole variazione negli ultimi anni. Nel 2005, secondo il Governo Regionale di Madrid, la comunità più numerosa era quella ecuadoriana che nel maggio 2005 ha raggiunto quota 185.031 persone.
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID Il numero di rumeni poiè triplicato negli ultimi tre anni. Al terzo posto, troviamo i colombiani che contano 80.847 residenti e al quarto i marocchini con 78.395 residenti. I peruviani sono al quinto posto con 44.160 residenti, seguiti dai boliviani (31.291 residenti). Infine, al settimo posto, i cinesi con 28.244 residenti. Secondo i dati dell’indagine condotta sulla popolazione attiva (INE) nel 2004, i settori di attività che concentrano il maggior numero di lavoratori immigrati sono: il settore edilizio per gli uomini (41,9%) e le collaborazioni domestiche per le donne (46%). L’attività professionale degli immigrati varia a seconda del paese d’origine, i marocchini lavorano prevalentemente nel settore dell’edilizia come pure i rumeni, i polacchi e gli ucraini.
SITUAZIONE DELLA FORZALAVORO MIGRANTE A MADRID Nel 2004, gli immigrati ispano-americani, provenienti specialmente da Ecuador, Perù e Colombia lavoravano principalmente nei settori alberghiero e dei servizi per le imprese (manutenzione, pulizia, corrieri e vendita di proprietà…). - Queste tre nazionalità, inoltre, sono quelle maggiormente rappresentate nell’ambito delle collaborazioni domestiche in cui si è registrato un aumento dei posti di lavoro dovuto soprattutto al processo di regolarizzazione intrapreso dal Governo Centrale nel 2005. Questo processo ha fatto emergere numerosi posti di lavoro sommerso (mercato nero). - Alla fine del 2005 i lavoratori impiegati nel settore delle collaborazioni domestiche erano il 22% dei contribuenti stranieri (83.393 su un totale di 376.288 lavoratori stranieri).
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE DI IMMIGRATI A MADRID Fonte: informazioni pubblicate sul quotidiano El País” (16-11-2005)
SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA 1° gennaio 2005: 2.402.157 stranieri (1.226.712 uomini e 1.175.445 donne) in possesso di carta o permesso di soggiorno valida/o. Paesi d’origine degli stranieri a quella data: -8,7% dall’UE -38,5% da un paese non comunitario. -26,5% dall’Africa -8,6% dall’America Centrale e dall’America Latina -0,68% dal Nord America -16,9% dall’Asia -0,12% dall’Oceania Per quanto riguarda la nazionalità, i gruppi più numerosi, nel dicembre 2004, erano quelli provenienti da Albania, Marocco, Romania, Cina, Ucraina, Filippine e Tunisia. Per quanto concerne il genere, il 54,33% degli stranieri erano uomini e il 45,67% donne. L’ età media degli stranierinel dicembre 2004 era di 30 anni.
SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA • In Italia, l’immigrazione è un fenomeno recente. Infatti, ha avuto inizio alla fine degli anni Ottanta. Attualmente è in aumento e si prevede che continuerà ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione e all’internazionalizzazione del mercato del lavoro. • Da un punto di vista qualitativo, il fenomeno dell’immigrazione da assunto implicazioni diverse rispetto al “boom” dell’immigrazione degli anni Novanta. Ad esempio, la massiccia presenza tra gli immigrati di donne e giovani, legata soprattutto al ricongiungimento familiare, apre scenari complessi. • Non è semplice descrivere un fenomeno come quello dell’immigrazione, caratterizzato da una grande mobilità e da una grossa fetta di “lavoro nero”, occorre, però, ricordare che i dati riportati si riferiscono alle registrazioni presso gli uffici delle anagrafi comunali (dove non tutti gli immigrati sono iscritti). • E’ necessario sottolineare inoltre che in Italia i poli d’attrazione per gli immigrati non sono solo le grandi metropoli ma anche le piccole città o i distretti industriali che richiamano lavoratori immigrati con la promessa di un lavoro facile da trovare e sicuro.
SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA • Secondo i dati nazionali, l’immigrazione dall’Europa (paesi comunitari e non comunitari) (45,2%) equivale circa all’immigrazione da tutti i paesi del resto del mondo (54,8%). • L’Italia, fino agli anni Sessanta, è stato un paese di emigranti. E’ solo alla fine degli anni Ottanta (soprattutto dai paesi limitrofi) che ha inizio l’immigrazione di stranieri e l’Italia diventa un paese ospitante; questa tendenza è andata sempre aumentando negli ultimi 15 anni (alla fine del 2006 si prevedono oltre 3 milioni di stranieri). • Lo stereotipo dell’immigrante (uomo, giovane, proveniente dai paesi nordafricani o asiatici) non si adatta più alla realtà italiana; il numero di donne immigrate è in aumento data la richiesta di personale destinato all’assistenza di anziani e disabili. • Generalmente, i datori di lavoro italiani offrono posti di lavoro che richiedono una qualifica di livello medio-basso (il 52% svolge lavori non qualificati). Nel Nord del paese, sono richiesti pure lavoratori qualificati, specialmente nel settore industriale. • I settori in cui lavorano solitamente gli immigrati sono: industria (in particolare settore metalmeccanico e metallurgico), edilizia, collaborazioni domestiche e assistenza domiciliare, agricoltura (ad oggi l’8%, una percentuale che non comprende i lavoratori non in regola).
SITUAZIONE FORZA LAVORO IMMIGRATA IN ITALIA • Secondo i dati ISTAT, nel marzo 2006, i lavoratori stranieri assunti sono il 5,4% della forza lavoro totale; si tratta di 1,2 milioni di persone, il 66% delle quali vive nel Nord Italia . • Fino all’ultimo decennio degli anni Novanta, l’immigrazione dai paesi dell’Africa era quella prevalente; negli ultimi anni, al contrario, si è registrata un’inversione di tendenza con un significativo movimento migratorio proveniente dall’Asia (in particolare da Pakistan e Cina). • Più recentemente, ha assunto sempre maggiore importanza l’immigrazione dai paesi dell’Europa Orientale, dovuta in particolare alla regolarizzazione delle donne che prestano servizio di assistenza domiciliare ad anziani e disabili. • Negli ultimi anni, i flussi migratori provengono soprattutto dall’Asia, in particolare dal Pakistan, anche se significativa è pure l’immigrazione dai paesi dell’Europa Orientale e dall’Africa. • Rispetto ai dati nazionali, la distribuzione degli immigrati a Carpi, in base al paese d’origine, mostra dati estremamente diversi; viene confermata la tendenza degli ultimi anni e si nota un costante aumento degli immigrati provenienti dalla regione asiatica (38%), seguiti dagli immigrati africani (34%), dell’Unione Europea (4%), del resto d’Europa (21%) e dell’America (3%).
SITUAZIONE IMMIGRAZIONE A CARPI • L’Italia è divisa in regioni, province e comuni. Il distretto di Carpi appartiene alla Provincia di Modena, in Emilia Romagna; i dati presentati fanno riferimento all’Associazione intercomunale, comprendente i Comuni di Carpi, Campogalliano, Novi di Modena e Soliera). • Da un punto di vista qualitativo il distretto, con una popolazione id 95.500 abitanti ha, nel Dicembre 2004, una percentuale di immigranti del 6,7% sulla popolazione totale (la media nazionale è del 4,3%). • L’incremento, comparato con i dati dell’anno precedente è di 1.273 persone; la crescita, dovuta anche alla Legge 189/2002 relativa alla legalizzazione degli immigrati clandestini, conferme le tendenze degli anni precedenti .
SITUAZIONE IMMIGRAZIONE A CARPI • Nel giugno 2005, sul totale degli immigrati presenti nel distretto (7.270), i più numerosi erano quelli di origine pakistana (19,8% del totale della popolazione di immigrati) seguiti dai nordafricani: marocchini e tunisini (25,3%) e dai cinesi (20,8%). • Nella prima metà del 2005, la popolazione degli immigrati è aumentata del 13,6% in seguito al processo di regolarizzazione avviatosi nel 2002 che ha permesso la regolarizzazione di 1.273 immigrati. • Nel 2005, la percentuale di donne immigrate era il 44,5% della popolazione totale. L’aumento dell’immigrazione femminile, dovuta in particolare al ricongiungimento familiare, richiederà un rafforzamento delle politiche sociali e occupazionali • Secondo i dati forniti dai Centri per l’Impiego, nel 2003, la situazione è la seguente: • 11,9% degli immigrati sono impiegati nel settore dell’agricoltura. . • 37,8% degli immigrati sono impiegati nell’industria • 50,3% degli immigrati sono impiegati nel settore dei servizi.
NAZIONALITA’ DEGLI STRANIERI NEL DISTRETTO DI CARPI (2004-2005). I DIECI PAESI PIU RILEVANTI
SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA • Le donne immigrate, in particolare quelle provenienti dai paesi del Nord Europa, svolgono la propria attività professionale nell’ambito delle collaborazioni domestiche e dell’assistenza domiciliare. Al contrario, la maggior parte delle donne immigrate di origine asiatica non lavora o lavora nel settore tessile. • Gli uomini immigrati, in particolare quelli provenienti dal Nord Africa e dall’Asia, lavorano nell’industria. Gli immigrati di origine asiatica sono impiegati, inoltre, nel settore tessile mentre quelli provenienti dall’Europa Orientale nell’edilizia e nell’agricoltura. • Le caratteristiche dell’immigrazione in Svezia sono cambiate dal 1800 ad oggi. Storicamente, la Svezia è sempre stata un “paese di emigranti”. Dal 1850 al 1930 circa 1.500.000 svedesi emigrarono negli Stati Uniti, 400.000 dei quali ha fatto, in seguito, ritorno in patria • Subito dopo la seconda Guerra mondiale, il fenomeno dell’immigrazione in Svezia è cambiato drasticamente. Nel 1945, il numero delle nascite di stranieri in Svezia si aggirava attorno a 100.000. Oggi questo numero supera il milione • Nel 2003, la popolazione totale della Svezia era di 8.975.670 abitanti, 1.078.075 dei quali erano stranieri (circa il 12 %)
SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA Le ragioni dell’emigrazione verso la Svezia si sono modificate nel corso degli ultimi 50 anni: • Negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta l’emigrazione era legata a motivazioni di tipo economico come pure alle esigenze del mercato del lavoro in seguito allo sviluppo dell’industria e all’assenza di manodopera locale. Questa situazione spingeva le autorità nazionali e le imprese svedesi a ricercare manodopera straniera. • Dagli anni Settanta ad oggi, le ragioni alla base dell’emigrazione sono da ricercarsi nella situazione politica del paese d’origine degli immigrati. Pertanto, i gruppi predominanti di immigrati in Svezia sono costituiti dai rifugiati e dalle loro famiglie come pure dagli immigrati per motivi umanitari
SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA • Sulla destra, dati del 2004 relativi alla popolazione svedese divisa per Paese di origine. • Il numero di immigrati registrati dal 1985 è di 630.000, 93.000 dei quali hanno ottenuto il permesso di soggiorni per motivi umanitari o asili politico.
SITUAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE IN SVEZIA • Nel passato, la Svezia è stato un “paese di emigranti”; tuttavia lo sviluppo industriale successivo alla Seconda Guerra mondiale ha trasformato la Svezia in un paese ospitante per lavoratori stranieri provenienti soprattutto dai paesi nordici e dalla ex-Yugoslavia. • Il mercato del lavoro svedese è cambiato negli ultimi decenni e oggi il settore industriale non è in grado di offrire impiego ad un elevato numero di lavoratori al di fuori del mercato del lavoro nazionale. • Negli anni Novanta, la Svezia ha affrontato una crisi economica che è coincisa con l’ingresso nel paese di numerosi immigrati e rifugiati • Principali comunità di immigrati in Svezia: stranieri provenienti dall’area dei Balcani e dall’Iraq
IV INDAGINE: INTRODUZIONE E RISULTATI
INTRODUZIONE • L’indagine si prefiggeva diconoscere più a fondo chi sono gli immigrati, da dove vengono, cosa pensano dei nostri costumi e della nostra cultura, quale è la loro condizione personale e professionale. Inoltre, l’obiettivo era quello di conoscere l’opinione dei lavoratori e dei datori di lavoro nazionali riguardo alla convivenza con gli immigrati. • Per svolgere la presente indagine, il Gruppo di ricerca (Learning Partnership) ha messo a punto tre tipologie di questionario rivolte a: • Imprenditori • Lavoratori locali e • Lavoratori immigrati. • L’indagine condotta è stata una sorta di esperienza pilota; il quadro ottenuto, pertanto, non è molto ampio, seppur significativo, dato che si è focalizzata l’attenzione sulle nazionalità precedentemente identificate come le più rilevanti in ciascuno dei paesi interessati.
INDAGINE IN SPAGNAIMMIGRATI: Situazione personale L’ indagine in Spagna si è concentrata sui cittadini latino americani provenienti da Perù, Ecuador e Colombia, dalla zona del Magreb e dalla Romania per il fatto che, da uno studio precedente, queste risultavano essere le nazionalità più rappresentative tra la popolazione di immigrati a Madrid. • Le percentuali degli immigrati uomini e donne si avvicinano molto. • L’età dei lavoratori immigrati, uomini e donne, è compresa tra i 26 e i 44 anni. • Gli immigrati che si trasferiscono nel paese per lavoro sono principalmente rumeni e marocchini. Questi rappresentano rispettivamente il 37,14% e il 20,00% del totale dei lavoratori immigrati. • I rumeni e i marocchini sono quelli che hanno la peggiore conoscenza della lingua, mentre gli ecuadoriani e gli uruguaiani hanno il vantaggio di essere di madre lingua spagnola. • La maggior parte dei lavoratori immigrati vive con il proprio partner o con moglie/marito e figli, solo il 17, 14% vive solo e l’8,57% con altri parenti • Il 40% dei lavoratori immigrati ha ottenuto il ricongiungimento familiare contro il 42,86% che non ha considerato tale opportunità • Per quanto riguarda l’istruzione, il 34,29% dei lavoratori immigrati ha frequentato la scuola media inferiore; il 22,86% corsi di formazione professionale e il 20,00% possiede un diploma di laurea.
INDAGINE IN SPAGNAIMMIGRATI: Condizione professionale • Poco più del 50,00% dei lavoratori immigrati lavora in Spagna da oltre 5 anni. • Poco più del 60,00% dei lavoratori immigrati lavora nell’attuale posto di lavoro da meno di 2 anni. • Sebbene il 20,00% dei lavoratori immigrati abbia trovato il proprio impiego tramite offerte di lavoro, il 60,00% ha trovato lavoro grazie a conoscenze. Solo il 2,86% ha trovato lavoro tramite Agenzie di Lavoro Temporaneo/Interinale • Gradualmente le società spagnole stanno cominciando ad assumere sempre più lavoratori immigrati, che a volte costituiscono il 40% dell’organico totale. Ciò avviene soprattutto nelle società di piccole dimensioni • Il 74,29% si dichiara soddisfatto del proprio lavoro.
INDAGINE IN SPAGNAOpinioni degli immigrati sul Paese ospitante • I lavoratori immigrati affermano di abbandonare il proprio paese d’origine per trovare condizioni di vita migliori. • Il 40,00% dei lavoratori immigrati è in possesso di una qualifica mentre il 45,71% non ne ha. • I contratti di lavoro temporaneo sono i più diffusi e vengono offerti al 54,29% dei lavoratori immigrati, mentre i contratti a lungo termine vengono offerti al 42,86% dei lavoratori immigrati. • La maggior parte dei lavoratori stranieri è ben integrato nell’azienda per cui lavora. . • La maggior parte dei lavoratori immigrati ritiene che nel futuro potrà aspirare ad una posizione migliore all’interno dell’azienda. • Alla maggior parte dei lavoratori immigrati viene offerta la possibilità di frequentare corsi di formazione; almeno il 30% di loro non ha questa opportunità.. • I lavoratori immigrati ritengono di essere considerati dai loro colleghi spagnoli grandi lavoratori che intendono adattarsi ai costumi e alle tradizioni spagnole. • Il 94% degli immigrati dichiara di apprezzare lo stile di vita spagnolo
INDAGINE IN SPAGNAQuestionari rivolti ai Lavoratori Spagnoli: analisi dei dati • Apparentemente, tra lavoratori locali e stranieri si respira un’atmosfera amichevole nella maggior parte delle aziende, tuttavia il 37,50% degli intervistati ritiene di aver perso alcuni diritti di lavoratore o cittadino a causa della presenza di stranieri nella propria città o sul luogo di lavoro. • Il 75,00% dei lavoratori locali ritiene che i colleghi stranieri siano ben integrati all’interno delle rispettive aziende. Solo il 37,50 % di loro hanno assistito a incidenti tra lavoratori locali e stranieri. . • D’altra parte, ritengono che la scarsa conoscenza della lingua costituisca un problema per l’integrazione dei lavoratori stranieri nelle aziende. • Sonotutti d’accordo sul fatto che è necessario fare uno sforzo per rendere più semplice l’integrazione ma, allo stesso tempo, poco più del 40,00% dei lavoratori locali considera l’aumento dell’immigrazione una possibile minaccia per l’occupazione.
INDAGINE IN SPAGNAPunti di vista dei lavoratori immigrati e locali –domande comuni : • Oltre la metà dei lavoratori stranieri ritiene di ricevere la stessa retribuzione di un lavoratore locale a parità di tipologia di lavoro e categoria professionale, mentre il 37,14% è convinta del contrario. • I lavoratori stranieri mostrano rispetto per la cultura e i costumi spagnoli . • La maggior parte degli immigrati ritiene che gli spagnoli rispettino la loro cultura e le loro usanze e che vorrebbero addirittura conoscerle di più • La maggior parte dei lavoratori immigrati può esprimere liberamente i propri costumi e la propria religione. • I lavoratori stranieri svolgono lavori che i lavoratori locali non vogliono svolgere e circa il 35,00% ritiene di contribuire al miglioramento del Sistema Previdenziale e al suo funzionamento. • Un’elevata percentuale, tra il 20,00% e il 30,00%, ritiene che la loro presenza contribuisca ad un taglio/riduzione dei costi di retribuzione e che questi lavoratori offrano esperienza e qualifiche professionali.
INDAGINE IN SPAGNAPunti di vista dei lavoratori immigrati e locali –domande comuni • La maggior parte dei lavoratori sostiene di essersi adattato facilmente al posto di lavoro e, inoltre, che l’integrazione potrebbe essere più semplice se i colleghi conoscessero alcune parole della loro lingua madre. • La maggior parte dei lavoratori immigrati è informato sui propri doveri e propri diritti sul posto di lavoro. • Modalità che potrebbero facilitare l’integrazione sul lavoro degli stranieri: migliore conoscenza della cultura del paese tramite organizzazione di eventi quali conferenze, congressi o attività rivolte ai lavoratori immigrati al fine di agevolare la loro conoscenza della cultura e delle usanze del paese
INDAGINE IN SPAGNAProfili dei Lavoratori Stranieri ROMANIA: Uomo di età compresa tra i 16 e i 44 anni Vive in Spagna da oltre cinque anni Livello intermedio di conoscenza della lingua spagnola Vive con marito/moglie e figli ; ha presentato richiesta e ottenuto il ricongiungimento familiare Nella maggior parte dei casi, la formazione professionale sostituisce quella universitaria MAGREB: Uomo e donna di età compresa tra i 26 e i 44 anni Vive in Spagna da oltre cinque anni Livello avanzato di conoscenza della lingua spagnola Vive con marito/moglie e figli; ha presentato richiesta e ottenuto il ricongiungimento familiare Il livello di istruzione varia da una formazione di base agli studi universitari SUD AMERICA : Uomo e donna di età compresa tra i 26 e i 44 anni Vive in Spagna da oltre cinque anni Spagnolo come madrelingua La maggior parte di loro vive solo/a; non considerano l’ipotesi del ricongiungimento familiare Studi di scuola media inferiore
INDAGINE IN SPAGNAQuestionari rivolti agli imprenditori spagnoli- Analisi dei Dati: • Nessun datore di lavoro ritiene che i contributi versati dai lavoratori stranieri migliorino il Sistema di Previdenza sociale né lo sostengano. • Nessuna impresa dispone di un protocollo di accoglienza per i lavoratori stranieri che vengono assunti dall’azienda. Tuttavia, la metà delle aziende, prima dell’assunzione, fornisce ai lavoratori nozioni base sul lavoro. • Solo il 12, 50% delle aziende dichiara che i lavoratori locali hanno maggiori opportunità di avanzamento professionale rispetto all’87,50% che ritiene che tutti i lavoratori abbiano le stesse opportunità. • La metà delle imprese afferma che i lavoratori stranieri non sono sufficientemente qualificati per svolgere le mansioni previste dal proprio lavoro. Questa è una delle ragioni che per cui si tende a non assumere lavoratori stranieri. • Un altro motivo che spinge a non assumere stranieri è il possibile aumento dei conflitti sul posto di lavoro, la scarsa conoscenza della lingua, come specificato in precedenza, e la diminuzione della domanda nel proprio settore d’attività. • La maggior parte delle aziende non ha mai ricevuto alcuna lamentela da parte dei lavoratori locali nei confronti dei costumi e delle usanze degli stranieri.
INDAGINE IN SPAGNAQuestionari rivolti agli imprenditori spagnoli- Analisi dei Dati • Alcuni aspetti positivi indicati dai datori di lavoro circa l’assunzione di immigrati: • Migliore qualifica professionale • Migliore immagine dell’impresa • Salari e costi per la previdenza sociale inferiori. • Tuttavia, molti datori di lavoro indicano alcuni aspetti negativi relativi allo stesso tema: • Difficoltà di comunicazione con gli altri lavoratori • Difficoltà di comunicazione con clienti/fornitori • Aumento dei conflitti sul lavoro • Minore qualifica professionale
INDAGINE IN ITALIASituazione personale degli immigrati L’indagine è stata condotta su cittadini pakistani, indiani e nordafricani per il fatto che, dai dati rilevati, queste risultano essere le nazionalità più rappresentative tra la popolazione degli immigrati nel distretto di Carpi. . • Occorre sottolineare innanzitutto che la quasi totalità degli immigrati che hanno completato il questionario erano uomini (90%); ciò è dovuto essenzialmente al fatto che i principali gruppi etnici che lavorano nel distretto di Carpi sono originari del Pakistan (30%) e dell’Africa del Nord (23%) e le donne appartenenti a tali etnie raramente lavorano sia per motivi religiosi sia perché l’immigrazione femminile dai paesi asiatici è un fenomeno estremamente recente. • La forbice di età degli intervistati va dai 26 ai 44 anni (57%). • Pakistani e Nord africani (Tunisia e Marocco) sono i più numerosi tra gli stranieri che vengono a lavorare nel nostro paese. Essi rappresentano una percentuale rispettivamente del 30% e del 23% del totale dei lavoratori immigrati. • .
INDAGINE IN ITALIASituazione personale degli immigrati • La maggior parte degli immigrati compilatori vive (47%) e lavora (40%) in Italiada oltre cinque anni; nonostante ciò quello della lingua rimane un problema grave: infatti, anche se il 45% dichiara di avere un livello intermedio di conoscenza della lingua italiana, il 31% ha una conoscenza di base, vale a dire una scarsa padronanza della lingua parlata • La maggior parte dei lavoratori vive ancora con parenti o amici (45%); tuttavia il 31% ha ottenuto l’autorizzazione al ricongiungimento familiare e vive con moglie/marito e figli e questo è un dato in costante aumento. • Per quanto riguarda il livello d’istruzione, i risultati indicano che circa un terzo degli immigrati presi in esame ha una licenza di scuola elementare, un terzo di scuola media inferiore e un terzo di scuola media superiore. I dati relativi alla formazione professionale (0%) e agli studi universitari (7%) non sono significativi
INDAGINE IN ITALIA Condizione professionale degli immigrati • Nessuno degli intervistati ha specificato il nome e l’indirizzo dell’azienda presso cui lavora; ciò probabilmente è dovuto al fatto che non vogliono rendere note le proprie opinioni all’impresa in cui lavorano. • Il 70% degli immigrati lavora nell’industria (in particolare nel settore metalmeccanico, tessile e dell’abbigliamento); gli altri settori non sono molti significativi; edilizia (13%), settore alberghiero (7%) e quello delle pulizie (3%). • Questo dato conferma che gli immigrati, una volta regolarizzati, preferiscono lavorare nel settore industriale, in particolare nelle aziende in cui i turni di lavoro sono suddivisi tra notte, mattino e pomeriggio; ciò consente loro di avere un secondo lavoro, solitamente in nero, per integrare le entrate
INDAGINE IN ITALIA Condizione professionale degli immigrati • Come indicato in precedenza, il 40% degli immigrati lavora in Italia da oltre 5 anni (il 22% nella stessa azienda da più di 5 anni), anche se il 38% non lavora in un settore direttamente collegato al proprio titolo di studio o abilità. • Per quanto riguarda la modalità di ricerca del lavoro, circa la metà di loro (47%) ha trovato un impiego tramite contatti personali; solo il 17% si è affidato ai canali tradizionali, quali ad esempio i centri per l’impiego ed è diffusa l’abitudine del “passaparola” tra le persone appartenenti allo stesso gruppo etnico. • Circa il 63% lavora in piccole e medie imprese la cui dimensione varia da 1 a 50 dipendenti; nonostante la scarsa presenza di aziende di grandi dimensioni nel territorio, il 20% di loro lavora in aziende che contano oltre 250 dipendenti. • Per quanto concerne la presenza di lavoratori immigrati all’interno delle aziende, il dato è estremamente interessate: di fatto, nelle piccole imprese (meno di 5 dipendenti) la presenza di immigrati è del 43% e la percentuale diminuisce all’aumentare della dimensione aziendale (nelle società con oltre 50 dipendenti la percentuale scende al 10%).